In Italia il tratto Torino-Lione è in mano a un mega consorzio di note mega aziende: FIAT, Impregilo, Gruppo Gavio, Gruppo Marcegaglia, Gruppo Benetton autostrade, Fincantieri, Gruppo della Valle, Cooperativa Cmc legata al Pd, Rocksoil, l’immobiliare lombarda di Ligresti... in sostanza c’è tutto il vertice di Confindustria, compresi piccoli industriali dell’Api di Torino.
E ci sono tutti i partiti, Lega compresa, che pure inizialmente era contraria al progetto (Borghezio negli anni 90 faceva i comizi in val di Susa sparando contro). Belusconi le ha fatto cambiare idea con l’adesione alla coalizione di centrodestra.
L’azienda più interessante, però, è l’LTF (Lyon-Turin Ferroviaire), la società madre responsabile della realizzazione dell’opera. Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, nel 2011 è stato condannato in primo grado a otto mesi per turbativa d’asta, la metà di quanto chiesto dal pm; oggetto: la gara per la direzione dei lavori per il tunnel esplorativo della Torino-Lione. L’avvocato difensore di Comastri era Paola Severino, ministro della Giustizia del Governo Monti. L’appello a quanto pare non si è mai fatto.
Si comprende così l’enorme pressione mediatica degli interessi in gioco, lo sfacciato coacervo di lucro e politica, nonché la vera e propria disinformazione di regime che punta soprattutto a liquidare i 5 stelle dal governo, gli unici che resistano davvero a un simile comitato d’affari costruito su una grande, miliardaria opera senza utilità.
D’altra parte, se è fallita la linea av che collega le due maggiori città turistiche del continente, la Parigi-Barcellona, e in particolare il tratto Perpignan-Barcellona, le due maggiori città catalane, indebitando sino al fallimento le due maggiori aziende di costruzione francese e spagnola, è plausibile che possa funzionare la Torino-Lione?
Roberto Schena - Infosannio
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