lunedì 30 dicembre 2024

Guardatevi allo specchio prima di dar la colpa alla Russia...

 


“Chi incolpa la Russia di qualcosa deve guardarsi allo specchio. Il personale militare e i mercenari della NATO partecipano apertamente alla pianificazione e alla condotta delle operazioni militari a fianco delle forze armate ucraine. La NATO è coinvolta nell'invasione della regione di Kursk e negli attacchi missilistici a lungo raggio sul territorio russo. Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ne ha parlato chiaramente nei recenti discorsi pubblici. Di che tipo di escalation da parte nostra possiamo parlare?

Per quanto riguarda i nostri avvertimenti sull'inammissibilità dell'adesione dell'Ucraina alla NATO in qualsiasi configurazione territoriale, per quanto si può giudicare, su questo tema non c'è unità tra i membri dell'alleanza. Poiché l'espansione a lungo termine della NATO è stata una delle principali cause profonde della crisi ucraina, garantire lo status di non allineato dell'Ucraina rimane tra gli obiettivi dell'operazione militare speciale che deve essere raggiunta
".

Sergej Viktorovič Lavrov



Articolo collegato:

La realtà oggettiva è che, a seguito della politica distruttiva degli Stati Uniti, le basi della stabilità strategica sono state notevolmente scosse e in alcuni luoghi distrutte... - Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/12/il-pensiero-di-sergej-lavrov-in.html

domenica 29 dicembre 2024

Ucraina. Finché c'è Coca c'è speranza...

 

Finché c'è Coca c'è speranza...

Volendo cercare un filo conduttore a notizie che si susseguono da giorni, specialmente sui canali ucraini che son sempre più allarmati nel diramarle e commentarle, mi è venuto in mente questo titolo che purtroppo, e sottolineo PURTROPPO, di originale non ha nulla.

Questo babbonatale, sponsor ufficiale della bevanda “con tutte quelle bollicine”, capeggia di profilo nell’atto di trincarsene una sui cartelloni pubblicitari di KIEV, come e peggio del peggior Teomondo Scrofalo della peggior tv spazzatura: https://t.me/ZeRada1/22894

Ma quel che è peggio è la scritta che accompagna la scena: “Головне, що ми маємо кока-кола”, l’importante è che abbiamo una coca cola, questa la traduzione letterale.

Commenta amaramente Zerada: non importa se “In Ucraina siamo nella merda più totale, c’è chi è da mesi che non esce di casa per paura di far cattivi incontri con Polizei e Te-Tse-Ka, morti e feriti si contano a centinaia di migliaia, milioni di persone scappano all’estero e lo Stato ha accumulato debiti che a malapena i nipoti dei pronipoti saranno in grado di saldare...

Perché c’è la coca-cola! E quello è l’importante!!”

В Украине полный пздц, люди месяцами не выходят из домов, чтобы не встретиться с полицаями из ТЦК, сотни тысяч погибших и раненых, миллионы людей бежали за рубеж, государство набрало такие долги, что их будут выплачивать внуки правнуков...
Зато есть кока-кола. И это – главноe


Non importa neppure che in Ucraina stiano svendendo, pezzo dopo pezzo, quel che resta di un settore statale dell’economia, essenzialmente nel campo industriale-energetico, al grande capitale straniero:
https://t.me/legitimniy/19250

E non importa nemmeno che, sempre lo stesso Stato, o anche qui quel che ne resta, sprofondato nei continui debiti che sta accumulando, CONTINUI ANCOR OGGI A COMPRARE A PREZZI GONFIATI DRONI CHE SUL COSIDDETTO LIBERO MERCATO SI TROVANO A PREZZI DECISAMENTE INFERIORI!
https://t.me/rezident_ua/25223https://t.me/legitimniy/19252

Non parlando di armamenti ma di merce decisamente più facile da reperire, è stato semplice smascherare tali commesse gonfiate. Ma nessuno dice nulla. Come per il resto degli armamenti, comprati anche qui a prezzi quadruplicati ad andar bene.

Così come non importa che l’età minima per l’arruolamento coatto debba scendere a diciott’anni, come ormai dicono  gli stessi ufficiali delle forze armate ucraine, con “palloni sonda” per capire se possibile già calare a diciotto o fare magari prima un passaggio intermedio a venti. https://t.me/ZeRada1/22895

Poi ne mandano cinquantamila a crepare a Kursk, o a tenere città già perse, o in altri contrattacchi stupidi, criminalmente stupidi. Ma funzionali a un sempre più veloce ciclo di consumo degli armamenti da far fuori per incrementare il fatturato dei padroni-fornitori.

Così come non importa che la parola d’ordine di questo 2025 continuerà a essere GUERRA, GUERRA e ancora GUERRAGuerre vecchie, e nuovi atti di violenza in itinere.

Guardiamo questa pubblicazione, a opera di un rampollo del clan TRUMP: https://t.me/ZeRada1/22896
Sul carrello della spesa del neoeletto presidente, nonché capoclan, abbiamo NUOVA MERCE: Canada, Groenlandia, Canale di Panama. Zerada nota acutamente come “takoj metod diskussii”, tale metodo di discussione sotto forma di scherzo per far passare concetti tremendamente, tragicamente seri, sia un tratto distintivo (charakternyj priznak) di un post-moderno che sta rincoglionendo l’intero U-ccidente. Al che uno potrebbe dire... si tratta solo di una boutade di un rampollo figlio di papà...

… neanche un giorno e arriva anche il babbo. E per nulla umoristico: https://t.me/ZeRada1/22920
Ribadendo gli STESSI TRE PUNTI: Canada (il futuro cinquantunesimo stato), Groenlandia (dove tutti non chiedono che essere annessi) e Panama (che è loro, punto e basta).

Questo presidente, lo ricordiamo, è lo stesso che nello stesso stile vetero-imperialistico ha unilateralmente riconosciuto Gerusalemme capitale dello stato di Israele e “risolto” il problema palestinese col tunnel sotterraneo tra Cisgiordania e Gaza... così come è lo stesso che invece, IN 122 FRA INTERVISTE E CONFERENZE STAMPA DAL 01/01/23 AL 6/12/24 AVEVA PER BEN 33 VOLTE (IL MASSIMO QUANTITATIVO) PROMESSO DI “RISOLVERE LA GUERRA RUSSIA UCRAINA”   https://t.me/ZeRada1/22929

Meraviglia la risposta nulla di Trudeau, umiliato in mondovisione, e della premier danese che, anziché rispondere per le rime, ha dichiarato di fare scorte per resistere almeno tre giorni di fronte all’invasione russa:   https://t.me/beard_tim/21949

E a questo punto, non ci resta che piangere...


Paolo Selmi - Sinistrainrete

sabato 28 dicembre 2024

La Russia “vede” il traguardo, mentre l'Europa si mette il paraocchi... e Biden vuota il sacco

 


Nei giorni scorsi, il segretario generale della Nato Mark Rutte ha dichiarato che il fronte ucraino «si muove verso ovest, sia pure lentamente e non verso est: Kiev si prepara ad affrontare un inverno difficile e avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile da parte dell’Occidente, per poter arrivare al tavolo negoziale in posizione di forza […]. Se prima avanzavano dieci metri al giorno, attualmente ci sono giornate in cui guadagnano terreno al ritmo di dieci chilometri al giorno». 



Di questi temi ne  parlano Giacomo Gabellini assieme a Cesare Dorliguzzo, generale con alle spalle una lunga carriera all’interno delle forze armate italiane.  Video collegato: https://www.youtube.com/watch?v=EXHO3RhMZZc


Nota a latere - Washington annuncia un nuovo pacchetto di aiuti militari da 1,25 miliardi di dollari a Kiev.  Secondo l'agenzia Associated Press, includerà munizioni per i sistemi missilistici NASAMS e HAWK, nonché proiettili di artiglieria da 155 mm e 105 mm. Inoltre, gli Stati Uniti intendono trasferire in Ucraina i sistemi missilistici antiaerei portatili Stinger. Sin da  novembre il Pentagono aveva annunciato l’intenzione di inviare spedizioni settimanali di armi a Kiev per avere il tempo di spendere i 6,5 miliardi di dollari stanziati per aiutare l’Ucraina prima della fine del mandato di Biden...






venerdì 27 dicembre 2024

Spiritualità laica... ovvero "Andare dove siamo già!"

 


Spiritualità Laica è chiaramente un’immagine, un concetto, in cui inserire tutte quelle forme naturali di “spiritualità” sperimentate dall’uomo. Siamo  consapevoli di muoverci all’interno della concettualizzazione  dobbiamo perciò far riferimento all’agente primo  evocato  con l’idea di spiritualità.

Se partiamo dalla comprensione  di ciò che viene osservato -esterno od interno- non possiamo far a meno di riscontrare che ogni “percezione” avviene per tramite della mente. La mente non può esser definita fisica, anche se utilizza la struttura psicosomatica come base esperenziale, la natura della mente è sottile, è lo stesso pensiero, ed ogni pensiero ha la sua radice nell’io. 

Quindi l’unica realtà soggettiva ed oggettiva attraverso la quale  possiamo dire di essere presenti è questo io. Chiamarlo “spirito” è un modo per distinguerlo dalla tendenza identificativa con il corpo, ed è un modo per ricordarci che la “coscienza” è la nostra vera natura. 

Quell’io – o spirito- che è la sola certezza che abbiamo, è l’unica cosa che vale la pena di conoscere e realizzare. Malgrado la capacità proiettiva della mente, capace di dividersi in varie forme,  mai può scindersi quell’io radice, quello spirito. L’io è assoluto in ognuno. Allora la spiritualità è il perseguire coscientemente la propria natura, il proprio io.  Spiritualità laica è il riconoscere questo processo   in qualsiasi forma  si manifesti.

C’è equanimità e distacco, non proselitismo sul metodo praticato (appendice marginale della ricerca).  Questa visione laica ha in sé una capacità sincretica ma anche la consapevolezza dell’insignificanza della specificità della forma in cui l’indagine si manifesta.   Si comprende che ogni “modo” è solo un’espressione dello stesso processo in  fasi diverse. Il percorso  cambia con le necessità del momento e con le  pulsioni  individuali.

E’ la  sincerità, onestà, perseveranza, che importano. Non ci sono pensieri, gesti, riti, dottrine da privilegiare.  I flussi passano la sorgente è perenne.  Sii ciò che sei, diceva un saggio dell’India, ed uno dell’occidente rispose: Conosci te stesso. 

Paolo D'Arpini




giovedì 26 dicembre 2024

TAP. Metano in fuga...

 

Nei terminali del gasdotto TAP che porta gas dall’Azerbaijan all’Italia, sono state scoperte emissioni continue da sfiati che dovrebbero attivarsi solo in caso di emergenza. Un gruppo di attivisti locali ha cercato di misurare il problema.

 

Fino a qualche tempo fa, i contadini del Salento costruivano muretti a secco per segnare i confini delle campagne, proteggere le colture dal vento di Scirocco e dividere i campi dagli spazi per il pascolo.

Oggi, appena fuori Melendugno, in provincia di Lecce, questi stessi muretti fanno da cornice a un paesaggio cambiato: oltre le pietre antiche che ora delimitano uliveti secchi e campagne espropriate, spuntano alte inferriate, fili spinati e telecamere a ogni angolo che sorvegliano strade di campagna ormai deserte.

Al di là delle barriere di metallo si estende il terminale di ricezione dell’ultimo segmento del Corridoio meridionale del gas (Sgc), che dall’Azerbaijan attraversa Grecia e Albania per arrivare in Italia. L’ultimo tratto del Sgc si chiama Trans adriatic pipeline (Tap) ed è tra i più grandi progetti dell’industria dei combustibili fossili mai realizzato in Europa.

Il terminale, a dieci minuti dal centro abitato, si estende su un’area recintata di dodici ettari e comprende uffici, torri di controllo e camini. Incorniciato dagli ultimi antichi ulivi rimasti dopo i lavori di costruzione, il terminale si occupa esclusivamente di misurare flusso, pressione e quantità del gas prima dell’immissione nella rete nazionale di distribuzione gestita da Snam.

Il gasdotto Tap è amministrato da un’omonima joint venture svizzera, Tap Ag, i cui soci sono British Petroleum (20%), Socar (20%), Snam (20%), Fluxys (20%) ed Enagás (20%).

Teresa Di Mauro e Vittoria Torsello 











Continua:

https://www.labottegadelbarbieri.org/fughe-di-metano-a-melendugno/



lunedì 23 dicembre 2024

L'affare Brian Thompson e Luigi Mangione... America malata

 


Vista la situazione, i Ted e i Luigi sono crescenti. Si aggirano solitari tra la folla pensando che, invece di essere preda, valga la pena di essere fautore di una nuova perla. La collana è tracciata. Dopo la maglietta con il Che e quella con la maschera di V per Vittoria, vedremo quella con il cappuccio della felpa di Luigi.

“Le società complesse sono impossibili da gestire e dirigere secondo le aspirazioni dei governanti e neppure di una volontà di maggioranza: l’andamento di una società complessa è soggetto a moltissime variabili, su molte delle quali gli esseri umani non hanno alcun potere. Tra le società più complesse (e in continuo aumento di complessità), vi sono le società tecnologiche”. (8)

Così, d’emblée, qualcuno a New York ha ucciso Brian Thompson, amministratore delegato della compagnia assicurativa United Health Care. Lo dicono i divanisti, detti anche sistemisti cioè, primi ripetitori meccanici del sistema, di fatto neo qualunquisti, perlopiù progressisti. Sì, perché seguire l’attualità della stampaccia e credere d’essere informati trova corrispondenza nella visione di chi non vuole vedere, e che, perciò, parla di atto terroristico.

Pare che a sparare sia stato l'italoamericano Luigi Mangione. Un fatto che va connotato entro un quadro dai tratti semplici: è la sola azione concessa al popolo vessato ma non sottomesso, non per combattere, ma per reagire all’ingiustizia sistemica, la cui sola via d’uscita apparente è la sottomissione, la sopportazione, l’autocensura, l’adeguamento, la mortificazione di sé, la morte in forma varia che lo aspetta in nome del profitto altrui.

L’associazione di idee fa sovvenire alla mente Unabomb (6), un altro nordamericano. Il nome è stato coniato dagli investigatori Fbi, e corrisponde all’acronimo di University Airline Bomber. Di battesimo era Theodore Kaczynski, 1942-2023, un professore universitario (9) che, dopo aver abbandonato l’insegnamento, tra il 1978 e il 1995, spediva pacchi esplosivi, ferendo e uccidendo chi li apriva. Nei suoi tre principali scritti (5), Rivoluzione antitecnologicaLa società industriale e il suo futuro e Schiavitù tecnologica, l’ex professore ha argomentato l’abisso in cui stiamo precipitando. Non era un veggente, gli bastava non essere un divanista.

Quello di Luigi oggi e quelli di Theodore alla fine del secolo scorso sono gesti solitari, entrambi sostenuti dalla consapevolezza del male sociale e individuale implicito nell’industrializzazione capitalistica. Due simbolici estremi temporali di una collana che, qualunque ricercatore potrà facilmente infoltire di perle.

L’azione del giovane americano ha, constatando la reazione/condivisione di molti (2), provocato il plauso della maggioranza populista – il nome dato dai progressisti al suo popolo perduto, patrimonio dilapidato prima e lapidato poi – e di quella astensionista o disincantata dal piffero della democrazia. Un corpus di persone non più relativo alla classe media, proletaria, sottoproletaria, disoccupata, ma trasversalmente composto da quella moltitudine la cui voce, per quanto udibile da tutti, è ancora totalmente ignorata o ingannata dalla politica e da chi sa di essere un bersaglio nel mirino del prossimo Luigi. Sì, non serve un mago per sapere che si tratta solo di tempo, prima che altre azioni radicali si mostrino come sintomi inequivocabili di una sociopatologia che non è più tenuta a bada dai palliativi medicamentosi, cioè bugie distribuite a piene mani, per conto terzi, dai velinisti di regime H24. Parrebbe, infatti, sia agli sgoccioli la bottiglia di sciroppo bromurico che il capitalismo della sorveglianza, delle pandemie, del controllo sanitario e di quello digitale, venduti come puri servizi e vantaggi senza ombre, non ha mancato di dolcificare in tutti i modi possibili, per tenere a bada le persone, per separarle, per lasciare che qualche Luigi compia il suo gesto supremo che, effettivamente, nell’immediato non cambia nulla, se non in peggio, se non dando ulteriore legittimità alla violenza delle corporazione nascosta dietro quella legalizzata di stato (7).

Il possesso della comunicazione, centro del crocicchio dove indirizzare le proprie verità e menzogne d’interesse, è necessario affinché i fili della narrazione scelta arrivino ai divanisti e da questi, galoppando su luoghi comuni, a cavallo de l’ha detto lo scienziato, si propaghino fino a divenire il tessuto della realtà vera.

Un fatto, quello di Luigi, che i progressisti – sinistri o destri, non v’è distinzione se non teatrale – è stato compiuto dal “solito antisistema”, come definiscono chiunque appartenga ad altra casata etica, e di cui sarcasticamente commentano: “ce n’era proprio bisogno”. Quelli per cui il capitalismo è la migliore realtà possibile. Quelli che hanno dimezzato il potere di acquisto degli italiani a mezzo dell’euro al posto della lira, propagandandolo come una fortuna che, a loro solo dire, lo avrebbe raddoppiato.

Come il Che, Robin Hood e altri, Luigi, senza chiederlo, né volerlo, diviene all’istante mito (4), che raduna un sentimento comune (3) di una moltitudine crescente (1). Da assassino – secondo l’ordine costituito – trasmuta la sua azione criminale in simbolico esorcismo dall’ingiustizia legalizzata. Cioè quella di coloro che non esitano a creare profitto permanente sulla carne di tutti gli uomini, inclusi quelli bisognosi di cure. Persone che hanno firmato contratti commercialmente legalizzabili solo in un sistema socio-economico sfacciato, prostrato alla macina capitalista, quale quella in cui ci siamo infilati da lungo tempo, che non ritiene di avere a che fare con essere umani ma prede di una caccia non regolamentata se non da loro stessi.

Se un assassinio di ribellione è fatto da un popolo è diverso? No, è uguale preciso identico, tranne che nella quantità e forma, ma simbolicamente emerge dalla medesima matrice, nei confronti dello stesso mostro vessatorio. Ognuno di noi, inclusi i moralisti che lo vogliono negare, sente nel cuore un urlo che risuona con quello di Luigi e delle vittime delle assicurazioni. Una sofferenza per la quale, i divanisti, prima di alzarsi e buttare la tv, vorrebbero le prove scientifiche dell’esperto. Sono loro i veri Ceo della politica che nessun Luigi potrà mai uccidere.

Da lungo tempo, cioè da quando l’evidenza della recisione tra noi e chi ci comanda si è fatta palese, dalla smorta epidermide sociale, quale inevitabile conseguenza, è venuto fuori il comedone individuale. “Palese” per tutti tranne per coloro che preferiscono andare a votare perché sennò, fai comandare chi stai detestando, per eleggere parlamenti scaldabanco defraudati da decreti leggi a menu. E “inevitabile conseguenza” per diverse forze in campo che hanno demolito il plinto della biografia dal quale siamo scaturiti: lo svuotamento del potere urnale che, da sostegno dell’incastellatura dell’idea democratica è divenuto farsa; la politica, che ha preferito vendersi e abdicare a se stessa e alla sua sovranità popolare, offrendo obbedienza in cambio di poltrone e denari; lo scioglimento delle comunità, delle tradizioni e delle culture nell’acido della globalizzazione, dei diritti ad personam, voluto e ottenuto dal cosiddetto progresso, non lasciano altra scelta che l’azione solitaria, più simbolica ed energetica che progettuale.

“Lo scontro si avvicina”. Se le organizzazioni politiche armate hanno a suo tempo rappresentato l’ultimo tentativo rivoluzionariamente canonico per raccogliere le istanze degli ultimi e porre fine al sangue popolare, ora, in tempo di internet e relativa frammentazione della realtà e dei pensieri, con i tazebao e le assemblee in archivio, non v’è alternativa ai Luigi. Gli assassini di oggi, che divengono martiri il giorno seguente, rappresentano il nuovo stadio di una rivolta che, anche se d’improbabile sollevazione popolare, rimane emblematica per la realtà della moltitudine, ma assolutamente brutale terrorismo per l’uno per cento che spadroneggia ovunque.

Nonostante l’orizzonte di abisso verso il quale il sistema, alla sua massima velocità, ci sta portando, saranno ancora i benpensanti – ulteriore drammatica beffa – a trovare di che unirsi e compattarsi allineati e coperti, in adorazione delle favole dei tg. Difendere dagli antisistema il divano, il giardinetto, la poltrona, l’encomio, la bmw, così faticosamente guadagnati sulla schiena del prossimo, sarà la loro candida missione, superbamente orchestrata da una regia che neppure sospettano. Le rivoluzioni colorate infatti, secondo loro, sono davvero spontanee e autentiche. Loro, quelli che oltre ad aver voluto il sistema, lo hanno mantenuto al grido del thatcheriano TINA, There Is No Alternative.

Se un cataclisma ci appare all’improvviso, è solo perché i nostri strumenti non sono in grado di indagare opportunamente il tempo che lo precede. Accade così anche in campo umano, a chi si dedica ancora alle pinzillacchere e quisquilie quotidiane, al gossip politico, ad ascoltare e leggere i velinisti, alle schermaglie tra politici, tra false parti avverse in quanto, terminata la scena, scendono dal palco e vanno a braccetto a genuflettersi allo stesso altare. Agli altri, quelli che, come selvaggina in fuga dai rumori, sta a distanza dall’informazione corporativa e dalle beghe governative, lo stato esiziale – per essere speranzosi – delle cose, non sfugge, sebbene sovrastato da montagne di menzogne. Uno tsunami non prende di sorpresa le comunità che vivono e pensano in relazione con la terra, e che quindi fuggono per tempo sulle alture. Prende i turisti in camicia hawaiana e i mercanti di braccialetti, entrambi dominati da pensieri legati al piacere.

Se invece di seguire la maretta quotidiana, artatamente tenuta in moto dal solito regista, si guardasse ai movimenti lunghi, andamenti per lo più inosservati, si può assistere all’aumento della temperatura della brace. La stessa che in passato aveva poi generato sommosse e rivoluzioni. Gesta comunitarie ora rese impossibili dal diluente versato ad arte a barili sui gangli di coesione che facevano di noi un popolo e la sua dignità, della sua spontanea capacità di mobilitarsi. Celebrazione di valori individuali come diversivi, valori relativi, opulenza, comunicazione pilotata. L’elenco delle ragioni che hanno fatto di noi esseri mortificati, deboli, ad alto rischio di divano, è ben più lungo dei pochi tratti qui accennati. Esso include, tra l’altro, le guerre giuste e quelle per procura, il disastro dell’Europa mai stata unita se non per i commercianti, l’asservimento, sostanzialmente incondizionato, alla Nato e agli Usa e tanto altro. La realtà che ci viene presentata imbellettata, degna di una parata di stelle, ha un comune denominatore per tutti, è troppo grande per poterla modificare, per abbatterla, per cambiarla, per sfuggirle e, anche, per ricostituire quelle sinapsi che avevano permesso di aggregarci. Siamo al punto che la mobilitazione non fa più parte di noi, non è più una nostra anatomica appendice, una nostra ordinaria emozione.

Siccome le cose cambiano, anche in modalità impercettibile, la scelta di Mangione oltre che criminale e lucida, come sempre viene detto nei commenti a latere, ha in sé anche il potere di girare il timone della cultura politica verso una rotta diversa da quella degli schiavi sulla quale siamo da molto. Non è una proposta di replica del gesto del giovane americano, è una considerazione: se mai un giorno saremo fuori dal gorgo che Mangione ha portato in prima pagina uccidendo Thompson, può darsi che accada anche a mezzo di reazioni individuali. Naturalmente non in modo indolore per il popolo negro, tutti noi, ma, con il tempo, potrebbe accadere. Si sa, il battito d’ali di una monarca in Texas può scatenare un uragano in Amazzonia. C’era questo sentimento e visone nell’animo di Luigi. Per forza, sennò in cosa trovare la motivazione per un’azione assolutamente altruistica, a esporsi al rischio di morte? La stessa presente nei rivoluzionari di tutto il mondo. Persone alle quali non interessa la gloria, quale epilogo delle loro azioni antisistema che, invece, li ha condannati in vario modo.

Gli antesignani anarchici, Ted Kaczynski e Luigi Mangione – se confermato – e altri, hanno agito da soli, pregni di essenziali consapevolezze: il valore tempestoso della loro azione nei confronti della bonaccia divanista; il senso di ingiustizia sociale; l’impotenza della virilità urnale; la dimensione della messa in scena, insuperabile nel generare divanisti e tenerli al loro posto a ciucciare l’oppiacea tetta del buon senso e del quieto vivere.

“Il trucco preferito dell’impero è quello di iniziare la documentazione storica nel momento in cui i suoi nemici reagiscono ai suoi abusi”.  Caitlin Johnstone


Lorenzo Merlo













Note

  1. https://luogocomune.net/news-internazionali/la-vendetta-di-mr-smith


  1. https://www.iltempo.it/esteri/2024/12/12/news/luigi-mangione-che-giacca-indossava-vendite-dove-si-trova-assicurazioni-sanitarie-41123402/


  1. https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/29448-algamica-in-vita-di-luigi-mangione.html


  1. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/16/negli-usa-crowdfunding-per-il-presunto-killer-luigi-mangione-raccolti-120mila-dollari-in-meno-di-24-ore/7806612/


  1. http://www.orticaeditrice.it/autori.php?id=74


  1. Da non confondere con Unabomber, identificativo dell’autore o degli autori mai individuati, di atti simili, deliberatamente senza connotati politici dichiarati, tutti compiuti nel nord-est italiano tra il 1990 e il 2000.


  1. https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-natura-della-violenza


  1. Guido dalla Casa in Andrea Larsen (a cura di), 8 autori su Theodore Kaczynski. Primo saggio critico sull’uomo passato alla storia come Unabomber”, 2023, s.l., s.e., p 17, riferendo uno dei punti essenziali sempre presenti negli scritti di Kaczynski.


  1. Prima di ritirarsi in un rifugio essenziale nascosto tra le foreste del Montana e vivendo in autosufficienza, a 25 era divenuto professore presso l’università di Berkley, a 16 vi era entrato come studente. Era considerato un matematico di primo livello. Kaczynski preferiva utilizzare i termini civiltà industriale o tecnologica o il sistema invece di capitalismo.


  1. https://www.controinformazione.info/caitlin-johnstone-dove-inizia-davvero-laggressivita/

domenica 22 dicembre 2024

Trump rilancia. Dopo il Canada vuole Panama (per ora)...

 


Donald Trump, dopo aver proposto  di fare del Canada il 51° stato USA (*), ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero  riprendersi  il Canale di Panama.

In un post su Truth Social, Trump ha affermato che il Canale di Panama è fondamentale per l’economia e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti perché consente la rapida consegna di merci e il movimento delle flotte navali tra gli oceani Atlantico e Pacifico.


Egli ha osservato che gli Stati Uniti sono i maggiori utilizzatori del canale (oltre il 70% del traffico in transito). La costruzione del canale costò enormi sacrifici (38.000 morti americani) e la sua importanza per la potenza navale e il commercio fu compresa dal presidente Theodore Roosevelt.

Trump ha criticato il trasferimento del canale a Panama sotto il presidente Carter per una cifra simbolica, affermando che è ingiusto e porta a tariffe gonfiate che danneggiano gli interessi americani. E chiede la fine immediata di questa “rapina”.

“Gli Stati Uniti hanno un interesse acquisito nel funzionamento sicuro, efficiente e protetto del Canale di Panama, e questo è sempre stato compreso. Non abbiamo e non permetteremo MAI che cada nelle mani sbagliate! Non è stato dato a beneficio di altri, ma semplicemente come segno di cooperazione con Panama. Se i principi morali e giuridici di questo generoso gesto di donazione non saranno rispettati, allora chiederemo che il Canale di Panama ci venga restituito integralmente e senza alcuna discussione."