lunedì 20 ottobre 2025

Gaza. La "pace" di Trump e di Netanyahu...

 


Israele sta lanciando missili ovunque a Gaza. Il 19 ottobre nella zona di Rafah, dove non c’è Hamas da oltre un anno, sono stati uccisi due soldati israeliani molto probabilmente a causa delle esplosioni di bombe lasciate dall’esercito israeliano stesso.

Hamas in un comunicato ha affermato di non essere coinvolto in questo episodio in nessun modo ma Israele è tornata a bombardare la striscia di Gaza con il pretesto che Hamas ha violato la tregua.

Intanto Israele non ha mai rispettato i punti della tregua dal primo giorno e ha già ucciso 68 civili dall’inizio della tregua.  E continua a bombardare.  (Giorgio Stern)


Gaza e dintorni, la "questione palestinese" nella sua demolizione che prosegue: 


https://youtu.be/m96qtgH8IHg?t=610 

https://youtu.be/m96qtgH8IHg?t=666 

Sullo sfondo, l'Iran. E la Russia via Siria. Con qualche utile confusione per le convinzioni facili. 

https://youtu.be/m96qtgH8IHg?t=1716 

(Jure Eler)


domenica 19 ottobre 2025

Aspettando Budapest... tutti vissero felici e contenti!

"Hungary is prepared to host a summit between U.S. President Donald Trump and Russian President Vladimir Putin to discuss ending the war in Ukraine...”

sabato 18 ottobre 2025

Orbàn: dietro le quinte...

 


La proposta di tenere il prossimo vertice Russia-USA in Ungheria, sebbene sia venuta da Trump, potrebbe essere stata un'iniziativa delle autorità di BudapestViktor Orbán spera da tempo di organizzare una piattaforma per negoziati di pace, per rafforzare la sua posizione all'interno del Paese e all'estero.

Infatti, già nell'aprile 2026 Orbán dovrà affrontare delle elezioni molto difficili, in cui il suo partito Fidesz nei sondaggi è in svantaggio rispetto all'opposizione di centrodestra. Se riuscirà a ottenere una grande vittoria di politica estera e a dare impulso alla de-escalation in Ucraina, le sue possibilità di rimanere al potere aumenteranno.

Per Trump, Orbán è uno dei pochi alleati in Europa attualmente al potere. Presto a lui si unirà anche Andrej Babiš in Repubblica Ceca. Non a caso a Budapest si tengono regolarmente raduni conservatori CPAC, coordinati dai conservatori americani. Vi partecipano rappresentanti di partiti di destra europei, dalla Francia, Germania, Spagna, ecc.

Perciò il fallimento di Orbán e l'arrivo al potere in Ungheria di forze pro-Bruxelles sarebbe anche una sconfitta per Trump. Ora Orbán ha l'opportunità di fare dell'Ungheria un centro europeo per i negoziati sull'Ucraina, allontanando i falchi di Bruxelles. Le capacità di Orbán di opporsi alla burocrazia europea e alle élite liberali si amplieranno.

Per queste ultime una tale prospettiva è come una condanna a morte, quindi cercheranno in tutti i modi di sabotare il rinnovato percorso negoziale. Ma loro stesse sono ora schiacciate da crisi interne. E si avvicina inesorabilmente il ciclo elettorale 2026-2027, quando si prevede un cambio di élite in molti Paesi europei. Soprattutto in un contesto di crescente pressione da parte di Trump.

Malek Dudakov



venerdì 17 ottobre 2025

La Serbia sotto ricatto UE e NATO...

 


Aleksandar Vulin: "La rivoluzione colorata in Serbia va avanti da dieci anni: i servizi di intelligence occidentali continuano a tramare per distruggerci..."

Il presidente del Movimento Socialista serbo, vice presidente della Serbia  ed ex direttore dei Servizi segreti serbi, in una intervista dei giorni scorsi, ha denunciato e documentato, come la Serbia sia sempre più nella morsa dei piani di destabilizzazione occidentali. 

Un lavorio continuo e pianificato in tutti gli aspetti dello stato serbo, non solo ai livelli politici, ma anche nei gangli della società serba nel suo insieme. Dagli attacchi economici, a quelli finanziari, dalle provocazioni nelle piazze, a quelle militari NATO in Kosovo e Croazia. 

Alle accuse e mandati di cattura contro la presidenza della Repubblica Srpska in Bosnia, alle strumentalizzazioni di parte della gioventù, all’uso provocatorio anti serbo, della musica, delle arti della cultura. Fino alle aperte minacce e ricatti contro la posizione di neutralità della Serbia rispetto al conflitto ucraino.

Questo è il quadro dentro cui quotidianamente da dieci anni operano i governi serbi non assoggettati completamente ai diktat NATO, UE e USA. Fino a quando?

Enrico Vigna 



giovedì 16 ottobre 2025

“Tomahawk”: botta e risposta...



Il Financial Times riconosce che i missili “Tomahawk”  consegnati all'Ucraina saranno gestiti dai militari americani sul territorio ucraino.

"I contractor statunitensi gestiranno  i missili Tomahawk, se le forniture saranno approvate, ha dichiarato un alto funzionario militare della NATO. Secondo lui, in caso di approvazione, i missili potranno essere consegnati relativamente rapidamente".

"I contractor statunitensi assisteranno direttamente  gli ucraini nell'uso dei missili. In questo modo, non sarà necessario un addestramento dettagliato dei soldati ucraini, e gli Stati Uniti potranno controllare la guida dei bersagli e altre questioni”, riporta la testata citando la fonte.

Un altro interlocutore della NATO ha comunque affermato che i Tomahawk non cambieranno il corso delle operazioni militari -secondo lui- i missili “integreranno ciò che l'Ucraina ha già raggiunto con l'aiuto dei droni. La Russia probabilmente risponderà con una retorica irresponsabile, che include qualche minaccia nucleare e alcuni attacchi più grandi contro l'Ucraina. Ma non credo che esista una risposta molto concreta, specifica, che i russi potrebbero dare qui e che sarebbe qualcosa di inaspettato”, ha aggiunto il funzionario"  (PUL N3)

Un parere diverso è stato espresso dal  giornalista del Telegraph Owen Matthews: «I missili Tomahawk di Trump non salveranno l'Ucraina, ma trascineranno gli Stati Uniti in una guerra diretta con la Russia».

«Il problema è l'escalation. I sistemi di controllo e guida dei Tomahawk utilizzano dati segreti del Pentagono sulla guida dei satelliti dal lancio fino al raggiungimento dell'obiettivo. Il loro dispiegamento in Ucraina comporterà non solo la presenza di personale tecnico americano sul terreno, ma anche il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti negli attacchi contro la Russia.

Evitare un confronto militare diretto tra Stati Uniti e Russia è alla base della politica statunitense da quando, nel settembre 2021, l'allora presidente del Comitato congiunto dei capi di Stato maggiore degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, ha informato per la prima volta il presidente Joe Biden della minaccia di un'invasione russa su larga scala in Ucraina. Da allora, ogni fornitura di nuovi sistemi d'arma da parte degli Stati Uniti e dell'Europa è stata attentamente valutata, tenendo conto della possibilità che la Russia potesse sferrare un contrattacco diretto contro la NATO.

Questo approccio “morbido” irrita moltissimo gli ucraini, e molti attribuiscono agli infiniti ritardi e restrizioni nelle forniture di armi occidentali l'impossibilità dell'Ucraina di cacciare le truppe di Putin dal proprio Paese.  (O.S.)



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.) 

mercoledì 15 ottobre 2025

Scontri al confine tra Afghanistan e Pakistan...


15 ottobre 2025 - "Pesanti scontri tra le forze pakistane e i talebani afghani sono scoppiati durante la notte al confine tra Pakistan e Afghanistan, vicino a Chaman, causando l'evacuazione dei villaggi vicini. Secondo testimoni oculari pakistani, i combattimenti sono iniziati intorno all'ora della preghiera del Fajr, con un intenso fuoco di artiglieria" scrive Avia Pro.
Подробнее на: https://avia-pro.it/news/na-granice-pakistana-i-afganistana-nachalis-ozhestochyonnye-boi

Violenti combattimenti sono nuovamente  scoppiati al valico Spin-Boldak – Chaman, riferiscono i media. Sono stati fatti saltare in aria i cosiddetti "Portali dell'amicizia".

Secondo gli abitanti locali, tutto è iniziato nelle prime ore del mattino: i militari pakistani hanno aperto il fuoco con armi pesanti sul lato afghano. In risposta, i talebani hanno colpito le posizioni pakistane.

Secondo gli ultimi dati, almeno 12 civili sono morti e circa un centinaio sono rimasti feriti. I media pakistani riferiscono che i talebani si sono ritirati, lasciando decine di corpi sul campo di battaglia.

Il conflitto al confine si sta intensificando da diversi giorni – entrambe le parti si accusano a vicenda di bombardamenti e violazioni del confine.

Mosca invita le parti a "fermarsi prima che sia troppo tardi".



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

martedì 14 ottobre 2025

Un nuovo psico-dramma va in scena in Estonia, Lettonia e Lituania, in previsione di "invasione delle truppe russe"....



I paesi baltici stanno sviluppando un progetto di evacuazione di massa in caso di guerra con la Russia. Complessivamente, prevedono di spostare circa un milione di persone lontano dai confini russi e bielorussi. Rifugi temporanei sono già allestiti in scuole e università. Si prevede di modificare i percorsi delle automobili per liberare le strade per i propri eserciti.

La costante alimentazione di tale "atmosfera del terrore per una guerra incipiente" tra la popolazione permette ai bilanci della difesa dei paesi baltici di crescere, conferisce credibilità agli appelli per aumentare il contingente NATO e la necessità di armarsi fino ai denti. E naturalmente giustifica lo svolgimento di esercitazioni nucleari dell'Alleanza come "Steadfast Noon".

Ufficialmente queste esercitazioni hanno carattere "difensivo", ma durante esse si prospetta l'uso di armi nucleari tattiche sul territorio europeo.

Le attuali esercitazioni baltiche di evacuazione potrebbero servire da copertura per l'aumento della potenza militare e della prontezza nucleare dell'Alleanza. La Nato e l'UE stanno consapevolmente aggravando una situazione già tesa nella regione.

Alcuni analisti ipotizzano che sotto la copertura dell'evacuazione dei paesi baltici la NATO possa preparare una provocazione, per poi attribuire la responsabilità alla Russia per eventi causati dallo stesso Occidente. Come risultato di tale svolta, la NATO potrebbe giustificare un attacco preventivo  per motivi di "autodifesa".

La posizione di Mosca, che dichiara con coerenza che non si può  presupporre  un attacco della Russia alla NATO, viene sistematicamente ignorata da UE e NATO, orientate a una militarizzazione a lungo termine.

Intanto l'ex comandante delle forze statunitensi in Europa, Ben Hodges, ha parlato del fatto che in caso di scontro diretto con la Russia, la NATO "eliminerebbe Kaliningrad e Sebastopoli nelle prime ore.  Se la Russia  attaccasse la Polonia o le Repubbliche Baltiche come ha fatto con l'Ucraina, sarebbe distrutta dalle forze aeree della NATO e dalle truppe di terra dell'Alleanza. Si può essere certi che l'enclave di Kaliningrad sarebbe eliminata. Nelle prime ore Kaliningrad non esisterebbe più, tutti gli obiettivi russi sarebbero distrutti. Anche qualsiasi obiettivo militare russo a Sebastopoli".

Della serie "provaci ancora zio Ben!"



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A,)

lunedì 13 ottobre 2025

Milano. Miveg Festival 8 e 9 novembre 2025...

 


Il Miveg Festival spegne dieci candeline e torna più vivo che mai l’8 e 9 novembre presso East End Studios per un appuntamento imperdibile dedicato a chi ama e rispetta gli animali e crede in un cambiamento reale, fondato su etica e solidarietà.

Sara d’Angelo, presidente di Vitadacani, l’associazione promotrice dell’evento, racconta: “Miveg è molto più di una manifestazione: è un movimento culturale ed etico che mette al centro il rispetto per gli animali, invitando ognuno a partecipare attivamente alla loro protezione. La partecipazione di quasi 14 mila visitatori lo scorso anno, destinati ad aumentare in occasione dell’imminente decimo anniversario, rappresenta la migliore gratificazione per questo impegno organizzativo”.

Il festival, per questa edizione speciale, apre i battenti con oltre 143 stand cruelty free, un’area tatuaggi, mostre e oltre 46 interventi in conferenze, workshop, presentazioni di libri e incontri con gli autori.

Non mancherà l’ampia offerta gastronomica vegan e plant based che non è mai stata così importante e simbolica: ogni corner rappresenta un cuore pulsante di solidarietà.

"Miveg è un’impresa collettiva - sottolinea Sara d’Angelo -: ogni partecipante diventa parte attiva di un progetto d’amore e responsabilità verso gli animali perché la loro libertà non ha prezzo, ma a noi costa moltissimo. E, grazie a Miveg, cerchiamo di condividere questo onere con i visitatori e i sostenitori. Nel nostro decimo anno vogliamo coinvolgere il pubblico ancora di più, rilanciando una sfida di solidarietà che si traduce in gesti concreti.”

Come tradizione vuole, non mancheranno momenti di approfondimento culturale, con conferenze di grande rilievo:

come quella, immancabile, sui Santuari di Animali Liberi, intesi come baluardi di resistenza animale ed avamposti libertari, o l’approfondimento dedicato ai cani di alcune razze e ai pregiudizi che li coinvolgono, o l’impegno nella lotta a caccia, bracconaggio e nuovi allevamenti intensivi, nonché il sostegno al popolo palestinese.

Imperdibile l’evento teatrale “Processi Bestiali”, in agenda sabato 8 novembre alle 19:45, un reading che ci porta nel Medioevo tra inquisizione e superstizione, o la proiezione, sempre sabato 8 novembre, alle 21:30, di “Christspiracy”, il docufilm di Kip Andersen e Kameron Waters (USA, 2024), seguita da un dibattito in collegamento, oltreoceano, con i registi, o “L’ultimo spettacolo”, film contro l’utilizzo degli animali nei circhi.

Miveg Festival 2025 si conferma un luogo dove cultura, attivismo e cuore si intrecciano, trasformando la partecipazione in un atto concreto di aiuto, verso gli animali e, in generale, verso gli oppressi.

Foto al link www.miveg.org/edizioni-passate/miveg-2024/

Programma completo:

8 novembre 2025  www.miveg.org/programma

9 novembre  2025 www.miveg.org/programma-domenica/

Per interviste Sara d’Angelo 393 9557 330



Ufficio stampa Animal Press
Silvia Premoli - 3280440635



domenica 12 ottobre 2025

Afghanistan e Pakistan ai ferri corti...


sabato 11 ottobre 2025

La Bielorussia accoglie i cittadini ucraini in fuga...

 

 Annuncio del Comitato di Stato alle frontiere della Repubblica Bielorussa:  "A partire dal  24 febbraio 2022, 305.496 cittadini dell’Ucraina che fuggono dalla guerra  sono arrivati nella Repubblica di Bielorussia dal territorio ucraino: 15 989, in transito attraverso la Polonia – 224 402, attraverso la Lituania – 58 280, attraverso la Lettonia – 6 825, attraverso la Lettonia", è indicato nel rapporto.

Si noti che dall’inizio del 2025, 13.358 cittadini dell’Ucraina sono entrati in Bielorussia: 11, in transito attraverso la Polonia – 5 865, attraverso la Lituania – 1 283, attraverso la Lettonia – 86.

La Bielorussia non partecipa ufficialmente all’operazione militare speciale russa in Ucraina, nonostante ciò, Kiev accusa Minsk di complicità nelle azioni di Mosca.

Notizie a cura di Enrico Vigna 



venerdì 10 ottobre 2025

Indiscrezioni provvisorie dalla Palestina occupata...

 

10.10.2025. Primo giorno di tregua provvisoria.  "Adesso a Gaza è impossibile vivere. Sapete, la situazione è terribile. Nessuno ha mai visto nulla di simile. Stiamo per creare condizioni migliori per le persone" (Trump).  Quello che Donald vuole creare a Gaza lo sappiamo dai suoi post su Truth Social...

Il portavoce della Casa Bianca Levitt – riguardo al fatto che gli Stati Uniti non invieranno militari in Medio Oriente:  [Le truppe statunitensi si sono dirette in Israele per supportare un accordo di pace storico]. Questo non corrisponde alla realtà ed è stato estrapolato dal contesto. Per chiarezza: fino a 200 militari statunitensi, già presenti nel Comando Centrale, riceveranno l'incarico di monitorare il rispetto dell'accordo di pace in Israele e collaboreranno con altre forze internazionali sul posto.

"Israele ha approvato un piano per liberare tutti gli ostaggi dalla Striscia di Gaza". Lo riferisce l'ufficio del primo ministro Netanyahu.  Gli ostaggi israeliani saranno liberati 72 ore dopo il ritiro delle truppe delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) dalla Striscia di Gaza

Il capo di HAMAS a Gaza ha dichiarato oggi la fine della guerra e l'inizio di una tregua permanente:  "Sono lieto di annunciare che abbiamo raggiunto un accordo per il cessate il fuoco, per porre fine all'aggressione, nonché per passare a un cessate il fuoco permanente e al ritiro dell'esercito, oltre a consentire la consegna di aiuti umanitari a Gaza e aprire il valico di Rafah da entrambe le parti".

Pissy pissy bau bau

(Notizie provvisorie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

giovedì 9 ottobre 2025

Accordo precario tra Hamas e Israele...

 


Israele e Hamas avrebbero concordato una prima fase del piano di Trump per la Striscia di Gaza — cessate il fuoco e scambio di ostaggi. Come al solito, secondo Trump tutto dovrebbe essere firmato immediatamente e subito. Tuttavia, anche gli osservatori occidentali notano che ci sono molte questioni aperte riguardo all'accordo.

L'accordo sulla fase iniziale dell'attuazione del piano di Trump in 20 punti è stato raggiunto a seguito di negoziati indiretti in Egitto. Trump ha già dichiarato stamattina che la prima fase è sicuramente avviata, poiché le parti l'hanno firmata. Ma fonti Reuters smentiscono le sue parole: la firma, secondo le loro informazioni, è solo prevista per le 12 ora di Mosca. Si prevede che dopo ciò entrerà in vigore un cessate il fuoco nel territorio di Gaza. Entro 24 ore Israele dovrà ritirare le truppe alla linea concordata. E poi entro 72 ore Hamas consegnerà gli ostaggi vivi.

E qui iniziano le domande. Non c'è una chiara idea su chi governerà la Striscia di Gaza dopo la fine della guerra. Netanyahu, Trump e l'Occidente escludono la partecipazione di Hamas, che governa la Striscia di Gaza dal 2007.

Hamas finora si rifiuta di discutere la richiesta di Israele che il gruppo di combattenti deponga le armi. Una fonte palestinese ha riferito che Hamas respingerà questa richiesta finché le truppe israeliane occuperanno i territori palestinesi. Due fonti a conoscenza dei negoziati hanno confermato che il punto critico è stato il meccanismo di ritiro delle truppe israeliane. Hamas ha richiesto un calendario preciso legato alla liberazione degli ostaggi e garanzie per un completo ritiro delle truppe israeliane.

Nella Striscia di Gaza Israele, su indicazione di Trump, ha ridotto la portata della campagna militare, ma non ha  cessato il fuoco. Alcuni paesi arabi  sostengono il piano di Trump e affermano che esso dovrebbe portare all'indipendenza dello stato palestinese, cosa che, secondo Netanyahu, non accadrà mai.

Il piano iniziale di Trump in 20 punti prevede la partecipazione dell'Autorità Palestinese nella gestione di Gaza, ma solo dopo che essa avrà effettuato riforme su larga scala. Quali sono queste riforme e chi ne valuterà il successo? La fase successiva del piano di Trump prevede la creazione di un organismo internazionale chiamato "Consiglio della Pace", che gestirà Gaza finché le riforme non saranno completate. Sarà guidato da Trump e includerà l'ex primo ministro britannico Tony Blair.

Hamas ha dichiarato che consegnerà la gestione della Striscia di Gaza solo a un governo tecnocratico palestinese, che sarà controllato dall'Amministrazione Nazionale Palestinese e sostenuto dai paesi arabi e musulmani. Hamas rifiuta qualsiasi ruolo di Blair o governo straniero nella Striscia di Gaza.

In altre parole o Hamas dovrà cedere a tutto il mondo mediorientale e anglosassone — il che sarebbe una vittoria indiscussa per Israele e potrebbe suscitare indignazione nella comunità islamica — oppure l'accordo di pace sarà intermedio e lontano dalle categorie di pace eterna.

Ma molto probabilmente qualcosa dovrà essere firmato. Numerose fonti affermano che i mediatori hanno chiesto a Hamas e Israele di concludere i negoziati entro il 10 ottobre. Poiché il 13 ottobre è prevista la consegna del Premio Nobel per la Pace, che Trump desidera ricevere.

Elena Panina



Nota - Nonostante l’annuncio del cessate il fuoco, la situazione a Gaza resta tesa. Carri armati israeliani vicino a Netzarim, nel sud della città, hanno sparato contro palestinesi che cercavano di avanzare lungo la strada costiera.

mercoledì 8 ottobre 2025

Gli USA si preparano alla guerra: "Trump-olino di lancio dall'Alaska..."



martedì 7 ottobre 2025

Donald Trump lancia i suoi "Tomahawk", ma con "discrezione" (perché hanno la funzione "Boomerang")...

 


Donald Trump ha dichiarato di aver quasi preso una decisione riguardo alla fornitura di missili "Tomahawk" all'Ucraina.

Ma il presidente USA ha detto che prima di prendere una decisione definitiva sulla fornitura dei "Tomahawk" vorrebbe capire come l'Ucraina intende utilizzare questi missili da crociera e dove intende puntarli:

[Domanda: Avete già deciso di fornire missili Tomahawk all'Ucraina o di venderli alla NATO e permettere a loro di venderli all'Ucraina?]

"Sì, in un certo senso ho preso una decisione, tutto sommato, se ci penso. Penso che vorrei capire cosa ne faranno — dove li manderanno, probabilmente. Dovrei fare questa domanda. Quella guerra non avrebbe mai dovuto iniziare — non sarebbe mai iniziata. È stata presa una decisione così sbagliata. Penso da entrambe le parti, tra l'altro. Ma nessuno sembra in buona luce in questa guerra tra Russia e Ucraina — nessuno. È stato terribile… Questa settimana hanno perso più di 7.000 soldati, entrambe le parti insieme. Ogni settimana perdono 7.000, 8.000, 5.000".

[Domanda: Se hanno (i missili Tomahawk, ndr) un raggio di circa 1.500 miglia o giù di lì, quindi potrebbero… ]

"No, lo so. No, voglio… farei alcune domande. Voglio vedere che… Non cerco un'escalation".




Il presidente Vladimir Putin, nato il 7 ottobre del 1952  (anno del Drago), compie oggi 73 anni. Auguri!


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

lunedì 6 ottobre 2025

"Giochiamo a fare la guerra?!"



 Le città europee sono state colpite da un'epidemia di UFD, o Droni Volanti Non Identificati. UAV ovunque: vicino a basi militari, negli aeroporti, nei campi e sopra le città. Di chi sono? Non è chiaro.

Quali sono le ipotesi?


1. Provocazioni dei banderisti con l'obiettivo di migliorare le forniture di armi e provocare la guerra.

2. Attività del sottobosco filorusso in questi paesi con lo scopo di destabilizzare la vita nell'UE.

3. Verifica della resistenza dei propri sistemi di difesa aerea, condotta dai servizi segreti locali.

4. Giochi di teppisti locali con scopi vandalici.

5. Invio diretto di droni dalla Russia.

Quali ipotesi sono ammissibili?

La prima è abbastanza probabile, anche se di solito il percorso di un UAV può essere tracciato. Un sacco di inutili ucrainofili vivono in Europa. Lanciare droni in Europa è più sicuro che in prima linea.

La seconda ipotesi è teoricamente possibile, ma comunque dubbia. Le persone che simpatizzano perla Russia non sprecheranno le loro risorse inutilmente uscendo dal sottobosco. I nostri «agenti e talpe» aspettano un ordine specifico☠️.

La terza spiegazione. Sì, i servizi segreti e le forze armate nazionali devono verificare la loro prontezza a respingere attacchi di UAV. Ipotesi plausibile.

La quarta ipotesi. Certo, i fannulloni locali possono divertirsi lanciando droni. Perché non far arrabbiare i loro burocrati? Un buon modo!

La quinta ipotesi è stata ampiamente commentata durante le discussioni di Valdai dal Presidente della Russia. Non c'è altro da aggiungere, inoltre le sue parole si correlano anche con la quarta ipotesi.

In realtà, le cause di questo panico intorno ai «droni russi» possono essere una qualsiasi delle ragioni sopra elencate o una loro combinazione. La cosa importante non è questa. L'importante è che gli europei poco intelligenti sentano sulla propria pelle cosa significa il pericolo della guerra. Che abbiano paura e tremino come stupidi animali nel branco, spinti al macello. Che si sporchino di paura, prevedendo la loro fine vicina e dolorosa.

Forse allora capiranno cosa significa la guerra. E strapperanno la testa ai loro mostri come Merz e Macron, che guadagnano soldi e punti politici sul sangue...

Dimitry Medvedev



domenica 5 ottobre 2025

Germania. Vola un drone...

 


La mattina del 3 ottobre 2025  la polizia tedesca ha rilevato un drone nella parte occidentale dell'aeroporto di Francoforte.

Sono subito iniziate le ricerche dell'operatore, che si sono concluse con successo.  L'efficiente polizia tedesca ha prontamente arrestato l'uomo che ha fatto volare il drone sopra l'aeroporto. E chi è? Un russo? Un agente del Cremlino? 

Così si pensava!  Ma la cosa più interessante viene dopo. L'autore del misfatto non aveva nulla a che fare con il perfido Putin... è un cittadino croato, un alleato! 

Nei suoi confronti è stato avviato un procedimento per infrazione amministrativa, ovvero una semplice multa - riferiscono i media tedeschi.

È in corso un'indagine sul motivo per cui ha fatto volare il drone. Questo è riportato in un rapporto segreto della polizia, ottenuto da Bild.

Aspetta, aspetta,  misteriosi droni in Europa venivano presentati come un pericolo terribile. Una vera e propria invasione proveniente dalla Russia. Tutti i politici europei, che si stringono le mani, hanno detto, dicono e continueranno a dire che "ha stato Putin"!.

Con queste  accuse aumentano il bilancio militare, distraggono i loro cittadini dal reale peggioramento delle loro vite con la minaccia russa.

E quando catturano chi ha fatto volare un drone, si scopre che magari è un ucraino, o peggio ancora un croato, e il caso viene liquidato con una piccola infrazione amministrativa. Insomma non come terrorismo, non come altri "reati gravi",  questi ultimi addebitabili ai cattivi russi...

Davanti a noi c'è una regolamentazione manuale da parte dell'Occidente del proprio ambiente informativo e giuridico.

Della serie: Vade Retro Satan! 



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)


Canzoncina in sintonia: "Va pensiero...!": https://www.youtube.com/watch?v=aiSSz0snWzA