venerdì 13 settembre 2019

Cattive nuove dal Vaticano: "Bergoglio e l'infelice papato..."


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Mentre tutti noi siamo presi dalle vicende politiche nostrane, che sono un granello di sabbia nella politica mondiale, pochi si avvedono dei pericoli che incombono sulla Chiesa Cattolica Romana.

I problemi posti dall’infelice papato attuale, frutto di grossa svista dello Spirito Santo al momento del Conclave, non riguardano solo il mondo cattolico, ancorché formato da oltre un miliardo e mezzo di seguaci in tutto l’orbe, ma l’intera politica mondiale.

Il porsi Papa Bergoglio come autorità politica dimenticando quella precipua di guida spirituale dei suoi fedeli, sta creando fratture, speriamo non insanabili, nella Chiesa universale di Cristo ed anche negli assetti geopolitici generali.

In Sud America, da dove è venuto l’attuale inquilino dei sacri palazzi vaticani, emergono i movimenti episcopali latino-americani ed amazzonici che rappresentano un’aperta contestazione alla chiesa tradizionale ed agli insegnamenti di Cristo, che però godono di aperta simpatia bergogliana.

In pratica, tutti questi movimenti danno tutta l’aria di un nuovo scisma, che non potrà che portare ad un effetto emulazione in tutto il mondo.

In Germania, per esempio, già qualcosa bolle in pentola. Lo ha compreso il Card. Woelkl arcivescovo di Colonia, ma papa Bergoglio no. Di quanto in quanto, lo schema della “chiesa nazionale” si riaffaccia.

Torniamo al prossimo Sinodo dei Vescovi del Consiglio Episcopale Latino americano e Rete ecclesiale panamazzonica che si terrà (udite, udite !) in Vaticano da domenica 6 a domenica 27 ottobre prossimi.

Il tema del Sinodo: “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”.

Il Papa ha benedetto questa iniziativa che invece ha tutta l’aria di essere un vero e proprio scisma. Tra i tanti problemi del mondo, uno scisma della Chiesa cattolica proprio non ci voleva, soprattutto perché gli scismi del passato sono stati “giustificati” da eresie.

In parole povere, il prossimo Sinodo dei Vescovi del sud America prepara la formazione di una chiesa nazionale amazzonica in quanto pone come soggetto principale dell’interesse ecclesiale la popolazione, la realtà, il territorio di quelle zone del mondo, contravvenendo quindi all’insegnamento di Cristo che è universalità.

Osservando il “Documento di Bogotà” dei giorni 6, 7 settembre scorsi si leggono errori panteisti, pelagiani, luterani, proprio tutti quelli che nel passato portarono a scismi. Vedansi il sinodo filo-ariano di Milano nel 355, il sinodo monofisita di Efeso nel 449, il sinodo nestoriano di Costantinopoli del 553, quello conciliarista di Basilea del 1438 e quello giansenista del 1786. Le tesi di questi sinodi assomigliano a quelle “amazzoniche”.

Infatti, il documento di Bogotà si propone di minare o rovesciare gli elementi fondamentali della dottrina cattolica, sostenendo che la Chiesa non ha il “monopolio della salvezza” e che il pluralismo e la diversità delle religioni sono espressioni di una saggia volontà divina;

le religioni non cristiane sono in grado di portare la “salvezza” alle persone e le tradizioni religiose pagane degli indigeni in Amazzonia vanno rivalutate;

il testo ridefinisce l’Eucaristia come atto simbolico della comunità;

attacca il sacerdozio gerarchico del Nuovo Testamento prevedendo la creazione di nuovi ministeri per i laici, la possibilità dell’ordinazione delle donne al diaconato e l’ordinazione uomini sposati al sacerdozio;

promuove una nuova teologia indigenista, femminista ed ecologica e si propone di esportare questo modello per creare una Chiesa dal “volto amazzonico”.

Queste le tesi che si proporranno in Vaticano il mese prossimo!

Orrore!



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Nella Chiesa cattolica non possono esistere “chiese nazionali” e nemmeno movimenti di interesse locale. In passato, la formazione di “chiese nazionali” ha portato a pesanti scismi. E’ scritto nella storia.

Chi dovrebbe proteggere la Chiesa Cattolica da questi pericoli? Il Papa.

Ma Papa Bergoglio appare complice di questi movimenti, la sua provenienza dalla “fine del mondo” (così si definiscono le province meridionali argentine), lontana dalla Curia storica di Roma, l’hanno abbindolato.

Nell’ambiente della curia romana l’atmosfera è di forte preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda il prossimo sinodo sull’Amazzonia.

La preoccupazione riguarda anche recenti avvenimenti, come la decapitazione dell’Istituto Giovanni Paolo II e le nomine dei nuovi cardinali, tutti uomini di fiducia di papa Bergoglio, sbilanciati su temi come l’Islam (Ayuso Guixot, Fitzgerald, Lopez Romero) l’immigrazione (Czerny, Ramazzini Imeri, Zuppi) la teologia femminista (Tolentino Mendonça).

Con queste nomine oltre il cinquanta per cento dei cardinali elettori sarà stato scelto da Papa Francesco e il prossimo conclave sarà “blindato” in senso progressista. Una larga parte della curia è legata alla memoria di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II, ma sembra che papa Francesco voglia prendere sempre di più le distanze dai due pontificati precedenti.

Un altro motivo di preoccupazione è infine l’atteggiamento della Santa Sede nei confronti del cardinale Pell, abbandonato all’(in)giustizia australiana, malgrado in Vaticano tutti siano convinti della sua innocenza.

Per concludere.

Giorni fa, parlando con un noto ecclesiastico di cui ometto il nome, mi espressi augurando presto un nuovo Conclave che elegga un vero soldato di Cristo.

La risposta: “Non ti illudere, il prossimo sarà peggio.”

Non resta che affidarsi alla Beatissima Vergine Maria, perché interceda e che con i suoi angeli ci protegga nelle prossime decisive settimane.

Un’ultima osservazione: nel pontificato Bergoglio il culto di Maria appare offuscato. Chi ce lo può spiegare?

Andrea Stefano Marini Balestra


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Fonte:  https://mail.google.com/mail/u/0/#inbox/FMfcgxwDrHqVDPFVKFSsVRNZDSDXQSnM?compose=GTvVlcSPFrFDtvtSppTMQJpbgskGRJCXXXldHqLClqvJMrbXjlzkpVqnfTGMzXTqpbcGlwSxbwrXs

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