sabato 7 ottobre 2023

L'intricata questione "migrazione"...



In questi  giorni di inizio ottobre  2023 sulla questione migrazione se ne sentono di tutti i colori. Si va dall’affermazione “..facciamoli entrare tutti” a: “...no ai respingimenti, ma all’ospitalità aperta e all’integrazione”. Dal punto di vista umano e cristiano queste intenzioni non fanno una piega, purtroppo, però, esiste anche la consapevolezza che l’Italia non può più sostenere e gestire da sola un flusso migratorio che anno dopo anno diventa sempre più pesante e insostenibile.


Ancora una volta assistiamo al presappochismo e alla poca conoscenza del problema da parte di parlamentari e uomini di cultura, un problema che senza dubbio possiamo definirlo epocale. Consiglierei a questi “saccenti del politicamente corretto” di fare come ho fatto io in più riprese: andare direttamente in Africa da dove inizia il tutto.

“Ma lei chi è, come si permette di dire queste cose... chi si crede di essere?” Un anno fa in occasione di un incontro a Roma sul problema migrazione, si rivolse a me con fare minaccioso un esponente del PD. Ed io con calma risposi: “...semplicemente una persona che dieci anni fa andò in Congo per indagare sulla questione dei bambini soldato e che in quell’occasione fu rapita, derubata e nel momento della fuga sparata dai sequestratori neri” - E non finisce qui, un anno dopo quella mia disavventura stavo per cadere in una trappola peggiore, visto che nelle TV dell’Africa Centrale ero apparso in vari incontri politici e sociali, per cui era evidente che qualcuno puntasse su di me per attuare un piano diabolico. 

Infatti mi era stato proposto di organizzare in Italia degli stage per giovani congolesi e senegalesi, quindi ospitarli e formarli. E questo in ondate di 50 persone alla volta ogni due mesi. Poi per fortuna, grazie alla collaborazione di alcuni funzionari della Farnesina si è scoperta la truffa e così mi sono salvato dall’essere incriminato come complice dell’immigrazione clandestina.

Tutto questo, a differenza dei soloni del nostro Parlamento, mi ha permesso di capire il meccanismo dell’industria criminale i cui scafisti rappresentano solo l’ultima linea. Non solo, ma ho acquisito dei contatti importanti con intellettuali di alcune regioni del nord Africa, dai quali attingo spesso notizie di prima mano molto importanti che non arrivano ai nostri politici.

Almeno fino a prima della pandemia da Covid19 l’organizzazione criminale dell’immigrazione si avvaleva
di persone un po’ più istruite che poi inviava nei villaggi di diversi stati africani per organizzare, previo pagamento, spostamenti di persone ingannate dalla visione di un Europa idilliaca e opulenta pronta ad accogliere tutti. Alla fine, però, questi “funzionari” erano costretti a confessare che potevano esistere dei rischi nel viaggio fino alle coste della “Terra promessa”. Questa organizzazione ha da subito capito che con la gestione dei flussi migratori si guadagnava e si guadagna di più che sul commercio della droga e delle armi, quindi foraggia membri dei governi africani affinché non interferiscano con gli spostamenti fuori confini dei loro cittadini. Mi fu detto a suo tempo che queste “brave persone” hanno anche un
sistema per avvisare le navi delle ONG della partenza delle barche di profughi.

In ultima analisi tutta questa povera gente che spera di trovare dignità di vita nella nostra Europa, rappresenta solo uno strumento di guadagno per criminali senza scrupoli. Intere famiglie che scappano da una vita misera e rischiosa non sanno che per questi criminali e non solo, come vedremo, rappresentano un’alternativa di guadagno al commercio della droga e della armi.

Diversa è la questione Tunisia di questi ultimi 2 mesi, li c’è in ballo un ricatto governativo perché non sono ancora arrivati i soldi promessi dall’UE . A tal proposito, visto che la percentuale degli ultimi sbarchi è maggiormente rappresentata dalla presenza di giovani soli, un mio conoscente che vive a Porto Said così mi ha descritto la situazione  “...sono questi ragazzi in cerca d’avventura e, forse, di trovare qualche occasione di lavoro, nulla più! Non hanno nessuna necessità di scappare dai loro paesi...” 

L’Europa, ma questo lo sappiamo, è in forte regressione demografica, ma la situazione  peggiore è in Italia dove i decessi ormai da anni superano le nascite. L’Italia è diventato il secondo paese più vecchio del pianeta con un “indice di vecchiaia”, cioè il numero di persone con più di 65 anni di età, come proporzione rispetto a quelle con meno di 15 anni di età che ormai è a livelli impressionanti. A gennaio 2020, in Italia risultavano 168,7 anziani ogni 100 giovanissimi. Quindi non saranno più solo le guerre e la mancanza di risorse primarie a spingere centinaia di milioni di disperati a cercare di entrare in Europa, ma anche la speranza di trovare spazi sempre più liberi da noi in Europa a causa del crollo delle nascite.
(Eco Italia Solidale)

Stralcio di un articolo tratto da "Il Sesto Sole" del 7 ottobre 2023

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