sabato 20 dicembre 2014

Falsari USA si preparano a sparare raffiche di "false flag" in funzione anti-russa




Da molto tempo i piani degli Stati Uniti prevedono un cambio di regime
in Russia, mirando a colpire il governo sovrano indipendente del
proprio principale antagonista eurasiatico.
Washington vuole insediare un governo fantoccio filo-occidentale con
una rivoluzione colorata o con la guerra. Le ambizioni egemoniche
statunitensi minacciano la pace nel mondo e mai come oggi, dagli
eventi che precedettero la seconda guerra mondiale, la situazione è
stata tanto pericolosa. L'economista e analista politico Mikhail
Delyagin prevede una massiccia provocazione anti-russa: esprimendo le
sue opinioni su Radio Pravda, ha affermato che «cose e dati
riconducibili a un'unica matrice [...] costituiscono per tutti una
gravissima minaccia».

L'Ucraina è un pretesto, una piattaforma NATO manovrata dagli Stati
Uniti, un anomalo e criminale regime neonazista messo al potere da
Washington.



Economicamente in bancarotta, senza nessuna legittimità, dipendente da
aiuti esterni per sopravvivere, l'Ucraina è la più recente colonia
americana.

A comandare è una politica di controllo, quel che dice Washington va
bene. Il regime fantoccio di Kiev riverisce e obbedisce, altrimenti è
sostituito e una rivoluzione colorata 3.0 ne insedia un altro.
«Perché è successa la crisi ucraina?», si è chiesto Delyagin. «Qual è
la ragione principale? Perché gli americani vi sono stati così
profondamente coinvolti?»

Perché Washington, la Cina e l'UE sono i «tre (più importanti) attori
a livello globale», dice Delyagin. Distruggere «la cooperazione
dell'UE con la Russia elimina quest'ultima come partecipante
indipendente nella competizione globale, che è ciò che vediamo oggi»,
lasciando l'America e la Cina come i due restanti giocatori dominanti
al mondo, fra i quali esiste una «vera guerra fredda».

In Ucraina c'è una guerra calda. Il commercio tra l'Unione Europea e
la Russia è importante: Delyagin crede che il sentimento europeo
favorisca «relazioni non basate sull'arroganza».

Washington vuole uno «strappo» della Russia dall'Europa che per il
momento non è riuscito: non è riuscita la provocazione false flag del
volo MH17, con la quale la Russia non aveva nulla a che fare e nemmeno
i separatisti filorussi del Donbass, combattenti per la libertà. Il
responsabile è stato semmai il fuoco del cannone di un aereo da guerra
ucraino Sukhoi-25.



Dati radar e satellitari verificabili hanno mostrato la traiettoria
del volo MH17 prima della distruzione; i fori penetrati nella
fusoliera erano compatibili con i colpi di cannone.

«Il seguito sta arrivando», ha detto Delyagin: «Ci sarà un'altra
provocazione [...], siamo in possesso di alcune informazioni
indirettamente confermate dall'Occidente che dicono che l'esercito
Ucraino "continuerà (una falsa) offensiva fingendo di attaccare e i
soldati svolgeranno una massiccia preparazione di artiglieria".» Poi
«una testata nucleare tattica esploderà nella zona dell'offensiva
dell'esercito ucraino».

Ingiustificatamente, forse inutilmente, la Russia sarà considerata
responsabile. Solo l'America ha finora usato armi nucleari: farlo di
nuovo «non è così difficile», ha detto Delyagin.



Scorie radioattive sono immagazzinate nel porto estone di Paldiski.
Guidata dagli Stati Uniti, la NATO «ha presumibilmente consegnato un
carico (radioattivo)», non «rifiuti da smaltire».

«Il sistema va in questo modo», ha detto Delyagin: «Non essendo in
grado di dimostrare la responsabilità della Russia per il volo MH17,
spiegheremo a tutti che i maledetti barbari russi hanno usato armi
nucleari contro l'indifeso esercito ucraino».

Putin verrà incolpato perché nessuno in Russia «può schierare un'arma
nucleare tattica senza l'ordine diretto del comandante supremo».

Qui si tratta di distruggere le relazioni tra la Russia e l'Unione
Europea, interrompere il commercio, recidere i normali legami
politici, addirittura bloccare i mezzi d'informazione russi nei paesi
occidentali e in Giappone.

«Dato l'infinito cinismo dei nostri cosiddetti "colleghi"
americani, non c'è nulla di troppo scandaloso che resti fuori dai loro intrighi,
perfino esplodere un ordigno nucleare, azioni criminali sotto falsa
bandiera per incolpare la Russia, un 11 settembre sotto steroidi
troppo muscolare per essere ignorato, con nessuna prova da fotografare
per l'indagine giudiziaria, diversamente dal volo MH17, «per
dimostrare che non siamo noi».

Finora i tentativi di incolpare la Russia per le condizioni della
crisi ucraina sono falliti. La prove, o la loro mancanza, hanno
smentito le dichiarazioni occidentali .

«Un'esplosione nucleare è diversa», ha detto Delyagin: «Non lascia
impronte. Magari prima di Natale, uno shock per la sacra festività.»
Delyagin aveva predetto il colpo di stato dell'Ucraina: se lo
aspettava lo scorso febbraio, il primo giorno delle Olimpiadi
invernali di Sochi; è venuto alla fine, due settimane più tardi, il 22
febbraio. È da vedere se Delyagin ha ragione o torto su una false flag
nucleare: per i folli di Washington tutto è possibile.

L'impensabile potrebbe seguire agli incidenti nucleari di massa: forse
isolare con successo la Russia e poi dirigere lo scontro tra Est e
Ovest.

Il conflitto lancerebbe una guerra nucleare che decenni di deterrente
"MAD" (distruzione reciproca assicurata) hanno evitato, ma forse
non più: resta da vedere, non per molto, se si dimostra corretto lo
scenario prenatalizio di Delyagin.



Domenica scorsa il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha
incontrato John Kerry a Roma, è stato il loro diciassettesimo incontro
di quest'anno senza risolvere niente: Washington scarica interamente
(sulla Russia) la responsabilità delle condizioni della guerra civile
in Ucraina e degli altri conflitti nel mondo.
Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato:
«In tema di rapporti bilaterali, Lavrov ha sottolineato che il loro
sviluppo è possibile solo sulla base dell'uguaglianza e di interessi
reciproci, mentre ogni tentativo di esercitare pressioni sulla Russia
non ha alcuna prospettiva.»

Lavrov e Kerry hanno trattato la questione dell'Ucraina: il
diplomatico russo ha sottolineato l'importanza del rispetto degli
accordi di Ginevra e Minsk, che quelli di Kiev hanno respinto e
immediatamente violato su ordine di Washington senza mostrare prove
credibili agli osservatori. Ora le condizioni di conflitto restano, ma
Lavrov spera altrimenti e dice:
«Nel contesto della situazione nel sud-est dell'Ucraina,
l'attuazione coerente degli accordi di Minsk è fondamentale, così come la
convocazione di un gruppo di contatto per questo scopo il più presto
possibile.»

L'illegittimo presidente oligarca Petro Poroshenko è l'uomo di
Washington in Ucraina, un fantoccio di comodo che obbedisce agli
ordini a comando con l'intenzione di alimentare la guerra: il suo
falso "regime del silenzio" è un inganno fuorviante.
Dice che questo lo aiuta a riorganizzarsi, ad accrescere la forza
delle truppe, riarmarsi, ripristinare la prontezza al combattimento,
prepararsi per nuovi conflitti agli ordini di Washington.
Le condizioni attuali riflettono la calma prima della tempesta. Resta
da vedere se con l'inganno nucleare false flag − un'altra
provocazione
Usa-Kiev − oppure con un altro pretesto.

Vale la pena ripeterlo: Washington vuole che un governo fantoccio
filo-occidentale sostituisca la sovrana indipendenza russa; il suo
piano generale prevede la conquista del mondo, perfino a costo di un
conflitto nucleare per raggiungere gli obiettivi: è la follia sotto
ogni punto di vista.

Un commento finale
Russia Today ha intervistato Mikhail Gorbaciov, l'ultimo leader della
Russia sovietica, oggi ottantatreenne, il quale dice che l'America ha
bisogno delle riforme di una Perestroika, una ristrutturazione
politica, economica e militare.
«Possono chiamarla col nome che vogliono», ha detto Gorbaciov, «non è
facile per loro con la società che hanno».
Creano nemici inesistenti, alimentano tensioni, creano instabilità,
fanno i prepotenti con le altre nazioni, scaricano le responsabilità.
«Ogni volta che le tensioni sono alte, ogni volta che c'è instabilità
in un determinato paese o in tutta la regione, è l'occasione per
(Washington) di intervenire», ha detto Gorbaciov.

«Con questa politica ho abbastanza familiarità data dalla mia
esperienza», ha spiegato. Crede poi che spetti all'Europa evitare una
nuova Guerra Fredda potenzialmente molto più pericolosa dell'altra. La
distensione è di vitale importanza quando le cose rischiano di girare
fuori controllo innescando un conflitto più grave.
I rischi sono troppo pericolosi per consentire a Washington di
assumersi l'intera responsabilità di alimentare il sentimento
antirusso: è inaccettabile.

Contemporaneamente, sapendo ciò che sta affrontando la Russia,
Gorbaciov crede che ci sia ancora tempo per cambiare le cose.
Washington ha bisogno di nemici, ha detto Gorbaciov, per esercitare
«una pressione senza la quale (gli americani) non possono vivere
perché sono ancora schiavi dalla loro vecchia politica».

L'Ucraina è il pretesto dell'America per qualunque cosa accada, per
la sua politica in cui tutto è lecito, per scatenare un conflitto
Est-Ovest che nessun governo responsabile permetterebbe e che per
Washington costituisce una priorità volta a perseguire le sue mire
egemoniche. Vale la pena ripeterlo: è la follia sotto ogni punto di
vista.

Stephen Lendman



Fonte: http://www.globalresearch.ca

Traduzione a cura di Emilio Marco Piano http://megachip.globalist.it

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