lunedì 29 luglio 2024

Il silenzio è preghiera...



 Nel corso della storia il valore del silenzio è stato evidenziato da grandi mistici, santi e filosofi; molti hanno preceduto la loro missione nella società da un rigoroso ritiroin luoghi benedetti unicamente dai suoni della natura. La necessità di raccogliersi in silenzio emerge anche quando si devono prendere decisioni importanti, o si cerca la strategia migliore per obiettivi da raggiungere.


Oggi il mondo affoga in torrenti, fiumi, oceani di parole e di suoni artificiali. Estenuanti rumori e dibattiti su tutto, spesso inconcludenti, che non consentono all’anima di esprimersi. C’è talmente tanta voglia di parlare che a volte più interlocutori monologano contemporaneamente, magari con un sottofondo musicale. La nostra parte migliore languisce e a volte si spegne del tutto nel frastuono  che spesso preclude la percezione della vera conoscenza che trascende ogni comunicazione sonora, perché è limitata, esclusiva, riduttiva (mentre il silenzio è un vettore universale, il sentire con una valenza sferica).


Attraverso il silenzio, e il potere dell’intimo sentire,  si possono superare le barriere delle distanze, delle lingue, della materia; si apre la porta della percezione che va oltre le parole ed i suoni e ci consente di approdare ad orizzonti più vasti e profondi; l’uomo entra in contatto con la sua vera natura, con l’essenza stessa delle cose, e gli consente di vedere il mondo con occhi diversi, nuovi e, se guarda un fiore, non vede più un fiore ma un miracolo vivente.


Il silenzio è una porta che apre all'attenzione interiore, alla preghiera. Solo nel silenzio e nella quiete si può sentire la voce di Dio: è la frequenza su cui Dio parla. Il cuore non ha bisogno di parole, non può esprimersi nel frastuono: “Sia il vostro esprimervi si si e no no, il resto viene dal Maligno”, diceva Gesù.


La preghiera del silenzio è come un’invocazione che si espande oltre i limiti del Cosmo e ci sintonizza con l’ordine supremo delle cose. La libertà dall'intromissione di suoni  artificiali è condizione primaria nella preghiera perché si possa stabilire una connessione con la Coscienza. Ciò che conta è far il vuoto dentro se stessi, liberi da ogni interferenza disarmonica  della  tempesta sonora ottundente. Allora la preghiera non è  più una recitazione delle nostre necessità: è un canto d’amore, di gratitudine che, in un cosmico abbraccio, si apre con amore, stupore e gratitudine verso tutto ciò che vive.


Franco Libero Manco

 

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