La
recente manifestazione “pacifista” svoltasi a Roma il 25 gennaio 2020,
a Piazza dell’Esquilino, ha lasciato uno strascico di polemiche che
hanno intasato le reti dell’informazione (ma non certamente i media
che l’hanno semplicemente ignorata). Cerchiamo di fare chiarezza
procedendo con ordine.
Una
giornata di protesta internazionale per il giorno 25 (*) era stata
indetta da organizzazioni pacifiste statunitensi in risposta al vile
assassinio in Iraq del generale iraniano Soleimani,
ucciso
insieme al comandante delle milizie irachene che avevano sconfitto
l’ISIS, ed ai loro stretti collaboratori. Ricordiamo che Soleimani,
considerato un eroe in Iran e da larga parte delle popolazioni in
altri paesi del Medio Oriente, era stato il coordinatore e lo
stratega di tutte le forze che avevano combattuto contro l’ISIS ed
altre formazioni terroristiche in Siria, Iraq, Libano, riuscendo a
mantenere l’unità e la sovranità di quei paesi minacciati da
attacchi esterni e dalla sovversione interna alimentata da Israele,
USA, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, e da vari altri governi
filo-imperialisti dell’area. L’assassinio, seguito alla denuncia
da parte USA dell’accordo sul nucleare iraniano, aveva portato il
Medio Oriente, e forse il mondo intero, sull’orlo di una guerra
devastante, evitata grazie anche alla moderazione ed al sangue freddo
delle autorità iraniane.
L’iniziativa
della manifestazione del 25 in Italia è stata - però - abilmente
tolta dalle mani dei movimenti pacifisti italiani più coerenti ed
antimperialisti – come il Comitato contro la Guerra di Milano, No
War, i Cittadini USA per la Pace e la Giustizia, ma anche Rete dei
Comunisti, PCI, ecc.) che avevano già indetto delle prime
manifestazioni al centro di Roma e di Milano e sotto l’Ambasciata
USA. Un Appello è stato sottoscritto da una miriade di associazioni
a forte influenza PD e cattolico-moderata (come ACLI, ARCI, Assopace,
Beati Costruttori di Pace, Tavolo della Pace, CGIL, FIOM, ANPI,
ecc.), nonché da ONG, come Un
Ponte Per,
che da anni si sono votate ad un’azione di fiancheggiamento alle
politiche dei vari governi italiani, che le finanziano ampiamente.
Nell’Appello dal titolo: “spegniamo
la Guerra, accendiamo la Pace”,
accanto a giuste e ovvie richieste come quella di non usare la basi
USA-NATO in Italia per azioni unilaterali di guerra, di vietare la
vendita di armi a paesi belligeranti, di rinunciare all’acquisto
degli F-35, ecc., si riscontrano evidenti ed inaccettabili ambiguità
che prefigurano l’indirizzo che poi sarà dato alla manifestazione,
indirizzo di senso del tutto opposto a quello antimperialista
contenuto nel precedente appello internazionale. Infatti si
denunciano esplicitamente “ingerenze iraniane in Iraq”; si
denuncia l’azione di “potenze regionali e globali che si
contendono con la guerra le zone di influenza sulle popolazioni
locali”, mettendo sullo stesso piano le aggressioni USA-israeliane
e saudite (aggressioni dirette ma anche indirette con l’uso di
bande mercenarie prezzolate e sovversione interna), con il tentativo
finora riuscito di Iran, Russia, con la Cina sullo sfondo, di salvare
l’indipendenza e la sovranità dei paesi attaccati; si parla di
solidarietà con i tentativi di sollevazioni in atto a Baghdad,
Teheran, Beirut, Algeri, Damasco, Cairo, accreditandoli come reali
moti popolari, e non come chiari tentativi di rivoluzioni “colorate”
indotte dall’esterno dai servizi segreti e dalle ONG Occidentali,
come quelle riuscite in Jugoslavia, Libia, Ucraina, Georgia, Bolivia,
e finora fallite in Venezuela, Iraq, Siria, Egitto, Algeria, Hong
Kong, ecc. ; si parla di “regimi teocratici e militari – comunque
illiberali e non rispettosi dei diritti umani …” che
praticherebbero “repressione, torture, corruzione”, con chiaro
riferimento ai governi di Iran, Siria, Egitto, Algeria, ecc.,
avvallando di fatto la versione statunitense sull’assassinio degli
importanti esponenti della Resistenza iraniana ed irachena.
Anche
le proposte risultano evidentemente orientate nel senso di offrire la
sponda ai governi USA-NATO: infatti si chiede il ritiro dei soldati
da Afghanistan e Iraq, ma contemporaneamente si richiede “una
missione di peace-keeping a mandato ONU ed inviare corpi civili di
pace”, in un chiaro tentativo di coprire sotto la bandiera dell’ONU
operazioni militari neo-coloniali, come tante che sono già avvenute
in passato (basti ricordare le aggressioni militari alla Corea e alla
Libia con copertura ONU); non si nega l’uso delle basi militari in
Italia se ciò avvenisse sotto la copertura dell’ONU; si chiede di
“adoperarsi per la sicurezza del contingente italiano ed
internazionale in missione UNIFIL in Libano”: come? Con l’invio
di nuove truppe per controllare i movimenti della Resistenza
Libanese?
Forse
il massimo di ipocrisia si raggiunge quando si dice che l’Unione
Europea “nata per difendere la pace deve assumere una forte
iniziativa con azioni diplomatiche, economiche, commerciali e di
sicurezza” e che bisogna “avviare una rapida implementazione del
Piano Europeo per l’Africa”. Gli Jugoslavi ed i Libici che si
sono trovati sotto le bombe europee negli anni ’90 e nel 2011, gli
abitanti di Mali, Niger, Ciad, Repubblica Centro-africana, che
languono sotto lo sfruttamento neo-coloniale francese e che si
trovano le truppe francesi in casa, pronte ad effettuare colpi di
stato come quello del 2011 in Costa d’Avorio, saranno molto
rassicurati da questa incredibile proposta. Anche noi europei –
come ricordava un recente articolo di Contropiano – sappiamo che EU
significa neo-liberismo selvaggio, attacco alle conquiste parziali
ottenute dai lavoratori in anni di lotte nei decenni passati, Jobs
Act, Legge Fornero e Legge delle Pensioni in Francia, compressione
dei salari persino nella “ricca” Germania, per non parlare del
disastro della Grecia massacrata dalle banche tedesche.
Nonostante
queste premesse, alcuni pacifisti isolati, o intere organizzazioni
politiche (tra cui il neo-PCI , come risulta da una comunicazione di
Bruno Steri) hanno deciso di partecipare alla manifestazione, anche
senza aderire ufficialmente. Si sono trovati a gestire una situazione
difficile. Gli organizzatori hanno invitato sul palco prima F. R. ,
un noto sostenitore dei terroristi islamici sunniti che insanguinano
da anni la Siria, che ha inneggiato all’uccisione del
“maledettissimo
generale iraniano”;
poi hanno permesso l’intervento di una giovane iraniana
sostenitrice dell’opposizione filo-occidentale in Iran che ha
parlato ovviamente contro la “dittatura iraniana”, mentre l’amico
giornalista iraniano Amid – sempre pronto a fornire
un’informazione veritiera su tutte le manifestazioni pacifiste e
perseguitato, non a caso, dallo Stato italiano che lo aveva persino
arrestato per una falsa accusa di traffico di armi, poi crollata –
veniva provocato e insultato da alcuni “oppositori” iraniani.
Marco
Palombo
di No War ha inutilmente protestato, mentre il noto pacifista
statunitense, che vive da anni a Roma, Patrick
Boylan
si è allontanato ed ha poi indirizzato una lettera di protesta a
Fabio
Alberti,
responsabile di Un
Ponte Per
e principale gestore della manifestazione. La risposta scritta di
Alberti è stata arrogante e durissima.
La verità è che queste
ONG, e le associazioni che le spalleggiano di area PD-cattolici
moderati, sono portatrici di un’ideologia neo-colonialista secondo
cui solo i paesi occidentali possono essere portatori di istanze
democratiche, per cui sono giustificate tutte le operazioni militari
di peace-keeping, magari sotto le bandiere dell’ONU, e gli
“interventi umanitari”, magari a suon di bombe, contro paesi
ex-coloniali, considerati “dittature”. Il diritto
all’indipendenza degli stati che escono da situazioni coloniali non
viene riconosciuto, e questi paesi sono indicati come “stati
canaglia che violano i Diritti Umani”, come la Siria, l’Iran o la
Corea Popolare. Quest’atteggiamento si ritrova nelle formazioni
trotskiste, come PCL e Sinistra Anticapitalista, e – per esempio-
anche nella “sinistra” britannica alla Orwell.
E’ necessario per chi si trova su posizioni genuinamente
antimperialiste, nella tradizione di Lenin
e Mao,
di discutere a fondo su questi problemi e prendere le distanze dai
falsi pacifisti. Roma
Vincenzo Brandi
(*) - Articolo collegato:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2020/01/18/25-gennaio-2020-dai-pacifisti-usa-appello-internazionale-contro-la-guerra-in-medio-oriente/