martedì 30 aprile 2019

Odo suonar tromboni e campanacci (non è più tempo di trombe e campane)


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S'ode a destra uno squillo di tromba. A sinistra risponde una squillo... 


E tutti all’unisono rievocano, invocano, rivendicano e celebrano, a ulteriore esaltazione dello scontro con gli infedeli, le imperiture radici cristiane dell’Europa, anzi dell’Occidente tutto. Lasciando da parte il piccolo dubbio che l’asserzione solleciterebbe tra amerindi, afroamericani, Sami artici (lapponi) e altre popolazioni genocidate a colpi di Croce, c’è del vero, nel senso che è dalla radice cristiana che sono fioriti in Occidente dogma, pensiero unico, monarchia assoluta, pure infallibile, e guai terreni ed eterni inenarrabili per chi non ci sta. 


D’accordo, monarchi assoluti sono stati vissuti e sofferti anche da altre parti e in altri tempi, ma quello dei cristiani-cattolici ha un’esclusiva. Il razionale e, soprattutto, l’irrazionale, sono monopolio suo. Non si transige, come magari in Grecia e a Roma dove non solo si transigeva, ma dagli altri culti ci si sentiva perfino arricchiti. Pensiero molteplice – Socrate, Eraclito, Seneca - lì; qui pensiero unico – S. Agostino, S. Tommaso, Padri della Chiesa, Paola Binetti. E a  dar retta ad Ario, o a far gli alibigesi, o i catari, erano cazzi davvero amari.

Fulvio Grimaldi - http://fulviogrimaldi.blogspot.com/

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giovedì 25 aprile 2019

Greta e la nuova "accumulazione green" che piace al sistema

La nuova spinta ai consumi "green" (come i dollari)


Esempio supremo di come il meccanismo della nuova "accumulazione" faccia scomparire ogni detrito inconveniente, è stata l’epifania, non di Greta, povera piccola, ma del fenomeno mondiale Greta Thunberg e dei suoi gretini. Che bel film: alta sui marosi, manovrando con superba agilità la sua tavola di surf, sullo sfondo di un orizzonte lacerato da apocalittici furori incendiari, la crisi climatica, la bambina un po’ autistica, quindi inerme e inoffensiva, ma molto eloquente, di cui si dice dire, fare, viaggiare, pagare, tutto da sola, con dietro un gigantesco apparato di marketing che si limita a plaudire, dalla scena ha fatto sparire tutto. Meglio che Salvini il suo retroterra di trafficoni  e intrallazzatori, grazie alla Raggi. Meglio che gli atlantosionisti e la FNSI l’impiccagione della libertà di stampa sul patibolo di Assange, in virtù del radicale libero defunto Bordin.

I flutti della “società liquida”  l’hanno fatta planare a riva con in mano una scopa. Per spazzare via tutto ciò che negli ultimi due secoli ci ha inquinato, intossicato, surriscaldato, disastrato, ucciso? Come no. E dietro ai bravi ragazzini ben pettinati, ben vestiti, bene slogananti, bene intenzionati, bene indignati con i loro genitori, ecco chi si occuperà della “Grande Trasformazione” a salvataggio del pianeta con la Green New Economy. Quella inventata da Thomas Friedman sul New York Times, il giornale che ama farsi bollettino di tutte le guerre, e rilanciata oggi da Alexandria Ocasio Cortez, il parallelo idolo ecologista statunitense, che però su Maduro sta al giudizio di Trump.

Siamo in crisi, si sa. Crisi di sistema, la chiamano. Crisi di sovraproduzione e di riduzione di plusvalore in seguito a diminuita accumulazione. Stritoli il lavoratore e quello non ti consuma più. Allora arrivano i robot e scompaiono gli operai. Domina il virtuale e si offusca il reale. L’indispensabile austerity non permette crescita e consumi. Tocca cambiare registro. Ecco la grande occasione: terrorizzato dal cambiamento climatico, il gregge viene condotto in vista dei prati verdi e ubertosi della rivoluzione verde.

Fulvio Grimaldi - fulvio.grimaldi@gmail.com

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martedì 23 aprile 2019

Silvi Marina, dal 26 al 28 aprile 2019 - Race Across Italy per vegani


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È iniziato il conto alla rovescia per la seconda partecipazione alla Race Across Italy di Paolo Barbon ciclista vegan ed attivista per i diritti degli animali non umani che partirà da Silvi Marina il 26-28 aprile 2019 ore 10.00 che vedrà l’atleta impegnato in un circuito di 800 km di ultracycling
Anche quest'anno Bike for Animals in collaborazione con il rifugio Vivi gli Animali di Collegno, con la partecipazione alla R.A.I promuoverà la causa vegana e ha messo all'asta i Km del tracciato che verranno donati in beneficenza all'associazione LEAL che si batte quotidianamente per l'affermazione dei diritti degli animali non umani.

L’atleta Paolo Barbon fondatore di "Bike for Animals", movimento che unisce la passione per le sfide ciclistiche alle battaglie per i diritti animali, sottolinea la scelta vegana che a dispetto di tanti pregiudizi sulla nutrizione degli sportivi gli consente di affrontare sfide estreme escludendo ogni alimento di origine animale. Il significato della sua partecipazione è anche a sfondo benefico perché per aiutare la causa animale ha messo all’asta a 1 euro al km gli 800 km di percorso: i fondi raccolti saranno devoluti all’associazione LEAL Lega Antivivisezionista

Paolo Barbon ricorda: "Sono vegano da 14 anni e questo non mi ha mai impedito di affrontare allenamenti molto impegnativi ed affronterò per la seconda volta il percorso RAI per portare alta la bandiera di uno stile di vita rispettoso di ogni essere vivente. Ho deciso di affrontare anche quest'anno questo circuito estremo che mi ha richiesto una severa preparazione per essere presente con un messaggio forte dove porterò anche la bandiera di LEAL con la quale ho stretto una partnership visto l'identità di vedute e obiettivi in un contesto con molto pubblico e stampa”.


Paolo Barbon

cell. 3478594552
brbpla66@gmail.com

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LEAL Lega Antivivisezionista
ONG Affiliata al Dipartimento di Pubblica Informazione ONU
www.leal.it 

lunedì 22 aprile 2019

I Ching, esagramma Kuai ed il mese del Serpente (dal 20 aprile al 20 maggio)


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Nell'I Ching il simbolo del Serpente viene abbinato all'esagramma Kuai (Lo Straripamento)  e figurativamente indica un tempo in cui gli ignobili stanno gradatamente scomparendo, il loro influsso diminuisce e con un’azione risoluta si fa strada un cambiamento radicale della situazione.

La Sentenza: Lo Straripamento. Con risolutezza bisogna rendere nota la cosa alla corte del re. Secondo verità si deve proclamarla. Pericolo! Bisogna avvisare la propria città. Non è propizio impugnare le armi. Propizio è imprendere qualche cosa.
Significato: Quando in una città anche un solo ignobile rimane in posizione dominante egli è in grado di opprimere i nobili. Quando nel cuore si annida anche una sola passione, essa è capace di ottenebrare la ragione dell’uomo. Passione e ragione non possono coesistere perciò un’azione risoluta è necessaria se si vuole portare il bene a compimento. Ma attenzione il modo di superare il male non è contrastandolo punto per punto, in tal modo restando ad esso invischiati, bensì procedendo risoluti verso il bene.
Questo ci da la sensazione di cosa rappresenti il Serpente... Questo archetipo magico  che in ogni antichità è sempre stato emblema di profondità e  saggezza. Il simbolo del Caduceo, il  veleno trasformato in medicina,  la conoscenza del bene e del male, la capacità di concentrarsi su un singolo scopo... E da ciò anche la fissità nel pensiero e l'attaccamento ai risultati. Insomma c'è del bene e c'è del male da aspettarsi in quest'anno... Ma lo sforzo deve essere diretto, come indicato dall'I Ching, a disfarsi degli aspetti negativi. Il Serpente lo chiede con convinzione ed è per questa ragione che la sua energia ci sarà in questa opera purificatoria di grande aiuto. 

Il Serpente ci guiderà verso la meditazione e verso la riflessione discriminante per liberarci delle nostre oscurità interiori. Questo processo avverrà soprattutto nell'ambito della cultura e della informazione, ovvero della trasmissione di idee. Infatti l'Acqua è preposta a questa funzione. Come il gusto consente di riconoscere, facendolo nostro, il cibo ingerito che poi si trasforma nel nostro organismo e contribuisce a renderci ciò che siamo, così l'energia dell'Acqua contribuisce a fa circolare nel giusto modo ogni conoscenza, trasmettendola a chi vibra in sintonia con essa. Ma attenzione l'Acqua porta i messaggi buoni e cattivi, essa puzza se passa nella fogna o profuma se attraversa un campo fiorito.
Perciò l'attenzione costante alla via del nobile è richiesta nelle nostre azioni.... Ricordiamoci che il Serpente per crescere ha bisogno di cambiare pelle il che significa che durante quest'anno saremmo chiamati ad una operazione di svecchiamento che potrebbe costarci il dover rinunciare a parecchi attaccamenti regressi (non dimentichiamo che il Serpente corrisponde in occidente all'archetipo del Toro).... Fortunatamente il Serpente ama la calma e la tranquillità, non ama il movimento frenetico  e non sopporta di essere incitato a fare qualcosa in fretta, questo suo atteggiamento lo vediamo anche -allorché disturbato- egli si rivolta e morde  chi turba la sua quiete.

Il Serpente è dotato di grande determinazione, come anche illustrato nell'esagramma a lui preposto, egli è instancabile nel perseguire e raggiungere la sua meta. Per contro sfuggirà a collaborazioni posticce e non in sintonia con il suo movimento e tendenza operativa. Il Serpente rappresenta l'intelligenza minervina per antonomasia per cui la sua collaborazione andrà a sintonizzarsi con archetipi che manifestano lo stesso tipo di intelligenza e questi sono: il Gallo ed il Bufalo. Altro aspetto accompagnato all'anno del Serpente è il bisogno di riposarsi dopo aver compiuto ogni azione. Noterete infatti che il Serpente dopo il pasto tende a immobilizzarsi ed inoltre essendo un animale a sangue freddo necessita di lunghe ricariche sotto l'energia solare...

Paolo D'Arpini

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venerdì 19 aprile 2019

…ecco la vera storia di Saul Arpino e del suo Giornaletto

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Nel 2006, abitando ancora a Calcata,  mi lasciai convincere dal caro amico Peter Boom di farmi regalare un computer e di collegarmi ad internet. La cosa mi costrinse anche a fare l’allaccio all’Enel, poiché in quel periodo stavo facendo un esperimento di sopravvivenza bruta, andavo a candele.
Precedentemente, dagli anni ‘80 al 2000, mi ero occupato moltissimo di comunicazione ed informazione, avendo collaborato con numerosi giornali e radiotelevisioni, infatti per circa un ventennio fui sulla cresta dell’onda ed ogni fax inviato alle agenzie di stampa ed ai quotidiani ed alle emittenti tv veniva prontamente accolto e utilizzato per trarne articoli e servizi.
Tra l’altro io stesso mi ero fatto “imprenditore” avendo diretto alcuni giornali locali (fra cui: Etruria, supplemento di Mondo Sabino, ed il Provinciale, supplemento di Notizie Verdi). Ovviamente il giornale che ritenevo più “importante” era il notiziario emesso dal nostro Circolo Vegetariano VV.TT.: “Bullettin”. Si trattava di un trimestrale cartaceo di cui l’ultima edizione risale al 2003, fu anche pubblicata su internet a cura dell’amico Gondrano: http://www.gondrano.it/agric/lab/bioreg.htm.
Dicevo che sino al 2006 non utilizzavo internet ma non è propriamente vero, infatti mio fratello Alessandro aveva aperto un sito a metà degli anni ‘90 del secolo scorso denominato “Calcata.net” in cui comparivano le notizie relative al Circolo. A quel tempo era cosa rara, la Rete appena appena muoveva i primi passi. Ricordo che facemmo anche una presentazione ufficiale del sito, nell’Atelier di Cinzia Modiano, a Roma, con la partecipazione di diversi giornalisti ed amici importanti, la cosa fu riportata anche a livello nazionale. Il fatto è che nel 2004, esattamente allo scadere dei vent’anni dalla fondazione del Circolo, presi la palla al balzo, pensando che più di un ventennio non si potesse stare in cima… e così mi ritirai in una piccola stamberga a fare l’eremita, abbandonando ogni idea di vita mondana e sociale…
Solo per l’insistenza di alcuni amici affezionati, come il suddetto compianto Peter Boom, o l’allora vicepresidente del Circolo Roberto Caivano ed altri, mi decisi infine di riprendere ad occuparmi delle “cose del mondo”. Cominciai un po’ impacciato a inviare le prime email e ben presto, dietro la spinta di Cristina De Simone, aprii un nuovo sito: http://www.circolovegetarianocalcata.it/ – questo avvenne nell’anno 2007. A quel tempo già avevo iniziato ad inviare una “lettera collettiva” ai soci e simpatizzanti, prima a firma di Sauro Arpino (da dino-sauro) e quasi subito dopo con lo pseudonimo “migliorato” di Saul Arpino (Saul è il nome ebreo per Paolo). Queste informative, che chiamai il Giornaletto di Saul, furono pubblicate per un breve periodo nella lista di Ecologia Peacelink (http://lists.peacelink.it/ecologia/2009/10/msg00019.html) e subito dopo nel nuovo blog (appositamente aperto): http://saul-arpino.blogspot.it/.
Così dal 2009 -si può dire- che il Giornaletto di Saul, iniziato in forma di diario personale, è diventato una News Letter “ufficiale”, per dare informazione politica, sociale, economica, culturale, spirituale, ecologista… etc. a tutti i simpatizzanti del Circolo Vegetariano VV.TT. e della Rete Bioregionale Italiana.
Paolo D’Arpini / Saul Arpino
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martedì 16 aprile 2019

NATO, guerra su guerra.... Ovvero: il caos come sistema di dominio


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Tutti contro tutti: è l’immagine mediatica del caos che si allarga a macchia l’olio sulla sponda sud del Mediterraneo, dalla Libia alla Siria. Una situazione di fronte alla quale perfino Washington sembra impotente.

In realtà Washington non è l’apprendista stregone incapace di controllare le forze messe in moto. È il centro motore di una strategia – quella del caos – che, demolendo interi Stati, provoca una reazione a catena di conflitti da utilizzare secondo l’antico metodo del «divide et impera».

Usciti vincitori dalla guerra fredda nel 1991, gli Usa si sono autonominati «il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione – politica, economica e militare – realmente globali», proponendosi di «impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione – l'Europa Occidentale, l'Asia Orientale, il territorio dell'ex Unione Sovietica e l'Asia Sud-Occidentale (il Medioriente) – le cui risorse sarebbero sufficienti a generare una potenza globale».

Da allora gli Usa e la Nato sotto loro comando hanno frammentato o demolito con la guerra, uno dopo l’altro, gli Stati ritenuti di ostacolo al piano di dominio globale – Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria e altri – mentre altri ancora (tra cui l’Iran e il Venezuela) sono nel mirino.

Nella stessa strategia rientra il colpo di stato in Ucraina sotto regia Usa/Nato, al fine di provocare in Europa una nuova guerra fredda per isolare la Russia e rafforzare l’influenza degli Stati uniti in Europa.

Mentre si concentra l’attenzione politico-mediatica sul conflitto in Libia, si lascia in ombra lo scenario  sempre più minaccioso della escalation Nato contro la Russia.

Il meeting dei 29 ministri degli Esteri, convocato il 4 aprile a Washington per celebrare i 70 anni della Nato, ha ribadito, senza alcuna prova, che «la Russia viola il Trattato Inf schierando in Europa nuovi missili a capacità nucleare».

Una settimana dopo, l’11 aprile, la Nato ha annunciato che questa estate sarà effettuato «l’aggiornamento» del sistema Usa Aegis di «difesa missilistica» schierato a Deveselu in Romania, assicurando che ciò «non fornirà alcuna capacità offensiva al sistema».

Tale sistema, installato in Romania e Polonia, e a bordo di navi, può invece lanciare non solo missili intercettori ma anche missili nucleari.

Mosca ha avvertito che, se gli Usa schiereranno in Europa missili nucleari, la Russia schiererà sul proprio territorio analoghi missili puntati sulle basi europee.

Aumenta di conseguenza la spesa Nato per la «difesa»: i bilanci militari degli alleati europei e del Canada cresceranno nel 2020 di 100 miliardi di dollari.

I ministri degli Esteri Nato, riuniti a Washington il 4 aprile, si sono impegnati in particolare ad «affrontare le azioni aggressive della Russia nella regione del Mar Nero», stabilendo «nuove misure di appoggio ai nostri stretti partner, Georgia e Ucraina».

Il giorno dopo, decine di navi e cacciabombardieri di Stati uniti, Canada, Grecia, Olanda, Turchia, Romania e Bulgaria hanno iniziato nel Mar Nero una esercitazione Nato  di guerra  aeronavale a ridosso delle acque territoriali russe, servendosi dei porti di Odessa (Ucraina) e Poti (Georgia).

Contemporaneamente oltre 50 cacciabombardieri di Stati uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia e  Olanda, decollando da un aeroporto olandese e riforniti in volo,  si esercitavano a «missioni aeree offensive di attacco a obiettivi su terra o in mare».

Cacciabombardieri Eurofighter italiani saranno invece inviati dalla Nato a pattugliare di nuovo la regione baltica contro la «minaccia» degli aerei russi.
La corda è sempre più tesa e può rompersi (o essere rotta) in qualsiasi momento, trascinandoci in un caos ben più pericoloso di quello libico.
Manlio Dinucci

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(il manifesto, 16 aprile 2019)


I 70 ANNI DELLA NATO: DI GUERRA IN GUERRA https://www.youtube.com/watch?v=zHCniIrdWVU

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lunedì 15 aprile 2019

Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza...

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Le qualità, le sensazioni, le attrazioni e repulsioni che appaiono nel campo della coscienza, sono proiezioni come lo sono i sogni che appaiono al sognatore. Tutto si risolve nella stessa realtà, unica ed indivisibile, inspiegabile perché non vi è nessun “altro” (diverso da noi) a cui poterla spiegare…
La nostra mente è il risultato di una commistione psichica e energetica delle forze combinate dalla natura in questo caleidoscopio che è la coscienza individuale. In effetti nulla ci appartiene (se inteso specificatamente) oppure tutto ci appartiene (se inteso come la totalità del conosciuto)… Andiamo avanti perché tornare indietro è impossibile… nel senso che non si può correggere nulla degli eventi vissuti (nel passato) possiamo solo osservare con maggiore attenzione gli eventi che si presentano davanti ai nostri occhi nel presente…
Nel pensiero c’è già una leva di movimento, se un chiaro intento si manifesta nel pensiero possiamo scoprire che le ispirazioni su qualsiasi argomento innovativo vengono poi seguite a ruota da una messe di interventi nello stesso filone…
Sincronicità? Onda? Nel bioregionalismo si chiama “il grande flusso”, e la funzione dei precursori è appunto quella di avviare un processo evolutivo dell’intelligenza umana… per questo è importante che i precursori non assumano su di sé una specifica “laurea” o “copyright” il loro lavoro è solo quello di preparare il terreno, seminare e procedere (come Jonny seme di mela)… Ognuno comincia a qualche punto e poi prosegue e lascia il suo percorso come esempio.
Paolo D’Arpini

“Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza
Smetti di ascoltare e sentirai la verità.
Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare.
Non cercare il contatto e troverai l’unione.
Sii quieto e troverai l’onda dello spirito.
Sii delicato e non avrai bisogno di forza.
Sii paziente e compirai ogni cosa.
Sii umile e manterrai la tua integrità.”
(Meditazione Taoista)

venerdì 12 aprile 2019

Golpe all'italiana. Draghi in pole position...


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ATTENZIONE VOGLIONO FARE IL GOVERNO DRAGHI

Dobbiamo evitare nella maniera più assoluta che si consumi, nel silenzio generale, il secondo golpe tecnico ai danni dell’Italia. Il cartello finanziario ha già fatto partire l’operazione Mario Draghi che è identica nelle modalità e nelle finalità a quella che fu l’operazione Monti del 2011, che causò danni irreparabili al nostro Paese. Ricordiamoci che il cartello finanziario opera sempre seguendo lo stesso format: la prima fase è quella della shock economy, ossia creare un evento che ha un forte impatto sulla popolazione. Quasi sempre si tratta di inasprire le crisi economiche. Ricordiamo tutti le frasi di Mario Monti quando diceva “abbiamo bisogno di crisi e di gravi crisi per fare passi in avanti”…..questa volta dobbiamo farci trovare pronti e consapevoli.

Francesco Amodeo  




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Commento di Adriano Colafrancesco: "Ho proposto a Marcello Foa, Presidente Rai, Fabrizio Salini, Amministratore Delegato Rai, Teresa De Santis, Direttrice Rai 1, Carlo Freccero, Direttore Rai 2, Stefano Coletta, Direttore Rai 3, di fare una puntata speciale RAI a reti unificate, in prima serata su questa ipotesi malaugurata..."

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giovedì 11 aprile 2019

Aria pulita in città...? Ci pensa AEA


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Le città europee hanno bisogno di misure coerenti ed efficaci in materia di qualità dell'aria per attuare con successo la normativa comunitaria e per ridurre l'inquinamento atmosferico.
L'Agenzia europea per l'ambiente (AEA) ha collaborato con diverse città europee per comprendere meglio le difficoltà nell'attuazione a livello urbano delle normative e delle politiche europee in materia di qualità dell'aria e i progressi compiuti dalle città negli ultimi cinque anni in questo campo. 

Gli esiti di questa analisi sono stati raccolti in un report in cui l'Agenzia ha anche individuato alcune delle ragioni del persistere dei problemi di qualità dell'aria nelle città europee.

Per la stesura del report l’AEA ha collaborato con 10 città: Anversa (Belgio), Berlino (Germania), Dublino (Irlanda), Madrid (Spagna), Malmö (Svezia), Milano (Italia), Parigi (Francia), Plovdiv (Bulgaria), Praga (Repubblica ceca) e Vienna (Austria).

A cinque anni dalla valutazione iniziale, le città coinvolte hanno tutte migliorato la gestione della qualità dell'aria, in particolare nell'uso di strumenti e metodi per quantificare gli effetti delle misure proposte e attuate. In generale, vi è anche una maggiore comprensione delle fonti di inquinamento atmosferico locale.

Nonostante ciò, nelle città permangono una serie di importanti sfide, tra cui la comunicazione e il coinvolgimento dei cittadini sulle questioni relative alla qualità dell'aria e la richiesta di nuove misure per la qualità dell'aria, tra cui l'evidenziazione dei benefici collaterali per la salute, la riduzione del rumore e la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. La relazione mostra inoltre come sia una sfida anche il raggiungimento della coerenza delle politiche a tutti i livelli amministrativi e di governance, così come lo sono gli sforzi per generare sostegno politico e pubblico per migliorare la qualità dell'aria al di là delle norme UE.

Nelle dieci città, l'espansione del teleriscaldamento, la promozione della mobilità ciclistica, l'abbassamento dei limiti di velocità e l'emissione di tasse sulla congestione sono state le misure più comuni per migliorare la qualità dell'aria a livello locale. Altre iniziative comuni comprendono il trasferimento di impianti industriali, l'ammodernamento delle stufe e delle caldaie domestiche, l'uso di combustibili più puliti per il riscaldamento, il passaggio a autobus o tram più puliti e l'introduzione di zone di trasporto a basse emissioni.

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Per approfondimenti, leggi il report Europe's urban air quality - re-assessing implementation challenges in cities

martedì 9 aprile 2019

Libia. L'inferno di Misurata (che piace all'uccidente)


Misurata, un inferno vero
Ho anche avuto esperienza di Misurata. Una città in mano a una dozzina di oligarchi cui i rifornitori Nato avevano prestato particolare attenzione. E anche i celebrati Medici Senza Frontiere, lì installati. Mai li ho visti, tra Somalia, Iraq e Siria, dalla parte delle vittime dell’Occidente. Efferata nei confronti dei “gheddafiani”, anche solo contro chi non intendeva partecipare, la milizia di Misurata dava a questi la caccia, li catturava, torturava, stuprava le donne e le faceva a pezzi. Quello,sì, un vero inferno di cui nessuna Ong, con i  rispettivi corifei medatici, si è mai scandalizzata, ma di cui potete trovare agghiacciante testimonianza nel mio documentario “Maledetta Primavera – Arabi tra rivoluzioni, controrivoluzioni e guerre Nato”.


I misuratini si sono poi confermati un’eccellenza nel mercenariato assoldato dai nostri pacificatori nella successiva pulizia etnica dei libici neri, quelli di cui Gheddafi aveva proibito si chiamassero “neri”, Tawergha era una città vicina a Misurata, popolata interamente da libici neri, provenienti dal Sud del paese. Sono stati massacrati a migliaia dai prodi miliziani della città-Stato, un bagno di sangue senza precedenti in Libia, dopo quelli del maresciallo Graziani. Oggi le forze di Misurata costituiscono l’estrema possibilità per Al Serraj di non essere spazzato via e per il progetto colonialista di spartizione del paese di non vanificarsi.


Non va bene chi libera i rifugiati?
Fa riflettere che sulle nefandezze in Libia contro i neri, non solo di Tawergha, non si senta un sospiro, una deprecazione, al cospetto degli orrori negli attuali campi di raccolta ossessivamente denunciati da coloro che, per alimentare il traffico di persone, hanno bisogno di quegli orrori. Strano, visto che in tutti quei campi sono ormai presenti sia l’UNHCR, sia l’OIM, enti Onu per i migranti, che non si riesce mai a vedere, sui sanissimi giovanotti in arrivo l’indelebile marchio della tortura e delle privazioni e che per molto meno attribuito – falsamente – a Gheddafi, sulla Libia si scatenò l’apocalissi della “comunità internazionale”.


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domenica 7 aprile 2019

Dopo la frantumazione della Jugoslavia ecco a voi "La grande Albania" (Ovvero: dove il sistema sionista ha fatto scuola)


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Jugoslavia distrutta dalla NATO

Nuovi nuvoloni si addensano sulle terre europee degli slavi. Alla Serbia, circondata da frammenti di Jugoslavia diventati Stati Nato, o alla Nato infeudati e inseriti nel corteo armato che Usa, UE e Nato stanno muovendo contro la Russia, si continua a non perdonare di essere stato l’unico paese ad aver avuto ragione, di continuare a non aderire alla Nato, di traccheggiare sull’inserimento-subordinazione alla UE, di denunciare i crimini dell’aggressore e di coltivare rapporti, alleanza e amicizia con la Russia di Putin. Tsipras, il rinnegato greco, accedendo alla nuova denominazione di “Macedonia del Nord” del vicino  settentrionale, ha dato il via libera all’accesso di Skopje ai due grandi concerti della democrazia, della pace e della sovranità popolare: Nato e UE. Manca un altro passo decisivo per la destabilizzazione-normalizzazione dell’assetto dei Balcani uscito dalla guerra Nato: la Grande Albania. 


La riunione in un unico Stato, inesorabilmente atlantista e islamista, di “tutte le terre su cui vivono albanesi”, formula che imperversa da Tirana a Pristina, dal Montenegro alla Macedonia del Nord, alla Grecia e alla Serbia e che riecheggia quella di Hitler relativa alle terre su cui c’erano tedeschi, dovrebbe essere il prossimo passo. Comporterebbe la mutilazione del Montenegro, la cui parte meridionale è popolata da Greci e albanesi, della Macedonia, in cui gli albanesi sono disseminati ovunque, ma anche i greci, e della Serbia, che annovera una minoranza albanese nella valle di Presevo. E si può immaginare con quali conseguenze: maggioranze che diverrebbero minoranze, sul modello tragico e feroce dei serbi sopravvissuti a Mitrovica, in Kosovo, alla pulizia etnica dell’UCK. 

Fulvio Grimaldi -  www.fulviogrimaldicontroblog.info

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venerdì 5 aprile 2019

Libia. Guerra civile o del petrolio?


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Quando nel 2011 la NATO iniziava a bombardare la Libia e in Italia non c'era una opposizione alla guerra, Marinella Correggia scrisse una lettera al Manifesto sul "silenzio assordante" dei pacifisti sui bombardamenti Nato, che tra le altre cose partivano dall'Italia.


Oggi Haftar, secondo i media, sta per attaccare Tripoli,

nel paese c'è una guerra civile oggi dichiarata 

e in Italia c'è un  " silenzio assordante" sulla guerra civile libica.

Perché invece dovremmo occuparci in Italia del conflitto armato tra Haftar e Serraj?

1) Perché lo finanziamo DIRETTAMENTE , insieme ai paesi NATO e alla Russia, con le imprese petrolifere che continuano ad operare. Oggi la Libia produce 1,2 mb/g di greggio, prima della guerra produceva tra 1.5 mb/g, 1,8 mb/g. Oltre al petrolio, che fa più notizia, c'è anche la produzione di gas, e qui l' ENI ha un ruolo da protagonista assoluto.

I proventi vanno a Serraj, per le zone controllate dal suo governo, ed a Haftar per i giacimenti sotto il governo di Tobruk. Cioè vanno a finanziare entrambi gli eserciti in guerra, eserciti non regolari, ma considerati tali dai principali paesi.

2) Perché tutta la vicenda migranti, al centro del dibattito politico italiano, è basata sulla premessa, di Pd e Lega, della "Libia paese sicuro".

Inoltre tutto questo avviene oggi, 70 anniversario della nascita della NATO, l'alleanza militare che ha causato questo enorme problema, per i libici ma anche per l' Europa tutta.

In questi ultimi mesi i post su temi del genere passano completamente inosservati e senza reazioni. Marinella Correggia è Venezuela dove sta seguendo il golpe strisciante USA-UE e non posso sperare nemmeno in una sua nuova denuncia.

Ma invio di nuovo alcune righe sulla guerra civile libica, perché " il silenzio assordante" su questo conflitto, soprattutto da parte di chi segue abitualmente le vicende internazionali, è INSENSATO, anche se probabilmente, spero di essere smentito, proseguirà.

Ma basterebbe l'impegno di pochissime persone per riaccendere i riflettori sull'INSENSATA guerra NATO del 2011 e sul conflitto attuale.

Marco Palombo

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mercoledì 3 aprile 2019

Su Rudolf Clausius e sul secondo Principio della Termodinamica - Saggio di Vincenzo Brandi



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Intorno al 1849 il professore nord-irlandese William Thomson mise in evidenza l’opera quasi dimenticata dello sfortunato ricercatore francese, morto a 36 anni di colera, Sadi Carnot: Riflessioni sulla Potenza Motrice del Fuoco. Il geniale fisico francese aveva mostrato che una macchina termica, come una macchina a vapore (o anche un moderno motore a scoppio, o Diesel) non potrà mai trasformare il calore integralmente in lavoro utile. Il rendimento sarò sempre inferiore al 100%. Thomson riteneva che ciò contraddicesse l’equivalenza calore-lavoro, anche perché riteneva che il lavoro meccanico della macchina dipendesse dal semplice passaggio dell’intero calore erogato da una fonte di calore più calda verso una più fredda. Tutti gli appunti di Carnot, che avrebbero potuto meglio chiarire il suo pensiero, erano stati bruciati per ragioni igieniche.

La questione fu brillantemente risolta da un fisico e matematico tedesco, Rudolf Clausius (1822-1888), professore a Berlino, Zurigo, Wurzburg e Bonn, che si può certamente considerare uno dei padri fondatori della “termodinamica”. Nella sua opera del 1850 “Sulla Forza Motrice del Calore” Clausius affermò correttamente che, benché lavoro e calore siano equivalenti (Primo Principio), il lavoro nella macchina termica è prodotto solo da una parte del calore generato dalla fonte più calda, mentre un’altra parte andrà sempre necessariamente sprecato (ciò avviene nei moderni motori a scoppio nei gas di scarico caldi). Questo avviene perché non si può trasferire calore da un corpo più freddo ad uno più caldo. Ne consegue che la maggior parte dei processi di trasformazione dell’energia sono irreversibili, nel senso che le energie più nobili, meccaniche, elettriche, chimiche, tendono a trasformarsi nell’energia più degradata, il calore, mentre il processo inverso non può avvenire spontaneamente (è necessario un lavoro esterno). 

Queste considerazioni, espresse in maniera parziale da Carnot, furono sviluppate e trasformate da Clausius in un principio generale della fisica (Secondo Principio della Termodinamica)
Clausius, nato a Koslin in Pomerania, nel 1822 e laureatosi a Berlino nel 1844, sviluppò inoltre (tra il 1850 ed il 1860) la fondamentale Teoria Cinetica dei gas, in cui i gas sono studiati come una massa di particelle (molecole) dotate di moto caotico che cozzano continuamente tra loro determinando alcuni effetti esterni, come la pressione e la temperatura. Egli introdusse alcuni concetti fondamentali, come il concetto di “libero cammino medio” della molecola (cioè tra un urto ed il successivo) e intuì che, oltre ai moti traslazionali, esistevano anche moti di rotazione e vibrazione della molecola. In questo settore precedette gli analoghi studi di Maxwell, Boltzmann e Gibbs, di cui parleremo nei prossimi numeri.

Partendo da questa teoria, egli dimostrò che i fenomeni termici, legati a calore e temperatura, sono dovuti ad un maggiore o minore movimento delle molecole: una temperatura maggiore e lo sviluppo di calore sono legati al fatto che le molecole si agitano più velocemente. Questo modo di vedere metteva in crisi la teoria del “calorico” sostenuta anche da Lavoisier, Laplace e Carnot, secondo cui il calore era un fluido che si insinua tra gli atomi e che si espande quando sale la temperatura. Questa visione era già stata contestata in passato dall’intelligente fisico americano Benjamin Thompson (1753-1814), di cui già si parlato al numero precedente, in una sua memoria del 1798 in cui – avendo osservato la grande quantità di calore prodotta dalla trapanazione del piombo per fabbricare cannoni – aveva giustamente attribuito la produzione di calore all’attrito meccanico. Gli esperimenti di Joule sulla produzione di calore da correnti elettriche e mulinelli meccanici avevano definitivamente dimostrato la falsità della teoria del “calorico”. Anche un altro fisico ed ingegnere scozzese , il già ricordato William John Rankine (1820-1872), fu sostenitore dell’origine meccanica del calore dovuta a movimenti - come piccoli vortici - a livello atomico e molecolare.

Sviluppando le idee di Carnot (vedi numero 73), Clausius dimostrò che vi è una tendenza naturale nell’Universo ad un aumento dell’agitazione molecolare che porta verso una situazione di maggiore disordine, dovuta al fatto che la maggior parte dei processi naturali sono irreversibili. Per misurare il “grado di disordine” dell’Universo, Clausius introdusse il concetto di “Entropia” dalla parola greca antica “trope” che significa trasformazione. Mentre l’energia complessiva dell’Universo rimane costante (principio già enunciato da Cartesio con riferimento alla “quantità di moto” e più correttamente da Leibniz con riferimento alla “forza viva” ), il fatto che però le energie nobili decadono verso quella termica in una serie di processi irreversibili ha come conseguenza che l’entropia, cioè il disordine, crescano continuamente fino ad un futuro generale collasso “termico” dell’Universo verso una situazione di caos assoluto. Solo nei processi “reversibili” (quelli cioè in cui si può tornare indietro) l’entropia rimane costante. La misura della crescita dell’entropia (indicata con la lettera S) in un processo è molto semplice dato che essa è definita semplicemente come il rapporto tra il calore prodotto (Q) e la temperatura assoluta (T) in ogni istante: quindi S = Q/T. La scala della temperatura assoluta (detta anche scala Kelvin dal nome del suo ideatore) parte dallo “zero assoluto”, minimo limite inferiore cui la temperatura può tendere, pari a circa -273 gradi centigradi.

Altri noti risultati ottenuti da Clausius sono stati: il “Teorema Viriale” del 1870 (da “vis”= forza), che lega l’energia cinetica con quella potenziale in un sistema di particelle elementari, e l’equazione di Clausius-Clapeyron che lega tra loro la pressione, la temperatura, il volume e il calore (detto “calore latente”) necessario ad una trasformazione di una sostanza da solido, a liquido e a vapore (per esempio la trasformazione del ghiaccio in acqua liquida o vapore). Emile Clapeyron (1799-1864) fu un fisico ed ingegnere francese, che operò nel settore ferroviario e svolse anche studi di Scienza delle Costruzioni relativi all’equilibrio interno dei solidi omogenei.

Il principio generale di trasformazione irreversibile del mondo annunciato da Clausius ha un carattere non solo fisico, ma più generalmente filosofico ed era stato già enunciato sotto altre forme da alcuni valenti filosofi antichi che non ci stancheremo mai di ricordare, come Eraclito e Democrito: quest’ultimo aveva previsto anche il collasso finale del mondo alla fine di un processo di continua trasformazione, salvo la possibilità che si creassero poi nuovi mondi. Ovviamente nessuno spazio viene lasciato in queste grandiose concezioni materialiste a miti come quello della creazione di origine divina, a interventi della “Provvidenza”, esistenza di Paradisi o Inferni, o Giudizi Universali finali.

Vincenzo Brandi
  1. L. Geymonat, “Storia del Pensiero Fil. e Sc.”, opera cit. in bibl.
  2. RBA, “Le Grandi Idee della Sc. – Kelvin”, op. cit. in bibl.
  3. RBA, “Le Grandi Idee della Sc. – Boltzmann” op. cit. in bibl.
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Rudolf Clausius (1822-1888)

martedì 2 aprile 2019

Esternazioni di Fulvio Grimaldi su M5S e Serbia



Non sono dei Cinque Stelle, ma ritengo che, con tutti i limiti, i cedimenti, i compromessi, i disordini teorici, i 5 Stelle siano quanto di meglio sia apparso sulla scena dei morti e agonizzanti vermicelli sedicenti di sinistra. E se non sono d’accordo con l’accettazione della Nato e la sottolineatura delle alleanze atlantiche, sono d’accordissimo con il reddito di cittadinanza che, per la prima volta dal ‘68 dedica qualcosina ai poveri, con la legge spazzacorrotti, con la moratoria alle trivelle, con lo stop alla pubblicità dei biscazzieri, con il ritiro delle concessioni autostradali, e con molte altre cose, in ispecie di Di Battista, che dal Centroamerica ha scritto alcuni dei migliori reportage “di sinistra” mai letti. 

Per quanto riguarda le vicende trascorse e presenti della  Serbia  concordo con i miei amici e compagni serbi,  il 20 marzo u.s.  incontrati a Belgrado (vedi: http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/03/belgrado-serbia-convegno-internazionale.html che hanno trovato stupefacente  che  al convegno di Firenze, previsto per il 7 aprile 2019,  assieme a   personaggi ineccepibili come Chodussovski, Jovanovic, Diane Johnstone  (che per la Serbia e contro i crimini e le calunnie Nato si sono battuti a costo anche di rimetterci personalmente) siano stati invitati elementi inqualificabili che ora si vestono di ornamenti anti-Nato (vedi: https://www.marx21books.com/firenze-7-aprile-2019-i-70-anni-della-nato-quale-bilancio-storico/)

Cosa né sufficiente, né accettabile da parte di chi ha spianato la strada a quei crimini sostenendo le falsità e diffamazioni che li dovevano rendere accettabili all’opinione pubblica: i pellegrinaggi clerico-sinistri a Sarajevo, assediata tanto dai bosniaci quanto dai serbi, ma di cui si sosteneva la parte dei jihadisti rastrellati dal fascista Izetbegovic e si criminalizzavano i serbi in difesa, peraltro poi cacciati dalla città in 130mila, dove erano la maggioranza; sono gli stessi che piagnucolavano sulle bombe di D’Alema, ma sostenevano l’enorme calunnia di una Serbia fanaticamente nazionalista e sotto un dittatore che si voleva tale a dispetto delle infinite elezioni regolari tenute sempre, dell’ampia libertà di stampa in cui imperversavano, persino in piena guerra, le radio e le tv di George Soros e di Otpor, care ai centri sociali oggi in fregola di traffico di carne umana. Gli stessi che insistono ogni anno, nella ricorrenza, ad avallare l’infame truffa del cosiddetto massacro di Srebrenica e occultano quello dei 3.500 serbi massacrati nei villaggi intorno a Srebrenica dal capobanda bosniaco Nasr Oric.  Sono quelli che non hanno speso una parola in difesa di Slobodan Milosevic, difensore della Jugoslavia libera, socialista e sovrana, fatto morire nel carcere Usa per aver potuto essere provato colpevole di alcunché, e della Serbia massacrata dall’uranio e dalla grafite.

Che  certa gente possa essere stata dagli organizzatori ammantata del diritto a pronunciarsi sull’anniversario del crimine che ha inaugurato la corsa alla fine del diritto e al trionfo del gangsterismo internazionale, è una roba che grida vendetta e fa rivoltare lo stomaco. Un sentimento condiviso dai serbi e dai loro veri amici, ne ho la testimonianza.

Ci sono occasioni in cui la tolleranza, il volemose bene, i tarallucci e vino, il riuniamoci tutti, anche i rettili, nella causa comune, diventano complicità, pugnalata alla schiena. Monnezza. Venite a vedere i bambini serbi nati nell’uranio e nei veleni sparsi appositamente a forza di bombe su raffinerie, petrolchimici e successive alluvioni sparginquinamento. E poi guardate in faccia coloro che vi hanno convinto ad accettare lo sterminio che in quei giorni  iniziò, a forza di minchionarvi con il discorso razzista e colonialista dei “dittatori”.

Spero che voce degli onesti, a Firenze,  riduca al silenzio questi collaborazionisti. Ma vedrete, se la caveranno attenendosi, ipocriti come sempre, al copione.

Fulvio Grimaldi