Alle elezioni del 25 settembre 2022 non soltanto voterò ma farò anche campagna elettorale in favore di Uniti per la Costituzione, una lista di coalizione che segna un mutamento di scenario ovvero la maturazione di una speranza per tutti coloro che comprendono la deriva totalitaria ch’è in atto nei sistemi politici occidentali e in Italia in particolar modo.
Uniti per la Costituzione nasce dal coalizzarsi dei partiti Ancora Italia, Riconquistare l’Italia e Partito Comunista ma, in queste ore, altre forze vi si stanno unendo.
Si tratta di una novità per i seguenti motivi:
a) Per la prima volta da decenni, una forza politica esprimente una visione del mondo fino in fondo alternativa all’ideologia neoliberale dominante, ha la concreta possibilità di superare lo sbarramento del 4%.
b) Per la prima volta dagli albori della Repubblica, organizzazioni e persone provenienti da culture politiche diverse, si uniscono accomunate dall’istanza di difendere e rigenerare la democrazia costituzionale. Questo implica un positivo superamento di quella mendace divisione destra/sinistra con cui l’ideologia neoliberale, da decenni, dissimula il proprio dominio incontrastato.
Dopo che Mario Draghi e i giornali di proprietà del ceto finanziario hanno apertamente enunciato di voler eliminare dal quadro politico qualsiasi forma di opposizione, l’operazione golpista-eversiva è proseguita da parte del governo con l’indire elezioni a distanza di due mesi, ovvero cercando di togliere all’opposizione il tempo di raccogliere firme per presentarsi.
Tutto questo avviene mentre si delinea all’orizzonte uno scenario composto da tre diversi stati d’emergenza – bellico, climatico e sanitario – tutti finalizzati a generare uno stato di polizia col quale tenere a freno le proteste che l’aumento della disoccupazione e la chiusura delle piccole imprese inevitabilmente genereranno.
Questa, dunque, è una lotta mortale per la democrazia e contro quei poteri sovranazionali che stanno portando il mondo verso il baratro: si può scegliere di lottare con quello che c’è di disponibile e di sporcarsi le mani, oppure si può fare gli schizzinosi e restare alla finestra a guardare. Pertanto, a quest’ultima e variegata categoria, penso sia il caso di dire parole chiare.
AGLI ASTENSIONISTI dico, da persona che si è astenuta dal voto numerose volte, che in questa circostanza storica l’astensione è un atto irresponsabile.
Le società capitaliste, oggi, non hanno bisogno del consenso della maggioranza della popolazione. Sono quarant’anni che l’astensionismo aumenta a dismisura in tuti i paesi occidentali, ma questo non ha recato ai governanti alcuna crisi di legittimità, poiché si tratta di un fenomeno da essi previsto e anzi auspicato: se a votare vanno solo i sostenitori del regime in carica, infatti, il regime stesso si fortifica.
Dunque, è bene che stavolta gli astensionisti comprendano che la loro posizione non ha alcun senso strategico e che, anzi, essa si fonda più su una forma di radicalismo emozionale che su un ragionamento.
AGLI UNITARISTI A OLTRANZA, dico che chi scrive si è impegnato per due anni a sostenere i tentativi di dare vita a una coalizione che mettesse assieme tutte le forze dell’opposizione democratica al regime neoliberale, senza esclusioni.
Come molti sanno, però, quantunque numerose volte esortate, le forze politiche Italexit e Movimento 3V hanno rifiutato di allearsi con le altre. Mentre il CLN di Ugo Mattei, pochi giorni fa, ha annunciato l’intenzione di non partecipare alla tornata elettorale.
In queste condizioni, non rimane altro che sostenere quelle forze che un processo coalizionale sono comunque riuscite a innescarlo, ovvero quelle che hanno determinato la maggiore unità che, a oggi, risulta possibile.
AI PERFEZIONISTI E AI MORALISTI dico che, all’interno di qualsiasi coalizione politica, ci saranno sempre organizzazioni e persone che a ciascuno di noi per qualche motivo non aggradano.
Stare a spaccare il capello in quattro sulle contraddizioni o le colpe passate di questo o quello, è narcisismo moralista fine a se stesso.
Quello che conta, invece, è la chiarezza della prospettiva e, in questo caso, la prospettiva implica la critica al neoliberalismo, alla globalizzazione, all’Unione Europea, all’emergenzialismo pandemico e alla NATO.
AI DEPRESSI EX-5 STELLE, ovvero a coloro che dicono “se il M5S ha tradito, perché questi altri dovrebbero essere diversi?”: orbene, nulla può azzerare del tutto la possibilità che il singolo soggetto politico si rimangi gli impegni presi.
Ma quando il soggetto in questione – come nel caso di Uniti per la Costituzione - reca un’analisi sistemica della fase storica e una visione del mondo almeno a grandi linee definita, questo rischio certamente diminuisce.
Quando, invece, il soggetto politico rivendica di non avere un pensiero analitico e addirittura enuncia – come nel caso del M5S - che i problemi del mondo basta risolverli tecnicamente caso per caso, allora il tradimento diventa inevitabile.
Chi non ha un pensiero, cioè, sul medio termine non potrà fare altro che fare proprio il pensiero dominante.
Questa è stata, appunto, la parabola del M5S e l’errore è stato dei tanti che hanno voluto credere che si potesse attribuire fiducia a una forza politica priva di visione del mondo.
Insomma, la battaglia è appena iniziata e chi ha consapevolezza di tutti questi problemi e dei rischi che la civiltà umana sta correndo, non può restare a guardare.
Per questo, esorto tutti a sostenere Uniti per la Costituzione con la propaganda online e sul territorio, attraverso la raccolta di firme, nonché partecipando alle numerose iniziative elettorali che saranno indette nei prossimi giorni.
Riccardo Paccosi
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.