E’
da poco uscito il bel libro di Sonia
Savioli:
“ONG, cavallo di Troia del Capitalismo globale”, ed. Zambon,
apprezzabile per le importanti informazioni fornite in uno stile
brillante e sintetico. Descrive l’ipocrisia, la malafede e le
malefatte di una serie di Organizzazioni Non Governative, che
dovrebbero svolgere azioni umanitarie attraverso l’opera di
volontari idealisti, ed invece risultano ampiamente finanziate da
multinazionali, grandi gruppi finanziari, per cui svolgono un’azione
di fiancheggiamento del Capitalismo imperialista, o di vero e proprio
intervento.
La
più famosa ONG, Amnesty
International,
è ampiamente diretta da ex dirigenti di multinazionali ed ex alti
funzionari del governo USA. Uno dei casi più noti è quello di
Suzanne
Nossel,
già alta funzionaria del Dipartimento di Stato USA e dirigente di
multinazionali. I dirigenti di Amnesty prendono qualcosa come 200.000
dollari l’anno e ricevono liquidazioni con cifre davvero notevoli.
Sonia Savioli segnala una liquidazione di 500.000 dollari! Non male
per presunti volontari diritto-umanisti!
Amnesty
scatenò una campagna contro i presunti crimini di Gheddafi insieme
all’americana HRW
(Human Rights Watch: Osservatorio dei Diritti Umani) che contribuì
ad ammorbidire l’eventuale opposizione pacifista all’aggressione
alla Libia del 2011, salvo poi fare delle smentite quando non serviva
più e i giochi erano fatti. Sulla Siria sono state vomitate
altrettante bugie. Ricordo personalmente che fu portata in giro per
tutta Italia una mostra fotografica che mostrava corpi di persone che
sarebbero state torturate ed uccise nelle carceri siriane e sarebbero
state fotografate da un misterioso agente di polizia – nome in
codice “Caesar”-
che poi sarebbe fuggito dalla Siria. Peccato che nessuno ha saputo
dire chi fosse questo fantomatico Caesar, dove si trovasse
attualmente, e quali fossero i nomi e le storie delle persone uccise
mostrate nelle foto, in genere irriconoscibili. Non vi era nemmeno
alcuna prova che fossero siriani, ma questo ai funzionari di Amnesty
non interessava. Sulle bugie sulla Siria e sulla Libia consiglio di
consultare anche l’informatissimo sito “SibiaLiria”
dovuto al lavoro ed alla abnegazione degli amici Marinella
Correggia
– che continua ad informarci con i suoi articoli – e Francesco
Santoianni
che continua a informarci e commentare con la sua rubrica “Pecora
Rossa”
e altri articoli sul suo sito. Né si possono dimenticare il sito
dell’instancabile Fulvio
Grimaldi,
e gli interventi che compaiono ogni mese sulla “Voce
di GAMADI”.
Ora
Amnesty attacca la Prima Ministra del Myanmar (ex Birmania) Aung
San Suu Kyi,
già premio Nobel per la Pace quando l’Occidente la considerava una
sua creatura, ma divenuta una “criminale” dopo che la signora,
giunta al potere, ha difeso gli interessi del paese e si è rifiutata
di troncare l’alleanza con la Cina. Si finge di ignorare che i
ribelli musulmani Rohingya
(di cui si denuncia la persecuzione) sono legati all’estremismo
islamista fondamentalista ed hanno massacrato ed espulso i Buddisti
delle loro zone rendendo necessario l’intervento dell’esercito.
Per
quanto riguarda MSF
(Medici Senz Frontiere) il loro fondatore, il medico Kourchner,
è stato – insieme al mitico capo dei “Verdi” tedeschi Joschka
Fischer,
che allora era Ministro degli Esteri della Germania – uno dei
principali fautori degli interventi e delle guerre contro la
Jugoslavia. Kourchner è poi divenuto Ministro Degli Esteri della
Francia con il governo Sarkozy, quello che ha fatto piovere le prime
bombe sulla Libia. In Siria MSF si è specializzata nel denunciare
presunti bombardamenti di ospedali e attacchi chimici nelle zone
occupate dai Jihadisti dove MSF ha aperto ospedali da campo in
sostegno ai “ribelli”. Quando chiedemmo, come organizzazione
NO-WAR-Roma,
quali erano le fonti su cui avevano basato la loro denuncia del
famoso attacco chimico su Goutha
del 2013, non seppero risponderci e alla fine con grande imbarazzo
citarono genericamente fantomatiche “fonti locali”.
Lo
stesso mestiere è stato svolto dagli Elmetti
Bianchi,
ONG fondata dall’ex militare ed ex dirigente dei servizi segreti
inglesi Le
Mesuriere,
e dal SOHR
(Osservatorio
Siriano dei Diritti Umani), un’agenzia di stanza a Coventry in
Inghilterra notoriamente finanziata dai servizi segreti britannici.
In Italia il compito di disinformare e denigrare la Siria è svolto
anche da Un
Ponte Per,
ONG ampiamente finanziata con denaro pubblico, dopo che ne sono stati
emarginati i membri più coscienti.
Potrebbero
moltiplicarsi gli esempi, ma intanto ricordiamo che spesso i membri
di base di queste organizzazioni sono giovani o meno giovani ingenui
ed in buona fede, e che possiamo salvare qualche singola
organizzazione. Da salvare, ad esempio, è Emergency,
di cui ricordo personalmente l’iniziativa di lanciare una
manifestazione pacifista quando si profilava l’attacco alla Libia,
proposta sabotata da PD, CGIL e gruppi “disobbedienti” e
Trozkisti, ed accolta molto tiepidamente da ARCI e FIOM. Emergency si
è sempre distinta in varie situazioni, ad esempio in Afghanistan,
per cercare di rimanere neutrale e sviluppare il proprio lavoro di
assistenza verso tutti.
Uno
dei principali finanziatori di varie ONG è la Open
Society
che fa capo al finanziere speculatore George
Soros,
già finanziatore del gruppo Otpor,
che ebbe un ruolo fondamentale nel colpo di stato contro Milosevic, e
di gruppi che hanno partecipato al colpo di stato nazista in Ucraina.
L’ultima provocazione antirussa di questi fantocci nelle mani della
NATO nel canale di Kerch, ad Est della Crimea, dimostra tutta la
pericolosità della situazione creata ad arte da Soros ed i falchi
USA. L’annullamento dell’incontro Trump-Putin – che apprendo
nel momento in cui scrivo – è una diretta conseguenza di questa
situazione.
Altro
grande finanziatore di varie ONG è Bill
Gates,
oltre a varie agenzie legate al governo USA ed alla CIA. Nel libro
della Savioli c’è una buona documentazione.
Un
capitolo del libro è dedicato al ruolo delle Ong nel fenomeno
migratorio, con gli interventi delle navi gestite da MSF ed altre ONG
specializzate e ben finanziate da Soros e compagni, tanto da far
parlare di business della migrazione. Pur sapendo che questo è un
argomento delicato e controverso, è necessario sottolineare che
l’azione delle ONG finisce sotto i riflettori nel momento
particolare del salvataggio dei barconi, ma nulla in genere viene
detto o fatto in relazione a quello che avviene prima e dopo. Così
apprendiamo che molti migranti fuggono da situazioni di guerra, come
quelle della Siria, Libia e Afghanistan, di cui sono responsabili gli
stessi governi che proteggono le ONG, a volte esse stesse complici o
impegnate direttamente nei conflitti. Apprendiamo che molti migranti
“economici” o falsamente “politici” si spostano anche in
relazione allo sfruttamento che i governi protettori delle ONG
operano nei paesi ex coloniali (ad esempio l’Africa Occidentale ex
francese che continua ad essere ferocemente sfruttata dalla Francia),
o perché i loro paesi sono sottoposti ad isolamento e sanzioni (come
nel caso dell’Eritrea e della stessa Siria). Vediamo che in vari
casi (come nel caso della stessa Siria e dell’Eritrea, e non solo)
c’è una precisa volontà di svuotare questi paesi delle forze
migliori per colpirli ed alimentare contemporaneamente un nuovo
commercio di schiavi.
Le ONG non si interessano nemmeno di quello che
succede dopo quando i migranti (a parte un buon numero di Siriani che
hanno potuto usufruire dell’ottimo livello di istruzione assicurato
nel loro paese) finiscono col delinquere perché emarginati, o vanno
a formare un “esercito di riserva” disponibile anche per lavori
umili, faticosi e pericolosi per salari irrisori, scatenando anche
una guerra di poveri con i lavoratori locali.
Oggi
si è scatenata una polemica sulla prossima conferenza di Marrakesh
sul
Global
Compact,
che dovrebbe riguardare una regolamentazione delle migrazioni a
livello mondiale. Lega e Fratelli d’Italia sono contrari alla
partecipazione dell’Italia che sarà decisa dal Parlamento. Anche
su questa conferenza sarebbe necessario un approfondimento, che pe
ragioni di spazio rimandiamo ad una prossima volta. Si può solo dire
che gli esiti della conferenza sono incerti per lo scontro tra
governi favorevoli e contrari all’iniziativa (tra cui gli USA) ed
anche per gli effetti dell’azione propagandistica e lobbistica che
le ONG ed i governi che le manovrano eserciteranno. Ne riparliamo.
Vincenzo Brandi, 29 novembre 2018
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.