lunedì 6 gennaio 2020

Medio Oriente - Cause e retroscena di un grande misfatto...


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Nessuna persona che abbia un minimo di onestà ed avvedutezza può oggi continuare a credere che la guerra di Siria sia nata per volontà del popolo siriano di disfarsi del regime di Assad.
Anche i poco informati sanno che la stragrande maggioranza degli oppositori armati provengono dall’Europa, dall’Arabia Saudita, dal Qatar, dal Marocco, dalla Tunisia, dall’Egitto, dalla Turchia, dalla Cecenia, dalla Cina, dall’Afganistan, ecc.
Gli oppositori siriani sono una minoranza controllata dai Salafiti e dai Fratelli Musulmani. Costoro hanno potuto intraprendere una guerra in grande stile con i carri armati, i missili, le artiglierie pesati, i droni forniti dagli USA, dalla Francia, da Israele, dall’Arabia Saudita, dal Qatar, dalla Germania e Regno Unito.
Una coalizione internazionale a guida americana è stata costituita in Siria dove ha posto le sue basi. Quali dunque le vere cause della guerra? Il non aver la Repubblica Siriana accettato di adeguarsi all’ordine mondiale stabilito dagli USA, di voler disporre della propria economia per i propri interessi, di ritenersi proprietaria a pieno titolo del suo petrolio e delle sue risorse.
La propaganda occidentale (la stessa che aveva avvallato in Iraq la presenza delle inesistenti armi di sterminio di massa) ha giustificato la guerra con motivi umanitari. Furono motivi umanitari anche quelli che giustificarono le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki! Gli USA e i loro alleati sono infatti convinti che i pluridecennali programmi europei per rendere i popoli babbei consentano oggi di avere buoni risultati propalando le falsità più melense.
Di fronte a forze ostili così numerose e poderose la Repubblica Araba Siriana, nel pieno rispetto delle norme internazionali, ha chiesto l’intervento della Russia, dell’Iran e degli Hezbollah libanesi. Gli Hezbollah, nell’incerta e caotica situazione del Libano, costituiscono una forza politica che ha numerosi rappresentanti in parlamento e ministri nel governo. Questi interventi di aiuto alla Repubblica Siriana non sono di gradimento ad Israele che dopo aver occupato illegalmente le alture del Golan aspira ad accaparrarsi altre porzioni di Siria e di Libano con la caduta del regime di Assad.
Non potendo colpire la Russia, Israele si limita per adesso a colpire obiettivi siriani, iraniani e di Hezbollah.
Alle ore 19,20 del 27 dicembre scorso un attacco missilistico ad una base americana nei pressi della città irakena di Kirkuk uccide un mercenario, probabilmente un istruttore militare, e ferisce quattro americani e due iracheni. Il capo della polizia di Kirkuk dichiara che l’attacco è stato con grande probabilità attuato dall’ISIS e le forze di sicurezza aprono un’inchiesta.
Il giorno 30 dicembre gli americani attaccano con missili 5 basi di Siria ed Iraq in cui si trovano militari iracheni e kata’ib hezbollah operanti tutti sotto il comando del ministero della difesa iracheno. Risultato: 35 militari morti e 45 feriti. Facciamo in proposito alcune considerazioni:
1° Se questa azione criminale la si vuol passare come giusto diritto di rappresaglia si tenga conto di quel che sempre è stato detto e cioè che in guerra la rappresaglia deve essere proporzionata al fatto. Durante la seconda guerra mondiale si riteneva che la regola dei tedeschi di fucilare 10 italiani per ogni loro militare ucciso da partigiani fosse eccessiva e disumana; in questo caso abbiamo invece un rapporto di 1 a 35. Si dovrebbe quindi concludere che la loro reazione è stata del tutto spropositata e quindi condannabile.
2° Nessuno (e quindi neppure gli americani) ha potuto dimostrare con fatti probanti che le milizie Kata’ib Hezbollah associate ai militari iracheni fossero responsabili dell’attacco alla base di Kirkuk.
3° La strage compiuta rappresenta inoltre un'agressione allo stato iracheno sia perché tra i morti ci sono stati soldati iracheni , sia perché i morti di Kata’ib Hezbollah fanno parte di una forza armata integrata e diretta dall’esercito iracheno.
Era cosa prevedibile ed inevitabile che un atto così scellerato avrebbe a Bagdad provocato gravi proteste e pesanti manifestazioni contro l’ambasciata americana.
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Non contenti di una strage gratuita gli americani hanno anche effettuato un grave assassinio. Il generale iraniano Soleimani era atteso a Bagdad per incontrarsi col primo ministro iracheno Adi Abdul-Mahdi al quale doveva consegnare una lettera del governo iraniano tendente a ridurre le tensioni tra Iran ed Arabia Saudita. Sceso dall’aereo qualcuno (CIA, Mossad?) lo vede e segnala la sua presenza agli americani. Bisogna impedire che Soleimani consegni la lettera ad Abdul-Mahdi perché gli americani, evidentemente informati, sono contrari ad una distensione di rapporti Iran-Arabia Saudita.
Rapidamente, con la consulenza e l’aiuto di Israele, un drone parte a tutta velocità, raggiunge l’auto che doveva portare Soleimani dall’aeroporto a Bagdad, lancia un missile e la prodezza è fatta. Soleimani ed il suo seguito sono eliminati. Ci rendiamo conto di che cosa è successo? Un alto esponente militare iraniano in missione diplomatica in Iraq viene assassinato per impedire che incontri il capo del governo iracheno ; non si tratta solo di un atto criminale ma di una gravissima violazione del diritto internazionale e della sovranità di uno stato membro dell’ONU.
Qualche idiota si chiede: ma non era Soleimani il capo delle famigerate (per chi?) milizie iraniane di stanza in Siria ed Iraq ? Certo che lo era ma in quanto Siria ed Iraq avevano chiesto aiuto all’Iran per combattere i terroristi; nessun aiuto invece è stato mai chiesto agli americani che si sono con le loro basi istallati di prepotenza. Aspetti giuridici a parte, resta il giudizio morale; questa lunga sequela di assassini politici effettuati nel tempo da USA ed Israele (tra l’altro assassini di scienziati iraniani) corrispondono ad una concezione degradata e banditesca della politica in cui ogni crimine può essere effettuato se si ritiene che porti giovamento.
Qualcuno ha ipotizzato che tutto quanto accaduto è stato effettuato dalle alte sfere militari e politiche all’insaputa di Trump che ne avrebbe avuta notizia a fatti compiuti. Io non sono d’accordo con questa versione. Trump ha già fatto due regalini al suo degno compare Netanyahu : il riconoscimento dell’appartenenza ad Israele delle alture siriane del Golan, la legittimazione di Gerusalemme come capitale d’Israele. Questo è il terzo regalino che dovrebbe essere la premessa di una guerra generalizzata all’Iran che è da tempo il sogno politico di Netanyau. Trump ha difficoltà a dire di no a Netanyahu sia perché soci in affari sia perché nella sua traballante situazione all’interno dell’America l’appoggio delle lobbies sioniste americane sono un puntello irrinunciabile.
Giuseppe Occhini

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1 commento:

  1. Commento di Francesco Santoianni:

    "Amnesty International peggio di Salvini? Si direbbe di si a leggere il tweet di Ricardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International: “Soleimani era un assassino: basti pensare al suo ruolo nella guerra di Siria, nell'assedio di Aleppo e non solo. Nondimeno la sua è stata un'esecuzione extragiudiziale: un atto illegale per il diritto internazionale, che non tiene conto delle simpatie o delle antipatie personali.”
    Chissà cosa avrebbe detto se a morire in un attentato terroristico fosse stato, poniamo, il capo della CIA o del Mossad?
    Ma ritorniamo al tweet che addita come ”assassino” la vittima e non il mandante dell’attentato. La cosa più irritante è, certamente, la pretesa di Noury di ammantarsi di rispettabilità mostrandosi indignato per “l’atto illegale per il diritto internazionale” e, soprattutto travisando il ruolo di Soleimani “nella guerra di Siria, nell'assedio di Aleppo e non solo”.
    Forse sarebbe il caso di ricordare il ruolo avuto da Amnesty International nella guerra alla Siria, costellato da talmente tante menzogne ed omissioni (si veda, ad esempio, qui) da aver costretto ben 5 dei suoi top manager a presentare le dimissioni. Ma soffermiamoci sul “ruolo avuto da Soleimani nell'assedio di Aleppo”. Ebbene, quell’”assedio” (in realtà la liberazione di Aleppo da jihadisti che l’avevano dominata per tre anni, sottoponendo ad indicibili atrocità una popolazione inerme) proprio grazie a Soleimani e al governo di Damasco, si concluse con un salvacondotto concesso ai jihadisti e alle loro famiglie che evitò un ennesimo bagno di sangue.
    Tenetelo a mente quando qualche anima candida di Amnesty International vi verrà a chiedere soldi per sostenere i “diritti umani”.
    (Francesco Santoianni)

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