I Maya si erano già "estinti" da parecchi anni prima della conquista spagnola e quando Arguelles si dedicò allo studio del loro calendario astrologico i reperti ai quali egli fece riferimento erano tutt’al più riesumazioni avvenute durante la successiva cultura atzeca.
Gli Atzechi erano la civiltà presente in Messico quando arrivarono i conquistadores ed il loro sistema zodiacale può essere considerato affidabile e controllabile… Sembrerebbe che i maya avessero un loro sistema numerico e di calcolo da lungo tempo caduto in disuso. Generalmente, molti autori che se ne occuparono in passato lo trattarono con estrema sufficienza, qualificando i maya come una sorta di popolazione quasi preistorica, probabilmente perché non svilupparono una particolare metallurgia, e nemmeno la ruota.
Certo, riguardo l’uso della numerazione, si può constatare che il calendario maya (lo tzolkin), od almeno il calendario che a loro viene attribuito, è estremamente razionale. L’anno solare è diviso in 13 mesi lunari di 28 giorni + un giorno “senza tempo” (è detto così). 28 x 13 + 1 = 365, e la scansione della rivoluzione terrestre intorno al sole è scansionata attraverso quella della luna, in modo più logico della suddivisione arbitraria in 12 mesi, alcuni di 30, altri di 31 ed uno persino di 28, ma una volta su quattro 29, giorni. chiunque può apprezzare il fatto che il ciclo lunare, oltre ad essere un orologio naturale, ha relazioni con l’agricoltura, i cicli mestruali femminili, e con alcuni cicli solari.
Però da qui a fondare un mito sulle loro conoscenze astrologiche e divinatorie ce ne passa… Ma per alcuni studiosi la capacità proiettiva dei maya, utilizzando i parametri menzionati, si estendeva sino a fornire tabelle di previsioni astronomiche su tempi eccezionalmente lunghi, fino alle decine di migliaia di anni. conteggiavano cicli di coordinazioni celesti fino a periodi di 40.000 e 50.000 anni, prevedendo la comparsa di comete o congiunzioni particolari (vedi per esempio Michael Coe, i maya, thames and hudson, Londra, ed newton compton).
Beh, anche nella cultura vedica indiana c’era il vezzo di calcolare il tempo in eoni millenari... ma evidentemente il gioco della matematica è una cosa mentre la conoscenza degli eventi futuri è un’altra.
Ed ora vediamo chi fossero questi Atzechi (o Mexica). Essi dominavano nel più grande splendore dal Messico al Nicaragua nel 1519 quando vi penetrarono i conquistatori spagnoli. Questo popolo originario di Atzlan (forse l’attuale Utah) succedette alle precedenti civiltà centro-americane: Olmeca, Maya e Tolteca.
Sulla cultura Atzeca abbiamo notizie storiche decifrabili, essendo la loro cultura pienamente viva sino a cinquecento anni fa. Tonalamatl era il libro della divinazione che contiene i misteri dell’oroscopo Atzeco, il calcolo dell’appartenenza ai vari segni era basato sul ripresentarsi ciclico di gruppi di sei anni distanziati da 13 anni ciascuno. I “segni” di appartenenza venivano calcolati nella suddivisione dell’anno in settori che comprendevano da 1 a 12 giorni ciascuno ripartiti fra i 20 archetipi originari.
Detto così non sembra facile calcolare le caratteristiche di nascita ed infatti pare che questi elaborati calendari fossero accessibili a pochi eletti. Per accertare gli ascendenti, ad esempio, c’era un calendario composto di 18 mesi di 20 giorni, questa suddivisione consentiva di interpretare le caratteristiche del mese correttamente.
I loro nomi sono molto evocativi: mese dell’Acqua (predisposizione alla magia), della Primavera (fascino), dei Fiori (generosità), dei Campi (ottimismo), della Siccità (ossessività), degli Alimenti (concretezza), del Sale (acutezza), del Mais (ambivalenza espressiva), delle Feste (generosità), del Fuoco (ambizione), della Madre Terra (tranquillità), del Ritorno degli Dei (capacità di osservazione), della Montagna (amore ed amicizia), della Caccia (passionalità), delle Piume (determinazione), della Pioggia (dispersione), degli Astri (concentrazione) ed infine della Crescita (ingegnosità). Ma ora torniamo ai 20 archetipi originari, essi sono: Vento (sincerità), Coccodrillo (simpatia), Aquila (esuberanza), Ocelot (ambizione), Coniglio (diplomazia), Capriolo (emotività), Fiore (istintività), Canna (contraddittorietà), Morte (fortuna), Pioggia (allegria), Erba (estroversione), Serpente (drammatizzazione), Pietra Focaia (indipendenza), Scimmia (idealizzazione), Lucertola (naturalità), Movimento (attività), Avvoltoio (metodicità), Acqua (volubilità), Cane (scrupolosità), Casa (vulnerabilità).
Nella cultura Atzeca la teologia e gli aspetti caratteriali erano collegati, lo percepiamo ad esempio nell’inno dedicato alla Festa Venusiana. “Il fiore del mio cuore si è aperto, ecco la signora di mezzanotte, lei è venuta – nostra madre – lei è venuta, lei la dea Tamoanchan…”
Paolo D’Arpini - Comitato della spiritualità laica
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