“Omofobia” è l’etichetta in voga con cui si mette a tacere chi osa ancora pensare che esistano uomini e donne e che, pur essendo infiniti gli orientamenti sessuali, due soltanto siano i sessi esistenti.
Condannati come omofobici, infatti, non sono soltanto coloro che usano violenza (in questo caso, naturalmente, è giusta la piena condanna dei violenti, come del resto è giusto condannare e punire ogni violenza), ma anche quanti pensano che per natura i sessi esistenti siano due.
L’ideologia mondialista gender mira alla creazione e all’esportazione di un nuovo modello antropologico, pienamente funzionale al capitalismo dilagante: l’individuo senza identità, isolato, infinitamente manipolabile, senza spessore culturale, puro prodotto delle strategie della manipolazione.
L’ideologia mondialista gender – appoggiata da tutti i poteri forti – fa ampio uso della rielaborazione
del linguaggio comune: non si può più dire sesso, ma solo genere; non si può più dire padre e madre, ma genitore 1 e 2, ecc.
Orwellianamente, la creazione della neolingua è funzionale alla desertificazione del pensiero e alla possibilità di immaginare realtà altre rispetto a quella propagandata urbi et orbi dall’ordine simbolico dominante.
Diego Fusaro
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