martedì 7 ottobre 2014

Kobane, la nuova Masada....




La difesa di Kobane, città curda della Siria ai confini con la
Turchia, dall'attacco dei criminali terroristi dell'ISIS, è un esempio
di Resistenza popolare che proviene da una terra martoriata. La
repressione del popolo curdo è una storia che dura da tanto tempo e
tutti gli stati in quella zona, e le potenze imperialiste che ci
stanno dietro ne sono gli artefici.

Un esempio di Resistenza che ricorda la lotta partigiana contro il
nazismo in Europa. La battaglia di Kobane, casa per casa, ricorda
Stalingrado. La soldatessa dell'YGP, le Unità di Difesa del Popolo,
che finite le munizioni si fa saltare contro un blindato dell'ISIS
ricorda il nostro Dante Di Nanni, che soverchiato da preponderanti
forze nemiche, tiene l'ultimo colpo per un fascista ancora.

Episodi di eroismo democratico e antifascista, le cui protagoniste
sono le donne. Donne straordinarie, partigiane. Donne emancipate che
nella regione federata del Rojava, dove si sperimenta la democrazia
comunalista non solo per i curdi, ma per tutte le popolazioni, hanno
saputo scegliere nella militanza combattente anche una vita affrancata
dall'atavico patriarcato che impera in quelle comunità come altrove.


I media stanno parlando del Kobane in queste ore perché la notizia di
una soldatessa kamikaze contro l'ISIS fa comodo a quella coalizione
oscena capitanata dagli USA. Che prima finanziano e creano l'ISIS in
funzione antisiriana, antiraniana e anticurda e poi lo usano per
aggredire la Siria, non per risolvere il problema da loro creato.
Lo usano, con bombardamenti studiati e armi ai curdi "buoni", loro
servi, i peshmerga irakeni, spingendo la forza militare dell'ISIS
verso il Rojava. Ben sapendo della sporporzione in armamenti tra la
guerriglia curda comunalista e l'ISIS. Armi che non verranno mai date.
Soprattutto a un PKK e al partito fratello del Rojava, il Partito
dell’Unione Democratica: il primo dei due è nella strumentale e
immonda lista delle organizzazioni terroriste stilate a proprio uso e
consumo da USA e Unione Europea.


I media non parleranno mai delle vite di Arin Mirkan, di Ceylan Ozalp
e di tutte le donne che in questi istanti a Kobane stanno combattendo
e morendo per la libertà del loro popolo, per la democrazia e per un
mondo di giustizia sociale. Non parleranno delle loro scelte
politiche, della loro lotta per il socialismo.
Perché tra le "battaglie di civiltà", per il pubblico mansueto,
vengono scelte e devono figurare solo quelle che fanno comodo
all'Occidente o sostenute dagli USA e dalla NATO.


E' la disinformazione su cui poggia questo potere. La conosciamo bene.
Ma chi si informa e va oltre e vuole altro da concetti come democrazia
e giustizia, lo sa. Sa che la lotta di queste donne è la sua lotta.


Bella ciao, compagne!

Nico Macce

https://www.facebook.com/video.php?v=936760169674720

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