Davanti
ai tamburi di guerra, a Caracas la vita si svolge normalmente, non si
respira affatto aria di guerra, ma il popolo bolivariano è
mobilitato in permanenza. Del resto due milioni di persone si sono
“arruolate” nella milizia bolivariana, pronte a difendere il
paese….
La
manifestazione chilometrica del 23 febbraio 2019: Maduro è proprio solo?!
Un
mare di magliette e berretti rossi. Giovani di...tutte le età hanno
sfilato in una manifestazione chilometrica sotto il sole; a
percorrerla tutta dal fondo alla cima, ci si rendeva conto della
pacifica allegra fermezza del popolo bolivariano. Invincibile,
probabilmente. «Ecco
il popolo di Chavez, che non è morto ma è diventato milioni»
diceva una donna, mentre un attivista con gli occhiali truccati da
occhi di Chavez reggeva un cartello «L’Onu fermi l’aggressione
al Venezuela».
Maduro
dal palco
In
un lungo discorso dal palco, apparentemente senza particolari misure
di sicurezza, il presidente Maduro, annunciando fra l’altro la
rottura delle relazioni diplomatiche con la Colombia, ha detto fra
l’altro: «Contro
tutto questo odio, vogliamo la pace, ma con l’indipendenza»;
«Trump vuole usare l’aiuto umanitario per invaderci? Siamo noi a
difendere il diritto internazionale che vieta l’ingerenza, e i
diritti umani»; «Sì c’è crisi, ma abbiamo forse ridotto le
misiones sociali,
abbiamo forse tolto le pensioni, eliminato i sussidi alimentari?»;
«Che succederebbe se la marionetta Guaidò e i suoi arrivassero a
governare qui? Lo immaginate?».
Ramon,
spagnolo, argomenta intorno all’odio
Roman
partecipa all’Assemblea dei popoli. Durante la manifestazione,
argomenta così: «L’odio contro i poveri, qui in Venezuela, mi
ricorda quello che mi raccontavano i miei nonni della Spagna durante
la guerra civile: la Repubblica introdusse una serie di diritti per
tutta la popolazione: scuola, voto, sindacati, e le classi superiori
svilupparono un grande odio contro questi poveri che, organizzati dai
sindacati iniziano a ottenere diritti che a classe media vive come
una certa perdita del suo potere nella società. Succede anche qui in
Venezuela in questi anni; l’odio non viene nemmeno dai capitalisti
più potenti, quelli sono a Miami, ma è la classe media stessa».
«Quando Chavez arriva alla presidenza, per la prima volta nella
storia del Venezuela dà carte di identità, quindi un’identità, a
otto milioni di persone che non l’avevano, non potevano avere un
conto in banca, non potevano votare, non avevano alcun diritto di
sussidio statale. Lo Stato negli anni Cinquanta e Sessanta aveva
introdotto l’università gratuita, ma solo la classe media andava
all’università, il popolo no. Con Chavez, hanno dovuto dividere
anche le classi scolastiche con il popolo. Non gli è piaciuto.».
Solidarietà
internazionale
Sta
partendo la brigata di giovani Che Guevara, centinaia di presenza da
40 paesi che hanno visitato realtà di resilienza a Caracas e non
solo, per una settimana. Oggi 23 inizia l’Assemblea dei popoli, con
partecipanti da molti paesi. Si svolge all’hotel Alba. Totale
mancanza di controlli (alle borse e simili). Come fanno a
proteggersi?
Centro
cultural La Estafeta
Il
centro culturale La Estafeta (La staffetta) si chiama così in onore
delle staffette che durante gli anni 1960 e 1970 lavoravano con i
movimenti clandestini. E’ stato proiettato il video “Tutto sarà
dimenticato?”, sulle guerre di aggressione dal 1991 a oggi. La
Estafeta ha ottenuto i locali dall’amministrazione pubblica. Si
svolgono attività, anche per i bambini, c’è il bar e il
negozietto dove si vendono prodotti venezuelani (abiti, quaderni), ma
l’ottima mooncup
è
importata dalla Colombia. «Dovremmo farla qui in Venezuela,
accidenti!» dice Yekuana, che a 25 anni è stata viceministro per la
donna.
Cuba
in Venezuela
Cubano,
Ernesto Wong Maestre dell’associazione Tricontinental informa che i
suoi concittadini hanno raccolto tre milioni 600mila firme contro le
minacce statunitensi al Venezuela, membro dell’alleanza Alba. Sono
40mila i cubani che lavorano qui, nel settore medico, educativo e
agricolo; L’Avana fornisce anche medicine. E, per parlare di un
paese vicino che non è certo amico (la Colombia gioca un po’ il
ruolo della Turchia nella vicenda siriana), Wong sottolinea un fatto
che si dimentica: «In Venezuela vivono, e ricevono gli stessi
benefici pubblici dei venezuelani, quasi cinque milioni di
colombiani. Il 10% delle case popolari è stato assegnato a loro.»
Eliana,
incontrata nel bus
«Faremo
di tutto per non finire come la Siria, come la Libia» dice Eliana
mentre, scesa dall’enorme e affollatissimo – ma sempre gratuito –
BusCaracas, si dirige alla metropolitana La Hoyada. Là si sono
radunati donne e uomini con la camicia rossa chavista. Eliana
riconosce e saluta, fra le magliette rosse, una delle fondatrici del
Banco de desarrollo de la mujer, dove lei lavora. Nella
metropolitana, il
signor Andrade, famiglia di origine portoghese che coltiva patate a
Mérida, nella zona andina spiega perché in
questo periodo di emergenza il servizio è gratuito: «per
aiutare un po’ la gente, in questa crisi». Sui mezzi pubblici,
niente accaniti lettori di smartphone: lo hanno in pochi, ed esibirlo
non va bene.
Il
Clap
Per
strada, bancarelle di frutta e generi alimentari a prezzi quasi
europei. Non è lì che fanno acquisti le persone con un salario
minimo di 18.000 bolivares: i pacchi alimentari mensili o
bisettimanali forniti dal Clap, sistema pubblico che raggiunge 6
milioni di famiglie con la distribuzione affidata ai condomini,
costano solo 500 bolivares, anche se non bastano a tutto.
Ecosocialismo
o guerra
All’università
bolivariana, l’agroecologo Miguel-Angel Núñez
è relatore a una conferenza su «Ecosocialismo e guerre»: «Un
altro modello di civiltà, come quello che con tanti errori e limiti
siamo cercando di costruire, è l’antidoto alla guerra totale
permanente. E non dobbiamo abbandonare questa idea neanche
nell’emergenza, mentre contro il Venezuela è in corso una guerra
ibrida».
(Segue)
Marinella Correggia
P.S. Ecco qua, non credo
riuscirò a farlo tutti i giorni per varie ragioni, e anche perché
devo cercare qualche corrispondenza a pagamento (anzi se avete idee
sono benvenute!) per ammortizzare almeno in parte il costo dell'aereo
e le spese sul posto, anche se grazie al mio amico Attilio ho una
casa molto carina dove stare! Oggi è stata una giornata speciale!
RispondiEliminaScrive Ireo Bono a commento dell'articolo:
"Paolo, grazie per la documentazione di Marinella su quanto accade in Venezuela. Sui Tg della Rai si vedono solo le manifestazioni pro Guaidò. Il sedicente Presidente del Venezuela sta spingendo per un intervento militare degli Stati Uniti che sarebbe un disastro per la popolazione. Oggi l'atteggiamento nei confronti del Venezuela è la cartina di tornasole per distinguere chi è di destra e chi è di sinistra. Un caro saluto anche a Marinella Correggia"