giovedì 12 settembre 2024

Crisi politica. Meloni in calo...



Il governo Meloni è alle corde. Dal momento che è il burattino di Washington, Bruxelles e Tel Aviv, la crisi politica in corso negli Usa e nella Ue e il vicolo cieco in cui si sono infilati i sionisti lo immobilizzano e lo trascinano a fondo.

I sovranisti senza sovranità hanno esaurito le scorte di promesse a vuoto e la finta retorica patriottarda, ma devono preparare una legge di bilancio di lacrime e sangue – che imporranno a colpi di manganello – in una fase in cui non c’è settore produttivo e sociale che non sia in agitazione.

Se in primavera i tentativi di coprire le magagne del governo furono affidati alle polemiche alimentate ad arte sulle riforme reazionarie che Giorgia Meloni annunciava a raffica (premierato, autonomia differenziata) o sui progetti dalle gambe corte la cui propaganda era affidata a Salvini (ponte sullo Stretto), il fatto che in piena estate siano state raccolte oltre 500 mila firme contro l’autonomia differenziata ha suggerito a Giorgia Meloni di cambiare strategia. O per lo meno di cambiare argomenti con cui intossicare l’opinione pubblica. Che sia con l’acqua alla gola è dimostrato dal fatto che si è affidata a Sallustri per confezionare la bufala sul complotto della magistratura contro Arianna Meloni e anche dal fatto che abbia dovuto ricorrere a questioni famigliari da “posta del cuore” per eludere le questioni politiche: Giorgia/Giambruno, Arianna/Lollobrigida. Insomma, materiale da bidone dell’indifferenziata.

Tutto ciò mentre il mondo sprofonda nel vortice della Terza guerra mondiale. Giornali e Tv trattano operazioni militari, bombardamenti e massacri in modo asettico e disumano. Con la stessa superficialità con cui parlano del genocidio in Palestina parlano del campionato di calcio, delle cronache estive o dei concerti di Taylor Swift, ma omettono accuratamente di nominare i responsabili della situazione, di denunciare le complicità del governo Meloni e di trattare le conseguenze dirette e indirette che investono anche le masse popolari italiane. La propaganda di regime semina a piene mani diversione, rassegnazione e assuefazione all’orrore...

Resistenza n. 9/2024



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