martedì 29 marzo 2022

In memoria di Andrea Rocchelli: "I crimini di guerra non sono mai a senso unico..."



Andrea Rocchelli, giornalista e fotoreporter pavese, è stato ucciso nel 2014 dai militari ucraini mentre documentava la violenza contro i civili nel Donbass.
Vitaly Markiv, comandante dell’esercito nazionale di Kiev, dopo le bugie, le prove a suo carico e le intercettazioni, viene arrestato nel 2017 per l’omicidio del fotoreporter italiano. E dopo aver trascorso tre anni in carcere, è tornato in Ucraina.
Oggi è considerato un "eroe".

“Ora direte: “E questo Rocchelli chi è?”
Andrea Rocchelli, giornalista italiano, nel 2014 era nel Donbass a documentare la guerra.
Noi pensiamo che la guerra in Ucraina sia scoppiata solo da pochi giorni perché adesso la sentiamo più vicina, non ci toccano i palestinesi o i siriani o gli iracheni perché sono lontani e tanto diversi, forse perché in fondo abbiamo tutti dentro un po’ di razzismo che ci protegge dalla paura e dalle disgrazie degli altri, perché abbiamo la fortuna di essere nati e cresciuti in un’epoca e nella parte giusta del mondo.

Nel Donbass ci sono famiglie che da 8 anni vivono nelle cantine sotto i bombardamenti dell’esercito ucraino, oggi mettiamo le bandiere dell’Ucraina nelle foto profilo o sui monumenti.

In guerra è difficile trovare quelli giusti da tifare, alla fine di ogni guerra, la ragione l’hanno avuta sempre e solo i vincitori, chi perde è sempre ‘n poro stronzo.

Andrea Rocchelli lo conoscono in pochi, faceva il Reporter ed è stato ucciso (proprio mentre era nel Donbass) da un soldato della guardia nazionale ucraina.

Lo conoscono in pochi perché del Donbass non fregava un cazzo a nessuno.” (@mauribethduir)




Andrea Rocchelli, talvolta chiamato Andy Rocchelli (Pavia27 settembre 1983 – Andreevka24 maggio 2014), è stato un giornalistafotoreporter e fotografo italiano. Fotoreporter freelance professionista, è stato fondatore e membro del collettivo di fotografi indipendenti Cesura.[1] Viene ucciso nel corso della guerra del Donbass da un colpo di mortaio sparato dall'esercito ucraino, secondo la ricostruzione dei giudici italiani, mentre svolgeva il suo lavoro.[2][3][4][5][6] Un disertore dell'esercito ucraino ha accusato il proprio superiore, il comandante Michail Zabrodskij, di aver dato l'ordine di sparare contro il gruppo di civili.[7]

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