mercoledì 23 ottobre 2019

Nuove azioni coercitive del "governissimo" - Punizioni severe per chi evade le tasse, anche per necessità... (con Amarcord di Calcata)

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Antefatto - Stalin nel 1933 cominciò a tassare i contadini, stabilì che per ogni gallina posseduta dovessero versare allo Stato 30 uova al mese, in virtù della convinzione che per ogni gallina dichiarata i contadini ne avessero almeno due non dichiarate.
Fu così c
he i contadini disonesti e più abbienti riuscirono a ottemperare mentre quelli onesti e più poveri no e furono multati per il quintuplo, di conseguenza arrivarono poi gli esattori che entrarono a forza nelle loro abitazioni rompendo stufe, camini, mobilio e quant'altro sequestrando mucche e pecore se ne avevano.
I contadini ridotti alla fame abbandonarono la terra e cercarono rifugio nelle città, i più fortunati trovarono lavoro nelle miniere e in qualche fabbrica, gli altri morirono di stenti nella più completa indifferenza dello Stato.
Qui in Italia lo Stato sta percorrendo la stessa strada, estendendo la vessazione a tutte le partita iva. Il risultato sarà lo stesso, ma non ci sono miniere qui, e nemmeno fabbriche che assumono italiani. 
(Giuseppe Mazzù)  


Commedia dell’arte e Governissimo: “Tasse fino all’ultimo respiro…”


Foto di Gustavo Piccinini – Calcata, recita in piazza

Ricordo tantissimi anni fa (a metà degli anni ’70), quando il Circolo era  ancora a Calcata ed io ero un giovane attore di belle speranze, una delle prime commedie recitate in piazza dal sapore premonitore.  Il titolo l’ho dimenticato ma il tema era quello della burocrazia e delle tasse che strozzano ogni iniziativa e sottopongono l’uomo ad elemosinare il suo pane.
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La storia raccontava di un villico che voleva farsi un pollaio per sé e la famiglia, in un ipotetico medioevo (futuribile),  così egli  si recava dal ciambellano tributario per la necessaria autorizzazione ma la domanda veniva respinta per mancanza dei bolli. Ed il villico: “ma no, ma no i polli ci sono e anca le galline…”. Al che visto che il pollaio era già stato posto in atto il buon ciambellano comminava l’inevitabile multa “per non aver ottemperato alle norme tassatorie del reame”
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Quelli erano anni in cui il comunismo ancora resisteva a Cuba, in Russia ed in tutti i paesi dell’est Europa ma la propaganda democristiana  spiegava al volgo che  “che i comunisti non sono democratici,  fanno votare solo per liste prescritte, e inoltre non consentono la proprietà privata, un povero cristo non può possedere nemmeno la casa in cui abita…”. Per non parlare poi delle storie trucide di bambini cucinati a fuoco lento… Poi il comunismo cadde. Finalmente tutti liberi e padroni della propria esistenza? Macché, macché… dopo qualche anno di sesso droga e rock and roll ecco che la democrazia occidentale mostra la sua vera faccia.
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Le  tassazioni aumentano, la burocrazia strozza ogni attività, le  elezioni libere con le preferenze sono abolite, si vota solo per i partiti con liste bloccate, anzi non si vota  più manco alle province… Ed ora il governo Conte prima di cadere vuole far passare una legge per la diminuzione dei parlamentari. Un manipolo di nominati agli ordini dei caporioni.  Mentre già da tre o quattro legislature è stato  eliminato il proporzionale, con la scusa della “governabilità” e si concede il premio di maggioranza consentendo ad una minoranza, anch’essa prestabilita,  di governare senza opposizione alcuna. Per non parlare poi della proprietà. Questa parola resta solo nel vocabolario ma di fatto  è abolita (almeno per i singoli, continua ad esistere solo per le banche e le multinazionali).  I risparmi custoditi in banca possono essere sequestrati in qualsiasi momento senza avviso alcuno,  tutti i servizi sono a pagamento, le pensioni per i lavoratori scompaiono, il lavoro è “liberalizzato” (ovvero reso precario e sottopagato)… ecc.
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Ma in questi momenti di perdurante  “crisi” il governo,  qualsiasi esso sia o sarà, per mantenersi al potere  ha bisogno di ulteriori tassazioni  necessarie  a soddisfare altri interessi, partitici o di altro genere sotto-governativo. Da qui l’idea di aprire le porte ad una nuova categoria di burocrati:  gli inventori/estensori di nuove tasse.
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Ed i risultati già si vedono. E’ stato scoperto un nuovo filone lasciato sinora vuoto.  Considerando che tutti i beni tassabili: acqua, cibo, carburanti,  etc. sono già abbondantemente gravati da imposte dirette ed indirette,  l’unico  bene tassabile “libero” resta l’aria. Si prevede quindi che il presente  governo (o quello che seguirà)  provvederà definitivamente  ad ottemperare a questa carenza strutturale.
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Allo studio del futuro Governissimo un “ariometro” per calcolare il costo di ogni respiro da imporre ai cittadini italiani. Ovviamente sono già pronte misure coercitive di pagamento e per i morosi  è prevista l’ammenda finale eufemisticamente chiamata “ultimo respiro”. Gli evasori sono quindi avvisati!
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Paolo D’Arpini

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Articolo collegato: 
Diventa reato anche l’evasione fiscale per necessità, quella non solo di chi non vuole, ma anche di chi non può pagare le tasse.
«Carcere per i grandi evasori» è il motto dell’Esecutivo. Peccato, però, che la misura venga estesa anche ai piccoli. Con il nuovo decreto fiscale che il Governo sta per approvare, si abbassano difatti le soglie dell’evasione fiscale oltre le quali scatta il reato. A risponderne saranno non solo quelli che non vogliono pagare ma anche quelli che non possono.

In sostanza chi, in un solo anno, avrà accumulato 100mila euro di debiti col fisco sarà punito con non meno di quattro anni di galera (per arrivare a un massimo di otto).

Il punto è che, come dimostrano numerose pronunce della Cassazione, un imprenditore con un modesto volume d’affari raggiunge facilmente la soglia dei 100mila euro, specie quando c’è da pagare lo stipendio ai dipendenti. E non sono stati pochi, in passato, i casi di contribuenti che hanno tentato invano di giustificare il mancato pagamento delle tasse con la crisi economica, il calo dei fatturati, l’arrivo della rivoluzione tecnologica. Niente da fare: per la giurisprudenza, la difficoltà deve essere “oggettiva” e non legata a una semplice congiuntura economica.

L’evasione fiscale, ad oggi, è punita come semplice illecito amministrativo se si tratta di “piccola evasione”. In pratica, l’unica conseguenza è la famigerata cartella esattoriale. Oltre una certa soglia – variabile a seconda della gravità del comportamento commesso dal contribuente – si subisce, invece, un procedimento penale. Ebbene, questa soglia sta per essere abbassata per alcune figure delittuose.
La maggioranza ha trovato l’intesa sul decreto fiscale 2020 a una settimana dal via libera, salvo intese: l’accordo viene raggiunto durante un vertice durato oltre due ore e mezza.

Scatta così il carcere, da un minimo di quattro a un massimo di otto anni per chi evade le imposte per più di 100mila euro (attualmente le pene vanno da un anno e mezzo a sei anni). Ma il giro di vite contro i grandi evasori entrerà in vigore soltanto dopo che il Parlamento avrà convertito il decreto in legge, in modo da consentire alle Camere di approfondirne gli effetti.
Ritorna quindi il carcere per chi non può pagare le tasse.

Dal punto di vista delle modifiche delle soglie di punibilità, per cui sarà più facile per tutti commettere un reato tributario, vanno segnalati i seguenti ritocchi:
• il reato di omesso versamento di ritenute dovute o certificate scende da 150mila a soli 50mila euro;
• il reato di dichiarazione infedele passa da 150mila a 100mila euro;
• il reato di omesso versamento dell’Iva scende da 250mila a 100mila euro.

Pene esemplari per chi evade.
Arrivano le pene esemplari. Dalla confisca per equivalente dei beni degli evasori si passa alla confisca per sproporzione: lo Stato potrà cioè espropriare un valore di beni superiore a quelli ottenuti come profitto del reato.

Il tutto in una logica massimamente punitiva.

Viene così utilizzata una misura applicata ai mafiosi anche agli evasori fiscali. Essa scatterà sui beni dei quali il condannato non può giustificare la legittima provenienza e di cui risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore non adeguato al proprio reddito.

La lotta ai contanti, dall’altro lato, subisce uno slittamento di sei mesi: il tetto all’uso del cash passa, a partire dal 1° luglio, da 3mila euro a 2mila per poi scendere a mille euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Rinviate anche all’estate le sanzioni per i commercianti che non si doteranno di Pos.

Per incentivare i pagamenti tracciabili è pronto anche il cosiddetto Bonus Befana: in pratica lo Stato rimborserà il 19% delle spese fatte con strumenti di pagamento tracciabili (carte e bancomat) a partire da luglio 2020: il tutto con una nuova piattaforma online.
 


Commento di Orazio Fergnani: "Questa legge è l'apoteosi dell'ingiustizia, demenziale e criminale capacità intellettuale e comportamentale. 

1 commento:

  1. Commento di Vincenzo Zamboni:

    "Avete votato PD ?
    Avete votato M5S ?
    Bene.
    Anzi, male. Malissimo.
    Avete un conto corrente bancario ed avete un piccolo ritardo sul pagamento di tasse, multe, contributi?
    Allora pensate bene a quando avete messo la X sulla scheda elettorale perché adesso i vostri soldi non sono più vostri.
    Perché adesso se li prendono direttamente dal conto corrente.
    Col pignoramento.
    Il che vuol dire che il conto vi sarà bloccato fin quando non si saranno presi tutto quello che -secondo loro- voi dovete al fisco.
    E se avete progetti di investimento per la vostra attività, se quei soldi vi servivano per fare andare avanti il vostro lavoro, beh... SCORDATEVELO.
    E in più, col conto corrente bloccato, ci sono serie possibilità che non riusciate nemmeno a ricevere bonifici di pagamento. Insomma, sarete PARALIZZATI economicamente.
    Votate meglio la prossima volta...
    Perché NEMMENO STALIN ERA ARRIVATO A TANTO..."

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