giovedì 4 dicembre 2014

Vladimir Putin e la tecnica dei compromessi digradanti



Né con Putin, né contro Putin, perché mi accontento di osservare la realtà e per ora la realtà dei fatti è che Matteo Renzi sta adempiendo alla grande al suo ruolo di sostituto di Letta Enrico. Infatti il matteo nazionale ha dichiarato che il gas russo non è strategico per l'Italia. Potrebbe essere, ma anche no. Leggasi "diversificazione".  

Guarda caso, dopo che Enrico Letta si recò a Soci per l'inaugurazione dei giochi invernali, i poteri d'oltre-oceano imposero a matteo di scendere nell'arena e combattere. Avrebbe vinto. 

Anche gli ucraini avrebbero vinto contro Putin e i putiniani. 
Ed hanno  vinto, grazie alle telecamere su piazza Maidan. Tuttavia i detrattori di Putin non potranno mai rispondere alle due seguenti domande: 

1) chi ha sparato sulla folla di Piazza Maidan? 

2) mentre la rivolta era in atto (spalleggiata dalla Cia, per sua stessa ammissione), dove sono andati a finire il grosso dei lingotti d'oro presenti nei caveau della banca centrale nazionale? 

Rocco Nuzzo




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Il modo di Putin di relazionarsi con partner interni ed esterni, concorrenti e persino nemici è da tempo noto a tutti coloro disposti ad osservare in modo razionale. Nella prima fase, Putin offre un ottimo compromesso. Preso come segno di debolezza viene respinto. Nella seconda fase, la situazione di coloro che rifiutano il compromesso rapidamente si deteriora e un nuovo compromesso viene offerto, ma assai meno vantaggioso, e ciò continua fin quando non ci sono più compromessi, o un partner sempre inflessibile "soffoca in una sciarpa di polonio" a Londra. Ad esempio, nella situazione del South Stream osserviamo la fase due: il deterioramento della posizione dell'UE con un accenno di nuovo compromesso sotto forma del "Blue Stream" e dello snodo gasifero al confine con la Grecia. In realtà, Putin costringe l'Unione europea a riconoscere che il caos in Ucraina non è un problema russo, ma europeo. Con accordi sul gas, in cui più importante è il riconoscimento dell'Unione europea del debito ucraino e non che la Russia ha il pieno diritto di esigere un pagamento anticipato, ci si può aspettare che semplicemente il senso di auto-conservazione spinga Bruxelles a finanziare Kiev, o pagarne il conto o stare a guardare mentre Mosca vi mette ordine. Per ragioni politiche e su pressione degli Stati Uniti, Bruxelles ha deciso di non fare ciò. Dare soldi a Kiev per il gas è inutile e pericoloso per quel burocrate che firmerebbe l'ordine di pagamento dell'Unione europea, la sua carriera finirebbe. Pagare direttamente per conto di Kiev è un'umiliazione disastrosa di fronte all'opposizione, al business, ai contribuenti e agli elettori che non perdoneranno i politici che hanno voluto scontrarsi con la Russia sull'obbligo di pagare i debiti delle marionette statunitensi a Kiev. I funzionari europei infine si rifiutano di lasciare che Mosca metta ordine a Kiev, perché dietro hanno i terrificanti distaccamenti statunitensi armati dei dossier sporchi raccolti dalla NSA negli ultimi decenni. Di conseguenza, un approccio da struzzo prevale in Europa, sperando che Mosca le fornisca gas sempre e comunque, anche tollerando i furti di crediti del regime di Kiev. Nelle ultime settimane, anche ai politici europei più duri è chiaro come sia inutile aspettarsi concessioni dal Cremlino. E' evidente che il Cremlino è infuriato dalle sanzioni e lieto di organizzare per l'Europa qualcosa di peggio del remake delle passate "guerre del gas", così i politici europei non penseranno che le loro azioni contro la Federazione Russa rimarranno senza conseguenze e che la Russia continui ad essere un partner aperto e accomodante.

Il rituale sacrificio di South Stream, davanti alla stampa europea, è un messaggio forte e chiaro. I politici europei avevano sperato che nel peggiore dei casi l'Europa sopportasse un inverno freddo, senza gas, ma con la distruzione delle "ambizioni imperiali della Russia", ne valesse la pena. Secondo la logica europea (non molto diversa da quella ucraina), la Russia ha così bisogno del mercato europeo del gas che Gazprom costruirà South Stream con il proprio denaro, cedendone la metà ai concorrenti, come preteso dal "terzo pacchetto energetico dell'UE", e patrocinando le forniture di gas all'Ucraina solo per accedere al mercato europeo. Putin ha distrutto tale logica, tracciando un nuovo indirizzo della politica energetica della Russia: "Reindirizziamo il flusso delle nostre risorse energetiche in altre regioni del mondo, anche attraverso promozione e accelerata attuazione di progetti sul gas naturale liquefatto. Svilupperemo altri mercati e comunque l'Europa non ne riceverà dalla Russia. Crediamo che ciò non sia coerente con gli interessi economici dell'Europa che minano la nostra cooperazione. Ma questa è una scelta dei nostri amici europei". (RIA Novosti)


Nell'analisi della situazione in Ucraina, a maggio delineai come il contratto sul gas con la Cina sia uno dei passaggi chiave necessari per sciogliere le mani della Russia in altri ambiti della politica estera. Ora vediamo i risultati di questo lavorio del Cremlino sul perno cinese. Putin sembra dire agli europei: "Fate attenzione a ciò che desiderate, potrebbe divenire realtà". Gli europei hanno liberato il genio russo dalla bottiglia delle sanzioni e che inizia a esaudirne i desideri con generosità. Gli europei sono in preda al panico e allo shock con Putin che gli dipinge un futuro molto sgradevole. Finché la junta filo-statunitense è a Kiev, l'Europa avrà freddo e sarà senza gas per tutti gli inverni. Pensateci! Per ogni inverno, enormi perdite economiche e un terribile inferno politico per i politici europei. Putin ha promesso all'Europa non il "giorno della marmotta" ma l'incubo infinito dell'"inverno della marmotta", che non sarà sciolto dalle costose forniture di GNL statunitense. E ancora, l'Europa dovrà fare una scelta: finanziare l'Ucraina (ogni anno!) o pagargli il gas (ogni anno!) o lasciare che Mosca metta ordine a Kiev (una volta!) Questo è il nuovo "compromesso di Putin". Ogni giorno freddo, ogni mese freddo, ogni miliardo di euro perduto e ogni milione di elettori congelati che chiederanno che "l'Ucraina sia amministrata da quei russi", tutto ciò spingerà gli europei alla soluzione desiderata. Nel processo di "addomesticamento" dell'Unione europea, parte dei profitti di Gazprom per il 2015 potrebbero essere sacrificati, ma spezzare la volontà d'insistere di Bruxelles è molto più importante e ciò sarà notevolmente redditizio in futuro, proteggendo il nostro Paese da molti problemi occidentali. Come dimostra la pratica, il congelamento renderà l'Europa intelligente e flessibile. La Russia, come è noto, ha un'anima generosa. Putin chiama gli Europei "amici" non per niente, e un amico si rivela nel momento del bisogno. L'Europa ha un problema, è malata di "americanismo" e "obamamania". Buon amico e medico, Putin ha prescritto la medicina migliore, la guarigione per fame di energia. A giudicare dalle urla dei politici e dei media europei alla lettura della prescrizione, la cura sarà difficile ma efficace.


Crimson Alter Politrussia


Traduzione di Alessandro Lattanzio

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