mercoledì 31 dicembre 2014

Grecia - Cosa ne pensa Tsipras della NATO?



In Grecia si vota il 25 gennaio 2015  e Syriza è in testa nei sondaggi. Se vince, come è probabile, cosa il premier Tsipras farà sulla NATO? Sicuramente il problema non è in cima ai suoi pensieri e le posizioni del 2012 ("dobbiamo uscire!") si sono, diciamo, ammorbidite. Quello che conta per Tsipras è, a parole, battere l'austerità in Europa, e, nei fatti, in particolare il piano imposto dalla Troika per la Grecia , il cosiddetto memorandum, cioé l'accordo per i 240 miliardi di euro di prestiti internazionali in cambio delle "riforme" antipopolari.

Sappiamo tutti che Syriza chiede uno sconto del 70% del debito greco nelle mani delle grandi istituzioni internazionali, salvando i creditori privati.
(Alla City di Londra Syriza ha poi spiegato che si accontenterebbe di una "moratoria" del pagamento degli interessi sul debito pari a 9 miliardi di euro).
Il debito greco ammonterebbe a 330 miliardi di euro, pari al 177% del PIL (che negli anni della crisi si è ridotto di 1/4). Di questi 330 miliardi il 72% sarebbero da considerarsi, appunto, "official loans", cioé crediti in mano a istituzioni pubbliche (60% della UE attraverso i suoi fondi ESFS e ESM, e 12% del FMI). L'8% sarebbe detenuto direttamente dalla BCE.
Lo sconto chiesto da Syriza colpirebbe soprattutto la UE, attraverso l'ESM (il cd fondo salva-stati che detiene il 44% del debito pubblico greco) e i suoi Stati membri: in percentuale maggiore la Germania (27%), ma anche l'Italia avrebbe problemi con il suo 18% di quota ESM.
Per il suo popolo Syriza promette elettricità e cibo gratuito alle fasce povere, ripristino della 13esima mensilità ai pensionati minimi, innalzamento della soglia di esenzione fiscale da 5mila a 12mila euro.
Non ci saranno comunque "decisioni unilaterali", né sul debito né sulle misure di austerity.
L'impressione che personalmente mi sono fatto è che Tsipras pensi furbescamente, almeno nelle proclamazioni elettorali, di tenere per le palle l'Europa, ma il suo è probabilmente un calcolo sbagliato. "O accettate le mie - del resto ragionevoli - condizioni o crolla a catena il sistema bancario europeo, quindi salta l'euro". Pensa di poter scaricare parte consistente del debito sui Paesi europei finanziatori presumento che questi - la Germania in primis, ma c'è anche l'Italia - possano contemporaneamente consentire alla Grecia di rimanere nell'Unione Europea. Non si tratta di mosse per mollare l'Unione, è proprio convinto di potere mettere in saccoccia la Merkel, Juncker, Draghi e tutti quelli che gli stanno dietro (e forse sopra)!
Sicuramente Tsipras sta complicando la vita al governatore della BCE Draghi, che deve far digerire alla Bundesbank il Quantitative Easing da 500 miliardi di euro (l'acquisto di titoli di Stato per creare moneta e contrastare la deflazione). L'eurozona entra in fibrillazione. Ci si comincia a chiedere se la Grecia sarà la buccia di banana che farà scivolare il quadro politico verso quelle derive euroscettiche e nazionalistiche temute dai giocatori di Borsa (onoreranno gli Stati i loro impegni sul debito pubblico?). Anche in Spagna si attende la vittoria di Podemos alle elezioni del 2015. In Francia si profila il trionfo di Marine Le Pen alle presidenziali del 2017.
Tsipras è sicuramente più abile e socialmente radicato dei "sinistrati" italiani (i Vendola, i Ferrero e quanti altri) ma mi pare che sottovaluti il potere e la forza delle oligarchie finanziarie, politiche e militari contro le quali andrà a sbattere il muso.
La Repubblica di oggi, ad esempio, con Federico Fubini accenna ai motivi per cui il "ricatto" di Tsipras presumibilmente non passerà.
"Nel 2015 Atene deve rimborsare agli investitori privati titoli per 16 miliardi di euro: se voltasse le spalle all'Europa e i creditori le tagliassero i rifornimenti, il prossimo governo greco non avrebbe altra scelta che tornare a stampare moneta propria per continuare ad esistere. Sarebbe un segnale per tutti, Italia inclusa, che l'euro non è per sempre e il solo sospetto che la porta d'uscita si è aperta può bastare a far salire i tassi d'interesse verso livelli pericolosi... La pressione per varare gli interventi sui titoli di Stato prima delle elezioni greche è massima, perché l'euro ha bisogno di una nuova rete di sicurezza prima che da Atene arrivino nuove scosse. La banca centrale può sempre decidere di escludere la carta greca dagli acquisti, fino a quando il nuovo governo non deciderà se continuare o meno il programma di assistenza europea... Anche così, per Draghi resta tutt'altro che facile mettere in minoranza la Bundesbank e obbligare la Germania - contro la sua volontà - a farsi carico tramite la Bce del rischio su centinaia di miliardi di debito italiano, portoghese o spagnolo. Ancora meno lo è mentre un governo del Sud Europa annuncia il suo rifiuto a ripagare i prestiti ricevuti..."
Tsipras sta chiedendo alla BCE di pagare assegni in bianco per la Grecia (non so se ci è o se ci fa a chiedere cose impossibili) quando il problema è invece di lavorare per creare, intanto, un "Fronte del Sud" per rivedere Trattati generali inaccettabili e nel frattempo sospendere di fatto, con la massima avvedutezza, la loro applicazione in Patria nelle clausole palesemente vessatorie.
Si predica l'internazionalismo, ma in realtà si pratica un "nazionalismo aperto" (come poteva essere quello di Mazzini nell'800). Non si lavora per un obiettivo europeo democratico e popolare in cui inserire la Grecia, ma si ha in mente la sola Grecia adoperando una retorica europeista. Non è giusto né utile - ritengo - lavorare di fatto per dei privilegi alla Grecia in questa "gabbia" UE (con il retropensiero: "se mi fate fallire fallite anche voi") ma ha senso invece darsi da fare perché l'Europa non sia più una prigione neoliberista/monetarista e diventi invece uno strumento democratico promotore di diritti e di diritto a livello internazionale.
Cittadini e popoli europei abbiamo bisogno di un'Europa unita e democratica per poter sperare di abbattere la "dittatura finanziaria" che sta opprimendo l'intero mondo. Non ci serve tornare, paesello per paesello, alle singole monete nazionali (se non addirittura regionali) ma di costruire un controllo pubblico e democratico su una moneta in grado di pesare nel mondo - e magari, ad esempio, di superare il dominio del dollaro, che oggi è il dominio della turbo-finanza dei derivati.
(Anche la geopolitica dell'energia, che è tra l'altro il fattore determinante della crisi Ukraina, restringe i margini delle manovrette. La guerra principale che si sta combattendo da quelle parti - almeno per il momento è così - ha come posta principale chi deve rifornire di gas e di petrolio l'Europa: se devono essere gli USA, con le nuove tecnologie del fracking che pescano dalle rozze scistose, o se deve continuare ad essere la Russia, con i sistemi produttivi tradizionali. La dipendenza energetica è anche dipendenza economica, quindi è una manna per chi si propone di esercitare un'egemonia politico-militare).
Secondo lo stesso schema di ragionamento, non ci serve organizzare le energie per uscire singolarmente dalla NATO, ma occorre unirsi per scioglierla con un'azione europeista e internazionalista. Ammettiamo che il nostro Alexis (ci credo poco), appena eletto capo del governo, dichiari: "Da oggi la Grecia esce dalla NATO e si fa pacificamente i fatti propri" crediamo che questo possa influire, ad esempio, sulla crisi Ucraina che, grazie proprio all'allargamento della alleanza atlantica, può precipitarci nel vortice disastroso di una guerra persino nucleare? Penso che, se abbiamo a cuore la pace (ed in fin dei conti, la nostra stessa sopravvivenza) dovremmo piuttosto consigliare di sabotarne le tendenze belliche dall'interno, con alcune prese di posizione dall'impatto politico e pratico realmente micidiale, se si considera il dato fondamentale che lo Statuto dell'Alleanza impone decisioni all'unanimità:
1- la Grecia non voterà mai l'allargamento ulteriore della NATO ad Est perché pone il problema dello scioglimento collettivo dell'Alleanza, ormai residuo fossile (in tutti i sensi) della Guerra Fredda finita da un pezzo;
2- la Grecia chiede l'immediata denuclearizzazione della NATO e si pronunzia per una immediata Convenzione internazionale che proibisca le armi nucleari;
3- per la Grecia si può relegare in soffitta l'impegno collettivo NATO a spendere il 2% del PIL per la difesa;
4- per il voto greco, si dovrà togliere la sigla NATO a tutte le missioni militari "out of area";
5- la Grecia decide unilateralmente che le basi di truppe USA e NATO sul suo territorio le chiude (anche lì lo Zio Sam ha proteso le sue lunghe braccia armate!).
A questo punto, mi pare ovvio, sarebbero gli USA, con il loro blocco militare di fatto non più utilizzabile, a darsi da fare per espellere la Grecia (ed è anche prevedibile che, provandoci anche con le cattive, ci riuscirebbero presto, considerati gli attuali rapporti di forza). Verrebbe comunque fuori un pandemonio, in termini di dibattito politico e di attenzione dell'opinione pubblica internazionale, che potrebbe essere orientata su come un blocco militare viola lo spirito e la lettera della Carta dell'ONU. Ma per concepire questo tipo di tattica realmente radicale bisogna essere internazionalisti di nome e di fatto, non semplicemente dei nazionalisti "aperti" impreziositi da "narrazioni" internazionaliste...

Qualcuno potrà osservare: manifesti una sfiducia preventiva alquanto immotivata sulla natura "rivoluzionaria" di Syriza e del suo leader. Syriza è la speranza più corposa e concreta per una rifondazione libertaria ed egualitaria della sinistra europea, in conformità alle migliori tradizioni storiche del nostro continente, dall'Illuminismo alle culture del Movimento Operaio ed alle maturazioni culturali femministe, ecologiste, pacifiste, mondialiste. Sarà, forse, speriamo. Ho però appena visitato il sito ufficiale della sinistra radicale al Parlamento Europeo (http://www.guengl.eu/) e devo costatare che la parola NATO la si deve cercare con la lente di ingrandimento nelle pieghe, negli anfratti, ed è sempre affrontata di striscio come problema derivato e secondario. Sicuramente non c'è consapevolezza della centralità strategica della denuclearizzazione civile e militare, che è il cuore dell'estinzione della NATO, anche nel suo collegamento con la conversione energetica rinnovabile, base essenziale dell'ecosviluppo alternativo. La "nuova" sinistra che emerge dal sito mi pare purtroppo "vecchia" nel privilegiare una logica redistributiva quando nel XXI Secolo è arrivato il momento di proporre un nuovo immaginario della ricchezza e un nuovo modo di produrla, consumarla, amministrarla...

Alfonso Navarra

martedì 30 dicembre 2014

Nuovi martiri religiosi - Ovvero: "Chi la fa l'aspetti!"

In un mondo che gronda violenza, sembra tuttavia che i cristiani (e forse, anche se non solo, in special modo i cattolici) siano vittime di attacchi che li riguardano specificamente, cioè in quanto tali. Molti casi recenti e meno recenti, ma anche recentissimi, propongono i cristiani come vittime designate, specie nei continenti asiatico e africano. Prendiamo il caso delle ragazze nigeriane che il gruppo terroristico musulmano Boko Haram intende vendere come schiave o convertire per forza. O quello dei religiosi missionari, o semplicemente testimoni di pace, uccisi.


Al riguardo è inutile darsi alla macabra computisteria funebre e cercar di stabilire se muoiano più cristiani o musulmani o altro: il punto non è affatto quello. Né si vuole qui spiegar tutto con il principio dell’ “offrir l’altra guancia”: in Asia e soprattutto in Africa, dal Libano alla Nigeria, casi di cristiani che reagiscono anche armati ce ne sono eccome. Nella storia fino al Sette-Ottocento, le Chiese e i gruppi cristiani erano tutt’altro che disarmati: e, se talvolta sono stati perseguitati, non sono mancati i casi in cui sono stati anche persecutori eccome. Dall’imperatore Teodosio alla fine del IV secolo d.C. fino ai cattolici e ai protestanti gli uni contro gli altri armati dall’inizio della Riforma fino alla “guerra dei Trent’Anni” del 1618-1648, alle “guerre stuardiste” nella Scozia primosettecentesca, alle insorgenze antigiacobine e antibonapartiste tra Vandea, Spagna, Italia e Tirolo fino al Messico degli Anni Venti, alla Spagna degli Anni Trenta e al Libano della fine del secolo scorso – e ancor oggi – cristiani al potere che perseguitano gli avversari o cristiani in armi contro i loro nemici se ne sono visti eccome.

Ma oggi il panorama è diverso. E il punto è capire perché tutto ciò non faccia notizia o ne faccia troppo poca, specie nei paesi a maggioranza cattolica o statisticamente tale. In altri termini: perché il cristianesimo è diventato l’unica religione che si possa attaccare impunemente? Perché l’anticristianesimo è rimasto l’unico pregiudizio accettabile?Perché da noi ci si scandalizza degli eventuali attacchi (magari sotto forma di semplici barzellette) contro il profeta Muhammad o contro il Corano o di muri di sinagoghe imbrattati, mentre i casi di bestemmie insulti contro il cristianesimo o, peggio, di chiese bruciate, di religiosi uccisi, di ragazze cristiane sequestrate dai fondamentalisti musulmani, di quartieri cristiani presi di mira da induisti o di chiese deturpate da scritte ingiuriose com’è accaduto di recente in Israele provocano al massimo qualche debole protesta di gruppi minoritari o una peraltro sempre autorevole denunzia del papa nell’Angelus domenicale?

La questione va storicamente inquadrata a due livelli: il primo interno a quello che siamo soliti definire “il nostro Occidente moderno”; il secondo relativo ai rapporti tra essi e le altre culture.
Al primo livello, c’è una cosa di cui dobbiamo renderci conto: noi abbiamo cessato di essere almeno da più di due secoli una “Cristianità”: vale a dire una società che si fonda sulla fede cristiana (sia pure scandita in differenti confessioni) per tutti gli aspetti della sua vita pubblica e privata. La nostra politica, la nostra economia, la nostra estetica, il nostro diritto, la nostra scienza non sono più ispirate ai valori cristiani: almeno dal Duecento, con più forza poi dal Quattro-Settecento, si è avviato il cosiddetto “processo di secolarizzazione”, che ha conosciuto episodi di semplice sganciamento dalla fede cristiana e dalla Chiese storiche ed episodi addirittura di vero e proprio anticlericalismo o anticristianesimo: e che, per molti di noi, hanno coinciso con la progressiva acquisizione della libertà di coscienza e di pensiero. Nel nostro mondo, nel quale i cristiani possono a livello individuale e privato essere anche moltissimi ma nel quale il cristianesimo non è più civicamente e intellettualmente ritenuto un valore fondante, è evidente che i cristiani possono costituire il più o meno facile obiettivo di discredito e anche di violenze senza che nessuno si levi in loro difesa.


Quanto alle altre culture (e questo vale soprattutto per i musulmani, e oggi principalmente in Africa; vale anche per gli induisti nel subcontinente indiano; il caso degli ebrei, sia d’Israele sia della “diaspora”, è differente e andrebbe trattato a parte), la questione di fondo è dolorosa, ma ohimè anche semplice. Un Occidente in progressivo corso di secolarizzazione, tra Cinque e Ottocento, ha soggiogato il mondo; esso stava discostandosi al suo interno dai valori cristiani, ma esternamente proponeva il cristianesimo come uno dei suoi connotati di fondo, e sovente la penetrazione e la conquista coloniali andavano di pari passo con l’impianto di missioni religiose. Che esse svolgessero anche una benemerita attività umanitaria, spesso riconosciuta dagli stessi nativi, e che talora i missionari addirittura facessero causa comune con essi contro i maltrattamenti di schiavisti o di sfruttatori, non toglieva che il cristianesimo fosse visto come uno dei volti dell’oppressione coloniale.

Questo pregiudizio ha avuto una vita molto lunga; e di recente ha conosciuto un triste revival in quanto rivendicato dai vari movimenti fondamentalisti. D’altronde, finché essi agivano in una direzione indiscriminatamente antioccidentale, com’è accaduto più o meno fino a qualche anno fa, il fronte era quanto meno chiaro: ricordate i discorsi di Bin Laden contro “i crociati”? Ma da alcuni anni, grazie soprattutto alla mediazione saudita, alcuni gruppi fondamentalisti (lo si è visto in Libia e poi in Siria) hanno agito di concerto con le potenze occidentali: e allora la cosa si è ulteriormente ingarbugliata.

Usciremo da questo groviglio di malintesi? E’ difficile. Per farlo, comunque, è necessario cominciar a capire – e a spiegare agli altri – due cose: primo, non è strano che i cristiani vengano perseguitati nel mondo dal momento che la persecuzione, o quanto meno l’emarginazione, sono cominciate proprio da noi in Europa. Secondo: le intenzioni delle Chiese cristiane, che pur hanno accettato di essere presenti alle varie fasi della conquista occidentale del mondo, non sono mai state funzionali a quella conquista, per quanto casi di complicità o di connivenza possano essersi verificati. Esser consapevoli di tutto ciò non servirà di per sé a mettere fine alle violenze: ma servirà a situarle nel loro più preciso contesto storico e quindi a denunziarle e a combatterle più efficacemente.

Franco Cardini

lunedì 29 dicembre 2014

....la rivolta "pragmatica"




La questione è se bisogna aver pianificato un sistema perfetto, o
quasi, da sostituire a quello vigente per poter agire, oppure se, dato
che la situazione economica sta precipitando in un caos
incontrollabile, e` urgente, invece, usare ciò che e` disponibile al
momento per ribaltare la situazione, specialmente in un momento
storico quando la possibilità di un'ancora russo-cinese e` ancora
possibile.

So bene che la vera politica non e` quella data in pasto al pubblico
(ho lavorato come assistente speciale ad un ambasciatore che negoziava
"privatamente" con l'Iran), ma, qui stiamo parlando di cosa è
possibile mettere in atto con quello che e` alla mano.  ("You have to
deal with the cards you are dealt". La saggezza mi piace in qualsiasi
lingua).

Il sistema di formazione classico italiano e` insuperabile per la
capacita` di analisi critica che sviluppa nei più intelligenti e che,
in tempi di relativa tranquillita`, e` certamente fondamentale, ma, in
situazioni critiche, quella stessa capacita`, sembra a me, diventa
causa di paralisi. E` quello che sto constatando guardando conferenze
e interviste sia su Youtube che su alcuni canali italiani.

Le dinamiche di contrasti ci sono in tutti i periodi storici e da
questi contrasti poi emergono nuove realtà economiche, demografiche e
politiche.

Questo meglio espresso da Friedrich Wilhelm Nietzsche:

Examine the lives of the best and the most fruitful men and peoples,
and ask yourselves whether a tree, if it is to grow proudly into the
sky, can do without bad weather and strom,  whether unkindness and
opposition from without, whether some sort of hatred,  envy,
obstinacy, mistrust,  severity,  greed and violence do not belong to
the favouring circumstances without which a great increase even in
virtue is hardly possible. The poison which destroys the weaker
nature, strengthens the stronger – and he does not call it poison
either.

Esaminate le vite degli uomini migliori e dei popoli più fecondi, e
chiedetevi se un albero che deve crescere orgoglioso verso il cielo può
fare a meno del maltempo e delle intemperie, se la cattiveria e
l'opposizione dall'esterno, sia essa una sorta di odio, d'invidia, di
ostinazione, di sfiducia, di severità, di avidità e di violenza,  non
appartengono alle circostanze che favoriscono e che, senza le quali,
un grande aumento, anche in virtù,  è quasi impossibile. Il veleno che
distrugge la natura più debole, rafforza quella più forte - e
quest’ultima neanche lo chiama veleno.


Ma, tornando nel nostro orticello e al microcosmo di noi individui:
quello che si sta delineando e` di una portata che non e` neanche
immaginabile (Sotto direzione di Citigroup, il Congresso ha
smantellato l'ultimo piccolo salvagente finanziario del Dodds-Frank
che imponeva alle banche di fare speculazioni di derivativi sono in
enti sussidiari).

In un articolo ieri, un commentatore ha dichiarato, riferendosi ad
un'intervista tra analisti di finanza: "La nave sta affondando e loro
vogliono controllare di che legno e` fatta la scialuppa!".
Non so se e` a te che ho scritto questo qualche tempo fa:

I movimenti di incompetenti, saranno anche incompetenti, ma se hanno
l'effetto di svegliare i cittadini dal torpore della rassegnazione,
sono meglio di niente. Tieni presente che la competenza e, in minor
misura, la capacita` di leadership, sono rare qualità. In genere, ci
si e` sempre dibattuti tra incompetenti rapaci e competenti rapaci. I
periodi felici (si fa per dire) nella storia sono stati quelli in cui
i competenti (e anche quelli rapaci), hanno permesso ad un buon numero
di persone intelligenti e lungimiranti di esprimersi ed operare.

Se Grillo e` disposto a fare la pista, ha tutta la mia ammirazione. In
ultima analisi, credo che la volontà di sopravvivere, come l'acqua,
trova sempre la via d'uscita e il suo livello.


Susanna S.


..............................


Commento di Giorgio Vitali: "Ringrazio Susanna per lo stimolo
piuttosto consistente che mi induce ad intervenire. Intanto ritengo
che in parte abbiamo risposto nel video di ieri espresso come
messaggio agli italiani. ( Nave senza nocchiero in gran tempesta....è
singolare il fatto che la nostra storia letteraria riporti come una
costante "letteraria" l'invettiva dei nostri GRANDI (in senso
foscoliano) contro una situazione italica che "tradisce" le loro
aspirazioni. E' l'unica costante che caratterizza il nostro paese nei
confronti di tutti gli altri paesi e letterature.C'è pertanto una
percezione nell'intimo di questi pensatori, che l'Italia può "dare di
più" come canta il coro dei bambini a Natale. Questo atteggiamento
riguarda anche l'ignorato scrittore Antonio Bruers, citato da me ieri,
nonché un altro grande della letteratura politica e mio concittadino
Alfredo Oriani ( Lotta politica in Italia, Rivolta Ideale).

Ciò detto, dovremmo entrare nel merito del CHE FARE di leniniana
memoria. E poiché Lenin esprimeva una domanda retorica, ( lui sapeva
cosa fare perché glie lo dicevano..) NOI invece abbiamo un problema
PRIMARIAMENTE ESISTENZIALE. Non perché temiamo di perdere l'esistenza
terrena, ma perché sappiamo che in certi frangenti...situazioni che si
ripresentano periodicamente specie dalle nostre parti, O RISOLVI
INTEGRALMENTE CERTE FACCENDE O NON VAI PIù OLTRE ALLA PURA
SOPRAVVIVENZA VEGETALE. ( Con tutto il rispetto per le piante, che
sanno qual che vogliono...) E qui possiamo anche aggiungere che NOI la
lezione l'abbiamo imparata, anche perché la CRISI attuale ci dimostra
che è possibile affrontarla usando tutti quei mezzi che furono
intercettati e bloccati dagli stessi che l'avevano creata nel 29 ed
oggi la stanno ripetendo. Convinti di poter sopravvivere "LORO!!"
sulla morte degli "altri".Quindi NOI abbiamo la risposta. Il problema
è come trovare il consenso in una società bloccata in tutte le
direzioni. Infatti, LORO, si sono premurati durante questi lunghi anni
NON SOLO A CONTROLLARE L'INFORMAZIONE e tutto quel che ne deriva, MA
SONO RIUSCITI ANCHE A PARALIZZARE QUALSIASI MOVIMENTO SOCIALE
ALTERNATIVO ALLA MASSIFICAZIONE. La storia del Movimento dei Quadri
(delle cui implicazioni sociali potremmo parlare altra volta) è
esemplare. Per non parlare del ruolo obnubilante svolto in questi
ultimi decenni dalla Chiesa, che a vederla in prospettiva dimostra
solo un zigzagare "a vista", mentre nel contempo cerca di frenare ogni
anelito sociale alternativo al sistema vigente con la scusa che deve
lei prima trovare soluzioni efficienti ( ma le aveva già trovate nella
ultradimenticata dottrina sociale).

Ed alla fine, occorre fare sempre riferimento al craxiano OTTIMISMO
DELLA VOLONTA' CONTRO IL PESSIMISMO DELLA RAGIONE. LA PSICOSOMATICA CI
INSEGNA CHE VINCE CHI LOTTA. ( Vince anche la malattia...).

A proposito della nostra storia scrive Antonio Bruers (luglio 942):
Col Rinascimento, la scienza rivoluzione la visione del Cosmo:
concezione dinamica. Si scopre, o per meglio dire si riscopre, la
concezione pitagorica e quindi italica della INFINITA' DEI MONDI. da
quasi quattro secoli la Filosofia e la Scienza stanno costruendo un
NUOVO UNIVERSO costruito sulla prospettiva dell'Infinito.

NOI CI RENDIAMO CONTO CHE SIAMO ANCORA DENTRO QUESTO DINAMISMO CREATO
DAL GENIO ITALICO durante una delle sue ricorrenti RIVOLUZIONI
CULTURALI che non sono quelle di MAO" GV

domenica 28 dicembre 2014

Mattatoio: l'inferno dimenticato



L’azione più improcrastinabile in difesa di un condannato a morte è sicuramente quella di evitare che venga ucciso. Succede che nel mondo animalista, secondo la logica della graduale liberazione degli animali, ci sia una sentita partecipazione ad azioni che tendono a proteggere gli animali dalle molte ingiustizie cui sono vittime da parte degli umani, ma pochissima adesione a lottare contro ciò che genera questa perniciosa mentalità antropocentrica (che considera gli animali alla stregua di oggetti ad uso e consumo dell’uomo) e che a sua volta genera il male supremo della  sistematica macellazione nei mattatoi (veri e propri campi di smontaggio e di sterminio di questi nostri sventurati fratelli animali). così succede che se in una pubblica piazza un povero coniglio venisse preso a calci vi sarebbe sicuramente una mobilitazione generale del mondo animalista, ma che diecimila stessi conigli vengano trucidati ogni giorno negli allevamenti viene tacitamente e passivamente tollerato come un male inevitabile.

Molti animalisti giustamente reagiscano con veemenza e si mobilitino con grande partecipazione al sopruso pubblico di un uccello, un gatto o un cane randagio ma la stessa mobilitazione e lo stesso risentimento non si ravvisa al sistematico, ininterrotto massacro di cavalli, mucche, vitelli, maiali, agnelli, conigli, polli ecc. smembrati per l’alimentazione umana. Se c’è un luogo maledetto è il macello dove gli animali vengono prima martirizzati negli allevamenti intensivi e poi uccisi in modo ancora più atroce, fatti a pezzi, spesso ancora vivi, per essere venduti nelle macellerie e nei supermercati per coloro che credono che gli animali siano cose da mangiare e non esseri dotati come noi di pensiero, emozioni, paura e voglia di vivere. Non cento o mille animali trovano la morte ogni anno nella bolgia dei mattatoi ma 170 miliardi di creature innocenti, 700 milioni di polli solo in Italia, (esclusi pesci, crostacei, molluschi echinodermi ecc. considerati a peso e non come individui).

La mattazione riunisce in se ogni settore dell’attività cui è impegnato il movimento animalista: prigionia, tortura, violenza, sfruttamento, uccisione, disprezzo della vita, negazione del dolore della vittima, diritto al nutrimento naturale, alla maternità… Non uno ma tutti i diritti di cui gode per natura ogni essere vivente vengono infranti con gli allevamenti intensivi e la pratica macellatoria.

Se l’inferno esiste sono i mattatoi, dove gli animali aspettano in fila di essere smontati tra il puzzo, gli escrementi e le interiora sparse sul pavimento di chi li ha preceduti. Se c’è un’ingiustizia che grida al cielo la sua vendetta sono i fiumi di sangue versati negli scannatoi pubblici, approvati, richiesti da gran parte della massa e benedetti anche dal clero. Non c’è vergogna, mostruosità, depravazione, abiezione, abisso più profondo, oscurità paragonabile alla innaturale, sistematica abitudine di uccidere il proprio vicino e mangiarne il cadavere.

Sotto l’aspetto etico non c’è ingiustizia o crudeltà paragonabile al progetto di far nascere, per poi uccidere un animale per mangiarselo, al solo scopo di provare piacere gastronomico. Sotto l’aspetto estetico, un pezzo di carne è quanto di più informe, orripilante, vomitevole, si possa concepire come alimento. Sotto l’aspetto salutistico, non c’è pietanza più carente di principi nutritivi, più dannosa, più portatrice di malanni. Anche sotto l’aspetto economico la produzione di carne è una follia dal momento che assorbe sostanze dieci volte superiori ad un’alimentazione vegana. E se per un solo kg di carne bovina vengono sacrificati circa 12 mq di foresta, considerando per difetto il peso di 300 kg di carne ottenuta, ogni manzo allevato costa al pianeta almeno 3600 mq di alberi abbattuti.

Insomma, a parte il danno conclamato dell’alimentazione carnea sulla vita e sulla coscienza degli umani, sull’economia e sul pianeta, se fossi io la vittima di turno, prima di qualunque diritto vorrei non essere ucciso.

Franco Libero Manco

sabato 27 dicembre 2014

Siria - Ummah a ummah ISIL (ISIS) - Purga o sharia?

Pulizia nell'esercito islamico di "Liberazione" 



47 membri di bande, tra cui turchi e azeri, sono stati arrestati da ISIS. Uno di loro è fuggito in Turchia. Ci sono state precedenti segnalazioni secondo cui l’ISIS ha effettuato esecuzioni interne, e ucciso chi non voleva combattere. 

Secondo un sito web pro-ISIS che mostra il titolo: “Pulizia interna in ISIS”, 47 persone sono state arrestate in un giro di vite interno.

Ordine dato da Baghdadi.
Il sito ha riferito che l’ordine per gli arresti è stato dato dal “califfo” di ISIS Abubekir al Baghdadi. La notizia ha riportato: “47 membri, tra cui turchi e azeri, alcuni giudici e emiri (comandanti), sono stati arrestati. Il gruppo, che è stato accusato di aver tentato di usare la propria posizione per piazzare la propria gente in posizioni di autorità all’interno dello Stato Islamico, è stato smascherato grazie all’ottimo lavoro del servizio di intelligence dello Stato islamico”. La notizia ha aggiunto che tali elementi che stavano seminando discordia, imprigionando guerrieri santi e cercando di scoraggiare la fede nella causa, continueranno a essere epurati.

È stato in precedenza riportato che ISIS ha giustiziato dei membri per rubarne i soldi, e degli altri poiché erano riluttanti a combattere, dopo avergli legato le mani dietro la schiena.




Altra notizia:  Tratto da "La notizia della Ummah" (in lingua croata):

Jabat al Nusra annuncia l'istituzione dello Stato islamico in Siria - dzbhetun nusra najavila uspostavu islamlskoq emirata u sirij


Dzebhetun-Nusra in gran parte in fase di preparazione per la designazione dell'emirato.Sotto il loro controllo, nei giorni scorsi ha iniziato con l'implementazione del piano iniziato con l'apertura del tribunale della sharia. Non è iniziato subito con l' hadova (punizione dettata da  sharia ) perché nemmeno il profeta, pace su di lui, arrivando alla Medina ad Hades cominciò subito. Così il consiglio degli studiosi dell tempo. come Shaikh Ulwan, Maqdisija e altri. Nusra ha iniziato il suo lavoro con l'apertura Mahkene (aula serijstskih ) in circa 5 aree sotto il loro controllo nella parte occidentale della Siria intorno a Idlib. All'arrivo Nusra ha cambiato il suo sistema di lavoro circa un mese e mezzo fa eliminando errori commessi in precedenza. In questo programma si comprende la pulizia nell' esercito di Liberazione  e la collaborazione con loro in qualsiasi campo. Il programma prevede la creazione di Sharia nelle zone sotto il controllo di Dzobhetun Nusra.

Fonte: 

venerdì 26 dicembre 2014

Buon Dio in tutti ed a tutti



"Tutto è Dio e tutto viene da Dio, ma nel confino dello spazio tempo anche la parte di Dio divenuta materia trova il limite della materia della relatività, della luce e della sua assenza, del calore e della sua assenza, della ragione e della sua assenza dell’amore e della sua assenza. Ma l’assenza delle proprietà di Dio nel mondo della materia che ha bisogno della parola per essere e per comunicare trova la creazione anche del non essere diventano essa stessa qualcosa. Tutto nasce dalla parola (in principio era il Verbo, ed il verbo era presso Dio ed il vera Dio). Il vuoto è assenza di materia ma nel momento che ha un suo “nome” diventa esso stesso una entità definita e creata non tanto da Dio ma dall’uomo che non è altro che il dio ad immagine e somiglianza, il Dio che crea se stesso, dando una dimensione definita nel mondo dello spazio tempo di entità fuori dalla “comprensione” come lo spirito nella anima, del tempo nell'eternità e dello spazio nell’infinito. Non avrebbero senza razionalmente concetti cosi immensi se non avessero anche la proiezione di essi in quello che è lo spirito e la mente dell’uomo Dio ma solo se accetta di esserlo...."

Giuseppe Turrisi 

giovedì 25 dicembre 2014

Appello di Anros Italia per il Popolo e lo Stato di Palestina



Considerando che la Palestina continua ad essere sotto attacco totale dei media imperialisti e sionisti anche quando le bombe dell’entità sionista non colpiscono con la stessa intensità la popolazione civile come durante le varie operazioni “piombo fuso” che hanno causato migliaia di morti soprattutto tra i più indifesi, donne, anziani e bambini;

che i paesi dell’ALBA, in primis Cuba e Venezuela, sono stati un esempio per il mondo nel riconoscimento del diritto del popolo palestinese, liberamente e sovranamente, di organizzare il proprio stato e di lottare contro l’oppressione e l’occupazione sionista;

che il Venezuela bolivariano, secondo l’ambasciatrice dello stato di Palestina a Caracas, Linda Sobeh Alí, ha fatto molto di più per il popolo palestinese di quanto abbiano fatto interi stati arabi;

che l’azione internazionale autonoma ed indipendente dei movimenti sociali e politici rivoluzionari sta spingendo un numero sempre maggiore di paesi nel mondo a riconoscere ufficialmente e concretamente il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese;

che l’Organizzazione delle Nazioni Unite riconosce il diritto universale ed inalienabile dei popoli a ribellarsi e resistere contro ogni forma di oppressione, occupazione e tirannia;

Dichiariamo il nostro impegno incondizionato a sostenere la causa del popolo palestinese, la sua Resistenza – come per tutti i popoli del mondo – in appoggio alle campagne di solidarietà nazionali ed internazionali che già esistono contro il sionismo, l’imperialismo, nonché di contribuire a crearne di nuove, per combattere l’apologia e la glorificazione del fascismo, e del neo-fascismo, del nazismo e del neo-nazismo, e delle altre pratiche che contribuiscono e favoriscono le forme contemporanee del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e della relativa intolleranza.  

 Anros Italia 
Catena dei Lattari,  Cava de’ Tirreni, Salerno, 



mercoledì 24 dicembre 2014

Natale 2014, depenalizzazione e porcherie annesse



Alcuni giorni fa  ho scritto una “cattiveria” anche sulla depenalizzazione che Renzi ed il Partito del Denaro intendono attuare: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/12/buona-fine-un-nuovo-inizio-e-incerto.html

Mi sono soffermato maggiormente sull’aspetto morale, su quanto concerne il vivere insieme.

Oggi mi permetto di elencare, a sostegno e per maggior chiarezza, una parte (non sono né avvocato, né magistrato) delle porcherie del renzie  tentando di suddividerle per argomento. Perdonate sia eventuale imprecisione, sia la tecnicità dell’elenco. Dunque:

Societario:
  • False comunicazioni sociali
  • Aggiotaggio
  • Infedeltà patrimoniale
  • Ostacolo alla vigilanza
Fallimentare:
  • Bancarotta semplice
  • Ricorso abusivo al credito
  • Mercato di voto
  • Omessa consegna
Persona:
  • Lesioni personali
  • Rissa
  • Violazione di domicilio
  • Omissione di soccorso
Settore pubblico:
  • Peculato d’uso
  • Abuso d’ufficio
  • Rifiuto d’atti d’ufficio
  • Indebita erogazione
Tributario:
  • Dichiarazione infedele
  • Omessa dichiarazione
  • Sottrazione fraudolenta
  • Omesse ritenute
Patrimoniale:
  • Furto
  • Danneggiamento
  • Truffa
  • Appropriazione indebita

E’ fin troppo facile capire come la Casta abbia festeggiato: mi immagino sorrisi, pacche sulle spalle, champagne (tanto paga Pantalone) a fiumi. Ricordo soavemente il can can che il Partito del Denaro sollevò contro il Silvio  (che non amo affatto, sia ben chiaro, ma sono uno spirito libero e la verità è la verità) per le leggi ad personam,. Ora siamo arrivati alle leggi ad castam, ad clandestinum, ad farabuttum.

Cloaca Maxima imperante.
E si parla anche di omicidio colposo, fra i reati “esodati”. Quindi se becco un ladro in casa mia (“non colpevole” per furto, violazione di domicilio, danneggiamento ed appropriazione indebita ecc. ecc), se lo aspetto fuori, quando esce e lo tiro sotto la macchina, sono tranquillo. Posso anche non prestare soccorso, tanto….
Mi piacerebbe che qualche zingaro (non sono solo Rom, ci sono anche i Sinti) andasse a rubare a casa di Renzi, di Napolitano, di Prodi o di Amato, così, per gradire….

Per concludere cito una frase di Ghandi (altro che non amo e assolutamente sopravalutato, ma è un’altra storia, questa): “Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei modi più rapidi per sconfiggere un governo”. Vero. Io dico che basterebbero tre mesi. Due mesi. Un mese senza tributi e il sistema si affloscerebbe come un palloncino bucato.


Fabrizio Belloni

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martedì 23 dicembre 2014

La frode della moneta "debito" - Ovvero: come le banche centrali fregano i cittadini



La moneta, bene convenzionale, senza necessità di convertibilità alla fonte, né quindi necessità di "riserva", valido per accettazione, può venire realizzata tramite qualunque supporto materiale, a costo nullo, come effettivamente accade, includendo nella emissione la frazione che paga il costo del lavoro di emissione.
Tuttavia essa può venire creata come proprietà dell'emittente, oppure del portatore.


Nel primo caso vi viene fornita addebitandovela, e costituisce un debito (falso e fraudolento) a profitto dell'emittente, il che significa che se riconoscete l'autorità delle bande criminali Fed e Bce i soldi che ricevete non sono vostri, e il valore in merci o lavoro che avete fornito in cambio vi è stato rapinato.
Nel secondo caso, invece, i soldi che ricevete in cambio del controvalore fornito sono vostri, e costituiscono un effettivo pagamento.


Pertanto, risulta evidente che chiunque attribuisca qualsivoglia presunta autorità o legittimità a Fed e Bce le riconosce ad associazioni a delinquere criminali dedite a furto e rapina, divenendone oggettivamente complice, anche se soggettivamente spesso inconsapevole, per ignoranza del vero stato di cose relativo alla truffa originale di simili bande bancarie di gangsters delinquenziali, i cui membri debbono essere arrestati, posti in condizione di non più nuocere, e processati per i loro efferati delitti contro l'umanità.


Bce e Fed hanno "potere" unicamente perché la gente mediamente non si è mai chiesta niente su come funzionino, e crede a quella gente come un imbecille qualsiasi può credere al giocatore delle tre carte o dei tre bussolotti per la strada.


Come al solito, o si sconfigge l'ignoranza, o si apre la strada alla tirannide. Ma il problema principe non è la nazionalità della moneta, bensì la sua struttura: o proprietà dell'emittente o proprietà del portatore, da cui seguono conseguenze diametralmente opposte: o sei debitore o sei proprietario dei tuoi soldi.


Eppure non è difficile da capire.
Ho paragonato la truffa dei banchieri al gioco delle tre carte perché è facilissimo capire che la probabilità di sbagliare è 2/3, ovvero il 66,6%, quindi il banco vince per definizione.
Ecco, l'imbroglio della proprietà dell'emittente (eurosistema) invece che del portatore è ancora più macroscopicamente evidente: come fai ad accettare che i soldi con cui ti viene pagato il tuo lavoro non siano tuoi bensì della banca centrale che li emette?


Ma solo un idiota può cascarci !!
Questo dimostra che politici e mass media rimbecilliscono gli individui, i quali però hanno la grave colpa di lasciarsi rimbecillire: è come se credessero che la luna sia fatta di formaggio provolone, solo perché "L'ha detto lui".


Se uno ti imbroglia all'inizio puoi anche cascarci per distrazione, perchè eri occupato a badare ad altro, ma se uno continua ad imbrogliarti tu vedi che ci rimetti e comincerai a pensare.
Le persone sane funzionano così, evidentemente chi invece crede a politici e massmedia si ammala e diventa malsano fino a non capire più niente.

 Keynes, perfino lui riconosceva il valore monetario come convenzionale, e le sue politiche di investimento pubblico erano poi le stesse dei vecchi imperatori romani, cioè si faceva così anche ai tempi dei Cesari, perdio, finanziavano lavori pubblici per creare ricchezza ed aumentare la capacità di spesa in modo da risollevare l'economia, basta studiare anche solo un POCO di storia !

Vincenzo Zamboni 

lunedì 22 dicembre 2014

USA ... è tempo di briganti.....



Le ultime notizie parlano del drammatico crollo del rublo russo verso dollaro ed euro, del prezzo del petrolio che oggi si aggira sui 57 dollari al barile, mentre a fine agosto era oltre i 100, dei ministri dell'OPEC che si rifiutano di stabilizzare i prezzi. Il rublo russo è costretto a fermare il trading a metà dicembre, quindi il Congresso degli Stati Uniti vota ancora nuove sanzioni economiche contro la Russia che attendono la firma del presidente Obama. Quando esaminiamo tutto ciò da vicino si svela la grande confusione strategica delle élite occidentali, soprattutto degli oligarchi statunitensi alla frenetica ricerca del modo di mantenere la presa sul potere globale.

A volte uso l'aggettivo molto descrittivo "stupido" per parlare delle azioni di persone che siamo abituati a pensare come tutt'altro che stupide. Malvagie, demoniache, perfino sataniche direte, ma non stupide. Sempre più trovo la descrizione stupidi come la più appropriata. E' infatti la loro stupidità è essere incapaci, nella loro tossicodipendenza da potere, di vedere le maggiori conseguenze globali delle loro tattiche o strategie. 


Se definiamo l'intelligenza come la capacità di cogliere l'interconnessione di tutto nel nostro universo, allora possiamo chiamare stupidi coloro che, nonostante le loro grandi risorse e l'accesso alle migliori menti, ignorano tutto ciò che è al di fuori della loro visione coi paraocchi. La Guerra Fredda nel 1946-1990 ha stabilizzato la loro presa sul potere imperiale globale in Europa occidentale, Terzo Mondo, Giappone e Asia. La fine della guerra fredda ha visto la drammatica erosione del potere USA mentre parvenu come Cina, Russia e Iran fanno valere i propri diritti sovrani nel mondo, e possiamo immaginarne il pensiero: "Bene, allora torniamo a ciò che ha funzionato allora. Ricominciamo una nuova Guerra Fredda o anche, passo dopo passo, una nuova guerra globale non convenzionale per mantenere il nostro Secolo Americano, il nostro Progetto per un Nuovo Secolo Americano", come Dick Cheney e amici lo chiamano. Ora cercano una replica della loro strategia saudita del crollo del prezzo del petrolio del 1986 per far cadere Putin, Maduro in Venezuela e l'Iran, secondo quanto riferito dall'affidabile ricercatore di Washington Wayne Madsen. Nel 1986, il vicepresidente George HW Bush, padre di George W., insieme al segretario di Stato George Schultz e altri, convinse Riyadh, come fece John Kerry nel suo incontro con il re saudita Abdullah nel settembre 2014, ad eseguire lo "shock petrolifero inverso" che fece rovesciare un'Unione Sovietica iper-estesa. Ha funzionato nel 1986, perché non nel 2014? È il pensiero di qualcuno a Washington.

Ruolo della CIA e suicidio del prezzo del petrolio
Secondo Madsen, ex-collaboratore della NSA con buoni collegamenti a diverse fazioni della comunità d'intelligence di Washington, sono il capo della CIA John Brennan e agenti della CIA nell'azienda petrolifera statale saudita Aramco ad aver ideato la strategia diabolica per spingere sauditi e quwaytiani ad inondare i mercati mondiali di greggio e lasciare che le banche di Wall Street come Goldman Sachs, JPMorgan Chasee Citigroup facciano il resto del lavoro sporco vendendone i futures derivati. Mentre non posso confermare l'affermazione di Madsen che l'inondazione saudita durerà per altri cinque anni, dopo di che la produzione saudita crollerà, dato che la CIA degli Stati Uniti avrebbe convinto Aramco contro il parere di ingegneri petroliferi della Schlumberger e altre società dei servizi petroliferi stranieri, a non utilizzare l'iniezione di acqua salata; ma che Brennan, descritto da alcuni suoi conoscenti come un "attaccabrighe", sia pronto ad implementare la strategia saudita come mossa anti-Putin è del tutto plausibile. Solo c'è un problema. La brillante strategia è in definitiva stupida, perché fa crollare l'industria petrolifera nazionale degli Stati Uniti e sparire centinaia di miliardi di dollari di investimenti nel settore energetico globale, con l'abbassamento dei ricavi in dollari del petrolio russo e del rublo.

William Engdahl *  - New Eastern Outlook 

* F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in politica alla Princeton University è autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online "New Eastern Outlook".

Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora