martedì 19 novembre 2019

Piano ecologico strategico salva ILVA



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Caro Paolo, ho predisposto un  piano  per salvare l’ILVA e creare nuova occupazione anziché licenziare il personale.

Il problema mondiale è che si è ridotta la committenza per l’acciaio e quindi la via è quella di trovare, facendo anche leva sulla sensibilità mondiale per i problemi ambientali, nuovi modi di impiego per l’acciaio.
A me occorre l’energia positiva tua innanzitutto e dei tuoi lettori per avere risposte dai Ministri ai quali tramite loro conoscenti ho mandato il piano.
Il piano si completa con una fase contemporanea di bonifica dell’aria, tramite la riduzione della CO2 che viene assorbita dalle piante di vetiver utilizzate per la bonifica dei terreni e della CO2 catturata per essere trasformata in metano.
La trasformazione in metano avviene in una macchina inventata da un ricercatore dell’ENEA che produce metano combinando l’idrogeno con la CO2. La produzione di idrogeno dissociando l’acqua ha dei costi elevati dipendenti dall’energia necessaria, che verrebbe ricavata a costo bassissimo utilizzando il surplus di energia degli impianti eolici.
La trasformazione della biomassa vetiver in idrogeno la troverai nel piano  che segue....
Ti ringrazio, un abbraccio, Benito Castorina



PIANO STRATEGICO DECENNALE per salvare l’ILVA aumentando la produttività e consentendole quindi di investire per la messa in sicurezza dei macchinari e dell’ambiente.

Premesso che l’ILVA risenta anche della riduzione dell’impiego dell’acciaio a livello mondiale e che per risollevarsi abbia bisogno di una prospettiva di produzione, ne deriva che la committenza diventa il problema principale dopo la messa a norma degli impianti e i problemi occupazionali.
Di seguito sintetizzo sistemi innovativi per l’impiego dell’acciaio legati al settore ambientale e della sicurezza, dove già sono stanziati fondi o dove è meno difficile ottenerne dalla Comunità Europea.
I sistemi innovativi proposti abbattono i costi degli interventi già finanziati, creano nuove attività lavorative a livello imprenditoriale e quindi occupazionale, creano una filiera virtuosa che lega ambiente ricerca e sviluppo, utilizzano brevetti dell’Università e di ricercatori di centri di ricerca dello Stato italiano.

Il piano che sinteticamente si illustra, oltre a consentire la messa a norma dell’ILVA, le bonifiche ambientali necessarie, e la ripresa produttiva, consentirà la piena occupazione e il benessere. Ogni cosa di seguito descritta si basa su ricerche e prove sul posto e in laboratori specializzati, fatte con ENEA Casaccia, Università Roma1, Università Roma3, CREA e un Brevetto internazionale dell’Università di Teramo.

Il finanziamento del piano deriva dalla vendita dei laminati utili per la produzione di macchinari e per la realizzazione delle strutture necessarie per compiere lavori già finanziati o a carico di terzi e se in seguito all’analisi dei costi non dovessero bastare si ricorrerebbe a un finanziamento integrativo della Cassa Depositi e Prestiti.

I lavori già finanziati riguardano la bonifica di terreni inquinati (Terra dei Fuochi, valle del Sacco), altre “terre dei fuochi” a livello nazionale, come premesso, possono essere finanziati con fondi europei (in particolare i terreni inquinati dall’ILVA, la bonifica del Mar Piccolo del Golfo di Taranto).
La pianta utilizzata per le bonifiche è il vetiver (Chrysopogon Zizanioides) che oltre a bonificare i terreni anche dai metalli pesanti, verrà utilizzata come biomassa per alimentare un reattore che la trasforma in un gas che contiene oltre il 60% di idrogeno, che non produce tar, che non immette CO2 nell’aria e inoltre si può trasformare nelle pellettatrici in un pellet di alta qualità. Il vetiver mentre bonifica il terreno, contrasta e risolve il dissesto idrogeologico, la desertificazione, la bonifica delle falde acquifere superficiali e assorbe una notevole quantità di CO2.
Un’impresa dell’Abruzzo ha realizzato due prototipi del reattore brevettato dall’Università di Teramo ed altre aziende italiane possono essere formate per la realizzazione degli altri reattori e delle pellettatrici necessari per la produzione di idrogeno e di energia pulita abbattendo i costi delle bonifiche e creando un indotto di notevoli proporzioni.

I lavori a carico di terzi riguardano per esempio la Soc. Autostrade che ha l’onere di ricostruire ponti e viadotti pericolanti che non possono essere più costruiti totalmente in calcestruzzo armato semplice o precompresso, ma prevalentemente o preferibilmente in acciaio.
Successivamente alla valutazione politica della proposta, deciderete a chi affidare la redazione del piano strategico, che potrà essere supportato per la parte tecnico-scientifica dai professionisti delle Istituzioni citate e dallo scrivente, che ha a disposizione e può fornire ampia documentazione di quanto sintetizzato,

Benito Castorina

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Prof. Benito Castorina con un cespo di Vetiver

1 commento:

  1. Commento di Claudio Noschese:

    "MA NON HA SPIEGATO COSA FARE CON L'ACCIAIERIA, A CHI VENDERE IL SURPLUS DI ACCIAIO CHE NON ASSORBE IL MERCATO. NON C'E' UN CALCOLO DI UTILIZZO IN RELAZIONE ALLA PRODUZIONE. INSOMMA, E' UN PROGETTO PER MODO DI DIRE. MANCANO TUTTI I DATI VALORIALI PER POTERLO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE. PUO' ANCHE ESSERE POSITIVO, MA DEVE ESSERE APPROFONDITO E DI MOLTO..."

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