Ci
risiamo..... Ogni
tanto (ogni poco….) salta fuori il mal di denti della curia romana,
con tutte le schiere di prelati obbedienti allineati e coperti.
Oddio, proprio tutti no, visto l’elevatissimo numero di fanciulli
concupiti ed abusati da preti, vescovi e cardinali. Però la massa
dei preti non perde occasione di pontificare sui rapporti fra uomo e
donna.
Già
il catechismo dice che anche solo guardare il….. lato B della
propria moglie con desiderio, è peccato. E qui voglio rovinarmi!
Forse nella millenaria astuzia clericale, affilata da mille e mille
riprove e circostanze, rendere un po’ trasgressivo e un po’
peccaminoso il rapporto con la propria moglie aiuta a rendere più
saldo e sicuro il rapporto stesso. Ma forse la mia è solo benevola
interpretazione……
Ma
poi ….. ci cascano sempre.
Il 9 ottobre 2014, mattina presto, tornavo da una trasmissione televisiva, alla quale
partecipai per gentilezza del Direttore: andai a Canale Italia, dal
prof. Vito Monaco, a dire qualcuna delle mie “cattiverie”: il
riassunto delle quali sta nell’assioma <>.
Al
ritorno, dicevo, accesi la radio e mi capitò di sintonizzarmi su
“Radiomaria”, emittente cattolica. Forse per masochismo, o per
curiosità, lasciai la sintonizzazione.
Parlava
un prete e disquisiva sulla possibilità di due divorziati cattolici
(battezzati) di convivere e di ricevere il sacramento
dell’eucarestia.
Il
pretone d’assalto, rifacendosi al sinodo che il gesuita vestito di
bianco, Francesco I, ha indetto, indicando fra gli altri temi,
anche il comparto “famiglia”, si è sbilanciato nell’affermare
che, nella visione della società contemporanea che muta rapidamente,
due divorziati cattolici possono anche convivere. E ricevere i
sacramenti (eucaristia), a patto, nel “percorso penitenziale”,
che si astengano dal sesso.
Pensai
che avevo capito male, attento alla guida. Ma il pretone da sbarco
insisté. Divorziati, se volete restare nella chiesa (quella
militante, ricordai, facendo appello alla memoria giovanile. Non in
quella “trionfante”, cioè quella che va in paradiso…), se
volete ricevere i sacramenti, niente sesso, nisba, ciccia!
Salta
sempre fuori il sesso. E il motivo è semplice e chiaro. I
Cardinaloni, i pretoni, i fratoni, i gesuitoni (di nero o di bianco
vestiti), possono mettere mano con relativo successo in quasi tutti
gli aspetti della vita umana. Ma nel richiamo sessuale fanno cilecca.
Da duemila anni ci provano, e da duemila anni si prendono sberle
metaforiche sui denti.
Grazie
a dio (non il loro, per me, ma la Natura, Odino-Wotan, se preferite)
l’uomo sente attrattiva per la donna, che lo ricambia di ugual
intensità Che poi ci siano milioni di sfumature, milioni di aspetti
diversi, milioni di attività concorrenti allo stesso fine, è –se
me lo consentite- il bello del rapporto. Purché sia consenziente,
condiviso, complice e pieno di gioia. Senza quel senso di colpa che i
pretoni di cui sopra hanno tentato di immettere nei credenti per
poter controllare meglio la vita di tutti. Potere. Nient’altro che
potere. “Fate quello che dico, non imitate quello che faccio”,
sbavano i cardinjaloni, fra un conto in banca ed un affare di curiosa
natura.
Fateci
caso: in Popolazioni che hanno avuto la fortuna di essere
storicamente e geograficamente lontane dalle tre religioni monolatre,
giudaismo, cristianesimo ed islam, il sesso è stato sempre
considerato come una parte della vita umana. Gli è stato dato, cioè
il valore che ha e non lo si è caricato di valore e peso che non ha.
Secondo natura.
Dove
non è arrivata la curia romana non abbiamo assistito al diffondersi
oltre misura di puritanesimo, di aberrazioni, di sensi di colpa, di
reazioni scomposte alla reazione proterva dell’inquisizione.
Omosessuali ve ne erano, rari, anche fra i Nativi Americani, ed era
loro permesso di vivere nella loro tenda come volevano, senza
demonizzazioni. Le giovinette quindicenni dei Germani potevano avere
tranquillamente il “compagno di stuoia”, senza problemi o
scandali. I Celti si sposavano nudi davanti alla Comunità. Gli
esquimesi permettevano alla moglie di “ridere” con l’ospite…
Da
noi ai preti è impedito di sposarsi. Ma non di giudicare la vita
matrimoniale e genitoriale dei credenti, come se ne fossero a
conoscenza diretta, come se sapessero cosa vuol dire essere padri o,
men che meno, madri.
Se
poi, per rinfoltire le fila dei sacerdoti e delle monache, la curia
romana debba ricorrere sempre più a clandestini e a gente di altri
continenti, non c’è da stupirsene.
Il
gesuita vestito di bianco non è uno sprovveduto e queste cose le sa.
Cercherà di correre ai ripari, con l’astuzia che la curia possiede
ed in particolar modo il suo ordine di provenienza. Ma sono convinto
che stiano chiudendo le stalle quando i buoi sono già fuggiti.
L’uomo, soprattutto quello europeo, sta inevitabilmente riscoprendo
un suo intrinseco e profondo valore: il valore del Sangue,
dell’appartenenza. Che è sinonimo di Libertà, di Simbiosi con la
Natura, di Volontà.
I
pretoni c’entrano poco col domani dell’Europa.
Fabrizio Belloni
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