lunedì 30 giugno 2014

Ucraina - USA, Nato e UE si sono alienati per sempre le regioni russofone

Il segretario di Stato degli USA John Kerry ha detto "E' cruciale che la Russia mostri nelle prossime ore di lavorare al disarmo dei separatisti, incoraggiandoli a disarmare, chiamandoli a disarmare e partecipare ad un processo legittimo", dopo un incontro a Parigi con il suo omologo francese Laurent Fabius. Tale dichiarazione è la migliore dimostrazione del fallimento militare dei fantocci golpisti nazi-atlantisti a Kiev, dei mercenari della NATO e della CIA, e del nazistume di GLADIO. Non a caso è stata bellamente ignorata nei mass media occidentali. L'offensiva contro le repubbliche popolari di Novorossija è semplicemente fallita; gli sforzi delle ONG, del dipartimento di Stato degli USA, dell'UE e relative colonie polacca e baltiche, della CIA, il cui direttore era sceso personalmente a Kiev a coordinare la spedizione punitiva majdanista del Pentagono, della NATO e della sua GLADIO, sono andati tutti in fumo. Resta da capire cosa resterà dell'oramai sbiadita 'primavera' nazi-atlantista di Kiev. Non a caso, Sergej Glazev, consigliere di Putin, ha affermato, “Eventi in Ucraina sono guidati dallo spirito malvagio del fascismo e del nazismo, anche se sembrava esser scomparso da tempo, dalla seconda guerra mondiale. Settanta anni dopo la guerra, il genio è fuggito dalla bottiglia ancora una volta,  minacciando non solo sotto forma do insegne e retorica dei seguaci di Hitler, ma anche attraverso la politica ossessiva del Drang nach Osten. La bottiglia è stata aperta, questa volta, dagli statunitensi. Proprio come 76 anni fa, a Monaco di Baviera, quando inglesi e francesi diedero la loro benedizione a Hitler nella sua marcia a est, oggi a Kiev, Washington, Londra e Bruxelles incitano Jarosh, Tjagnobok e altri nazisti ucraini alla guerra contro la Russia. Si è costretti a chiedersi perché nel 21° secolo? E perché l'Europa, ora unita nell'Unione europea, partecipa a tale nuova guerra, soffre del collasso totale della memoria storica?"
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All'alba del 22 giugno, un distaccamento antiaereo della milizia della RPD attaccava le posizioni avanzate dei mercenari majdanisti sul Monte Karachun, da cui bombardano Slavjansk. Nell'attacco un nido di mitragliatrici e un mortaio sono stati distrutti. Inoltre, una compagnia di Konstantinovka del battaglione Kramatorsk attaccava un gruppo dell'intelligence della 24.ma brigata meccanizzata majdanista al checkpoint di Oktjabrskoe, eliminando 3 miliziani ucraini e ferendone 15. Un autocarro Ural veniva colpito. Alle 15:00, le forze di autodifesa attaccavano con i mortai quota 190, presso Piskunovka, dove i majdanisti avevano raccolto una forza d'urto. Dopo il bombardamento, il gruppo ucraino composto da 1 carro armato, 5 BTR e 5 autocarri attaccava nei pressi di Jampol un checkpoint della milizia. I kievisti iniziavano a disporre campi minati dotati di sistema di controllo NBU-P Okhota e di mine antiuomo OZM, a nord di Slavjansk, tra gli insediamenti Severnij e Tselinij. Vittime tra i civili. Il Viceprimo Ministro della Repubblica di Donetsk Andrej Purgin denunciava il rapimento di circa 400 persone dal territorio della Repubblica da parte di unità speciali ucraine. Un carro armato T-64 ucraino veniva catturato dalla milizia dell'autodifesa. Ad Avdijvka, a 6 km da Donetsk, la milizia distruggeva degli impianti radar ucraini. Nella notte del 22-23 giugno, un gruppo della milizia di autodifesa attaccava una colonna di APC majdanisti al confine degli oblast di Kharkov e Donetsk, a nord di Dolina, distruggendo 2 BTR, un BMP a un checkpoint presso Jatskoe, 1 autocarro Ural e 1 Hummer.
23 giugno scambio di artiglieria a Staraja Krasnjanka tra le milizie dell'autodifesa e i mercenari majdanisti. A Kiev, circa 400 paracadutisti della 25.ma Brigata aeroportata si dimettevano rifiutandosi di partecipare all'operazione "antiterrorismo". Il sabotaggio della tratta ferroviaria Ilovajsk-Kutejnikovo faceva deragliare 14 vagoni merci della società ferroviaria russa del Caucaso del Nord. A Melovoe (Lugansk) vicino al confine, la milizia locale respingeva una colonna corazzata ucraina distruggendo almeno 2 carri armati. Presso Kharkov, un elicottero Mi-8 che trasportava rifornimenti per la zona di combattimento si schiantava uccidendo 3 persone a bordo.
24 giugno, un elicottero Mi-24 majdanista veniva abbattuto in fase di decollo a Karachun con a bordo 9 mercenari della Guardia nazionale e dell'SBU ucraine. Alle 08:30 i majdanisti controllati da Igor Kolomojskij bombardavano con cariche al fosforo bianco Semjonovka uccidendo 5 persone. La milizia della RPD sventava un tentativo di elisbarco dei majdanisti presso Slavjansk. Scontri nella zona dell'aeroporto di Donetsk, 3 APC e un'unità della guardia nazionale venivano catturati dalla milizia dell'autodifesa.
25 giugno, bombardamento del quartiere Artjom a Slavjansk da Monte Karachun, Kirovsk, Rajgorodok e Jampol. Distrutte le linee ferroviarie presso Dibaltsevo. Potenti esplosioni a Svjatorgorsk. Bombardamento di Lisichansk, dove una sottostazione elettrica veniva distrutta, mentre nella miniera Privolnjanka, rimasta senza corrente, dei minatori restavano intrappolati. Ad Odessa la polizia arrestava due neonazisti ucraini e sequestrava un grande deposito di esplosivi destinati ad un attentato contro il consolato russo. Il Presidente Vladimir Putin esprimeva preoccupazione per la ripresa delle ostilità a Slavjansk, "Purtroppo ora ho informazioni rilevanti secondo cui, in una delle zone più difficili, presso Slavjansk, la battaglia è in corso; paracadutisti di Kiev vi sono atterrati e ci sono già vittime. E' triste", aveva detto nel corso di una conferenza stampa a Vienna. Distaccamenti della milizia attaccavano i posti di blocco delle forze majdaniste presso Oktjabrskoe e Uljanovka. I distaccamenti respingevano anche un tentativo del reparto d'intelligence majdanista di penetrare a Konstantinovka, infliggendogli perdite. Sulla strada Slavjansk-Kramatorsk un concentramento di fanteria e veicoli corazzati leggeri di Kiev veniva bombardato da artiglieria e mortai delle milizie dell'autodifesa, infliggendo perdite significative. Presso Krivaja Luka, un altro concentramento di truppe ucraine veniva bombardato dalla milizia dell'autodifesa. Un deposito di munizioni esplodeva. Oltre alla tratta ferroviaria Debaltsevo-Uglegorsk, anche le tratte Gorlovka-Pantelimonovka, Novobakhmutovka-Gorlovka e Karavannaja venivano fatte saltare in aria. A Kharkov una grande colonna di Fazione destra subiva un'imboscata e gravi perdite.

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26 giugno, oltre 20 mercenari majdanisti venivano eliminati a Slavjansk, durante una battaglia lunga e sanguinosa. Le forze ucraine bombardarono la periferia di Slavjansk, uccidendo due civili. La battaglia s'è incentrata su un posto di blocco utilizzato dalla Guardia nazionale dei golpisti di Kiev come punto per dirigere i bombardamenti sulla città. Il comandante delle forze di autodifesa della Repubblica popolare del Donetsk, Igor Strelkov, affermava che "un plotone della Guardia nazionale ucraina è stato distrutto", mostrando i documenti di oltre 20 miliziani ucraini eliminati nei combattimenti. Alcuni furono uccisi dalla loro stessa artiglieria, avendo gli ucraini l'ordine di bombardare i punti di controllo recuperati dall'autodifesa. Tuttavia, le forze di autodifesa avevano catturato un BTR, un mortaio, un sistema missilistico anticarro Fagot e tre AGS-17 Plamja. Altri due BTR ucraini sono stati distrutti. Il gruppo d'assalto Kalmius, delle forze di autodifesa della Repubblica Popolare del Donetsk, prendeva il controllo della base delle truppe del ministero degli Interni a Donetsk, facendo prigionieri 400 soldati ucraini. Secondo il viceministro della Difesa della Repubblica popolare di Donetsk, Fjodor Berezin, la milizia ha interrotto la produzione di componenti per elicotteri militari ucraini, "Nella città di Snezhnoe abbiamo bloccato la fabbrica 'Motor-Sich' che produce pale e componenti per elicotteri. Gli stessi utilizzati per bombardarci. 'Motor-Sich' è una delle maggiori imprese del complesso militare-industriale ucraino, ed è il primo produttore di motori per aerei ed elicotteri nel Paese".
Secondo Saker, la decisione di Putin di ritirare l'autorizzazione della Duma all'intervento armato in Ucraina, sarebbe dettata dai seguenti punti:
1. La Russia ha concluso che gli ucraini semplicemente non hanno i mezzi per occupare la Novorossija e che gli aiuti segreti sono sufficienti a garantirne la sopravvivenza.
2. UE e Russia hanno allontanano Poroshenko dalla supervisione degli Stati Uniti che cercano di prendere il controllo della situazione.
3. La Russia cerca di offrire concessioni simboliche in vista dell'inevitabile rottura dei negoziati e del successivo intervento russo.
4. La Russia guadagna tempo, quanto basta per vedere il collasso economico di Kiev e l'esplosione sociale che travolgerà la giunta.
5. La Russia offre concessioni simboliche che, più o meno, assicurano gli europei dal crack economico possibile con le ulteriori sanzioni pretese dagli USA”.
Sempre secondo Saker, “l'ultima mossa russa è puramente simbolica, come la decisione del Consiglio della Federazione russa di "autorizzare" Putin ad utilizzare l'esercito russo, se necessario, in Ucraina. Putin è il comandante in capo e può ordinare sempre l'impiego dei militari. Inoltre, le azioni coperte non richiedono l'approvazione di nessuno. In secondo luogo, un solo attacco ucraino alle frontiere russe è ragione sufficiente ad invocare l'"autodifesa". In terzo luogo, dato che Poroshenko ha apertamente dichiarato che la Crimea sarà sempre ucraina e che Jarosh ha promesso d'iniziare la guerriglia in Crimea, la Russia può sempre invocare l'"azione preventiva". Infine, Putin può riconoscere le repubbliche di Novorossija e agire di conseguenza”.

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Aleksandr Borodaj, Primo ministro della Repubblica Popolare del Donetsk, dopo un incontro con l'ex-presidente ucraino Leonid Kuchma, dichiarava, "Non si tratta di colloqui per due motivi: i negoziati a pieno titolo sono possibili solo dopo che Kiev accetterà le sette condizioni poste da Oleg Tsarev, co-presidente del Fronte Popolare della Novorossija. La seconda ragione è che i funzionari venuti a Donetsk non avevano poteri e status ufficiali". Le condizioni di Tsarev comprendono il ritiro delle truppe ucraine dalle repubbliche di Donetsk e Lugansk, l'indennizzo da parte di Kiev delle vittime del conflitto, il coordinamento da parte del presidente e del parlamento ucraino di un atto costituzionale che determini lo status delle repubbliche popolari, e l'amnistia per miliziani e prigionieri politici. Aleksandr Borodaj inoltre confermava che la RPD è in possesso di carri armati e obici, "Sì, la milizia ora possiede numerosi carri armati. I veicoli blindati sono stati presi ai miliziani come prede di guerra. Oltre ai carri armati, i miliziani hanno anche catturato altre armi pesanti come gli obici". Alla riunione svoltasi a Donetsk il 23 giugno, erano presenti l'ambasciatore della Federazione russa in Ucraina Mikhail Zurabov; il rappresentante del capo dell'OSCE Khajdi Talyavini; l'ex-presidente dell'Ucraina Leonid Kuchma; il capo della organizzazione Scelta ucraina Victor Medvedchuk; il Primo ministro della Repubblica di Donetsk Aleksandr Borodaj; il leader del movimento Sud-Est Oleg Tsarev e i rappresentanti della Repubblica Popolare di Lugansk. Il Parlamento dell'Unione delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, alla sua prima sessione, ratificava all'unanimità la costituzione della confederazione. La Repubblica Popolare di Lugansk crea il Comitato per la Sicurezza dello Stato (KGB), che svolgerà operazioni di controspionaggio, antiterrorismo, lotta contro la criminalità e guardia di frontiera. Infine, l'Ossezia del Sud riconosce la Repubblica popolare di Donetsk, "Dopo aver discusso la questione in una riunione del Consiglio di Sicurezza della Repubblica, il Presidente Leonid Tibilov ha firmato il decreto corrispondente" riferiva il servizio stampa del presidente dell'Ossezia del Sud, che ha già riconosciuto la Repubblica popolare di Lugansk.
Gli Stati Uniti valutano l'espansione della cooperazione tecnico-militare con l'Ucraina per compensare le perdite militari subite da Kiev, tale cooperazione è stata discussa a Kiev tra il viceassistente del segretario di Stato per l'assistenza alla Sicurezza regionale Gregory Kausner e rappresentanti di Kiev, "gli aiuti proposti dagli USA comprendono un'ampia cooperazione tecnico-militare, assistenza e interazione nell'implementazione tecnico-militare in Ucraina e sui mercati di Paesi terzi. Un'altra opzione destinata all'industria della difesa ucraina è il posizionamento di ordini di riparazione occidentali presso società ucraine, a titolo di compensazione per la fine della cooperazione tecnico-militare con la Russia".
Alessandro Lattanzio,  sito Aurora

domenica 29 giugno 2014

Perversione di stato - Pedofili mascherati da educatori nella nuova cultura scolastica




Qualche tempo  fa un noto personaggio pubblico, in una notissima trasmissione televisiva ha pronunciato queste parole: “E allora, che sarà mai se un ragazzino di cinque o dieci o dodici anni fa una sega a uno più in là negli anni o se se la fa fare? e lo stesso atto di sodomia (mio dio, che ridicolo parolone biblico!) ha tremila modi per avvenire e tremilaeuno per essere mimato, sia fra adulti, sia fra adolescenti e adulti, sia fra bambini e adulti, sia fra bambini e bambini; esso di per sé, bigotteria a parte, nell’un caso o nell’altro, non comporta alcun marchio indelebile nella carne (e nella psiche) del maschio non soggetto a violenza smaccatamente, tanto per cominciare, fisica”.

Ora voi penserete che, dopo affermazioni del genere, il presentatore abbia ammonito il suo ospite e lo abbia cacciato dalla trasmissione; vi aspettereste anche che il pubblico presente in sala inorridisse di fronte a quelle parole e iniziasse a lanciare insulti verso il suddetto personaggio. E invece no… Il presentatore ha continuato come se nulla fosse, è andato avanti con la sua intervista e la maggior parte del pubblico ha addirittura riso e applaudito alla performance di questo individuo. Mi piacerebbe avere davanti queste persone, guardarle negli occhi e chiedere loro “se un adulto fa sesso con i tuoi bambini, cosa normale secondo la persona che avete applaudito, che fate? Per coerenza applaudite anche lui?”.

Il sottoscritto, che forse è ancora troppo ingenuo, si sarebbe aspettato denunce all’ospite, al conduttore, con relativa chiusura immediata della trasmissione e rivolte popolari in piazza e petizioni. Ma il sottoscritto, appunto, è ingenuo. Recentemente, infatti, lo stesso personaggio è stato nuovamente ospite di un’altra trasmissione e, come se nulla fosse, ha ribadito gli stessi concetti della volta scorsa, arrivando a dire apertamente che “lui è contento se bambini di 4 o più anni si leccano e si mettono il dito nel culo” (sue testuali parole). Anche qui, il tutto è passato nel silenzio generale e nell’apprezzamento di molti. Il noto personaggio televisivo inoltre, ci rassicura dicendoci che queste perversità non le dice lui, ma niente di meno che il grande pensatore del ‘900…..Sigmund Freud! Ah sì, quello che ha detto che i bambini sono “perversi”, che si “masturbano”, che vogliono fare sesso con i genitori e che se vengono molestati, invece di soffrire e ribellarsi, dovrebbero godere dell’abuso. Beh, una citazione indubbiamente importante. Sul discorso Freud rimando al mio libro “Meravigliosa Infanzia”, molto c’è da dire infatti sulla perversione pro-pedofila delle sue teorie sui bambini, che come un virus ancora impestano la pedagogia, la genitorialità, la psicologia e le aule dei tribunali ( http://mammamia.corriere.it/2014/04/18/un-libro-contro-freud-e-contro-genitori-distaccati-e-mai-troppo-amorevoli/ )

2) Uno dei fondatori e teorici del movimento omosessuale italiano, Mario Mieli, così scriveva nel suo libro, del 1977, “Elementi di critica omosessuale“:

«Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica». Ed anche: “La società agisce repressivamente sui bambini, tramite l’educastrazione, allo scopo di costringerli a rimuovere le tendenze sessuali congenite che essa giudica “perverse” […]. L’educastrazione ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e “perverso”, in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma”.

Anche lui, come è evidente, si rifà a Freud e al concetto di “bambino perverso”, così come fatto da Gardner e, come quest’ultimo, anche lui morto suicida. Non è un attacco al mondo omosessuale. Per quel che mi riguarda, se tali affermazioni provenissero da un eterosessuale non cambierebbe assolutamente nulla: la perversione e la tossicità di certi atteggiamenti contro l’infanzia è estremamente palese. Eppure questo personaggio è ancora considerato come un grande pensatore e intellettuale e le sue parole sono ancora prese come riferimento. Se io fossi un omosessuale sarei invece parecchio risentito.

3) Ormai da anni sono molto in voga i cosiddetti “baby-concorsi di bellezza” e pubblicità che utilizzano bambini piccoli come oggetti di desiderio sessuale: bambine truccatissime, con tacchi alti e minigonne, che ammiccano con pose da vamp navigate, alcune anche con la sigaretta tra le labbra(https://www.google.it/search?q=baby+modelle&sa=X&tbm=isch&tbo=u&source=univ&ei=Su_8UufuOYHX7AaGqICYDQ&ved=0CC4QsAQ&biw=1280&bih=596).

Iniziano a prendere piede anche scarpe con tacco, reggiseni imbottiti e addirittura perizomi per bambine, commercializzati da note aziende commerciali. Recentemente il Movimento per l’Infanzia ha inviato una lettera ad una di queste aziende, chiedendo il ritiro immediato dei loro reggiseni imbottiti per bambine. Ad oggi nessuna risposta. Qualcuno starà pensando che queste critiche siano eccessive, forse addirittura da bigotti o da paranoici. Io invece ne faccio una questione, oltre che morale, anche legata ad una semplice spiegazione biologica. Sappiamo tutti che la donna adulta ha biologicamente delle caratteristiche fisiche che possono attrarre l’uomo (è valido anche il discorso inverso) e questo è un fenomeno naturale, etologico, evoluzionistico, sostanzialmente finalizzato alla riproduzione della specie. I seni, i glutei, le labbra fungono dunque da forte richiamo sessuale. Reggiseni imbottiti, tacchi, glutei scoperti, trucco, tutto concorre ad enfatizzare questi richiami sessuali e ad attirare un potenziale partner. Tra adulti questo è un comportamento normale, ma una bambina, alla quale di certo non appartiene la sessualità, la seduzione, la riproduzione, perchè mai dovrebbe utilizzare questi comportamenti? E, soprattutto, che tipo di persone potrebbe attirare?

Immagino infatti cosa possa provare un pedofilo nel vedere simili immagini: che spettacolo per i miei occhi, sono bellissime, ora vedete tutti che anche i bambini hanno una loro sessualità e sensualità e che sono ben consapevoli del proprio fascino e del loro desiderio sessuale.

Abbiamo letteralmente dato in pasto ai leoni i nostri cuccioli indifesi.

Ed è tutto legale, molti sono infatti gli estimatori di queste iniziative, genitori compresi.E’stata definitivamente tolta l’innocenza all’infanzia. L’hanno adultizzata precocemente, violentata, annientata. L’hanno resa un mero oggetto per le nostre più perverse pulsioni. Questi bambini un giorno diverranno adulti; che tipo di adulti saranno, come tratteranno i loro bambini e che tipo di cultura e società potranno mai creare?

4) Recentemente sul web è stata diffusa l’immagine di una bambina vestita come Belen, la nota soubrette argentina che nell’edizione 2013 del Festival di Sanremo indossò un vestito che fece tanto discutere (ricordate la “farfallina” tatuata sull’inguine e l’inevitabile riflessione sul fatto che la donna non indossasse le mutandine?). Beh, questa bambina è vestita esattamente nello stesso modo e sembra anche lei non indossare le mutandine… http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11561673/Selvaggia-contro-le-baby-Belen-.html

5) Proprio in questi giorni un’importante indagine Ipsos per Save the Children ha rilevato che oltre un terzo degli italiani è favorevole ai rapporti tra un adulto e un minorenne. Anche qui, davo per scontato che solo una piccolissima percentuale malata di noi accettasse un discorso del genere.

6) Con nostro grande rammarico e sdegno scopriamo che, ormai da diversi anni, gira in rete un video pubblicitario dell’Ikea (la famosa azienda svedese di mobili e arredamento) in cui si vede un bambino che “accidentalmente” gioca con un vibratore, ride, si diverte, lo ha trovato in mezzo ai suoi giocattoli:  http://www.youtube.com/watch?v=zdDt3DxjO94

Ora, questa pubblicità, che non sembra essere stata pensata per il commercio italiano, racchiude in sé la più totale negazione, volgarizzazione e mortificazione dell’infanzia: il vibratore, come qualunque altro sex toy, è pensato per il piacere sessuale degli adulti. Cosa c’entrano i bambini? Le geniali menti dell’Ikea pensano che la cosa sia per noi divertente? Che ci faccia scompisciare dalle risate? La reazione effettivamente dovrebbe essere questa……se fossimo dei pedofili! Ma, visto che non lo siamo, non possiamo far altro che inorridire di fronte a questo scempio. Come Movimento per l’Infanzia abbiamo contattato i responsabili di Ikea Italia, che a loro volta hanno girato la segnalazione alla casa madre in Svezia, affinché divulghi un comunicato stampa in cui Ikea dichiara di aver commesso un errore con una pubblicità del genere, di scusarsi per le immagini volgarizzanti l’innocenza dei bambini, di assicurarci che mai più si ripeterà e in definitiva di essere fortemente a favore della tutela dei diritti dei bambini. La risposta, devo dire, è stata celere, ci hanno (secondo loro) rassicurato sul fatto che il video in questione è stato trasmesso “solo” in Francia diversi anni fa e “solo” nei cinema….E non ho capito, questo ci dovrebbe tranquillizzare? Ci hanno risposto dicendoci anche che loro sono dalla parte dell’infanzia e che non pensavano che “il bambino con il vibratore” venisse mal interpretato… Ma perchè c’erano altri modi per interpretarlo? Mah, per quel che mi riguarda, si tratta di un comunicato di risposta che non soddisfa fino in fondo.

Nella pedagogia e nella sanità:

1) Recentemente si è accesso un forte dibattito anche sul DSM-5, il manuale internazionale di riferimento per le diagnosi psichiatriche. Sembrava inizialmente che gli autori avessero eliminato la pedofilia dalle malattie mentali e la riconoscessero come uno dei normali possibili orientamenti sessuali. L’edizione italiana del manuale è finalmente uscita anche in Italia, e per fortuna la pedofilia è considerata, esattamente come nella precedente versione, una malattia mentale. Il cambiamento è solo rispetto al linguaggio tecnico: oggi si parla di “disturbo pedofilico” invece di “pedofilia”, ma è esattamente la stessa cosa. Si parla di“interesse sessuale” per i bambini, che non significa “normale orientamento sessuale”, ma semplicemente il fatto di essere attratti sessualmente (in modo patologico si intende) dai bambini. Si era creata una confusione rispetto al termine “disordine”, qualcuno aveva temuto che potesse indicare una “normalizzazione” della pedofilia. In realtà il termine “disorder” in lingua originale va tradotto con “disturbo”. Tutto qui. Lo stesso manuale è intitolato “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”, tradotto appunto con “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”.

2) Lo scorso anno in Germania un’associazione sindacale di insegnanti ed educatori, la GEW, diffonde un libretto destinato agli insegnanti con tematiche da insegnare ai bambini nelle scuole. Le tematiche? “Stile di vita di gay e lesbiche – un tema per la scuola”:

https://www.gew-bw.de/Binaries/Binary20121/L-S-Lebenswesen.pdf

In questo testo si sottolinea l’importanza della sessualità infantile e di come i bambini debbano iniziare precocemente ad essere stimolati sessualmente. Si spiega loro anche come l’omosessualità sia importante per prevenire il sovrappopolamento del pianeta e come l’eterosessualità porti con sé molte problematiche e criticità. Una sorta di analisi e strategia “maltusiana” ma in chiave pedofila.

Lascio a voi i commenti.

3) lo scorso 23 Aprile, il Kinsey Institute for Research in Sex, Gender and Reproduction è stato accreditato con uno speciale status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Con l’attività di ricerca fraudolenta in ambito sessuale, la collaborazione con pedofili per raccogliere dati sulle esperienze sessuali con bambini, lapromozione di comportamenti sessuali rischiosi come sani e normali (che hanno costituito la base di pericolosi programmi di educazione sessuale in tutto il mondo), questa organizzazione ha causato danni incalcolabili a bambini, adulti e famiglie. Questo il link, agghiacciante: http://www.novaeterrae.eu/risorse/articoli/italian-news/603-il-kinsey-istitute-sdoganato-alle-nazioni-unite-e-la-pedofilia.html

Dunque è la stessa ONU che legittima e promulga teorie, ricerche e attività pro-pedofilia.

E l’OMS, che è uno degli organi consultivi e di coordinamento dell’attività dell’ONU, non può essere da meno.

4) Per concludere, non si può non parlare delle recenti linee-guida sull’educazione sessuale dei bambini che l’OMS(Organizzazione Mondiale della Sanità) ha divulgato (http://www.aispa.it/attachments/article/78/STANDARD%20OMS.pdf).

Sono dei moduli di riferimento, non obbligatori ma caldamente consigliati, da seguire per educare alla sessualità bambini e adolescenti. Rispetto agli adolescenti, nulla da eccepire: il corpo cambia, la mente anche, gli ormoni iniziano a premere ed è evidente che anche la sessualità inizi a sbocciare. Ed è dunque naturale parlare di educazione sessuale: desiderio, sentimenti, identità di genere, procreazione, contraccezione, malattie sessualmente trasmissibili, dubbi e quant’altro. Quello che però mi spaventa è che tali programmi si rivolgono anche a bambini nella fascia di età 0- 4 anni.

Ora, io non vedo la necessità di illuminare bambini così piccoli sulla sessualità, semplicemente perchè la sessualità non gli appartiene, non li riguarda, non se ne interessano. Se invece per sessualità vogliamo intendere anche semplicemente il discorso dell’ape sul fiore o della cicogna, allora non c’è problema, se ne può parlare; ma qui dobbiamo anche avere l’onesta, la sensibilità e la responsabilità di fermarci. Andare oltre, infatti, rappresenta a mio avviso uno “scandalizzare l’infanzia”. Nei miei ricordi di bambino non c’è il sesso; ricordo solamente di essere stato anche io curioso rispetto alla nascita dei bambini e al fatto che io avessi un pisellino mentre le amichette e le cuginette erano diverse da me perchè avevano una patatina. Tutto qui. Ora vi domanderete “anche l’Oms parla solo di questo?”

Beh, non direi proprio. Si spingono gli educatori ad insegnare ai bambini a “masturbarsi”, a ricercare il “piacere sessuale”, a dilettarsi nel “gioco del dottore”. Si danno per scontati “giochi sessuali” tra bambini e lo sviluppo del bambino è ancora relegato, come sosteneva Freud, ad un mero sviluppo sessuale. Pensate che a soli 6 anni si sottolinea l’esigenza di illuminarli sull’ “eiaculazione” maschile. Non so voi, ma a me personalmente fa rabbrividire ed imbestialire una cosa del genere. Le grandi menti che hanno pensato questo programma, però, ci rassicurano: il tutto deve essere fatto rispettando i tempi e l’età del bambino. Certo, e parlare di masturbazione tra 0 e 4 anni e di eiaculazione a 6 vi sembra rispettoso del bambino?

Inoltre, in questi programmi non è prevista la presenza dei genitori. Non che siano dichiaratamente esclusi, però non se ne parla ed è rivolto ufficialmente agli operatori scolastici. Credo invece che un tema delicato come quello della sessualità debba, innanzitutto essere affrontato solo dalla pubertà in poi, e comunque sempre con gli stessi genitori che quei bambini li hanno messi al mondo, allevati e protetti. Il tutto dovrebbe rientrare all’interno di una normale, sana e naturale relazione genitori-figli, senza intermediari, manuali o “esperti”. Al limite potrebbero essere formati i genitori e poi questi ultimi interagire con i propri figli. E’ notizia recente di una “sex box” prevista per i bambini delle scuole in Svizzera: all’interno ci sono modellini di peni, vagine ed immagini esplicite di bambini che si masturbano a vicenda. Addirittura in un’immagine c’è una bambina con le parti intime scoperte che si strofina sul tronco di un albero… ( http://www.ticinolibero.ch/?p=85348).

Nelle linee-guida non si dà a mio avviso molto spazio al problema degli abusi sessuali da parte di adulti, unico tema invece che dovrebbe essere affrontato in un’ottica di prevenzione. In una tabella leggiamo “l’abuso: alcune persone non sono buone, si fingono gentili ma possono essere violente”.

Che cosa si intende con “alcune persone”? Immagino anche adulti. E per “violente” cosa si intende?

Che se non usano violenza il sesso tra adulto e bambino è ammissibile? Sappiamo che in moltissimi casi il pedofilo agisce senza violenza esplicita e sappiamo bene anche che nella cultura pedofilica si sottolinea proprio questo: gli adulti possono fare sesso con i bambini, ma chiaramente senza coercizione e violenza. Capito? Il problema è la violenza, ma se questa non c’è è legittimo il sesso tra adulti e bambini. A me sembra che queste linee-guida, seppur in modo meno esplicito, tendano a mandare lo stesso messaggio.

In un passaggio si parla anche di un “fantasticare” dei bambini sull’amore e le relazioni, del loro frequente confondere realtà e fantasia. Messo così lo trovo ambiguo e per questo pericoloso. Se aggiungiamo queste “fantasie” ai “giochi sessuali” di cui sopra, rischiamo di confondere le acque a vantaggio di chi vuole solo approfittarsi dell’infanzia. Sappiamo per esempio che il mimare atti sessuali da parte di un bambino spesso rientra tra gli indicatori di un abuso sessuale subito. Parlare di “fantasie” rende evidentemente poco credibile una eventuale testimonianza di un abuso subito dal bambino: l’abuso non c’è, il bambino sta fantasticando e il fatto che mimi atti sessuali rientra tra le sue normali attività infantili.

4) Le precedenti linee-guida sono dei riferimenti generali che possono poi essere “personalizzati” dai vari paesi e rispettivi ministeri. Sempre dalla Germania giungono degli opuscoletti che incoraggiano i genitori a massaggiare sessualmente i loro bambini di 1-3 anni di età. Due opuscoli di 40 pagine intitolati “Amore, Corpo e Gioco del Dottore” dal Centro di Educazione alla Salute della Germania Federale (Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung – BZgA) che sono indirizzati a genitori – il primo orientato ai bambini di 1-3 anni e l’altro ai bambini di 4-6 anni di età.

“I padri non dedicano sufficiente attenzione al clitoride e alla vagina delle loro figlie. Le loro carezze troppo raramente riguardano queste regioni, mentre questo è il solo modo in cui le ragazze possono sviluppare un senso di orgoglio per il proprio sesso”,recita l’opuscolo riguardante i bambini di 1-3 anni. Gli autori razionalizzano, “Il bambino tocca tutte le parti del corpo del padre, a volte eccitandolo. Il padre dovrebbe fare lo stesso”.

L’opuscolo consiglia ai genitori di consentire bambini “masturbazione illimitata” eccetto in caso di evidente danno fisico. Si avverte: “I bambini devono imparare che non esiste una cosa come parti vergognose del corpo. Il corpo è una casa, di cui si dovrebbe essere orgogliosi”. Per i 4-6 anni, l’opuscolo raccomanda di insegnare ai bambini i movimenti di copulazione.

Un altro prodotto della BZgA è un libro di canzoni destinato ai bambini dai quattro anni e un po’ più grandicelli, che include diversi brani che “sposano” la masturbazione. Il libro di canzoni dal titolo “Naso, pancia e sedere” comprende una canzone con le parole seguenti: “Quando mi tocco il corpo, scopro quello che ho. Ho una vagina, perché io sono una ragazza. La vagina non è solo per fare la pipì… Quando la tocco, sento un piacevole formicolio”.

In conclusione, ciò che mi preme sottolineare è che è arrivato il momento per tutti noi di aprire gli occhi. Non vorrei passare per un paranoico complottista e tantomeno per “bigotto”, ma mi sembra ormai evidente che ci sia un movimento di persone, una lobby potente e molto ben inserita a vari livelli nella società, che sta cercando gradualmente di legittimare ogni forma di violazione dell’infanzia. Sono molto abili nel loro modo di comunicare. Nessuno dice esplicitamente che “la pedofilia e il sesso tra adulti e bambini sono normali”, perchè probabilmente un messaggio così esplicito susciterebbe (almeno spero!) reazioni negative e difficilmente passerebbe, ma fanno passare sostanzialmente lo stesso messaggio in modo graduale, meno esplicito, parlando per esempio dei “diritti dei bambini alla sessualità” o della “pedofilia come orientamento sessuale” o ancora mostrando immagini sessualizzate dei bambini spacciandole per moda, pubblicità e addirittura educazione. La sessualità infantile non è, come ci vogliono far credere, un “diritto del bambino”, ma un “perverso capriccio” esclusivo dell’adulto che vuole vedere nel bambino un oggetto sessuale, approfittarne, senza sentirsi troppo in colpa. Il loro messaggio è chiaro: non siamo noi i malati perchè ci piacciono i bambini, ma siamo normali e ci preme solo rispondere con il sesso alle normali e legittime richieste di sesso da parte dei bambini. Noi siamo i buoni, i cattivi siete voi che non vi occupate dei bisogni dei vostri bambini. Questi messaggi così, come una goccia cinese, si infiltrano pian piano nelle menti delle persone e si diffondono come un virus in tutta la società. Il rischio per noi è l’”assuefazione”: senza più testa né cuore, senza un filtro etico personale ci prendiamo tutto quello che pochi perversi criminali ci propongono e ci vogliono far digerire. Come nell’illuminante romanzo 1984 di Orwell, esiste un Grande Fratello nascosto, che ci osserva, molto potente e che cerca di manipolarci e di convincerci che 2+2 fa 5.

Come possiamo difenderci allora da tutto ciò? Ricordandoci che il sonno della ragione genera mostri. E dunque: pensando con la nostra testa, ascoltando ciò che queste nefandezze suscitano nella parte più profonda di ognuno di noi; pensando a quando eravamo noi i bambini; indignandoci, opponendoci, sensibilizzando al problema, ribellandoci.

In altre parole, decidere noi cosa è meglio per i nostri bambini, per la loro serenità, per il loro futuro.

  Alessandro Costantini, Psicoterapeuta

sabato 28 giugno 2014

Terra atto finale - Gli animali e le piante muoiono, gli umani giocano a pallone



Il 2014 ha registrato un picco di morie animali senza precedenti. I dati sono allarmanti: pesci, mammiferi, uccelli e insetti continuano a morire in un ecatombe che non sembra avere fine. Cosa sta succedendo al pianeta Terra, e quali sono le conseguenze per l'umanità?

Nel 1979, lo scienziato inglese James Lovelock propose l’Ipotesi Gaia, un teoria secondo la quale il pianeta Terra sarebbe un unico grande organismo vivente.

In questa visione, la flora e la fauna planetaria sarebbero parte di questo organismo, un po’ come se fossero le cellule che ne permettono la vita, e noi, esseri umani, faremmo parte di questo organismo.

Se consideriamo plausibile questa teoria e prendiamo in considerazione gli allarmanti dati sulle morti di massa animali che si stanno verificando da qualche anno, allora dovremmo concludere che il pianeta Terra sta morendo!

Si è appena conclusa un’indagine in merito alle misteriose morti di mammiferi lungo la costa del Pacifico. L’indagine, cominciata nel 2011, ha coinvolto gli scienziati del NOAA e del Fish and Wildlife Service, che in questo lasso di tempo hanno esaminato i corpi senza vita di centinaia di esemplari.

Nel corso degli ultimi anni, foche e trichechi hanno riportato svariate lesioni cutanee, problemi respiratori, stanchezza cronica, perdita di pelo e altri vari sintomi che i ricercatori fanno fatica ad identificare.

Secondo gli scienziati del NOAA, la misteriosa malattia è caratterizzata da cambiamenti insoliti negli organi interni degli animali, compreso l’accumulo di sangue nei polmoni e l’ingrossamento del cuore. Molte creature mostrano lesioni al fegato e varie emorragie. Tra le cause, potrebbe esserci anche l’avvelenamento da radiazioni prodotte dal disastro di Fukushima.

Per qualcuno, quindi, non ci sarebbe nulla di misterioso in questi decessi: tutto sembrerebbe andare in questa direzione. Ma l’indagine si è appena conclusa e si attendono i dati ufficiali per confermare l’ipotesi.

Il problema, però, è che la moria sembra riguardare animali di tutte le specie e di ogni latitudine. A riportare la sconcertante contabilità di questa ecatombe è il sito End Times Prophecy, sul quale sono registrate quotidianamente le notizie riguardanti le morti di massa.

Ogni angolo del pianeta mostra segni di qualcosa che si è rotto nel delicato equilibrio della biosfera. Api, uccelli, mammiferi e pesci muoiono senza un motivo apparentemente chiaro.

Miliardi di api continuano a morire, forse a causa dei pesticidi chimici utilizzati in agricoltura, ma potrebbe non essere l’unica causa. Le api sono fondamentali nel processo di impollinazione: senza di esse, non potremmo avere fiori, alberi, vegetali e frutti. È stato calcolato che se le api sparissero improvvisamente, la vita sulla Terra si estinguerebbe nel giro di quattro anni.

Anche i pesci sembrano essere vittime di questa impietosa ecatombe: miliardi di pesci muoiono su scala globale. Milioni di tonnellate di pesci sono morti improvvisamente nel corso dell’ultimo anni. Persone in tutto il mondo hanno visto quantità impressionanti di esemplari galleggiare sulla superficie di mari, oceani e fiumi. Secondo gli esperti, la causa sarebbe da identificare nella riduzione di ossigeno nelle acque. Appena due settimane fa, negli Stati Uniti sono state trovate milioni di carpe morte nel Cumberland River, in Kentucky.

L’ecatombe marina riguarda non solo i pesci, ma anche tartarughe, delfini e polpi. Nel Golfo del Messico è stato registrato un numero record di tartarughe e delfini morti. A Singapore sono state stimate circa 160 tonnellate di pesci morti. In Cina, il fiume Fuhe mostrava 40 km di pesci morti che galleggiavano sulla superficie. Senza contare i casi registrati in Grecia, Armenia, India, Canada, Australia, Nord e Sud Inghilterra, Colombia, Costa Rica, Bulgaria, Honduras, Argentina, Danimarca, Brasile, Panama, Iran, Irlanda, Sri Lanka…

Insomma, cosa sta succedendo? Certamente, le cause delle morti sono molteplici e correlate fra loro e, molto probabilmente, tutte riconducibili all’essere umano, incapace di una evoluzione sociale, culturale e tecnologica in armonia con il cosmo.

Se l’Ipotesi Gaia è plausibile, e se anche l’uomo fa parte di questo immenso e straordinario organismo vivente, allora dovremmo pensare a noi stessi come una specie di cancro, una malattia inesorabile che sta distruggendo il pianeta.

C’è una differenza, però: la cura al cancro-umano della Terra è insita nell’umanità stessa. In qualsiasi momento potremmo cambiare atteggiamento e sviluppare un nuovo paradigma nel quale evolverci senza danneggiare l’ambiente che ci ospita. Il punto è che manca la volontà politica, certamente, ma anche la consapevolezza della gente.

Purtroppo, se la Terra morirà a causa della cattiva volontà di noi esseri umani, non sarà per cause naturali, ma assassinio e la pena da pagare sarà la nostra estinzione conseguente.


Fonte: ilnavigatorecurioso.it 
Via: terrarealtime.blogspot.it

venerdì 27 giugno 2014

Psiche malata ed evoluzione tarata, ...ipertecnologia e fine del viaggio




Che l’evoluzionismo rappresenti uno dei peggiori esempi della decadenza intellettuale del nostro tempo, è cosa assodata, e le sue assurdità teoriche dimostrano abbondantemente l’assoluta mancanza di logica nella maggior parte dei nostri
contemporanei. Eppure, un recente fenomeno di costume ci costringe, in parte, a riconsiderare questa sentenza di condanna.

Non c’è luogo pubblico o privato in cui non si assista alle ripetute esibizioni di esseri umani (soprattutto giovani, ma non mancano anche vittime attempate!), dediti alla progressiva perdita dell’uso di una delle due mani. Questi, impegnati nel maneggio continuo ripetuto e compulsivo di aggeggi elettronici, quali tablet e smartphone, sono oramai ridotti a dover compiere le normali azioni quotidiane che caratterizzano l’esistenza “normale” di ogni essere umano, utilizzando una sola mano. 


A questa mutilazione, si aggiunge una progressiva modifica della postura del collo, in molti causata dalla posizione inclinata della testa, assunta per tenere bloccato il telefonino fra guancia e spalla, durante le lunghe conversazioni.

Tuttavia, a risentire di questi comportamenti non è solamente la parte fisica e corporea dell’interessato ma, cosa forse ancor più grave, la sua componente psichica e spirituale. Di questi atteggiamenti sono, infatti, vittime le stesse capacità comunicative e relazionali, annullando totalmente quello che è il “guardarsi intorno”. Il paesaggio e gli altri cessano di svolgere il sia pur minimo ruolo, a meno che non vengano filtrati e autenticati dallo stesso schermo artificiale che si tiene in mano. Così come nei processi realizzativi, che coinvolgono l’essere umano in tutte le sue componenti, anche questa regressione colpisce l’uomo nel corpo, nell’anima e nello spirito, creando danni irreparabili su ognuno dei piani interessati.


Per misurare la gravità del fenomeno, sarà sufficiente considerare l’importanza e il significato della mano nel rapporto cosmico della persona. Il suo simbolismo e le sue funzioni rituali (preghiera e gesti sacri) ne fanno un elemento indispensabile al compimento della missione terrena e trascendente di ogn’uno. Per cui la sua “mutilazione” (pur se figurata) costituisce un’irrimediabile perdita e un grave impedimento, che comportano una diminuzione di grado e un abbassamento del livello generale per chi ne è vittima.


(heliodromos.it)

giovedì 26 giugno 2014

Sopra l'Euro la Germania campa... sotto 'Euro l'Italia crepa




Questa volta non ci sono scuse né dietrologie politiche euroscettiche: “La competitività in Italia sembra essere peggiorata fino al 5 per cento dopo l’adozione dell’euro, a fronte di un miglioramento in Germania di quasi il 20 per cento”. A dichiararlo un paper del Fondo Monetario Internazionale dal titolo European Productivity, Innovation and Competitiveness: The Case of Italy a firma di Andrew Tiffin e segnalato d Maurizio Giustinicchi su Scenari Economici.

“Gli Indicatori standard prezzo-competitività dell’Italia presentano un quadro misto. Sebbene la dispersione di diversi indici di competitività è una caratteristica in molti paesi europei, è particolarmente evidente in Italia, dove gli indicatori basati ULC suggeriscono regolarmente una perdita sostanzialmente maggiore di competitività rispetto ad altri indicatori basati-PPI CPI-o (Bayoumi e altri, 2011).

Utilizzando una misura basata ULC-totale-economia, la competitività in Italia sembra essere peggiorata fino al 5 per cento dopo l’adozione dell’euro, a fronte di un miglioramento in Germania di quasi il 20 per cento Utilizzando una misura basata PPI-, d’altra parte, il divario tra i due paesi è molto più stretto.”

Dopo aver spiegato come quest'approccio debba comunque essere approfondito perchè troppo semplicistico, l'Autore del paper, conclude Giustinicchi, pubblica “gli oramai noti grafici dai quali si evince che con l’Euro i tedeschi (barando) hanno fatto pagare la riunificazione germanica (e il loro attuale stato di benessere) ai paesi limitrofi in puro stile Beggar Thy Neighbour”. 

Adesso siamo curiosi di sapere come replicherà il ministro dell'Economia Padoan - che proprio dall'FMI, arriva - a questa analisi che dimostra con chiarezza la follia di continuare a usare l'euro in Italia. Cosa dirà, Padoan? Anche stavolta, dopo la procedura d'infrazione decretata ieri dalla Commissione Europea ai danni dell'Italia, sarà colto da... stupore?



Fonte Notizia: Scenarieconomici.it - (Citazione notizia: L'Antidiplomatico.it) 

Tratto da: ilnord.it - via informatitalia

(Fonte secondaria: http://www.nocensura.com/)

mercoledì 25 giugno 2014

La truffa del denaro creato dal nulla dal sistema bancario



Sembra che Henry Ford, negli anni 30, avesse osservato come fosse una buona cosa il fatto che la maggior parte degli americani ignorassero come funzioni davvero il mondo bancario, perché altrimenti “avrebbero dato inizio ad una rivoluzione prima di domani mattina”.

Alla metà di marzo del 2014  è successo qualcosa di notevole. La Banca d’Inghilterra ha vuotato il sacco. In un documento intitolato “La creazione della moneta nell’economia moderna”, redatto da tre economisti del dipartimento di Analisi Monetaria della banca, hanno dichiarato in maniera inequivocabile che le convinzioni generali riguardanti le modalità con cui lavorano le banche sono sbagliate, e che invece le posizioni del tipo più eterodosso e populista, più comunemente associate a gruppi come ad esempio Occupy Wall Street, sono corrette. In questo modo, hanno di fatto gettato dalla finestra l’intera teoria alla base dell’austerità.
Per rendersi conto di quanto siano radicali le nuove posizioni della Banca d’Inghilterra, considerate il punto di vista convenzionalmente accettato, che continua ad essere alla base di tutti i rispettabili dibattiti della politica.

La gente mette i suoi soldi in banca. Le banche prestano poi questo denaro a un certo tasso di interesse sia al consumatore finale che agli imprenditori che vogliano investire in qualche attività redditizia.
 E’ vero: il sistema della riserva frazionaria permette alle banche di prestare somme considerevolmente superiori a quelle che detengono nelle riserve, ed è anche vero che, se i risparmi dei correntisti non bastano, le banche possono farsi prestare altro denaro dalla banca centrale. La banca centrale può stampare tutto il denaro che vuole. Ma deve anche fare attenzione a non stamparne troppo. Infatti, ci sentiamo spesso ripetere che questo è il motivo principale per il quale le banche centrali sono state rese indipendenti.

Se i governi avessero il potere di stampare moneta, sicuramente ne metterebbero troppa in circolazione, e l’inflazione che ne risulterebbe porterebbe l’economia al caos. Istituzioni quali la Banca d’Inghilterra o la US Federal Reserve vennero create per regolare con attenzione la creazione della moneta allo scopo di prevenire l’inflazione. Ed è per questo che è loro vietato dare direttamente il denaro al governo, ad esempio comprando titoli di stato, e finanziano invece l’attività economica privata che il governo semplicemente tassa.

E’ questo che ci porta a continuare a parlare del denaro come se fosse una risorsa limitata, alla stregua della bauxite o del petrolio, a dire che “semplicemente non c’è abbastanza denaro” per finanziare lo stato sociale, a parlare dell’immoralità del debito pubblico o di una spesa pubblica che “svuota le tasche” al settore privato.
Quello che la Banca d’Inghilterra ha ammesso, questa settimana, è che niente di questo è vero. Per citare la loro stessa presentazione iniziale: “Le banche non ricevono i risparmi dai privati per poi successivamente prestarli, sono i prestiti delle banche a creare i depositi“…”In condizioni normali, la banca centrale non determina l’ammontare della moneta in circolazione, e la moneta della banca centrale non è nemmeno ‘moltiplicata’ sotto forma di prestiti e depositi”.

In altre parole, tutto ciò che pensiamo di sapere non solo è sbagliato, è arretrato. Quando le banche prestano, creano soldi.
E questo è il motivo per il quale il denaro non è veramente nient’altro che un pagherò. 

Il ruolo della banca centrale è quello di presiedere questo ordine legale che garantisca effettivamente alle banche il diritto esclusivo alla creazione di pagherò di un certo tipo, un tipo che il governo riconoscerà come valuta legale dal fatto che sarà favorevole ad accettarli in pagamento delle tasse.

Non c’è davvero alcun limite alla quantità di denaro che una banca può creare, a patto che trovi persone che vogliano prendere in prestito quel denaro. 

Non rischieranno mai di finire senza soldi, per il semplice motivo che, in genere, i loro mutuatari non prenderanno mai il denaro per metterlo sotto al materasso: alla fine, tutto il denaro che una banca presta tornerà indietro in qualche modo in qualche altra banca.
Perciò, per il sistema bancario nel complesso, ogni prestito diventa semplicemente un altro deposito. Inoltre, nel caso le banche avessero bisogno di prelevare denaro dalla banca centrale, possono prenderne in prestito quanto ne vogliono; tutto ciò che fa quest’ultima è determinare il tasso di interesse, il costo del denaro, non la sua quantità.
Fin dall’ inizio della recessione, le banche centrali degli USA e della Gran Bretagna hanno ridotto questo costo a quasi nulla. Infatti, attraverso l’”alleggerimento quantitativo” hanno pompato quanto più denaro potevano nelle banche, senza produrre alcun effetto inflattivo.

Il significato di tutto questo è che il tetto dell’ammontare della moneta in circolazione non è dato da quanto le banche centrali siano disposte a prestare, ma da quanto denaro siano disposti a prendere in prestito governi, aziende, e cittadini ordinari.

La spesa dei governi ha il ruolo principale in tutto ciò (e il documento ammette, leggendolo con attenzione, che alla fine le banche centrali forniscono denaro ai governi).
Perciò non c’è alcuna spesa pubblica che “svuoti le tasche” al settore privato. E’ esattamente l’opposto. Perché, così all’improvviso, la Banca d’Inghilterra ammette tutto ciò? Beh, uno dei motivi è perché ovviamente è vero. Il ruolo delle banche è per la precisione quello di far andare avanti il sistema, e ultimamente il sistema non è che stia andando molto bene.
E’ probabile che la Banca d’Inghilterra decida che mantenere in vita la versione ‘fantasilandia’ dell’economia che si è rivelata così conveniente per i ricchi, sia semplicemente un lusso che non si può più permettere. Ma, politicamente, si sta prendendo un rischio enorme. Immaginate cosa potrebbe succedere se i titolari dei mutui si rendessero conto che il denaro che la banca ha prestato loro non proviene in realtà dai risparmi di una vita di qualche pensionato parsimonioso, ma sia invece un qualcosa creato dal nulla da una bacchetta magica in loro possesso, che noi gli abbiamo consegnato.
Storicamente, la Banca d’Inghilterra tende a essere un precursore, esternando quelle che possono sembrare posizioni radicali ma che poi finiscono per diventare la nuova ortodossia. Se questo è ciò che sta accadendo, potremmo trovarci presto nella posizione di scoprire se Henry Ford aveva ragione.

David Graeber

lunedì 23 giugno 2014

Donatori di organi ... suicidi o carne da macelleria?



....per me la storia dei trapianti porta diritto al centro nerissimo dell'epoca nera in cui viviamo... età oscura, Kali Yuga  o in qualunque altro modo vogliamo chiamarla... e non è questione di israeliani - i peggiori tra loro sono eventualmente, anche in questo, solo i maestri della dissoluzione... e neppure, come spesso dico, del Nord e dell'Occidente del mondo... figurati!... pensa ai cinesi, coi loro centri di espianto annessi ai laogai... no, no, è l'individuo senza quasi più distinzioni, a 360°, che ormai è capace di ogni atrocità sui suoi simili e (mostruosamente peggio) sugli animali non umani, pur di far sopravvivere qualche anno in più la sua carcassa derelitta... shylock miserabile, falso, egoistissimo, osceno.

E Gaza è il mondo."(1) Tutto vero, ma è necessario sottolineare quella specifica, orripilante "maestria". Te li ritrovi, i mostri all'uncino, puntuali come cucù da morgue, pressocché in ogni caso di predazione e messa all'asta di organi. Non mi stupirebbe affatto se un giorno risultasse che i committenti degli stessi criminali di Stato a mandorla(2) o, che so, dei mafiosi (e devoti sciiti) torturatori-espiantatori kosovari(3) sono per lo più giudei... E' una loro orrida "specializzazione" che, va sans dire, ha la sua base ideologica lontana ma sempre incombente nei litolibri(4).

I goyim, animali parlanti, asini da soma(5), mostrando comunque una notevole similitudine morfologica con gli eletti, i cui sacri cadaveri, si sa, non si devono tagliare, è bene che servano la schiatta lovecraftiana anche in quanto potenziali "donatori"(6). Se "volontari" (tipo i disgraziati moldavi), significa (la promessa di) 20.000 $ per un incasso che va dai 110.000 ai 137.000(7); altrimenti, un colpo alla nuca, come in Palestina, e via subito verso la clinica - dal ricavato bisognerà solo sottrarre il costo della pallottola e della benzina, oltre all'onorario del chirurgo. A proposito: "Le operazioni illegali in Sudafrica hanno" anche "incluso la rimozione degli organi da cinque bambini"(8).

 Joe Fallisi

NOTE








giovedì 19 giugno 2014

Papa Luciani, vero papa santo, che è stato eliminato perché...


Papa Luciani voleva destinare il 90% delle ricchezza al resto del mondo per case, scuole, ospedali ed il restante 10% da far gestire allo Stato Italiano per i bisogni della Chiesa.
Ma i massoni all'interno del Vaticano lo hanno eliminato

Papa Luciani era intenzionato a fare una vera e propria rivoluzione all'interno del Vaticano. Siccome desiderava tanto che la Chiesa fosse più povera, aveva preparato un progetto per ridimensionare la ricchezza del Vaticano e aveva studiato un piano per aiutare le famiglie povere del mondo, innanzitutto quelle italiane. Ovviamente, tutto ciò si doveva fare per mezzo della I.O.R., la Banca del Vaticano, che sarebbe stata data in gestione a persone laiche secondo l'insegnamento di Gesù: “Dare a Cesare quel che è di Cesare”. Papa Luciani non sopportava l'idea che Cardinali e Vescovi gestissero queste enormi ricchezze e, quindi, la sua prima intenzione era quella di rimuovere proprio quei Cardinali che usavano e manipolavano il Vescovo Marcinkus e che sfruttavano non solo la sua capacità di gestire lo I.O.R., ma anche e soprattutto i suoi contatti e le sue potenti amicizie a livello europeo ed internazionale. Se Papa Luciani non fosse morto, da lì a pochi giorni sarebbero stati rimossi e sostituiti immediatamente sia Marcinkus che altri quattro Cardinali e forse anche, se non erro, il Segretario di Stato o il Segretario del Papa. Al loro posto sarebbero subentrati altrettanti Vescovi e Cardinali di massima fiducia. Costoro, in gran segreto, avevano preparato insieme a Papa Luciani un piano ben preciso. Dopo essersi inseriti ognuno al posto giusto, si sarebbero attivati subito per distribuire il 90% delle ricchezze del Vaticano in diverse parti del mondo, in modo tale da costruire case, scuole, ospedali etc... Il 10% delle rimanenti ricchezze sarebbe stato affidato e fatto gestire allo Stato Italiano per conto e in base ai bisogni della Chiesa. 
Insomma, voleva fare una vera e propria rivoluzione e cogliere tutti di sorpresa!
Purtroppo, il Povero Papa non ha potuto portare a termine il proprio piano, in quanto uno dei Cardinali di fiducia lo ha tradito ed è andato a raccontare tutto a Marcinkus e agli altri Cardinali! Costoro, appena vennero a conoscenza della cosa, si attivarono immediatamente e con la loro diabolica intelligenza riuscirono, senza lasciare nessuna traccia, ad uccidere il loro Papa con una grande quantità di gocce di calmante, grazie anche all'aiuto del suo medico personale”.

I quattro cardinali (tutti membri dell'Ordine del Santo Sepolcro che avevano un filo diretto con Albano notaio personale di Andreotti e di alcuni boss mafiosi) :

1-Il Cardinale Macchi (massone) , uno dei prediletti di Papa Paolo VI, che l'aveva anche ordinato Suo Segretario. Faceva parte dei cavalieri del Santo Sepolcro, proprio come il Vescovo Marcinkus.

2-Cardinal Villot (massone)

3-Cardinale Benelli.

4-Cardinale Gianvio,

http://vincenzocalcara.blogspot.it/2011/02/l-attentato-papa-wojtyla-e-la-morte-di.html

Papa Luciani voleva destinare il 90% delle ricchezze vaticane al resto del mondo per case, scuole, ospedali ed il restante 10% da far gestire allo Stato Italiano per i bisogni della Chiesa.

Ma i massoni all'interno del Vaticano lo hanno eliminato.

Papa Luciani era intenzionato a fare una vera e propria rivoluzione all'interno del Vaticano. Siccome desiderava tanto che la Chiesa fosse più povera, aveva preparato un progetto per ridimensionare la ricchezza del Vaticano e aveva studiato un piano per aiutare le famiglie povere del mondo, innanzitutto quelle italiane. 

Ovviamente, tutto ciò si doveva fare per mezzo della I.O.R., la Banca del Vaticano, che sarebbe stata data in gestione a persone laiche secondo l'insegnamento di Gesù: “Dare a Cesare quel che è di Cesare”. Papa Luciani non sopportava l'idea che Cardinali e Vescovi gestissero queste enormi ricchezze e, quindi, la sua prima intenzione era quella di rimuovere proprio quei Cardinali che usavano e manipolavano il Vescovo Marcinkus e che sfruttavano non solo la sua capacità di gestire lo I.O.R., ma anche e soprattutto i suoi contatti e le sue potenti amicizie a livello europeo ed internazionale. 

Se Papa Luciani non fosse morto, da lì a pochi giorni sarebbero stati rimossi e sostituiti immediatamente sia Marcinkus che altri quattro Cardinali e forse anche, se non erro, il Segretario di Stato o il Segretario del Papa. Al loro posto sarebbero subentrati altrettanti Vescovi e Cardinali di massima fiducia. Costoro, in gran segreto, avevano preparato insieme a Papa Luciani un piano ben preciso.
Dopo essersi inseriti ognuno al posto giusto, si sarebbero attivati subito per distribuire il 90% delle ricchezze del Vaticano in diverse parti del mondo, in modo tale da costruire case, scuole, ospedali etc... Il 10% delle rimanenti ricchezze sarebbe stato affidato e fatto gestire allo Stato Italiano per conto e in base ai bisogni della Chiesa.
Insomma, voleva fare una vera e propria rivoluzione e cogliere tutti di sorpresa!

Purtroppo, il povero Papa non ha potuto portare a termine il proprio piano, in quanto uno dei Cardinali di fiducia lo ha tradito ed è andato a raccontare tutto a Marcinkus e agli altri Cardinali! Costoro, appena vennero a conoscenza della cosa, si attivarono immediatamente e con la loro diabolica intelligenza riuscirono, senza lasciare nessuna traccia, ad uccidere il loro Papa con una grande quantità di gocce di calmante, grazie anche all'aiuto del suo medico personale”.

I quattro cardinali (tutti membri dell'Ordine del Santo Sepolcro che avevano un filo diretto con Albano notaio personale di Andreotti e di alcuni boss mafiosi):

1 - Il Cardinale Macchi (massone) , uno dei prediletti di Papa Paolo VI, che l'aveva anche ordinato Suo Segretario. Faceva parte dei cavalieri del Santo Sepolcro, proprio come il Vescovo Marcinkus.

2 - Cardinal Villot (massone)

3 - Cardinale Benelli.

4 - Cardinale Gianvio.


Fonte: http://vincenzocalcara.blogspot.it/

mercoledì 18 giugno 2014

Isis, un mostro a due teste

L'offensiva dell'ISIS/SIIL del giugno 2014 in Iraq e le eventuali risposte politico-militari non possono essere compresi senza prima "svelare l'ISIS". Le brigate ISIS/SIIL in pochi giorni hanno occupato la città settentrionale irachena di Mosul e la maggior parte dell'Iraq occidentale. L'esercito iracheno s'è ritirato dalla seconda città dell'Iraq senza opporre resistenza. Svelando l'ISIS, tutti i sentieri conducono alla casa reale dei Saud, al quartier generale della CIA e alla loro rete globale di mercenari e terroristi chiamata al-Qaida.



ISIS/SIIL è un'organizzazione erede dell'ex-al-Qaida in Iraq, presumibilmente fondata da Abdullah al-Rashid al-Baghdadi. Al Baghdadi tuttavia è una creatura di al-Qaida, una figura pubblica per assegnare alla creazione saudita-statunitense "al-Qaida" un volto iracheno cui i radicali sunniti iracheni possano identificarsi. Dean Yates riferisce in un articolo di Reuters del 18 luglio 2007: “Un capo di al-Qaida in Iraq catturato questo mese, ha raccontato agli inquirenti militari degli Stati Uniti che un importante gruppo di al-Qaida è solo una facciata e il suo leader fittizio, ha detto un portavoce militare. Il Brigadier-Generale Kevin Bergner ha detto in conferenza stampa che Abu Umar al-Baghdadi, capo del sedicente Stato Islamico dell'Iraq, presumibilmente istituito lo scorso anno, non esiste. Lo Stato islamico dell'Iraq è stato creato per cercare di dare un volto iracheno a  una rete eterodiretta, ha detto Bergner. Il nome Baghdadi deriva dalla capitale irachena”. Una delle persone responsabili del marchio al-Baghdadi era l'egiziano Abu Ayub al-Masri, stretto collaboratore e successore di Abu Musab al-Zarqawi di al-Qaida, ucciso in un raid aereo statunitense il 7 giugno 2006. Al-Masri era politicamente attivo nei fratelli musulmani egiziani (Iqwan), da cui si unì alla Jihad islamica egiziana di Ayman al-Zawahiri nel 1982. continuò con  Usama bin Ladin a dirigere il campo di addestramento di al-Faruq in Afghanistan nel 1999. Andò  in Iraq passando dal Regno Emirati Arabi e dall'Arabia Saudita nel 2002.

L'ISIS rinasce, l'Iraq chiude le vie del contrabbando saudite di al-Anbar, creando tensioni tra sauditi, giordani e statunitensi
ISIS/SIIL era dormiente in Iraq, mentre alcune sue brigate furono coinvolte da Arabia Saudita, Stati Uniti, Qatar e Turchia nella loro guerra alla Siria. Armi, forniture logistiche e mercenari per l'ISIS furono inviati prevalentemente dall'Arabia Saudita attraverso le vie del contrabbando nella provincia di al-Anbar. Il governo filo-iraniano del Primo ministro iracheno Nuri al-Maliqi fu lasciato "relativamente" incontrastato dall'ISIS, cioè Arabia Saudita e Stati Uniti, fino a quando l'amministrazione al-Maliqi, nell'autunno del 2012, decise di aumentare la propria presenza militare ad al-Anbar. L'obiettivo era fermare il flusso di armi e combattenti dall'Arabia Saudita alla Siria. Anche se non c'è una documentazione dettagliata disponibile, è probabile che Damasco e Teheran abbiano incitato Baghdad a chiudere le rotte del contrabbando. La chiusura di tali rotte aggravò le tensioni tra Giordania, Arabia Saudita e Stati Uniti. L'invio di armi e combattenti già instradati via Iraq alla Siria, dovette essere re-indirizzato dall'Arabia Saudita attraverso la città di confine giordana di al-Mafraq. Ttruppe statunitensi e combattenti stranieri arrivarono ad al-Mafraq a fine 2011. Quando il traffico via al-Mafraq aumentò tra fine 2012 e inizio 2013, la situazione in Giordania divenne critica. I parlamentari giordani iniziarono a lamentarsi della maggiore presenza di truppe statunitensi, del flusso di armi attraverso la Giordania per la Siria e della maggiore presenza di combattenti stranieri. Nel luglio 2013, il Vicepresidente del Parlamento giordano Qalil Atiya espresse preoccupazione per l'aumento della presenza di truppe USA in Giordania, dicendo: "Come deputati rappresentanti del popolo giordano, non accettiamo truppe degli Stati Uniti o di qualsiasi altro Paese in Giordania. I giordani non credono che la Siria rappresenti una minaccia". Il capo del Centro di studi politici al-Quds, Urayb Rintavi, dichiarava all'AFP: "I giordani non si sentono a proprio agio con la presenza di truppe e armi statunitensi nel Paese. Per la gente comune della Giordania, la presenza militare degli Stati Uniti è associata alla cospirazione contro i vicini della Giordania... La società non accoglie gli statunitensi, anche se dicono di voler proteggere il nostro Paese".

Il dilemma dell'amministrazione al-Maliqi. La decisione di far rinascere l'ISIS
Come si può vedere, l'amministrazione del primo ministro iracheno Nuri al-Maliqi si trovò di fronte a un dilemma. Lasciare l'Arabia Saudita usare le rotte del contrabbando nella provincia di al-Anbar per placare Arabia Saudita, Stati Uniti e Giordania, mentre abbandonava la lobby di iracheni sciiti, Teheran e Damasco. Al-Maliqi avrebbe scelto di prendere tempo, almeno fino alla eventuale caduta di Damasco. L'altra opzione era placare Damasco e Teheran affrontando ad al-Anbar i militanti ISIS/SIIL dell'alleanza antisiriana Arabia Saudita, Stati Uniti ed occidente. Due fattori possono aver contribuito alla scelta dell'amministrazione al-Maliqi per la seconda opzione. Uno dei motivi principali fu la decisione di Israele, GCC e NATO di lanciare la guerra alla Siria per impedire il completamento del gasdotto Iran-Iraq-Siria, dai giacimenti di gas iraniani di Pars nel Golfo Persico alle coste orientali del Mediterraneo in Siria. Al-Maliqi deve aver saputo che l'Iraq sarebbe il successivo se Damasco cadesse. La seconda è che l'amministrazione al-Maliqi è strettamente allineata a Teheran e alla lobby degli sciiti filo-iraniani in Iraq. Litigare con Teheran avrebbe rotto i legami con l'unico supporto regionale su cui può contare l'amministrazione al-Maliqi. La decisione fu presa nell'autunno del 2012, quando l'esercito iracheno ebbe l'ordine di chiudere le rotte del contrabbando di al-Anbar e affrontare i mercenari sauditi-statunitensi dell'ISIS/SIIL. A dicembre, un deputato iracheno avvertì sui media che intenzioni contro l'Iraq venivano covati da Turchia, Qatar e Arabia Saudita, invitando tutti i cittadini iracheni ad essere vigili. Il mese prima, il premier al-Maliqi avvertì che Arabia Saudita e Qatar cercavano di attuare: "Un complotto in Iraq contro la Siria nel tentativo di rovesciarne il governo impiegando i terroristi". In un'intervista alla rete satellitare libanese al-Mayadin, al-Maliqi precisò che un colpo di Stato era pianificato contro l'Iraq, dicendo: "Qatar e Arabia Saudita, cercando di rovesciare il governo siriano, ora attuano la stessa ingerenza per rovesciare il regime iracheno. Il loro obiettivo è rovesciare il governo iracheno, il  sistema di governo iracheno e non me". È interessante notare che il think tank degli Stati Uniti Stratfor, nel 2002 suggerisse di dividere l'Iraq in tre Stati. Nuri al-Maliqi e la sua amministrazione sapevano che il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden approvò tale piano nel 2002, quando ancora senatore degli Stati Uniti.


Il coinvolgimento diretto del ministero degli Interni e dell'intelligence dell'Arabia Saudita nella gestione delle brigate di al-Qaidain Siria, Iraq e altrove è ben documentata. Per citare un esempio;  il fondatore e comandante supremo della Liwa al-Islam, direttamente coinvolto nell'attacco chimico nel sobborgo di Damasco del Ghuta orientale del 21 agosto 2013, Zahran al-Lush, lavora per l'intelligence saudita dal 1980. ISIS/SIIL è sotto il comando diretto della famiglia reale dell'Arabia Saudita. Nel gennaio 2014, al-Arabiya pubblicò un articolo e un video dell'interrogatorio di un combattente dell'ISIS catturato in Siria. L'articolo e il video completo furono rimossi, ma l'Istituto per gli Affari del Golfo finanziato dall'Arabia Saudita ha ancora un estratto del video sul suo canale Youtube, caricato il 22 gennaio 2014. Brevemente sui retroscena. Le brigate-fantoccio di Arabia Saudita e Qatar furono coinvolte in pesanti scontri in Siria dal 2012, che portarono infine alla quasi eliminazione delle brigate fantoccio del Qatar, mentre brigate saudite presero il sopravvento in tutta la Siria. I dettagli su tale lotta intestina sono spiegati nell'articolo "Alti funzionari USA e sauditi responsabili delle armi chimiche in Siria". Interrogato sul perché l'ISIS "insegue l'Esercito libero siriano" e su chi comandasse, il combattente catturato dell'ISIS afferma che non sapeva perché, ma che gli ordini provenivano da Abu Faysal, noto anche come principe Abdul Rahman al-Faysal, fratello del principe Saud al-Faysal e del principe Turqi al-Faysal.
Domanda: Perché (l'ISIS) monitora i movimenti dell'esercito libero siriano?
Detenuto: Non so esattamente perché, ma abbiamo ricevuto ordini dal comando ISIS.
Domanda: Chi nell'ISIS da gli ordini?
Detenuto: il principe Abdul Rahman al-Faysal, anche noto come Abu Faysal.
Il "comandante supremo" dell'ISIS/SIIL è il principe Abdul Rahman al-Faysal, della famiglia reale saudita, del ministero degli Interni e dell'intelligence dell'Arabia Saudita. L'ISIS svelato descrive una serie di operazione d'intelligence e mercenarie di Arabia Saudita-USA-NATO. Non c'è nulla di "misterioso" nell'ISIS/SIIL. Non è nemmeno così misteriosa da impedire ai media mainstream occidentali di riferirne i fatti.

I governi sauditi e statunitensi hanno una risposta standard a dichiarazioni pubbliche imbarazzanti sulla partecipazione di dirigenti sauditi alle operazioni dei mercenari-terroristi. L'esempio di Usama bin Ladin è il prototipo del modello standard ideato per la disinformazione. Usama, si dice al mondo, era "la pecora nera" della famiglia bin Ladin. La disinformazione è sorretta da media mainstream complici, anche quelli che convincono i lettori di non essere una facciata dell'intelligence come The Guardian. Dopo gli incidenti dell'11 settembre 2001, che divenne la giustificazione per l'invasione di Afghanistan e Iraq sotto falsi pretesti, The Guardian fece ciò che ci si aspetta da un giornale infiltrato da MI5-6. Il 12 ottobre 2001, ilGuardian pubblicò l'intervista al fratello di Usama bin Ladin, Abdullah, dal titolo "No è mio fratello". Il Guardian lasciò Abdullah dire ai lettori del Guardian: "So che nei primi anni '90 la famiglia più volte l'aiutò tentando di moderarne le idee. Dopo questi tentativi falliti, ci fu il consenso unanime, ma riluttante, che Usama doveva essere disconosciuto". Per impedire una simile campagna di disinformazione sull'ISIS/SIIL guidato dal principe Abdul Rahman al-Faysal, dobbiamo affermare chiaramente che il principe Abdul, in nessun modo appartiene a una "frangia" della famiglia reale saudita. L'uomo che guida nel 2014 la guerra di Stati Uniti-Arabia Saudita all'Iraq fu viceministro della Difesa dell'Arabia Saudita nel 1978-2011, ed è anche fratello del principe Saud al-Faysal e del principe Turqi al-Faysal. Il principe Saud al-Faysal è ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita dal 13 ottobre 1975, ed è il secondogenito di re Faysal. Turqi al-Faysal fu direttore dell'intelligence dell'Arabia Saudita nel 1979-2001, ambasciatore dell'Arabia Saudita negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Si dimise da direttore dell'intelligence pochi giorni prima degli attacchi "terroristici" negli Stati Uniti dell'11 settembre 2001. Turqi al-Faisal ha pubblicamente accusato il primo ministro iracheno Nuri al-Maliqi "di cessione di gran parte del nord dell'Iraq ai terroristi".

Abbiamo svelato ISIS, l'ISIS svelato si rivela un mostro a due teste. Il suo corpo è costituito da volontari, mercenari e agenti di servizi segreti e forze speciali sauditi, turchi e statunitensi. Le sue due teste sono la famiglia reale saudita e il quartier generale della CIA di Langley, Virginia, Stati Uniti d'America. Qualsiasi valutazione di qualsiasi intervento straniero, politico o militare in Iraq senza considerare tali fatti, porterà a conclusioni sbagliate. Perciò non si avrà alcuna informazione diversa da quella frammentata sui vari media occidentali o del Golfo arabo.

Christof Lehmann -  Nsnbc

Traduzione: sitoaurora