martedì 2 aprile 2019

Esternazioni di Fulvio Grimaldi su M5S e Serbia



Non sono dei Cinque Stelle, ma ritengo che, con tutti i limiti, i cedimenti, i compromessi, i disordini teorici, i 5 Stelle siano quanto di meglio sia apparso sulla scena dei morti e agonizzanti vermicelli sedicenti di sinistra. E se non sono d’accordo con l’accettazione della Nato e la sottolineatura delle alleanze atlantiche, sono d’accordissimo con il reddito di cittadinanza che, per la prima volta dal ‘68 dedica qualcosina ai poveri, con la legge spazzacorrotti, con la moratoria alle trivelle, con lo stop alla pubblicità dei biscazzieri, con il ritiro delle concessioni autostradali, e con molte altre cose, in ispecie di Di Battista, che dal Centroamerica ha scritto alcuni dei migliori reportage “di sinistra” mai letti. 

Per quanto riguarda le vicende trascorse e presenti della  Serbia  concordo con i miei amici e compagni serbi,  il 20 marzo u.s.  incontrati a Belgrado (vedi: http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/03/belgrado-serbia-convegno-internazionale.html che hanno trovato stupefacente  che  al convegno di Firenze, previsto per il 7 aprile 2019,  assieme a   personaggi ineccepibili come Chodussovski, Jovanovic, Diane Johnstone  (che per la Serbia e contro i crimini e le calunnie Nato si sono battuti a costo anche di rimetterci personalmente) siano stati invitati elementi inqualificabili che ora si vestono di ornamenti anti-Nato (vedi: https://www.marx21books.com/firenze-7-aprile-2019-i-70-anni-della-nato-quale-bilancio-storico/)

Cosa né sufficiente, né accettabile da parte di chi ha spianato la strada a quei crimini sostenendo le falsità e diffamazioni che li dovevano rendere accettabili all’opinione pubblica: i pellegrinaggi clerico-sinistri a Sarajevo, assediata tanto dai bosniaci quanto dai serbi, ma di cui si sosteneva la parte dei jihadisti rastrellati dal fascista Izetbegovic e si criminalizzavano i serbi in difesa, peraltro poi cacciati dalla città in 130mila, dove erano la maggioranza; sono gli stessi che piagnucolavano sulle bombe di D’Alema, ma sostenevano l’enorme calunnia di una Serbia fanaticamente nazionalista e sotto un dittatore che si voleva tale a dispetto delle infinite elezioni regolari tenute sempre, dell’ampia libertà di stampa in cui imperversavano, persino in piena guerra, le radio e le tv di George Soros e di Otpor, care ai centri sociali oggi in fregola di traffico di carne umana. Gli stessi che insistono ogni anno, nella ricorrenza, ad avallare l’infame truffa del cosiddetto massacro di Srebrenica e occultano quello dei 3.500 serbi massacrati nei villaggi intorno a Srebrenica dal capobanda bosniaco Nasr Oric.  Sono quelli che non hanno speso una parola in difesa di Slobodan Milosevic, difensore della Jugoslavia libera, socialista e sovrana, fatto morire nel carcere Usa per aver potuto essere provato colpevole di alcunché, e della Serbia massacrata dall’uranio e dalla grafite.

Che  certa gente possa essere stata dagli organizzatori ammantata del diritto a pronunciarsi sull’anniversario del crimine che ha inaugurato la corsa alla fine del diritto e al trionfo del gangsterismo internazionale, è una roba che grida vendetta e fa rivoltare lo stomaco. Un sentimento condiviso dai serbi e dai loro veri amici, ne ho la testimonianza.

Ci sono occasioni in cui la tolleranza, il volemose bene, i tarallucci e vino, il riuniamoci tutti, anche i rettili, nella causa comune, diventano complicità, pugnalata alla schiena. Monnezza. Venite a vedere i bambini serbi nati nell’uranio e nei veleni sparsi appositamente a forza di bombe su raffinerie, petrolchimici e successive alluvioni sparginquinamento. E poi guardate in faccia coloro che vi hanno convinto ad accettare lo sterminio che in quei giorni  iniziò, a forza di minchionarvi con il discorso razzista e colonialista dei “dittatori”.

Spero che voce degli onesti, a Firenze,  riduca al silenzio questi collaborazionisti. Ma vedrete, se la caveranno attenendosi, ipocriti come sempre, al copione.

Fulvio Grimaldi



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