lunedì 6 novembre 2023

Tecnologie (fanta)scientifiche che cambiano la "vita"...



Le Biotecnologie sono  tecniche di mutazione dei geni con metodi artificiali in agricoltura per ottenere prodotti resistenti all’ambiente e alle malattie.  Queste tecniche fanno aumentare la resa delle coltivazioni agricole ed il valore delle azioni in borsa delle aziende produttrici (come la Monsanto, Bayer,  ecc.), ma sono spesso usate fraudolentemente, ad esempio in modo da rendere sterili le sementi per una seconda inseminazione in modo da costringere gli agricoltori a rinnovare gli acquisti, e potrebbero dar luogo ad ibridazioni di piante creando piante infestanti, o creare inconvenienti ai consumatori (come quello di renderli insensibili agli antibiotici).
 
Anche nel settore della Medicina sono state usate biotecniche innovative (anche con uso di batteri) per produrre medicinali e vaccini (come l’insulina umana per i diabetici allergici all’insulina di origine animale, antibiotici, enzimi, ecc.), ed anche per analisi e diagnosi. Anche se sono state abbandonate le ossessioni eugenetiche di Pearson e Fisher, l’uso di queste tecniche manipolatrici dei geni (sfruttabili anche per produrre armi batteriologiche) pone gravi problemi etici. Oltre ad esperimenti sulla clonazione di animali, nel 2007 è stato brevettato un microrganismo interamente prodotto in laboratorio.
 
Un discorso simile può essere fatto per la Bionica, cioè l’uso di protesi robotiche per aumentare le nostre capacità fisiche, e collegamenti tra persone e macchine intelligenti per aumentare le capacità motorie ed anche le capacità mentali. Si tratta di argomenti inquietanti. Tuttavia anticipiamo che queste tecniche ancora sperimentali permettono a persone paraplegiche e tetraplegiche di muovere arti naturali ed artificiali collegati a chip innestate nel cervello o mediante caschi.
 
In fase del tutto iniziale e sperimentale si trovano le “Nanotecnologie” che dovrebbero produrre dispositivi al livello molecolare, cioè dell’ordine dei miliardesimi di metro. Dopo una prima conferenza sull’argomento risalente al 1959, il termine fu coniato da K. E. Dexter nel 1986, mentre R. Merkle ha teorizzato manipolazioni di tipo chimico a livello molecolare. Lo scopo sarebbe quello di produrre mini-robot, eventualmente autoreplicanti, con utilizzi nei settori dei materiali, chimico, meccanico, elettronico, medico e delle bio-ingegnerie. Recentemente anche all’Università di Bologna è stato prodotto un mini-motore molecolare dal Prof. V. Balzani. Queste tecniche sollevano una serie di problemi etici e religiosi.  Infine, alcune tecniche tengono conto anche delle correzioni dovute alla relatività ristretta, come quella relativa ai GPS e navigatori.

I Reattori Nucleari per produrre energia elettrica possono essere del tipo a fissione dell’Uranio 235, come nella bomba di Hiroshima, raffreddati in genere ad acqua o acqua pesante e con grafite come moderatore, oppure, più raramente ad Uranio 238 che si trasforma in Plutonio con l’impiego di “neutroni veloci”, come nella bomba di Nagasaki. Questi reattori si chiamano “veloci” o “autofertilizzanti”, e sono raffreddati a Sodio liquido. Il tentativo di usare la fusione termonucleare dell’Idrogeno, come avviene nel Sole o nelle bombe “H”, finora non ha dato esiti. Il nucleare è stato comunque vietato in vari Paesi  per i pericoli di esplosioni e inquinamenti, e la difficoltà di smaltire le scorie radioattive.
 
Stralcio di un articolo di Vincenzo Brandi



 

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