lunedì 1 luglio 2024

Lavorare per l'opposizione alla guerra in Europa....

 


L'obiettivo  è fare un bilancio delle prospettive dell'opposizione alla guerra dopo il voto europeo di questo giugno (8-9 giugno 2024 in Italia).

Su una idea - come prospettiva - intendiamo comunque lavorare, noi Disarmisti esigenti (e collaboratrici/collaboratori): premere perché si costituisca, al Parlamento europeo, un gruppo parlamentare incentrato, per l'intanto, sull'uscita dell'Europa dalla guerra. Un gruppo parlamentare autonomo di "obiezione alla guerra" a Bruxelles-Strasburgo.

In subordine, come tappa più immediata, concreta e realistica, si può pensare ad un gruppo interparlamentare degli eurodeputati "pacifisti" con un minimo di coerenza: quelli che comprendono che gli auspicati (spesso solo a parole) "cessate il fuoco", nei conflitti armati in corso, non si ottengono rifornendo di strumenti bellici i combattenti, meno che mai nell'epoca in cui sono impensabili "guerre giuste".
Anche per questo abbiamo indetto un presidio a Strasburgo, dal 16 al 19 luglio, davanti al Palazzo del Parlamento, in concomitanza con l'apertura della nuova legislatura.

Questa iniziativa non significa, da parte nostra, una propensione mal ruminata alla centralità della dimensione istituzionale per l'azione dei movimenti di base. 

Significa, però, riconoscere di fare parte, come movimenti, di uno spazio pubblico in cui la democrazia rappresentativa ha da essere seriamente considerata e interloquita, in una ottica che la pone in rapporto con la democrazia partecipativa e la democrazia diretta. 

Noi, eredi di una cultura e di una organizzazione antimilitarista nonviolenta "centenaria", continuiamo però nella lotta di base  organizzando, per quanto è nelle nostre possibilità, la mobilitazione anche e soprattutto attraverso gli strumenti dell'azione diretta e della disobbedienza civile.

Il rischio che stiamo correndo tutte/tutti è gravissimo e si può scivolare, da "sonnambuli", persino nella guerra nucleare!

Se è vero che è stato scavato un baratro tra rappresentanza e popolo (più del 50% non si è recato alle urne!), e se è vero che in questa tornata europea si è addirittura allargato (complice la paura del fascismo che ha sovrastato la paura della guerra), faremo la nostra parte perché, per varie vie, non si disperda la mobilitazione entusiasta, ma non convincente, con al centro il tema della pace, che abbiamo visto svilupparsi in questi mesi di campagna elettorale.

Disarmisti Esigenti


  

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