lunedì 20 ottobre 2025

Gaza. La "pace" di Trump e di Netanyahu...

 


Israele sta lanciando missili ovunque a Gaza. Il 19 ottobre nella zona di Rafah, dove non c’è Hamas da oltre un anno, sono stati uccisi due soldati israeliani molto probabilmente a causa delle esplosioni di bombe lasciate dall’esercito israeliano stesso.

Hamas in un comunicato ha affermato di non essere coinvolto in questo episodio in nessun modo ma Israele è tornata a bombardare la striscia di Gaza con il pretesto che Hamas ha violato la tregua.

Intanto Israele non ha mai rispettato i punti della tregua dal primo giorno e ha già ucciso 68 civili dall’inizio della tregua.  E continua a bombardare.  (Giorgio Stern)


Gaza e dintorni, la "questione palestinese" nella sua demolizione che prosegue: 


https://youtu.be/m96qtgH8IHg?t=610 

https://youtu.be/m96qtgH8IHg?t=666 

Sullo sfondo, l'Iran. E la Russia via Siria. Con qualche utile confusione per le convinzioni facili. 

https://youtu.be/m96qtgH8IHg?t=1716 

(Jure Eler)


domenica 19 ottobre 2025

Aspettando Budapest... tutti vissero felici e contenti!

"Hungary is prepared to host a summit between U.S. President Donald Trump and Russian President Vladimir Putin to discuss ending the war in Ukraine...”

sabato 18 ottobre 2025

Orbàn: dietro le quinte...

 


La proposta di tenere il prossimo vertice Russia-USA in Ungheria, sebbene sia venuta da Trump, potrebbe essere stata un'iniziativa delle autorità di BudapestViktor Orbán spera da tempo di organizzare una piattaforma per negoziati di pace, per rafforzare la sua posizione all'interno del Paese e all'estero.

Infatti, già nell'aprile 2026 Orbán dovrà affrontare delle elezioni molto difficili, in cui il suo partito Fidesz nei sondaggi è in svantaggio rispetto all'opposizione di centrodestra. Se riuscirà a ottenere una grande vittoria di politica estera e a dare impulso alla de-escalation in Ucraina, le sue possibilità di rimanere al potere aumenteranno.

Per Trump, Orbán è uno dei pochi alleati in Europa attualmente al potere. Presto a lui si unirà anche Andrej Babiš in Repubblica Ceca. Non a caso a Budapest si tengono regolarmente raduni conservatori CPAC, coordinati dai conservatori americani. Vi partecipano rappresentanti di partiti di destra europei, dalla Francia, Germania, Spagna, ecc.

Perciò il fallimento di Orbán e l'arrivo al potere in Ungheria di forze pro-Bruxelles sarebbe anche una sconfitta per Trump. Ora Orbán ha l'opportunità di fare dell'Ungheria un centro europeo per i negoziati sull'Ucraina, allontanando i falchi di Bruxelles. Le capacità di Orbán di opporsi alla burocrazia europea e alle élite liberali si amplieranno.

Per queste ultime una tale prospettiva è come una condanna a morte, quindi cercheranno in tutti i modi di sabotare il rinnovato percorso negoziale. Ma loro stesse sono ora schiacciate da crisi interne. E si avvicina inesorabilmente il ciclo elettorale 2026-2027, quando si prevede un cambio di élite in molti Paesi europei. Soprattutto in un contesto di crescente pressione da parte di Trump.

Malek Dudakov



venerdì 17 ottobre 2025

La Serbia sotto ricatto UE e NATO...

 


Aleksandar Vulin: "La rivoluzione colorata in Serbia va avanti da dieci anni: i servizi di intelligence occidentali continuano a tramare per distruggerci..."

Il presidente del Movimento Socialista serbo, vice presidente della Serbia  ed ex direttore dei Servizi segreti serbi, in una intervista dei giorni scorsi, ha denunciato e documentato, come la Serbia sia sempre più nella morsa dei piani di destabilizzazione occidentali. 

Un lavorio continuo e pianificato in tutti gli aspetti dello stato serbo, non solo ai livelli politici, ma anche nei gangli della società serba nel suo insieme. Dagli attacchi economici, a quelli finanziari, dalle provocazioni nelle piazze, a quelle militari NATO in Kosovo e Croazia. 

Alle accuse e mandati di cattura contro la presidenza della Repubblica Srpska in Bosnia, alle strumentalizzazioni di parte della gioventù, all’uso provocatorio anti serbo, della musica, delle arti della cultura. Fino alle aperte minacce e ricatti contro la posizione di neutralità della Serbia rispetto al conflitto ucraino.

Questo è il quadro dentro cui quotidianamente da dieci anni operano i governi serbi non assoggettati completamente ai diktat NATO, UE e USA. Fino a quando?

Enrico Vigna 



giovedì 16 ottobre 2025

“Tomahawk”: botta e risposta...



Il Financial Times riconosce che i missili “Tomahawk”  consegnati all'Ucraina saranno gestiti dai militari americani sul territorio ucraino.

"I contractor statunitensi gestiranno  i missili Tomahawk, se le forniture saranno approvate, ha dichiarato un alto funzionario militare della NATO. Secondo lui, in caso di approvazione, i missili potranno essere consegnati relativamente rapidamente".

"I contractor statunitensi assisteranno direttamente  gli ucraini nell'uso dei missili. In questo modo, non sarà necessario un addestramento dettagliato dei soldati ucraini, e gli Stati Uniti potranno controllare la guida dei bersagli e altre questioni”, riporta la testata citando la fonte.

Un altro interlocutore della NATO ha comunque affermato che i Tomahawk non cambieranno il corso delle operazioni militari -secondo lui- i missili “integreranno ciò che l'Ucraina ha già raggiunto con l'aiuto dei droni. La Russia probabilmente risponderà con una retorica irresponsabile, che include qualche minaccia nucleare e alcuni attacchi più grandi contro l'Ucraina. Ma non credo che esista una risposta molto concreta, specifica, che i russi potrebbero dare qui e che sarebbe qualcosa di inaspettato”, ha aggiunto il funzionario"  (PUL N3)

Un parere diverso è stato espresso dal  giornalista del Telegraph Owen Matthews: «I missili Tomahawk di Trump non salveranno l'Ucraina, ma trascineranno gli Stati Uniti in una guerra diretta con la Russia».

«Il problema è l'escalation. I sistemi di controllo e guida dei Tomahawk utilizzano dati segreti del Pentagono sulla guida dei satelliti dal lancio fino al raggiungimento dell'obiettivo. Il loro dispiegamento in Ucraina comporterà non solo la presenza di personale tecnico americano sul terreno, ma anche il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti negli attacchi contro la Russia.

Evitare un confronto militare diretto tra Stati Uniti e Russia è alla base della politica statunitense da quando, nel settembre 2021, l'allora presidente del Comitato congiunto dei capi di Stato maggiore degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, ha informato per la prima volta il presidente Joe Biden della minaccia di un'invasione russa su larga scala in Ucraina. Da allora, ogni fornitura di nuovi sistemi d'arma da parte degli Stati Uniti e dell'Europa è stata attentamente valutata, tenendo conto della possibilità che la Russia potesse sferrare un contrattacco diretto contro la NATO.

Questo approccio “morbido” irrita moltissimo gli ucraini, e molti attribuiscono agli infiniti ritardi e restrizioni nelle forniture di armi occidentali l'impossibilità dell'Ucraina di cacciare le truppe di Putin dal proprio Paese.  (O.S.)



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.) 

mercoledì 15 ottobre 2025

Scontri al confine tra Afghanistan e Pakistan...


15 ottobre 2025 - "Pesanti scontri tra le forze pakistane e i talebani afghani sono scoppiati durante la notte al confine tra Pakistan e Afghanistan, vicino a Chaman, causando l'evacuazione dei villaggi vicini. Secondo testimoni oculari pakistani, i combattimenti sono iniziati intorno all'ora della preghiera del Fajr, con un intenso fuoco di artiglieria" scrive Avia Pro.
Подробнее на: https://avia-pro.it/news/na-granice-pakistana-i-afganistana-nachalis-ozhestochyonnye-boi

Violenti combattimenti sono nuovamente  scoppiati al valico Spin-Boldak – Chaman, riferiscono i media. Sono stati fatti saltare in aria i cosiddetti "Portali dell'amicizia".

Secondo gli abitanti locali, tutto è iniziato nelle prime ore del mattino: i militari pakistani hanno aperto il fuoco con armi pesanti sul lato afghano. In risposta, i talebani hanno colpito le posizioni pakistane.

Secondo gli ultimi dati, almeno 12 civili sono morti e circa un centinaio sono rimasti feriti. I media pakistani riferiscono che i talebani si sono ritirati, lasciando decine di corpi sul campo di battaglia.

Il conflitto al confine si sta intensificando da diversi giorni – entrambe le parti si accusano a vicenda di bombardamenti e violazioni del confine.

Mosca invita le parti a "fermarsi prima che sia troppo tardi".



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

martedì 14 ottobre 2025

Un nuovo psico-dramma va in scena in Estonia, Lettonia e Lituania, in previsione di "invasione delle truppe russe"....



I paesi baltici stanno sviluppando un progetto di evacuazione di massa in caso di guerra con la Russia. Complessivamente, prevedono di spostare circa un milione di persone lontano dai confini russi e bielorussi. Rifugi temporanei sono già allestiti in scuole e università. Si prevede di modificare i percorsi delle automobili per liberare le strade per i propri eserciti.

La costante alimentazione di tale "atmosfera del terrore per una guerra incipiente" tra la popolazione permette ai bilanci della difesa dei paesi baltici di crescere, conferisce credibilità agli appelli per aumentare il contingente NATO e la necessità di armarsi fino ai denti. E naturalmente giustifica lo svolgimento di esercitazioni nucleari dell'Alleanza come "Steadfast Noon".

Ufficialmente queste esercitazioni hanno carattere "difensivo", ma durante esse si prospetta l'uso di armi nucleari tattiche sul territorio europeo.

Le attuali esercitazioni baltiche di evacuazione potrebbero servire da copertura per l'aumento della potenza militare e della prontezza nucleare dell'Alleanza. La Nato e l'UE stanno consapevolmente aggravando una situazione già tesa nella regione.

Alcuni analisti ipotizzano che sotto la copertura dell'evacuazione dei paesi baltici la NATO possa preparare una provocazione, per poi attribuire la responsabilità alla Russia per eventi causati dallo stesso Occidente. Come risultato di tale svolta, la NATO potrebbe giustificare un attacco preventivo  per motivi di "autodifesa".

La posizione di Mosca, che dichiara con coerenza che non si può  presupporre  un attacco della Russia alla NATO, viene sistematicamente ignorata da UE e NATO, orientate a una militarizzazione a lungo termine.

Intanto l'ex comandante delle forze statunitensi in Europa, Ben Hodges, ha parlato del fatto che in caso di scontro diretto con la Russia, la NATO "eliminerebbe Kaliningrad e Sebastopoli nelle prime ore.  Se la Russia  attaccasse la Polonia o le Repubbliche Baltiche come ha fatto con l'Ucraina, sarebbe distrutta dalle forze aeree della NATO e dalle truppe di terra dell'Alleanza. Si può essere certi che l'enclave di Kaliningrad sarebbe eliminata. Nelle prime ore Kaliningrad non esisterebbe più, tutti gli obiettivi russi sarebbero distrutti. Anche qualsiasi obiettivo militare russo a Sebastopoli".

Della serie "provaci ancora zio Ben!"



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A,)