Ho già documentato le posizioni e scelte di campo delle forze laiche, progressiste e rivoluzionarie, delle Chiese cristiane nelle sue varie fedi, delle comunità ebraiche religiose antisioniste e delle associazioni di cittadini ebrei per la pace e per la giustizia, solidali con la Palestina. Di seguito è documentata la posizione dei sindacati palestinesi che rappresentano alcuni milioni di lavoratori palestinesi.
Tutto questo per cercare contrastare ciò che cercano di far passare con i media occidentali, associati e subalterni alle politiche razziste e oppressive del sionismo israeliano: cioè che lo scontro sarebbe tra un movimento terrorista e Israele. Tutta questa documentazione dimostra inoppugnabilmente che il conflitto è tra un popolo, quello palestinese in tutte le sue componenti sociali, politiche e religiose e lo stato sionista israeliano occupante e oppressore.
Enrico Vigna
Appello urgente dei sindacati palestinesi: porre fine a ogni complicità, smettere di armare Israele
Israele ha chiesto che 1,1 milioni di palestinesi evacuino la metà settentrionale di Gaza, sottoponendoli a continui bombardamenti. Questa mossa spietata fa parte del piano di Israele, sostenuto dal sostegno incrollabile e dalla partecipazione attiva degli Stati Uniti e della maggior parte degli stati europei, volto a compiere massacri senza precedenti e atroci contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e ad effettuare una pulizia etnica totale. Da 16 giorni Israele ha bombardato indiscriminatamente e intensamente Gaza, tagliando carburante, elettricità, acqua, cibo e forniture mediche. Israele ha ucciso migliaia di palestinesi, tra cui alcune migliaia di bambini. Ha raso al suolo interi quartieri, spazzando via intere famiglie e ferendo decine di migliaia di civili. Molti esperti di Diritto internazionale stanno denunciando gli atti genocidi di Israele.
Nei territori occupati delle colonie, il governo di estrema destra israeliano ha distribuito più di 10.000 fucili ai coloni estremisti nella Palestina del ’48 e nella Cisgiordania occupata per facilitare i loro crescenti attacchi e pogrom contro i palestinesi. Le azioni, i massacri e la retorica di Israele evidenziano la sua intenzione di attuare la seconda Nakba promessa da tempo, espellendo quanti più palestinesi possibile e creando un “Nuovo Medio Oriente” in cui i palestinesi vivono in perenne sottomissione.
La risposta degli stati occidentali è stata di completo e totale sostegno allo Stato di Israele, senza nemmeno un frettoloso cenno al Diritto internazionale. Ciò ha amplificato l’impunità di Israele, dandogli carta bianca per portare avanti senza limiti la sua guerra genocida. Oltre al sostegno diplomatico, gli stati occidentali forniscono armamenti a Israele, autorizzando l’attività delle aziende produttrici di armi israeliane all’interno dei loro confini.
Mentre Israele intensifica la sua campagna militare, i sindacati palestinesi chiedono alle nostre corrispettivi a livello internazionale e a tutte le persone di coscienza di porre fine a ogni forma di complicità con i crimini di Israele, fermando con urgenza il commercio di armi con Israele, così come tutti i finanziamenti e la ricerca militare. Il momento di agire è adesso: le vite dei palestinesi sono in gioco.
Questa situazione urgente e genocida può essere prevenuta solo da un aumento massiccio della solidarietà globale con il popolo palestinese e solo questo può frenare la macchina da guerra israeliana. Abbiamo bisogno che tutti agiscano immediatamente, ovunque nel mondo, per impedire l’aumento dell’armamento dello Stato israeliano e il blocco delle aziende coinvolte nelle produzioni militari. Ci ispiriamo alle precedenti mobilitazioni dei sindacati in Italia , Sud Africa e negli Stati Uniti, e a simili mobilitazioni internazionali contro l’invasione italiana dell’Etiopia negli anni ’30, la dittatura fascista in Cile negli anni ’70 e altrove dove la solidarietà globale ha limitato la portata del brutalità coloniale.
Chiediamo ai sindacati dei settori interessati:
- Rifiutarsi di costruire armi destinate a Israele.
- Rifiutarsi di trasportare armi in Israele.
- Di approvare mozioni nel loro sindacato in tal senso.
- Agire contro le aziende complici coinvolte nell'attuazione dell'assedio brutale e illegale di Israele, soprattutto se hanno contratti con la vostra istituzione.
Da Etun - Palestine
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