Ciao Paolo,
sono Denise, l'ex allieva di Antonella Pedicelli a cui hai dato la splendida opportunità di curare una rubrica d'ascolto nel tuo blog. Ho scritto un articolo sull'anoressia e vorrei porlo alla tua attenzione cosi che tu possa dirmi cosa ne pensi e se è adatto alla pubblicazione nella rubrica.. Eccolo qui :
Oggi voglio porlare di un argomento che mi sta molto a cuore, il problema dell'anoressia.
Sfogliando una nota rivista di moda di cui non faccio il nome, sono rimasta sopresa dal numero di annunci pubblicitari che incitano al dimagrimento. Pillole, creme, elisir, promettono di ridurre peso e girovita per poter assomigliare alla bella modella che sponsorizza i prodotti. "magari fossi come lei...starei anche io su una rivista se avessi quel corpo tonico e snello" questo è uno dei tanti pensieri che si insinuano nella mente di molte donne,quelle che hanno accumulato qualche chiletto dopo la gravidanza, altre che sono semplicemente più formose alre ancora sono adolescenti. Queste ultime, alle prese con i loro corpi acerbi, in via di sviluppo, sono genericamente più insicure delle altre, poichè iniziano a conoscere il loro corpo il quale comincia a cambiare.
E cosi si compra un reggiseno più grande e capiente, oppure si opta per uno imbottito per inibire l'assenza di materia prima, si comprano jeans di una taglia in più poichè i fianchi hanno inziato a modellarsi laddove prima non c'erano e cosi via.
Per molte ciò viene interpretato come un rito di passaggio all'età adulta, l'inzio della vita da donna, per altre il principio delle proprie insicurezze. La moda, la televisone, il cinema e la pubblicità, propongono donne le quali,seppur abbiano passato l'adolescenza da un bel pezzo, conservano un corpo che per fattezze ricorda quello di una ragazzina: longilineo e snello.. il modello Barbie insomma. Ma come fanno? Il 90 % delle ragazze risponde che mangiano poco.
Spesso nelle riviste o in alcuni programmi televisivi, vengono proposte interviste a modelle o attrici di Hollywood che propinano consigli sulle diete da seguire per ottenere una forma fisica come la loro. Ho letto di diete basate esclusivamente sul consumo di bibitoni composti da limone,aceto e pepe, altre che invitano a consumare solo una brodaglia insipida di Crescione, altre ancora a base di biscotti e potrei elencarne molte altre sempre più assurde.
Il messaggio che viene recipito è inevitabilmente che meno si mangia e meglio è.
Cosi mentre alcune donne spengono la tv o chiudono il giornale di fronte a tali insinuazioni, altre prendono appunti.
Questo è uno dei tanti fattori che portano milioni di ragazze nel tunnel dell'anoressia, ovvero il non mangiare per non ingrassare. Non introducendo nutrimento nel corpo, questo inizia a perdere di peso è vero, ma inizia anche a mangiare sè stesso per permettere le normali funzioni vitali. Si appesantisce il lavoro che il cuore deve compiere per permettere la circolazione e quello degli altri organi, i capelli si inaridiscono e si perdono energia e buon umore.
Ho conosciuto personalmente una ragazza anoressica alcuni anni fa durante il mio periodo di volontariato in ospedale. Non so bene quale fosse stata la causa dell'insorgere della patologia nel suo caso, ma ricordo molto bene il suo corpo ridotto ormai pelle e ossa. Ricordo le ossa del bacino e i femori che potevano essere osservati distintamente come in un libro di anatomia o in quei modelli del corpo umano,presenti nei laboratori di scienze.
Aveva un filo di voce, sussurrava, come chi è in procinto di esalare l'ultimo respiro. Non riusciva a sorreggersi in piedi da sola per quanto era debilitata, nemmeno per andare in bagno. Una flebo al braccio applicata per fornire nutrimento e che puntualmente quando nessuno guardava, tentava di togliersi.
Il cuore mi si stringe ancora adesso nel ricordare tali particolari, rimasti indelebili nella mia mente.
Ogni volta che penso all'anoressia, vedo l'immagine del suo corpo martoriato e mi chiedo come sia possibile arrivare a quel punto senza riuscire a fermarsi, senza capire quello che sta accadendo.
Lei stessa continuava ad affermare che stava bene,che era in ottima forma, ma non riusciva nemmeno a parlare ad alta voce, tanto era priva di forze. In quel momento ho capito che chi si trova nel bel mezzo dell'anoressia, non vede la sua immagine riflessa allo specchio con gli occhi di chi guarda, ma con gli occhi della mente, notoriamente ingannevole.
L'anoressia infatti è un disperato grido d'aiuto che il nostro Io esprime perchè ha fame di amore, di affetto, di attenzione. Per uscire da questo tunnel, la prima cosa da fare è riconoscere di avere un problema e per farlo, occorre parlare con la propria famiglia, con gli amici, con le persone a noi più care perchè solo loro possono dare l'aiuto di cui si ha bisogno, unito a quello di medici e psicologi specializzati in materia.
A tutte le donne che lottano quotidianamente contro questa chimera dico, tenete duro perchè se ne può uscire con forza di volontà. Basta pensare a quanto è bella la vita, alle cose che vi rendono felici, alle vostre passione per riuscire a trovare il coraggio di reagire. La ragazza che ho conosciuto ce l'ha fatta e vive ogni giorno assaporando ogni istante per recuperare il tempo che perduto.
Denise Severa
lunedì 31 maggio 2010
domenica 30 maggio 2010
Emilio Del Giudice: "La produzione energetica nucleare é il sottoprodotto di una processo di ricerca militare..."
"Il segreto sta anche alla base delle centrali nucleari e agli enormi interessi che vi gravitano attorno. Il potere politico, quello che manda gli eserciti ad uccidersi a vicenda, costruisce le centrali nucleari in nome dell'economia e del progresso, e ciò è un grande vergognoso inganno. Il loro maggior segreto è che, in tutte le parti del mondo, non sono ancora riusciti ad eliminare con sicurezza le scorie radioattive di queste centrali. I bidoni gettati nella Fossa dell'Atlantico avveleneranno il mare quando, fra qualche decennio, esploderanno. Ma chi se ne cura? (da "Il Segreto" pag. 210 ed. 1986 - Bernardino del Boca)
..........
Stralcio di un intervento "antesignano" del fisico prof. Emilio Del Giudice tenuto nel corso del convengno "Salviamo il pianeta Terra" organizzato dall'associazione culturale Saras il 3/2/2008.
(Trascritto da Paola Botta Beltramo)
" ...Tuttavia quest'energia esce in forma selvaggia e cioè può essere molto utile a scopi militari dove l'obiettivo è quello di distruggere tutto, ma è molto difficile applicarla a fini civili. Tanto è vero che se non ci fosse il problema che ora vi esporrò nessuno avrebbe mai pensato al nucleare come fonte di energia civile in quanto esso, oltre ad avere difficoltà elevate ad essere controllato, difficoltà tuttavia superabili, produce rifiuti radioattivi e queste scorie non decadono prima di molti anni, ad esempio il plutonio decade in 24.000 anni. E' facile creare rifiuti radioattivi ma è difficile liberarsene, un pò come la plastica che essendo molto economica viene utilizzata su vasta scala essendo tuttavia molto difficile da smaltire. Nell'oceano pacifico hanno trovato una vasta area che è un'unica massa di plastica galleggiante, in quanto sia dal lato americano, sia dal lato australiano, i rifiuti vengono buttati in mare. La cultura d'impresa consiste nel ridurre i costi il più possibile non considerando le conseguenze derivanti dall'utilizzo smodato di materiali come ad esempio la plastica che hanno costi e difficoltà di smaltimento molto elevate, incidendo così sulla spesa sociale.
Il nucleare è ancora peggio in quanto non è così economico da costruire come la plastica, costa molto, in più l'uranio è anche raro. Un limite al pericolo del nucleare è dato dal fatto che le riserve di uranio sono ancora più scarse di quelle di petrolio. Ma il buco principale nell'energia nucleare è dato dal fatto che la demolizione di una centrale è molto più costosa della costruzione, cosa che non è vera per nessun altro tipo di impianto. Una centrale a carbone può essere demolita ed i rifiuti si possono mettere da qualche parte, invece in una centrale nucleare i rifiuti non possono essere depositati da qualche parte perché sono radioattivi e quindi bisogna costruire quei monumenti sepolcrali di cemento per circondarli, ma siccome nessun manufatto umano può essere garantito per 24.000 anni ci vorrà un corpo di sorveglianza che controlli che non vi sia mai una perdita. Di conseguenza bisognerà addestrare del personale per tenere sott'occhio i siti. Occupazione noiosissima, quindi potete immaginare che le persone più vivaci non sceglieranno questo mestiere e quindi se ne occuperanno coloro che non hanno nessuna altra possibilità, i più asini di tutti i quali la crepa non la vedranno appunto perché sono asini o perché sono troppo annoiati da passare il tempo a fare altre cose. Quindi quel sito diviene un pericolo.
Questa è la ragione per cui non c'è nessuna società d'assicurazioni privata disposta ad assicurare il nucleare. Il nucleare lo assicura solo lo Stato, ed in ogni contratto d'assicurazione c'è scritto che non assicurano nessun pericolo derivante dalla radioattività. Quindi il nucleare si può fare solo se c'è uno Stato che si assume tutti i costi e quindi non è competitivo se non per l'azienda la quale riceve in dono dallo Stato la centrale, la gestisce con costi d'esercizio minimi, e qui sta la truffa che fa pensare che il nucleare sia economico, però i costi di demolizione sono enormi e quelli se li accolla ancora una volta lo Stato. Quindi all'azienda privata conviene ricevere in dono una centrale nucleare da gestire a patto che lo Stato si addossi tutti i costi e tutte le responsabilità.
Ma allora perché c'è la corsa al nucleare? Perché il nucleare è anche militare ed allora, siccome le società non democratiche si basano sulla violenza, e le società democratiche si basano sulla truffa e sull'inganno, bisogna convincere le persone che lo Stato opera solo a fin di bene, non prepara la guerra e se c'è una guerra è solo in risposta ad un'aggressione esterna. Il nucleare civile è un modo per occultare il nucleare militare e anche per far vedere che il nostro bilancio della difesa è piccolo perché tanto una parte della spesa della difesa militare viene addossata ai bilanci di altri ministeri, questo viene fatto anche in Italia. Noi italiani abbiamo costruito una nave da sbarco, un'unità militare, che di fatto è stata utilizzata anche in Libano, che è stata costruita con i fondi del ministero dell'ambiente perché in caso di calamità naturale questa nave può essere utilizzata per portare i soccorsi.
Per fare le bombe atomiche bisogna avere le tecnologie adatte, avere il materiale esplosivo pronto, cosicché in caso di necessità sia possibile costruire un ordigno in una settimana. Questo lo fanno tutti gli Stati, però quando lo fa l'Iran che è un paese nemico non va bene.
Chi invece la bomba atomica l'ha già costruita non realizza più centrali nucleari in quanto non serve più: gli Stati Uniti hanno costruito l'ultima centrale nucleare nel 1978, stessa cosa per la Russia. Noi che la bomba atomica non l'abbiamo ancora fatta (a qualcuno è venuta la tentazione) dobbiamo attivare un programma di centrali nucleari ovviamente accollando le spese a tutti i ministeri al di fuori di quello della difesa. La Francia, avendo risorse minori rispetto a quelle degli Stati Uniti e della Russia, ha creato delle centrali ad uso duale in cui recuperano pare dei costi vendendo l'energia, che è un sottoprodotto di questa produzione, alla rete.
Quindi non è vero che l'energia nucleare costa meno, l'energia nucleare francese viene venduta sottocosto perché è il sottoprodotto di una produzione militare.
Adesso che i pericoli di guerra aumentano, gli interessi di vari paesi si orientano nuovamente verso il nucleare, anche perché sono stati inventati nuovi tipi di armi nucleari diverse da quelle precedenti che richiedono nuovi tipi di impianti ed ecco la necessità di costruire queste nuove centrali per coprire le esigenze del nucleare.
Se si guardasse solamente al problema dell'energia l'idea di costruire impianti nucleari è così assurda che non verrebbe in mente a nessuno.
[Prof. James Lovelock]
Coloro che sostengono il nucleare usano strumentalmente anche l'argomento dell'effetto serra e purtroppo uno dei personaggi che ha fatto questo è il fondatore di Gaia, il professor Lovelock, inglese che come molti professori anglo-americani ha a cuore le sorti del loro Stato e quindi collabora con le sue istituzioni politiche. L'Inghilterra ha necessità di sviluppare nuovamente il nucleare e il professor Lovelock ci dice che siccome le centrali nucleari non emettono anidride carbonica bisogna utilizzarle per evitare l'effetto serra e per rispondere al fabbisogno crescente di energia a cui le centrali ad energia rinnovabile non sono in grado di far fronte.
Ovviamente la stampa ha dato grande risalto a queste dichiarazioni e a queste ultime si sono aggiunte anche quelle di molti altri scienziati allettati dalla possibilità di nuovi finanziamenti per la ricerca. Io sono in pensione, non ho nessuno che mi finanzia, ma quando uno scienziato parla non crediate che sia esente da interessi: noi pensiamo che quando i politici parlano non sono al di sopra delle parti a differenza degli scienziati, ma credete forse che solo i politici abbiano bisogno di soldi?....."
..............
Altri articoli su Energia Nucleare:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=energia+nucleare+uranio
..........
Stralcio di un intervento "antesignano" del fisico prof. Emilio Del Giudice tenuto nel corso del convengno "Salviamo il pianeta Terra" organizzato dall'associazione culturale Saras il 3/2/2008.
(Trascritto da Paola Botta Beltramo)
" ...Tuttavia quest'energia esce in forma selvaggia e cioè può essere molto utile a scopi militari dove l'obiettivo è quello di distruggere tutto, ma è molto difficile applicarla a fini civili. Tanto è vero che se non ci fosse il problema che ora vi esporrò nessuno avrebbe mai pensato al nucleare come fonte di energia civile in quanto esso, oltre ad avere difficoltà elevate ad essere controllato, difficoltà tuttavia superabili, produce rifiuti radioattivi e queste scorie non decadono prima di molti anni, ad esempio il plutonio decade in 24.000 anni. E' facile creare rifiuti radioattivi ma è difficile liberarsene, un pò come la plastica che essendo molto economica viene utilizzata su vasta scala essendo tuttavia molto difficile da smaltire. Nell'oceano pacifico hanno trovato una vasta area che è un'unica massa di plastica galleggiante, in quanto sia dal lato americano, sia dal lato australiano, i rifiuti vengono buttati in mare. La cultura d'impresa consiste nel ridurre i costi il più possibile non considerando le conseguenze derivanti dall'utilizzo smodato di materiali come ad esempio la plastica che hanno costi e difficoltà di smaltimento molto elevate, incidendo così sulla spesa sociale.
Il nucleare è ancora peggio in quanto non è così economico da costruire come la plastica, costa molto, in più l'uranio è anche raro. Un limite al pericolo del nucleare è dato dal fatto che le riserve di uranio sono ancora più scarse di quelle di petrolio. Ma il buco principale nell'energia nucleare è dato dal fatto che la demolizione di una centrale è molto più costosa della costruzione, cosa che non è vera per nessun altro tipo di impianto. Una centrale a carbone può essere demolita ed i rifiuti si possono mettere da qualche parte, invece in una centrale nucleare i rifiuti non possono essere depositati da qualche parte perché sono radioattivi e quindi bisogna costruire quei monumenti sepolcrali di cemento per circondarli, ma siccome nessun manufatto umano può essere garantito per 24.000 anni ci vorrà un corpo di sorveglianza che controlli che non vi sia mai una perdita. Di conseguenza bisognerà addestrare del personale per tenere sott'occhio i siti. Occupazione noiosissima, quindi potete immaginare che le persone più vivaci non sceglieranno questo mestiere e quindi se ne occuperanno coloro che non hanno nessuna altra possibilità, i più asini di tutti i quali la crepa non la vedranno appunto perché sono asini o perché sono troppo annoiati da passare il tempo a fare altre cose. Quindi quel sito diviene un pericolo.
Questa è la ragione per cui non c'è nessuna società d'assicurazioni privata disposta ad assicurare il nucleare. Il nucleare lo assicura solo lo Stato, ed in ogni contratto d'assicurazione c'è scritto che non assicurano nessun pericolo derivante dalla radioattività. Quindi il nucleare si può fare solo se c'è uno Stato che si assume tutti i costi e quindi non è competitivo se non per l'azienda la quale riceve in dono dallo Stato la centrale, la gestisce con costi d'esercizio minimi, e qui sta la truffa che fa pensare che il nucleare sia economico, però i costi di demolizione sono enormi e quelli se li accolla ancora una volta lo Stato. Quindi all'azienda privata conviene ricevere in dono una centrale nucleare da gestire a patto che lo Stato si addossi tutti i costi e tutte le responsabilità.
Ma allora perché c'è la corsa al nucleare? Perché il nucleare è anche militare ed allora, siccome le società non democratiche si basano sulla violenza, e le società democratiche si basano sulla truffa e sull'inganno, bisogna convincere le persone che lo Stato opera solo a fin di bene, non prepara la guerra e se c'è una guerra è solo in risposta ad un'aggressione esterna. Il nucleare civile è un modo per occultare il nucleare militare e anche per far vedere che il nostro bilancio della difesa è piccolo perché tanto una parte della spesa della difesa militare viene addossata ai bilanci di altri ministeri, questo viene fatto anche in Italia. Noi italiani abbiamo costruito una nave da sbarco, un'unità militare, che di fatto è stata utilizzata anche in Libano, che è stata costruita con i fondi del ministero dell'ambiente perché in caso di calamità naturale questa nave può essere utilizzata per portare i soccorsi.
Per fare le bombe atomiche bisogna avere le tecnologie adatte, avere il materiale esplosivo pronto, cosicché in caso di necessità sia possibile costruire un ordigno in una settimana. Questo lo fanno tutti gli Stati, però quando lo fa l'Iran che è un paese nemico non va bene.
Chi invece la bomba atomica l'ha già costruita non realizza più centrali nucleari in quanto non serve più: gli Stati Uniti hanno costruito l'ultima centrale nucleare nel 1978, stessa cosa per la Russia. Noi che la bomba atomica non l'abbiamo ancora fatta (a qualcuno è venuta la tentazione) dobbiamo attivare un programma di centrali nucleari ovviamente accollando le spese a tutti i ministeri al di fuori di quello della difesa. La Francia, avendo risorse minori rispetto a quelle degli Stati Uniti e della Russia, ha creato delle centrali ad uso duale in cui recuperano pare dei costi vendendo l'energia, che è un sottoprodotto di questa produzione, alla rete.
Quindi non è vero che l'energia nucleare costa meno, l'energia nucleare francese viene venduta sottocosto perché è il sottoprodotto di una produzione militare.
Adesso che i pericoli di guerra aumentano, gli interessi di vari paesi si orientano nuovamente verso il nucleare, anche perché sono stati inventati nuovi tipi di armi nucleari diverse da quelle precedenti che richiedono nuovi tipi di impianti ed ecco la necessità di costruire queste nuove centrali per coprire le esigenze del nucleare.
Se si guardasse solamente al problema dell'energia l'idea di costruire impianti nucleari è così assurda che non verrebbe in mente a nessuno.
[Prof. James Lovelock]
Coloro che sostengono il nucleare usano strumentalmente anche l'argomento dell'effetto serra e purtroppo uno dei personaggi che ha fatto questo è il fondatore di Gaia, il professor Lovelock, inglese che come molti professori anglo-americani ha a cuore le sorti del loro Stato e quindi collabora con le sue istituzioni politiche. L'Inghilterra ha necessità di sviluppare nuovamente il nucleare e il professor Lovelock ci dice che siccome le centrali nucleari non emettono anidride carbonica bisogna utilizzarle per evitare l'effetto serra e per rispondere al fabbisogno crescente di energia a cui le centrali ad energia rinnovabile non sono in grado di far fronte.
Ovviamente la stampa ha dato grande risalto a queste dichiarazioni e a queste ultime si sono aggiunte anche quelle di molti altri scienziati allettati dalla possibilità di nuovi finanziamenti per la ricerca. Io sono in pensione, non ho nessuno che mi finanzia, ma quando uno scienziato parla non crediate che sia esente da interessi: noi pensiamo che quando i politici parlano non sono al di sopra delle parti a differenza degli scienziati, ma credete forse che solo i politici abbiano bisogno di soldi?....."
..............
Altri articoli su Energia Nucleare:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=energia+nucleare+uranio
sabato 29 maggio 2010
Letterina anonima da un abitante "scafato" della Bassa Tuscia, su Facebook...
Leggo gli appelli di vari "amici" (te compreso) che parlano di vari problemi della Tuscia su Facebook...
Facebook è la più grande cazzata che la mente umana aveva bisogno di progettare ed il sufflé si sgonfierà quando riusciremo a sostituirlo da una cazzata maggiore. su questo viene abusato il termine "Amicizia", anche se ho constatato che con estrema facilità si può trovare da trombare, si abusa dell'illusione di partecipare ad una battaglia sociale e che si fa parte di un "gruppo", io stesso ho creato un gruppo è di fans di un becchino lapidario (...). amico mio di Oriolo, che é rimasto senza lavoro per il calo dei morti e per la crisi dei vivi, in 3 giorni ho raccolto 80 soci... Con questo non ho da dimostrarti nulla... facci quello che vuoi. Su Face si diventa fans di qualsiasi cosa e si esaltano quelli che hanno capito che se dici la cazzata più grossa più si parla di te.
Va benissimo se anche tu vuoi le fontane di Viterbo pulite, Santa Rosa alla data giusta, il Bullicame con l'acqua calda e non vuoi l'aeroporto low cost... Ma subito ci sarà qualcuno che vuole Santa Rosa a Ferragosto, che sarà per la chiusura delle fontane e puntualmente uno che vorrà far atterrare a casa sua tutti l'arei low cost e dopo esce quello che prima di fare il bagno alle pozze calde.....
Al mare domenica c'era una ragazza che si prodigava a baciare un ramarro di 40 cm che alloggiava sulla sua spalla compiaciuta (la ragazza no la lucertolona) che tutta la spiaggia l'ammirasse, secondo te la ragazza ama gli animali...? Vabbè ho detto ovvietà, che vuoi farci non ho nessuna citazione colta indiana da fare, magari posso raccontarti una barza religiosa...
"Un coatto va in farmacia e chiede al dottore un preservativo non senza aver raccontato con ricchezza di dettagli quale uso ne avrebbe fatto con la tizia con cui avrebbe cenato...uscito felice dalla farmacia ha un ripensamento da esternare al farmacista, meglio due preservativi visto che la sorella della tizia ha una faccia da zoccola che promette bene, anzi meglio tre che la madre che ha organizzato la cena con quel suo scosciare....qualcosa significherà? Alla cena il giovane è in orario e siede tra le tre donne si attende solo il capo-famiglia che torni dal lavoro per iniziare la cena...ecco che arriva eeee.... il giovane subito inizia a pregare assorto con le mani in faccia snocciolando un mix dipaternostermantraavemariaealtro...la mamma è commossa a tale visione il padre dapprima compiaciuto poi un po’ spazientito perché la fame si fa sentire e allora fa cenno alla figlia se può dire al ragazzo che va bene va bene ma si può accelerare le orazioni..? La figlia anche lei stupita si avvicina con tatto al giovine ancora assorto con le mani congiunte in ginocchio...Amore non pensavo che fossi così ...religioso... - Amò e io nun pensavo che tu padre fosse farmacista!"
Anonimo fesbukkato della Bassa Tuscia
Facebook è la più grande cazzata che la mente umana aveva bisogno di progettare ed il sufflé si sgonfierà quando riusciremo a sostituirlo da una cazzata maggiore. su questo viene abusato il termine "Amicizia", anche se ho constatato che con estrema facilità si può trovare da trombare, si abusa dell'illusione di partecipare ad una battaglia sociale e che si fa parte di un "gruppo", io stesso ho creato un gruppo è di fans di un becchino lapidario (...). amico mio di Oriolo, che é rimasto senza lavoro per il calo dei morti e per la crisi dei vivi, in 3 giorni ho raccolto 80 soci... Con questo non ho da dimostrarti nulla... facci quello che vuoi. Su Face si diventa fans di qualsiasi cosa e si esaltano quelli che hanno capito che se dici la cazzata più grossa più si parla di te.
Va benissimo se anche tu vuoi le fontane di Viterbo pulite, Santa Rosa alla data giusta, il Bullicame con l'acqua calda e non vuoi l'aeroporto low cost... Ma subito ci sarà qualcuno che vuole Santa Rosa a Ferragosto, che sarà per la chiusura delle fontane e puntualmente uno che vorrà far atterrare a casa sua tutti l'arei low cost e dopo esce quello che prima di fare il bagno alle pozze calde.....
Al mare domenica c'era una ragazza che si prodigava a baciare un ramarro di 40 cm che alloggiava sulla sua spalla compiaciuta (la ragazza no la lucertolona) che tutta la spiaggia l'ammirasse, secondo te la ragazza ama gli animali...? Vabbè ho detto ovvietà, che vuoi farci non ho nessuna citazione colta indiana da fare, magari posso raccontarti una barza religiosa...
"Un coatto va in farmacia e chiede al dottore un preservativo non senza aver raccontato con ricchezza di dettagli quale uso ne avrebbe fatto con la tizia con cui avrebbe cenato...uscito felice dalla farmacia ha un ripensamento da esternare al farmacista, meglio due preservativi visto che la sorella della tizia ha una faccia da zoccola che promette bene, anzi meglio tre che la madre che ha organizzato la cena con quel suo scosciare....qualcosa significherà? Alla cena il giovane è in orario e siede tra le tre donne si attende solo il capo-famiglia che torni dal lavoro per iniziare la cena...ecco che arriva eeee.... il giovane subito inizia a pregare assorto con le mani in faccia snocciolando un mix dipaternostermantraavemariaealtro...la mamma è commossa a tale visione il padre dapprima compiaciuto poi un po’ spazientito perché la fame si fa sentire e allora fa cenno alla figlia se può dire al ragazzo che va bene va bene ma si può accelerare le orazioni..? La figlia anche lei stupita si avvicina con tatto al giovine ancora assorto con le mani congiunte in ginocchio...Amore non pensavo che fossi così ...religioso... - Amò e io nun pensavo che tu padre fosse farmacista!"
Anonimo fesbukkato della Bassa Tuscia
venerdì 28 maggio 2010
Rubrica d'ascolto scolastico: "Quelle notti in attesa del "grande mostro".. gli esami!"
Anche quest'anno milioni di studenti saranno impegnati con il
temutissimo esame di maturità.
Chiunque abbia frequentato o stia frequentando in questo momento il
liceo sa quello che intendo.
Sin dal primo anno, scatta il conto alla rovescia che si concluderà
solo a quattro anni di distanza quando si affronterà "il grande
mostro".
La sua leggenda viene alimentata da racconti più o meno drammatici,
che ci sono stati riferiti da professori,amici, parenti, ma più spesso
da completi sconosciuti consultati tramite amici comuni o conoscenti,
a cui abbiamo chiesto consiglio perchè più anziani e per questo saggi
nonchè superstiti da questa battaglia.
Esperienze di vita a parte, pochi però sanno che l'inventore
dell'esame di maturità fu Giovanni Gentile, filosofo e pedagogista
italiano.
Per chi stesse già cercando su Google, mi duole informarvi che è
deceduto da un bel pezzo e che quindi non potrete andare a lamentarvi
con lui.
Ricordo a un anno di distanza molto bene come ci si sente a fine
maggio sapendo che il tempo sta ormai per scadere.
Si è sotto pressione, divisi tra un interrogazione qua, una
simulazione là che demotiva sempre parecchio invece che aiutare, i
professori che incutono timore e ricordando ogni volta che possono ai
loro studenti che devono preparare la tesina,senza contare il mega
ripassone a casa in cui puntualmente salta fuori qualche argomento che
si scopre non essere stato compreso a pieno durante l'anno e che si
cerca di apprendere da autodidatti.
"Studio matto e disperatissimo" diceva il buon Giacomo Leopardi, e mai
vi fu frase più azzeccata.
Uno dei momenti più significativi e spirituali è senza dubbio il
toto-esame. Si aprono scommesse, statistiche sulle tracce papabili che
emetterà il Ministero dell'Istruzione in base a argomenti di
attualità, avvenimenti accaduti nel corso dell'anno e autori che non
compaiono da tempo nelle tracce, quasi come in un calcolo
probabilistico che si farebbe con la scelta dei numeri da giocare al
lotto. Non so come accadeva in passato, ma con l'era di internet credo
che molti ex maturandi come me abbiano avuto un grande aiuto magari
anche solo a livello psicologico,grazie ai molti siti web che
forniscono toto-esame, racconti di esperienze di vita vissuta o
informazioni sui professori esterni presenti nella commissione
d'esame.
Senza contare il fatto che noi giovani abbiamo potuto usufruire anche
di un valido sostegno dal mondo del cinema col film "Notte prima degli
esami", una sdrammatizzazione del temuto esame e dei giorni che lo
precedono, attraverso l'esperienza di quattro simpatici amici alle
prese con gli ultimi ripassi e strategie per superare l'esame.
Chiunque abbia affrontato la maturità ricorda bene la sua notte prima
degli esami.
Qualcuno l'avrà passata con i compagni di classe al mare ,tutti
insieme uniti in solidarietà per quest'ultima esperienza scolastica,
altri l'avranno passata a casa cercando di memorizzare per l'ultima
volta formule, teoremi, date che il nostro cervello semplicemente
rifiuta da immagazinare. E cosi tuo padre sembra Dante e tuo fratello
Ariosto, come cantava Antonello Venditti.A pensarci bene, la sua canzone
"Notte prima degli esami" costituisce ormai da tempo una sorta di rituale
propiziatorio per i giovani maturandi.
Sì perchè si narra che ascoltare la suddetta canzone durante la notte
prima degli esami, sia di buon auspicio. Io stessa ho onorato la
tradizione un anno fa e non so se perchè il rituale ha funzionato o se
perchè ero molto preparata, ma il mio esame è andato benissimo e si è
risolto con un bel 100/100, per cui non so tentar non nuoce!
Mando un caloroso abbraccio a tutti coloro che quest'anno
affronteranno l'esame di maturità e siate tranquilli durante lo
svolgimento delle varie prove. L'agitazione passa dopo i primi 10
minuti, un bel respiro e tutto diverrà più chiaro. Il consiglio che mi
sento di darvi è di leggere bene e con molta attenzione le tracce così
da non rischiare di fraintendere le richieste.
All'orale invece, quando vi troverete faccia a faccia alla resa dei
conti con i vostri professori o con i professori esterni, siate
cordiali, una bella stretta di mano e cominciate a parlare della
vostra tesina (che dovrete sapere molto bene perchè è il vostro
biglietto da visita per chi ancora non vi conosce, senza contare che è
il vostro argomento a scelta da cui verranno formulate molte delle
domande).
Potrà sembrare ipocrita, ma col senno di poi devo ammettere che
l'esame di maturità serve. E' una delle prime prove da adulti che si
affrontano poichè si è tutti maggiorenni e prepara in vista
dell'università dove di esami come quello di maturità ce ne sono molti
ogni anno se non peggio.
Per cui forza e coraggio ragazzi date il meglio di voi!
Denise
temutissimo esame di maturità.
Chiunque abbia frequentato o stia frequentando in questo momento il
liceo sa quello che intendo.
Sin dal primo anno, scatta il conto alla rovescia che si concluderà
solo a quattro anni di distanza quando si affronterà "il grande
mostro".
La sua leggenda viene alimentata da racconti più o meno drammatici,
che ci sono stati riferiti da professori,amici, parenti, ma più spesso
da completi sconosciuti consultati tramite amici comuni o conoscenti,
a cui abbiamo chiesto consiglio perchè più anziani e per questo saggi
nonchè superstiti da questa battaglia.
Esperienze di vita a parte, pochi però sanno che l'inventore
dell'esame di maturità fu Giovanni Gentile, filosofo e pedagogista
italiano.
Per chi stesse già cercando su Google, mi duole informarvi che è
deceduto da un bel pezzo e che quindi non potrete andare a lamentarvi
con lui.
Ricordo a un anno di distanza molto bene come ci si sente a fine
maggio sapendo che il tempo sta ormai per scadere.
Si è sotto pressione, divisi tra un interrogazione qua, una
simulazione là che demotiva sempre parecchio invece che aiutare, i
professori che incutono timore e ricordando ogni volta che possono ai
loro studenti che devono preparare la tesina,senza contare il mega
ripassone a casa in cui puntualmente salta fuori qualche argomento che
si scopre non essere stato compreso a pieno durante l'anno e che si
cerca di apprendere da autodidatti.
"Studio matto e disperatissimo" diceva il buon Giacomo Leopardi, e mai
vi fu frase più azzeccata.
Uno dei momenti più significativi e spirituali è senza dubbio il
toto-esame. Si aprono scommesse, statistiche sulle tracce papabili che
emetterà il Ministero dell'Istruzione in base a argomenti di
attualità, avvenimenti accaduti nel corso dell'anno e autori che non
compaiono da tempo nelle tracce, quasi come in un calcolo
probabilistico che si farebbe con la scelta dei numeri da giocare al
lotto. Non so come accadeva in passato, ma con l'era di internet credo
che molti ex maturandi come me abbiano avuto un grande aiuto magari
anche solo a livello psicologico,grazie ai molti siti web che
forniscono toto-esame, racconti di esperienze di vita vissuta o
informazioni sui professori esterni presenti nella commissione
d'esame.
Senza contare il fatto che noi giovani abbiamo potuto usufruire anche
di un valido sostegno dal mondo del cinema col film "Notte prima degli
esami", una sdrammatizzazione del temuto esame e dei giorni che lo
precedono, attraverso l'esperienza di quattro simpatici amici alle
prese con gli ultimi ripassi e strategie per superare l'esame.
Chiunque abbia affrontato la maturità ricorda bene la sua notte prima
degli esami.
Qualcuno l'avrà passata con i compagni di classe al mare ,tutti
insieme uniti in solidarietà per quest'ultima esperienza scolastica,
altri l'avranno passata a casa cercando di memorizzare per l'ultima
volta formule, teoremi, date che il nostro cervello semplicemente
rifiuta da immagazinare. E cosi tuo padre sembra Dante e tuo fratello
Ariosto, come cantava Antonello Venditti.A pensarci bene, la sua canzone
"Notte prima degli esami" costituisce ormai da tempo una sorta di rituale
propiziatorio per i giovani maturandi.
Sì perchè si narra che ascoltare la suddetta canzone durante la notte
prima degli esami, sia di buon auspicio. Io stessa ho onorato la
tradizione un anno fa e non so se perchè il rituale ha funzionato o se
perchè ero molto preparata, ma il mio esame è andato benissimo e si è
risolto con un bel 100/100, per cui non so tentar non nuoce!
Mando un caloroso abbraccio a tutti coloro che quest'anno
affronteranno l'esame di maturità e siate tranquilli durante lo
svolgimento delle varie prove. L'agitazione passa dopo i primi 10
minuti, un bel respiro e tutto diverrà più chiaro. Il consiglio che mi
sento di darvi è di leggere bene e con molta attenzione le tracce così
da non rischiare di fraintendere le richieste.
All'orale invece, quando vi troverete faccia a faccia alla resa dei
conti con i vostri professori o con i professori esterni, siate
cordiali, una bella stretta di mano e cominciate a parlare della
vostra tesina (che dovrete sapere molto bene perchè è il vostro
biglietto da visita per chi ancora non vi conosce, senza contare che è
il vostro argomento a scelta da cui verranno formulate molte delle
domande).
Potrà sembrare ipocrita, ma col senno di poi devo ammettere che
l'esame di maturità serve. E' una delle prime prove da adulti che si
affrontano poichè si è tutti maggiorenni e prepara in vista
dell'università dove di esami come quello di maturità ce ne sono molti
ogni anno se non peggio.
Per cui forza e coraggio ragazzi date il meglio di voi!
Denise
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giovedì 27 maggio 2010
"Bioregionalismo fa rima con localismo... No alle Regioni inutili e costose sì al mantenimento degli ambiti provinciali!"
Ogni tanto esce qualche nuova voce contro le Province e in merito alla loro abolizione "utile". Questa reiterata proposta, portata avanti con la scusa del riordino e dell'ottimizazione amministrativa, é secondo me solo un modo per alienare ulteriormente la società civile dalle istituzioni. Ma tale proposta passa come "migliorativa" e in funzione di un ipotetico risparmio... Ma corrisponde ciò al reale interesse del popolo e dell'habitat?
Veramente sul tema del riordino amministrativo territoriale, in chiave bioregionale, me ne sto occupando da parecchi anni. Soprattutto da quando é nata la Comunità Europea che si configura come un "superstato" ed in questo contesto é necessario restituire dignità e salvaguardare i diritti delle piccole comunità locali.
Il bioregionalismo infatti si riconosce massimamente nelle identità locali e queste possono essere individuate solo nell’ambito municipale e provinciale, che non è altro il territorio in cui una città di solito irradia la sua influenza culturale. Tra l’altro in Italia le Regioni, impostate e studiate a tavolino, si pongono come stati antagonisti sia per lo Stato Italiano che per l’Europa stessa, che faticosamente sta cercando di trovare una identità politica condivisa.
Se degli Enti inutili vanno eliminati, molto meglio abolire le Regioni, mini-stati all’interno dello Stato, che nemmeno rappresentano interessi di omogeneità culturale e bioregionale ma solo interessi di gestione economica e partitica.
Ed ora un inciso culturale sulle origini della civiltà europea. Le radici europee non sono né romane, né greche ma molto più antiche.. e ciò è stato dimostrato ampiamente dalle ricerche compiute nell’Europa centrale dalla archeologa Maria Gimbutas. La lingua madre definisce il significato di Eu-ropa in "dalla larga faccia" ovvero la dea del plenilunio. In queste arcaiche origini matristiche tutte le genti d’Europa sono cresciute mantenendo un’identità collettiva diffusa pur nella libertà ed autonomia dei vari nuclei, oggi appunto rappresentati dalle città e dagli ambiti provinciali.
Il bioregionalismo, riportando in auge sia il rispetto della vita in termini di ecologia profonda sia il riconoscimento dell’identità locale è l’unico metodo che possa garantire equanime distribuzione e pari dignità alle diverse sfaccettature degli abitanti della Comunità Europea. Quindi L’Europa, politicamente unita, andrebbe suddivisa in ambiti Provinciali Bioregionali e non in Regioni, che per loro natura tendono ad essere separative e indifferenti agli interessi delle comunità locali (dovendo infatti difendere la loro strutturazione spuria ed anomala rispetto alla identità bioregionale).
Paolo D'Arpini
Referente della Rete Bioregionale Italiana - Bioregione Tuscia
e Portavoce di European Consumers Tuscia
Tel. 0761/587200 - europeanconsumers.tuscia@gmail.com
.............
Su questo tema vi rimandiamo alla lettura degli articoli in URL:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=no+alle+Regioni+s%C3%AC+alle+province+
http://salon-voltaire.blogspot.com/2008/12/e-se-abolissimo-le-regioni-anzich-le.html
Altri articoli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bioregionalismo+bioregionale
http://www.google.com/search?sourceid=gmail&q=No%20alle%20Regioni%20s%C3%AC%20alle%20Province%20Paolo%20D’Arpini
Veramente sul tema del riordino amministrativo territoriale, in chiave bioregionale, me ne sto occupando da parecchi anni. Soprattutto da quando é nata la Comunità Europea che si configura come un "superstato" ed in questo contesto é necessario restituire dignità e salvaguardare i diritti delle piccole comunità locali.
Il bioregionalismo infatti si riconosce massimamente nelle identità locali e queste possono essere individuate solo nell’ambito municipale e provinciale, che non è altro il territorio in cui una città di solito irradia la sua influenza culturale. Tra l’altro in Italia le Regioni, impostate e studiate a tavolino, si pongono come stati antagonisti sia per lo Stato Italiano che per l’Europa stessa, che faticosamente sta cercando di trovare una identità politica condivisa.
Se degli Enti inutili vanno eliminati, molto meglio abolire le Regioni, mini-stati all’interno dello Stato, che nemmeno rappresentano interessi di omogeneità culturale e bioregionale ma solo interessi di gestione economica e partitica.
Ed ora un inciso culturale sulle origini della civiltà europea. Le radici europee non sono né romane, né greche ma molto più antiche.. e ciò è stato dimostrato ampiamente dalle ricerche compiute nell’Europa centrale dalla archeologa Maria Gimbutas. La lingua madre definisce il significato di Eu-ropa in "dalla larga faccia" ovvero la dea del plenilunio. In queste arcaiche origini matristiche tutte le genti d’Europa sono cresciute mantenendo un’identità collettiva diffusa pur nella libertà ed autonomia dei vari nuclei, oggi appunto rappresentati dalle città e dagli ambiti provinciali.
Il bioregionalismo, riportando in auge sia il rispetto della vita in termini di ecologia profonda sia il riconoscimento dell’identità locale è l’unico metodo che possa garantire equanime distribuzione e pari dignità alle diverse sfaccettature degli abitanti della Comunità Europea. Quindi L’Europa, politicamente unita, andrebbe suddivisa in ambiti Provinciali Bioregionali e non in Regioni, che per loro natura tendono ad essere separative e indifferenti agli interessi delle comunità locali (dovendo infatti difendere la loro strutturazione spuria ed anomala rispetto alla identità bioregionale).
Paolo D'Arpini
Referente della Rete Bioregionale Italiana - Bioregione Tuscia
e Portavoce di European Consumers Tuscia
Tel. 0761/587200 - europeanconsumers.tuscia@gmail.com
.............
Su questo tema vi rimandiamo alla lettura degli articoli in URL:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=no+alle+Regioni+s%C3%AC+alle+province+
http://salon-voltaire.blogspot.com/2008/12/e-se-abolissimo-le-regioni-anzich-le.html
Altri articoli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bioregionalismo+bioregionale
http://www.google.com/search?sourceid=gmail&q=No%20alle%20Regioni%20s%C3%AC%20alle%20Province%20Paolo%20D’Arpini
mercoledì 26 maggio 2010
Il tema dell’ecologia profonda e del bioregionalismo in termini socio-antropologici
Il significato dell'ecologia profonda è racchiuso nella comprensione che nulla è separabile nella vita, il tutto compartecipa al tutto. Questo concetto è stato espresso con molta saggezza sin da cinquemila anni fa in un detto vedico che afferma: "Dal Tutto sorge il Tutto. Se dal Tutto evinci il Tutto, sempre il Tutto rimane".
Perciò l'ecologia profonda è il riconoscimento dell'inscindibilità della vita ed il bioregionalismo non è altro che la descrizione dei vari processi vitali e delle forme visibili della vita e della materia nella consapevolezza di tale inscindibilità. Quindi la descrizione "geografica" bioregionale è solo funzionale all’integrazione dell'ambito descritto, un po' come avvenne ai tempi di Menenio Agrippa che descrisse lo stato in termini di complementarietà degli organi strutturati per il funzionamento dell’intero organismo.
"Vivere nel luogo in cui si vive sapendo che è la nostra casa, significa essere del luogo" Questo è il pensiero dell’ecologia profonda e corrisponde al sentire di chi non coglie alcuna differenza fra sé ed il luogo, di chi ritiene di esser figlio della terra. E la terra non ha cantoni esterni, la terra tutta è una ed indivisibile ovunque e comunque. La terra è la mia casa, assieme alla comunità di chi ci ha abitato prima di me e ci abiterà dopo di me.
Ma il percorso del sentirsi a casa - che è fisico e psichico allo stesso tempo- richiede una fatica ed una grande pazienza. Richiede accettazione da parte di chi accoglie e da parte di chi si avvicina… "Ospite" è sia chi riceve che colui che viene ricevuto, nella società umana, dei nobili esseri umani del mondo, così si definisce l’accoglienza…..
Quando si è "viandanti e senza religione" (come me che sono laico e mezzo apolide) occorre stare attenti a come ci si comporta… a come ci esprime… Ma in verità il contenitore vero della nostra vita (fisica e psichica) è proprio il luogo, l’ambiente naturale, che ci ripara e nutre ed istruisce, se siamo pazienti e capaci di ascolto. E’ pur vero che spesso non ci sentiamo accettati dalla comunità presso la quale viviamo ma dobbiamo compiere un esperimento congiunto di avvicinamento al luogo ed ai suoi abitanti…. Così pian piano il ghiaccio si scioglie e dopo ripetute prove possiamo finalmente dire di essere a casa, di aver riconosciuto e di essere stati riconosciuti.
Paolo D'Arpini
Programma in tema: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/05/26/spilamberto-ospitaletto-di-marano-e-concordia-%e2%80%93-solstizio-d%e2%80%99estate-ricordando-il-tropico-del-cancro-dal-quale-noi-tutti-siamo-giunti-ed-incontro-bioregionale-su-ecologia-spicci/
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Altri articoli sull'ecologia profonda:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=ecologia+profonda
Perciò l'ecologia profonda è il riconoscimento dell'inscindibilità della vita ed il bioregionalismo non è altro che la descrizione dei vari processi vitali e delle forme visibili della vita e della materia nella consapevolezza di tale inscindibilità. Quindi la descrizione "geografica" bioregionale è solo funzionale all’integrazione dell'ambito descritto, un po' come avvenne ai tempi di Menenio Agrippa che descrisse lo stato in termini di complementarietà degli organi strutturati per il funzionamento dell’intero organismo.
"Vivere nel luogo in cui si vive sapendo che è la nostra casa, significa essere del luogo" Questo è il pensiero dell’ecologia profonda e corrisponde al sentire di chi non coglie alcuna differenza fra sé ed il luogo, di chi ritiene di esser figlio della terra. E la terra non ha cantoni esterni, la terra tutta è una ed indivisibile ovunque e comunque. La terra è la mia casa, assieme alla comunità di chi ci ha abitato prima di me e ci abiterà dopo di me.
Ma il percorso del sentirsi a casa - che è fisico e psichico allo stesso tempo- richiede una fatica ed una grande pazienza. Richiede accettazione da parte di chi accoglie e da parte di chi si avvicina… "Ospite" è sia chi riceve che colui che viene ricevuto, nella società umana, dei nobili esseri umani del mondo, così si definisce l’accoglienza…..
Quando si è "viandanti e senza religione" (come me che sono laico e mezzo apolide) occorre stare attenti a come ci si comporta… a come ci esprime… Ma in verità il contenitore vero della nostra vita (fisica e psichica) è proprio il luogo, l’ambiente naturale, che ci ripara e nutre ed istruisce, se siamo pazienti e capaci di ascolto. E’ pur vero che spesso non ci sentiamo accettati dalla comunità presso la quale viviamo ma dobbiamo compiere un esperimento congiunto di avvicinamento al luogo ed ai suoi abitanti…. Così pian piano il ghiaccio si scioglie e dopo ripetute prove possiamo finalmente dire di essere a casa, di aver riconosciuto e di essere stati riconosciuti.
Paolo D'Arpini
Programma in tema: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/05/26/spilamberto-ospitaletto-di-marano-e-concordia-%e2%80%93-solstizio-d%e2%80%99estate-ricordando-il-tropico-del-cancro-dal-quale-noi-tutti-siamo-giunti-ed-incontro-bioregionale-su-ecologia-spicci/
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Altri articoli sull'ecologia profonda:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=ecologia+profonda
martedì 25 maggio 2010
Ecologia politica di Adriano Rebecchi, diritti civili di Peter Boom, messaggio spirituale di Kiara Windrider, gli italiani secondo Massimo Sega
Ecologia politica
Ieri sulle varie reti televisive, è comparso il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta il quale, con aria seria e preoccupata, ha detto che la manovra che il Governo varerà conterrà "una serie di sacrifici molto pesanti, molto duri che siamo costretti a prendere, spero in maniera provvisoria, con una temporaneità anche già definita, per salvare il nostro paese dal rischio Grecia".
Ma perchè a parlare non è comparso il Capo del Governo?
Dov'è quel tale Silvio Berlusconi che, col suo sorriso arrogante e spocchioso, invitava all'ottimismo, a spendere e consumare, che diceva che siamo messi meglio degli altri Stati, che saremmo usciti dalla crisi prima e meglio degli altri ecc.
Certo che i sacrifici saranno pesanti, perchè mentre agli italiani "furbi" si darà il solito "condono edilizio" (camuffato con altri nomi) a tutti gli altri toccheranno pesanti sacrifici, perchè oramai c'è rimasta ben poca spesa "improduttiva" da tagliare e, in realtà, la mazzata ai dipendenti del pubblico impiego, i tagli ai Ministeri e ai trasferimenti agli Enti Locali avranno come unica conseguenza il taglio di servizi e assistenza e la fine di quel poco di stato sociale che c'è ancora.
E' fin troppo facile capire che il signor Silvio Berlusconi non ci vuole METTERE LA FACCIA per salvare la sua fasulla immagine di uomo del fare e di decisionista vincente e spregiudicato ma, quando uno latita, si dice che è un "LATITANTE", con tutto quello che ne consegue e.......potrebbe anche essere di buon auspicio.
Adriano Rebecchi
..................
Diritti Civili "altri"
Dopo 38 anni ecco che riesce, grazie a Youtube, il primo disco di lotta gay in Italia:
http://www.youtube.com/watch?v=9rkDYgr5C9E
http://www.youtube.com/watch?v=ulp3VrPwM7I&feature=related
Peter Boom, nato nel 1936 a Bloemendaal (Olanda) e residente in Italia dal 1956 ha scoperto la sua omosessualità all'età di 23 anni e pochi mesi dopo l'ha dichiarato in famiglia (1959).
Ha partecipato a riunioni del FUORI a Torino (1971) e anche alla prima manifestazione gay in Italia ( 5 - 6 aprile 1972), nata per contestare un congresso di sessuologìa a San Remo. Il 1 maggio 1972 partecipa al primo raduno omosessuale a Roma a Campo de' Fiori. In quello stesso anno una piccola casa discografica fa uscire il primo disco di lotta gay in Italia con le canzoni FUORI e LUI AMA LUI (Lei ama lei), un 45-giri registrato alla Sonic (RM): Peter può registrare i brani una sola volta a causa della paura del titolare dello studio che temeva carabinieri, ritorsioni, etc. Erano davvero altri tempi!
Il disco ancora senza copertina veniva sequestrato a causa dell'etichetta "Ciao 2001", che era anche il nome di una nota rivista per giovani, la quale bloccò l'uscita non volendo compromettere il buon nome del periodico.
La carriera di cantante di colonne sonore (dischi, cinema, serate) di Peter venne di colpo bloccata.
Un cantante apertamente gay non poteva ancora venir accettato dalla società italiana.
Peter Boom
.............
Transfert "spirituale"
I due mesi trascorsi sono stati molto intensi per me e molti altri. Questa mattina ho chiesto a Babaji - un maestro asceso che a volte incontro nei piani interiori - una previsione. Ecco la sua risposta:
"Un nuovo anno, una nuova spinta in avanti. La corrente adesso è molto forte e molti di voi si sentiranno in qualche modo sopraffatti. Il tempo di stare aggrappati alla riva è passato, perciò fidatevi della corrente per farvi trasportare. E' un luogo nel quale non siete mai entrati prima, nel quale nessuno è mai entrato. Tale è il processo evolutivo e voi non potete portare il vecchio mondo con voi.
Le vecchie identità ed i vecchi sistemi che non supportano l'interezza, devono perire. Ciò che sembra essere caos, non è altro che una porta verso la nuova consapevolezza. Mentre vi fidate di questo fiume del cambiamento, le cose si muoveranno rapidamente e intenzionalmente. Un nuovo mondo si sta risvegliando a Sè stesso.
Noterete questi cambiamenti sia nelle vostre vite personali, sia nella vostra realtà collettiva. Alcuni di essi potranno apparire dolorosi o caotici, ma è parte del riascio di una vecchia pelle. Siete entrati in un tempo in cui, con il potere della vostra consapevolezza risvegliata, state intenzionalmente facendo la Storia.
Non c'è molto altro da dire. Ognuno è connesso ad un rete di luce che cresce e si rafforza dentro di voi ogni giorno di più. Questo è un periodo di test e di risveglio. Una volta risvegliati, ognuno di voi avrà un ruolo da giocare nella trasformazione di massa su tutti i piani dell'esistenza planetaria. Siate fieri e coraggiosi. Questi sono i tempi per i quali siete nati".
Procediamo quindi consapevoli che si sta svolgendoun Piano divino che va oltre ogni immaginazione.
Insieme manfesteremo nei mondi fisici ciò che già esiste nei mondi sovramentali.
Kiara Windrider - (traduzione: Barbara)
............
Costume italiano al giorno d'oggi
Per singole persone (o piccolissimi gruppi, vedi; "autisti delle auto blu") si sta producendo la legalizzazione della illegalità che compieranno.
Sono scomparsi i freni. Sono scomparsi gli strumenti di garanzia. Sono scomparsi i Valori. Una quotidiana carneficina umana (sulle strade, sui posti di lavoro, per l'aria inquinata che respiriamo, per i vitali beni comuni trasformati in merce, ecc.) che scompare nel Silenzio.
Cosi’ ho letto nel messaggio di Vito De Russis. Non voglio essere il solito polemico, ma se non ci chiariamo le idee, credo che si giri a vuoto. Per primo De Russis ci ha, giustamente, ricordato l’ipotizzata legalizzazione delle illegalità degli autisti delle auto blu. A suo tempo, cioe’ 70 anni fa, non c’era bisogno di legalizzarla, bastava dire LEI NON SA CHI SONO IO. 30 anni fa, le illegalità al riguardo erano numerose, soltanto che si chiudevano gli occhi. Oggi questo é estremamente più difficile, e ciò dobbiamo dirlo anche grazie alla stampa, e quindi la casta ha pensato di reagire legalizzando le sue illegalità.
Quindi non sono scomparsi i freni non sono scomparsi gli strumenti di garanzia, anzi questa legalizzazione a me sembra che sia la dimostrazione dell’esistenza degli strumenti di garanzia. Proprio in questi giorni abbiamo avuto il caso dei deputati continuamente sanzionati per aver percorso strade a loro non consentite. Quello che e’ sparito e’ il senso del limite e il rispetto della dignità delle caste. E le caste non sono solo quelle politiche. Le troviamo anche nei condomini. Per quanto concerne i VALORI che, De Russis dice spariti, in parte é vero, ma io credo che siano spariti i veli dietro ai quali si nascondevano i disvalori sostanziali. Molti si infastidiscono di quando richiamo Dante, Leopardi, Ruskin, Zolà, Flaiano, Prezzolini, la Fallaci, ecc.ecc. e quindi ricordo solo un detto. "FRANZA O SPAGNA PURCHE’ SE MAGNA".
Allora io dico, vediamo e analizziamo i nostri valori. Sarebbe bello che chi ha la possibilità e la disponibilità indicesse un convegno non tanto di natura spirituale, quanto sui valori concreti degli italiani. Ebbene, un simile convegno si tenne, alcuni anni fa, presso la Provincia di Roma. A parte qualche figura eccelsa della nostra storia, ciò che uscì in forma positiva fu soltanto la nostra creatività (la creatività non é un valore, basti ricordare quel meraviglioso Caravaggio, che fu anche un meraviglioso delinquente) il nostro mangiare e il nostro canticchiare. Questo ci dovrebbe far pensare. Infine De Russis parla di carneficina umana nel silenzio. E ha ragione. La carneficina c’é e il silenzio c’é. Ma perché c’é il silenzio? Perché, a mio modo di vedere, la massa é anche carnefice.
Gli automobilisti sono carnefici con le loro violazioni di legge, ma a sua volta, quando gli automobilisti diventano pedoni, anche in questa categoria violano le leggi. passando fuori delle strisce o con il semaforo rosso; nei posti di lavoro delle carneficine sono responsabili i datori di lavoro, ma quanti lavoratori rispettano le norme sulla sicurezza? E dell’aria inquinata, come facciamo a non coinvolgere anche i cittadini che usano strumenti di inquinamento? E’ una cultura generale che va cambiata, e da questa che bisogna partire. Bisogna insegnare la materia della DIGNITA’ PERSONALE. Bisogna insegnare che la furbizia non é un valore.
Da noi, invece, i genitori dicono ai figli: FATTI FURBO.
Saluti, Massimo Sega
......................
Altri articoli di Ecologia Sociale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=ecologia+sociale
Ieri sulle varie reti televisive, è comparso il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta il quale, con aria seria e preoccupata, ha detto che la manovra che il Governo varerà conterrà "una serie di sacrifici molto pesanti, molto duri che siamo costretti a prendere, spero in maniera provvisoria, con una temporaneità anche già definita, per salvare il nostro paese dal rischio Grecia".
Ma perchè a parlare non è comparso il Capo del Governo?
Dov'è quel tale Silvio Berlusconi che, col suo sorriso arrogante e spocchioso, invitava all'ottimismo, a spendere e consumare, che diceva che siamo messi meglio degli altri Stati, che saremmo usciti dalla crisi prima e meglio degli altri ecc.
Certo che i sacrifici saranno pesanti, perchè mentre agli italiani "furbi" si darà il solito "condono edilizio" (camuffato con altri nomi) a tutti gli altri toccheranno pesanti sacrifici, perchè oramai c'è rimasta ben poca spesa "improduttiva" da tagliare e, in realtà, la mazzata ai dipendenti del pubblico impiego, i tagli ai Ministeri e ai trasferimenti agli Enti Locali avranno come unica conseguenza il taglio di servizi e assistenza e la fine di quel poco di stato sociale che c'è ancora.
E' fin troppo facile capire che il signor Silvio Berlusconi non ci vuole METTERE LA FACCIA per salvare la sua fasulla immagine di uomo del fare e di decisionista vincente e spregiudicato ma, quando uno latita, si dice che è un "LATITANTE", con tutto quello che ne consegue e.......potrebbe anche essere di buon auspicio.
Adriano Rebecchi
..................
Diritti Civili "altri"
Dopo 38 anni ecco che riesce, grazie a Youtube, il primo disco di lotta gay in Italia:
http://www.youtube.com/watch?v=9rkDYgr5C9E
http://www.youtube.com/watch?v=ulp3VrPwM7I&feature=related
Peter Boom, nato nel 1936 a Bloemendaal (Olanda) e residente in Italia dal 1956 ha scoperto la sua omosessualità all'età di 23 anni e pochi mesi dopo l'ha dichiarato in famiglia (1959).
Ha partecipato a riunioni del FUORI a Torino (1971) e anche alla prima manifestazione gay in Italia ( 5 - 6 aprile 1972), nata per contestare un congresso di sessuologìa a San Remo. Il 1 maggio 1972 partecipa al primo raduno omosessuale a Roma a Campo de' Fiori. In quello stesso anno una piccola casa discografica fa uscire il primo disco di lotta gay in Italia con le canzoni FUORI e LUI AMA LUI (Lei ama lei), un 45-giri registrato alla Sonic (RM): Peter può registrare i brani una sola volta a causa della paura del titolare dello studio che temeva carabinieri, ritorsioni, etc. Erano davvero altri tempi!
Il disco ancora senza copertina veniva sequestrato a causa dell'etichetta "Ciao 2001", che era anche il nome di una nota rivista per giovani, la quale bloccò l'uscita non volendo compromettere il buon nome del periodico.
La carriera di cantante di colonne sonore (dischi, cinema, serate) di Peter venne di colpo bloccata.
Un cantante apertamente gay non poteva ancora venir accettato dalla società italiana.
Peter Boom
.............
Transfert "spirituale"
I due mesi trascorsi sono stati molto intensi per me e molti altri. Questa mattina ho chiesto a Babaji - un maestro asceso che a volte incontro nei piani interiori - una previsione. Ecco la sua risposta:
"Un nuovo anno, una nuova spinta in avanti. La corrente adesso è molto forte e molti di voi si sentiranno in qualche modo sopraffatti. Il tempo di stare aggrappati alla riva è passato, perciò fidatevi della corrente per farvi trasportare. E' un luogo nel quale non siete mai entrati prima, nel quale nessuno è mai entrato. Tale è il processo evolutivo e voi non potete portare il vecchio mondo con voi.
Le vecchie identità ed i vecchi sistemi che non supportano l'interezza, devono perire. Ciò che sembra essere caos, non è altro che una porta verso la nuova consapevolezza. Mentre vi fidate di questo fiume del cambiamento, le cose si muoveranno rapidamente e intenzionalmente. Un nuovo mondo si sta risvegliando a Sè stesso.
Noterete questi cambiamenti sia nelle vostre vite personali, sia nella vostra realtà collettiva. Alcuni di essi potranno apparire dolorosi o caotici, ma è parte del riascio di una vecchia pelle. Siete entrati in un tempo in cui, con il potere della vostra consapevolezza risvegliata, state intenzionalmente facendo la Storia.
Non c'è molto altro da dire. Ognuno è connesso ad un rete di luce che cresce e si rafforza dentro di voi ogni giorno di più. Questo è un periodo di test e di risveglio. Una volta risvegliati, ognuno di voi avrà un ruolo da giocare nella trasformazione di massa su tutti i piani dell'esistenza planetaria. Siate fieri e coraggiosi. Questi sono i tempi per i quali siete nati".
Procediamo quindi consapevoli che si sta svolgendoun Piano divino che va oltre ogni immaginazione.
Insieme manfesteremo nei mondi fisici ciò che già esiste nei mondi sovramentali.
Kiara Windrider - (traduzione: Barbara)
............
Costume italiano al giorno d'oggi
Per singole persone (o piccolissimi gruppi, vedi; "autisti delle auto blu") si sta producendo la legalizzazione della illegalità che compieranno.
Sono scomparsi i freni. Sono scomparsi gli strumenti di garanzia. Sono scomparsi i Valori. Una quotidiana carneficina umana (sulle strade, sui posti di lavoro, per l'aria inquinata che respiriamo, per i vitali beni comuni trasformati in merce, ecc.) che scompare nel Silenzio.
Cosi’ ho letto nel messaggio di Vito De Russis. Non voglio essere il solito polemico, ma se non ci chiariamo le idee, credo che si giri a vuoto. Per primo De Russis ci ha, giustamente, ricordato l’ipotizzata legalizzazione delle illegalità degli autisti delle auto blu. A suo tempo, cioe’ 70 anni fa, non c’era bisogno di legalizzarla, bastava dire LEI NON SA CHI SONO IO. 30 anni fa, le illegalità al riguardo erano numerose, soltanto che si chiudevano gli occhi. Oggi questo é estremamente più difficile, e ciò dobbiamo dirlo anche grazie alla stampa, e quindi la casta ha pensato di reagire legalizzando le sue illegalità.
Quindi non sono scomparsi i freni non sono scomparsi gli strumenti di garanzia, anzi questa legalizzazione a me sembra che sia la dimostrazione dell’esistenza degli strumenti di garanzia. Proprio in questi giorni abbiamo avuto il caso dei deputati continuamente sanzionati per aver percorso strade a loro non consentite. Quello che e’ sparito e’ il senso del limite e il rispetto della dignità delle caste. E le caste non sono solo quelle politiche. Le troviamo anche nei condomini. Per quanto concerne i VALORI che, De Russis dice spariti, in parte é vero, ma io credo che siano spariti i veli dietro ai quali si nascondevano i disvalori sostanziali. Molti si infastidiscono di quando richiamo Dante, Leopardi, Ruskin, Zolà, Flaiano, Prezzolini, la Fallaci, ecc.ecc. e quindi ricordo solo un detto. "FRANZA O SPAGNA PURCHE’ SE MAGNA".
Allora io dico, vediamo e analizziamo i nostri valori. Sarebbe bello che chi ha la possibilità e la disponibilità indicesse un convegno non tanto di natura spirituale, quanto sui valori concreti degli italiani. Ebbene, un simile convegno si tenne, alcuni anni fa, presso la Provincia di Roma. A parte qualche figura eccelsa della nostra storia, ciò che uscì in forma positiva fu soltanto la nostra creatività (la creatività non é un valore, basti ricordare quel meraviglioso Caravaggio, che fu anche un meraviglioso delinquente) il nostro mangiare e il nostro canticchiare. Questo ci dovrebbe far pensare. Infine De Russis parla di carneficina umana nel silenzio. E ha ragione. La carneficina c’é e il silenzio c’é. Ma perché c’é il silenzio? Perché, a mio modo di vedere, la massa é anche carnefice.
Gli automobilisti sono carnefici con le loro violazioni di legge, ma a sua volta, quando gli automobilisti diventano pedoni, anche in questa categoria violano le leggi. passando fuori delle strisce o con il semaforo rosso; nei posti di lavoro delle carneficine sono responsabili i datori di lavoro, ma quanti lavoratori rispettano le norme sulla sicurezza? E dell’aria inquinata, come facciamo a non coinvolgere anche i cittadini che usano strumenti di inquinamento? E’ una cultura generale che va cambiata, e da questa che bisogna partire. Bisogna insegnare la materia della DIGNITA’ PERSONALE. Bisogna insegnare che la furbizia non é un valore.
Da noi, invece, i genitori dicono ai figli: FATTI FURBO.
Saluti, Massimo Sega
......................
Altri articoli di Ecologia Sociale:
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lunedì 24 maggio 2010
Danilo D'Antonio: "L'Italia vista come multiproprietà dei cittadini" - Lettera aperta ai superdemocratici...
Cari Super Democratici,
in molti, la quasi totalità di voi, ch'eppure siete tra i migliori al mondo, pensando che la democrazia sia qualcosa inerente il Governo di un Paese, agogna e perde tempo a far conquistare posizioni di potere al proprio schieramento. A molti, troppi, ancora sfugge la prioritaria necessità di sviluppare la propria ed altrui coscienza al fine di capire la differenza esistente tra SUDDITANZA e CITTADINANZA, solo quest'ultima essendo appunto figlia della democrazia.
Cosa ne dite del pensare alla Repubblica Italiana come ad una Multiproprietà?
Pensandola come tale, possiamo considerarci dei cittadini.
Se ancora la vediamo come un dominio del potere, rimaniamo succubi sudditi.
Sviluppiamo allora questo punto, perché è qui il passo in avanti da compiere.
I beni pubblici, le pubbliche risorse, siano esse immobiliari, finanziarie o di altro tipo, come ad esempio i ruoli, poteri e redditi della Funzione Pubblica, non sono di proprietà del Primo Ministro o del Presidente della Repubblica o di qualche altro membro di Governo od Ente che non sia infine riconducibile al popolo italiano. Gli edifici, gli immobili, le risorse finanziarie di proprietà di un Ente Pubblico, l'intera Cosa Pubblica si riconduce sempre al popolo. Se un Ente pubblico, poniamo l'INPS, pretendesse possedere in proprio gli immobili ad esso intestati, senza una riconducibilità finale, ultima, alla collettività, l'INPS smetterebbe la sua qualità di Ente Pubblico ed assumerebbe quella di ente privato.
In una Repubblica tutto ciò che è pubblico è di proprietà collettiva, comune, una res publica appunto, una cosa pubblica. I cittadini non possono accedervi direttamente, possono disporne soltanto per interposti loro delegati, ma sono comunque i possessori finali del bene pubblico.
Leggiamo lo specifico articolo della Costituzione inerente la proprietà:
"Art. 42. La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati."
Ebbene: i beni economici possono, sì, essere intitolati agli Enti Pubblici, centrali o locali, ma il proprietario finale è sempre quel popolo, cui si attribuisce addirittura la sovranità, richiamato all'Art. 1. Stessa cosa avviene per i ruoli della Funzione Pubblica, i quali forniscono sia il bene economico di un reddito immediato sia la capacità di procurarsene grazie alle competenze ed esperienze che si acquisiscono nel ricoprirli.
Ora: se il popolo è il legittimo possessore, non diretto, non immediato ma finale, ultimo possessore della Res Publica, ne deriva immediatamente il diritto alla condivisione del suo godimento. D'altro canto nella stessa Costituzione si legge:
"La Repubblica ... richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale".
con il seguente ben espresso intento:
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Quest'ultimo importante passo ci dice che la società italiana e la Repubblica stessa sono un divenire, sono un processo in evoluzione, che si può attuare proprio grazie alle più sensibili percezioni, agli avanzamanti di coscienza, che si guadagnano nel tempo.
Ecco perché possiamo ritenere che la Repubblica Italiana (sfera privata a parte naturalmente, la quale va rispettata quanto quella collettiva) sia una Multiproprietà. Se non lo fosse, saremmo tutti dei sudditi e non avremmo alcuna dignità di cittadini. Il senso di quest'ultimo ruolo va ancora sviluppato appieno ed è proprio questo il nostro compito, il compito dei Democratici.
Cari Democratici al cubo, non pensiamo che agire sia più importante che riflettere. Non pensiamo che il potere di delega sia più importante del potere di una personale riflessione. A volte, nel diffondere nuove idee, può sembrare di star parlando al vento. In realtà è proprio quel vento, su cui tanto si è soffiato, che ad un certo punto forma quel vortice che tutti trascina con sè. Se non vi fosse stata gente a parlare di continuo al vento, oggi vi sarebbe ancora la schiavitù, le donne non voterebbero ed un regime totalitario ancora sbarrerebbe il passo alla repubblica.
Invece a far da principale tappo al progresso, in quest'epoca di libertà d'espressione, siamo proprio noi Democratici, non avendo ancora sviluppato piena coscienza di cosa siano e come funzionino i fondamentali concetti e strumenti di democrazia, repubblica, cittadinanza. Non rimaniamo imprigionati nelle idee di scarso valore inculcateci dagli interessati sacerdoti del sapere, dai docenti universitari, dagli antidemocratici statali. E diamoci invece da fare per sviluppare appieno queste idee come già si sarebbe dovuto, padroneggiamone la sostanza, facendo avanzare la cultura. Vi ringrazio e saluto tutti.
Danilo D'Antonio
(Lista European Consumers)
...............
Altri articoli di Danilo D'Antonio:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=danilo+d%27antonio
in molti, la quasi totalità di voi, ch'eppure siete tra i migliori al mondo, pensando che la democrazia sia qualcosa inerente il Governo di un Paese, agogna e perde tempo a far conquistare posizioni di potere al proprio schieramento. A molti, troppi, ancora sfugge la prioritaria necessità di sviluppare la propria ed altrui coscienza al fine di capire la differenza esistente tra SUDDITANZA e CITTADINANZA, solo quest'ultima essendo appunto figlia della democrazia.
Cosa ne dite del pensare alla Repubblica Italiana come ad una Multiproprietà?
Pensandola come tale, possiamo considerarci dei cittadini.
Se ancora la vediamo come un dominio del potere, rimaniamo succubi sudditi.
Sviluppiamo allora questo punto, perché è qui il passo in avanti da compiere.
I beni pubblici, le pubbliche risorse, siano esse immobiliari, finanziarie o di altro tipo, come ad esempio i ruoli, poteri e redditi della Funzione Pubblica, non sono di proprietà del Primo Ministro o del Presidente della Repubblica o di qualche altro membro di Governo od Ente che non sia infine riconducibile al popolo italiano. Gli edifici, gli immobili, le risorse finanziarie di proprietà di un Ente Pubblico, l'intera Cosa Pubblica si riconduce sempre al popolo. Se un Ente pubblico, poniamo l'INPS, pretendesse possedere in proprio gli immobili ad esso intestati, senza una riconducibilità finale, ultima, alla collettività, l'INPS smetterebbe la sua qualità di Ente Pubblico ed assumerebbe quella di ente privato.
In una Repubblica tutto ciò che è pubblico è di proprietà collettiva, comune, una res publica appunto, una cosa pubblica. I cittadini non possono accedervi direttamente, possono disporne soltanto per interposti loro delegati, ma sono comunque i possessori finali del bene pubblico.
Leggiamo lo specifico articolo della Costituzione inerente la proprietà:
"Art. 42. La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati."
Ebbene: i beni economici possono, sì, essere intitolati agli Enti Pubblici, centrali o locali, ma il proprietario finale è sempre quel popolo, cui si attribuisce addirittura la sovranità, richiamato all'Art. 1. Stessa cosa avviene per i ruoli della Funzione Pubblica, i quali forniscono sia il bene economico di un reddito immediato sia la capacità di procurarsene grazie alle competenze ed esperienze che si acquisiscono nel ricoprirli.
Ora: se il popolo è il legittimo possessore, non diretto, non immediato ma finale, ultimo possessore della Res Publica, ne deriva immediatamente il diritto alla condivisione del suo godimento. D'altro canto nella stessa Costituzione si legge:
"La Repubblica ... richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale".
con il seguente ben espresso intento:
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Quest'ultimo importante passo ci dice che la società italiana e la Repubblica stessa sono un divenire, sono un processo in evoluzione, che si può attuare proprio grazie alle più sensibili percezioni, agli avanzamanti di coscienza, che si guadagnano nel tempo.
Ecco perché possiamo ritenere che la Repubblica Italiana (sfera privata a parte naturalmente, la quale va rispettata quanto quella collettiva) sia una Multiproprietà. Se non lo fosse, saremmo tutti dei sudditi e non avremmo alcuna dignità di cittadini. Il senso di quest'ultimo ruolo va ancora sviluppato appieno ed è proprio questo il nostro compito, il compito dei Democratici.
Cari Democratici al cubo, non pensiamo che agire sia più importante che riflettere. Non pensiamo che il potere di delega sia più importante del potere di una personale riflessione. A volte, nel diffondere nuove idee, può sembrare di star parlando al vento. In realtà è proprio quel vento, su cui tanto si è soffiato, che ad un certo punto forma quel vortice che tutti trascina con sè. Se non vi fosse stata gente a parlare di continuo al vento, oggi vi sarebbe ancora la schiavitù, le donne non voterebbero ed un regime totalitario ancora sbarrerebbe il passo alla repubblica.
Invece a far da principale tappo al progresso, in quest'epoca di libertà d'espressione, siamo proprio noi Democratici, non avendo ancora sviluppato piena coscienza di cosa siano e come funzionino i fondamentali concetti e strumenti di democrazia, repubblica, cittadinanza. Non rimaniamo imprigionati nelle idee di scarso valore inculcateci dagli interessati sacerdoti del sapere, dai docenti universitari, dagli antidemocratici statali. E diamoci invece da fare per sviluppare appieno queste idee come già si sarebbe dovuto, padroneggiamone la sostanza, facendo avanzare la cultura. Vi ringrazio e saluto tutti.
Danilo D'Antonio
(Lista European Consumers)
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domenica 23 maggio 2010
Rubrica d'ascolto scolastico: "Il sogno di Denise..."
Continua l'esperimento di corrispondenza fra allievi e maestra (Antonella Pedicelli), nell'intento di comprendersi gli uni con l'altra, in quella che sta diventando una rubrica di ascolto per i giovani ragazzi alle prese con problemi di cuore, scuola e famiglia. (Paolo D'Arpini)
..........
Caro Paolo, leggi cosa ha scritto Denise! Merita attenzione......Sono
felice di averle dato la possibilità di scrivere e ringrazio ancora te
per la coraggiosa decisione di essere un "comunicatore" a 360 gradi!
Sono sicura che anche tu rimarrai "colpito"! Ti abbraccio con gioia,
Antonella
......
Svegliandomi questa mattina, ho ricordato di aver sognato durante la notte.
Stavo correndo velocemente per un bel prato verde. Intorno a me
nessuno tranne la natura; sopra di me solo il cielo azzurro e limpido.
Correvo forte sempre più forte , quando di fronte a me si è parato un
precipizio. Nonostante ci fosse un pericolo di fronte a me, continuavo
a correre, il precipizio si avvicinava minaccioso, avevo paura, ma
allo stesso tempo non riuscivo a fermarmi, non volevo fermarmi. Il
battito del mio cuore aumenta così come la paura di cadere nel vuoto
quando ad un tratto mi ritrovo ferma sull'orlo del precipizio e qui mi
sveglio.
Sono sempre stata affascinata dalla dimensione del sogno. Nasce dai
noi stessi, dal nostro Io più profondo, ma anche se è farina del
nostro sacco, il più delle volte nemmeno noi sappiamo spiegarci perchè
abbiamo sognato una determinata situazione o un luogo in particolare.
Freud ha tentato con la sua Interpretazione dei sogni di rispondere a
questo interrogativo, che sin dai tempi più remoti ha ossessionato
l'uomo. Egli grazie alla sua ricerca e analisi di diversi casi
classificati, ha compreso come il sogno possa avere diversa origine :
un ricordo d'infanzia, un ricordo della giornata appena trascorsa, la
repressione di un istinto sessuale, le emozioni provate durante il
giorno, stimoli esterni, stimoli interni e cosi via.
Senza togliere nulla al buon Freud, ma a me piace pensare che la
nostra mente durante il sogno, continui a portare alla luce quello che
noi non abbiamo osato o voluto portare a compimento durante la nostra
vita vigile, che sia la repressione di un sentimento, delle parole che
non abbiamo avuto il coraggio di proferire, le azioni che non siamo
stati in grado di compiere.
Spesso questa nostra vita interiore, questo mondo costruito solo nella
nostra mente nel nostro mondo del " se solo " come mi piace definirlo,
emerge sottoforma di allegoria come nel caso da me citato in
principio. Assumono quasi i tratti di una poesia o di un dipinto surreale che va interpretato, ma come tale può avere molteplici significati.
Nel mio caso, il correre verso un pericolo, sapendo del rischio a cui
si andrà in contro potrebbe essere la voglia di correre un rischio, ma
il fatto di fermarsii poco prima di cadere nel buio strapiombo
potrebbe voler rappresentare o la mancanza di coraggio nel farlo,
oppure la presa di coscienza di quanto stava per accadere e la voglia
di fermarsi.
Al di là dell'interpretazione che se ne possa dare,anche se a volte
non sembra avere molto senso, consiglio a tutti di non smettere mai di
sognare. Solo nei sogni si è veramente liberi e si può esprimere se
stessi fino in fondo quasi come su un palcoscenico dove tutti noi
siamo registi, scenografi e attori.
Ed a quei giovani ragazzi annoiati mi sento di dire di non cercare un'evasione nelle droghe, nell'alcool poichè lo sballo che cercate ,invece di farvi viaggiare con la mente, non fa altro che uccidere la vostra fantasia. Ubriacatevi di sogni invece...
Denise
........
Articoli di Antonella Pedicelli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=antonella+pedicelli
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Caro Paolo, leggi cosa ha scritto Denise! Merita attenzione......Sono
felice di averle dato la possibilità di scrivere e ringrazio ancora te
per la coraggiosa decisione di essere un "comunicatore" a 360 gradi!
Sono sicura che anche tu rimarrai "colpito"! Ti abbraccio con gioia,
Antonella
......
Svegliandomi questa mattina, ho ricordato di aver sognato durante la notte.
Stavo correndo velocemente per un bel prato verde. Intorno a me
nessuno tranne la natura; sopra di me solo il cielo azzurro e limpido.
Correvo forte sempre più forte , quando di fronte a me si è parato un
precipizio. Nonostante ci fosse un pericolo di fronte a me, continuavo
a correre, il precipizio si avvicinava minaccioso, avevo paura, ma
allo stesso tempo non riuscivo a fermarmi, non volevo fermarmi. Il
battito del mio cuore aumenta così come la paura di cadere nel vuoto
quando ad un tratto mi ritrovo ferma sull'orlo del precipizio e qui mi
sveglio.
Sono sempre stata affascinata dalla dimensione del sogno. Nasce dai
noi stessi, dal nostro Io più profondo, ma anche se è farina del
nostro sacco, il più delle volte nemmeno noi sappiamo spiegarci perchè
abbiamo sognato una determinata situazione o un luogo in particolare.
Freud ha tentato con la sua Interpretazione dei sogni di rispondere a
questo interrogativo, che sin dai tempi più remoti ha ossessionato
l'uomo. Egli grazie alla sua ricerca e analisi di diversi casi
classificati, ha compreso come il sogno possa avere diversa origine :
un ricordo d'infanzia, un ricordo della giornata appena trascorsa, la
repressione di un istinto sessuale, le emozioni provate durante il
giorno, stimoli esterni, stimoli interni e cosi via.
Senza togliere nulla al buon Freud, ma a me piace pensare che la
nostra mente durante il sogno, continui a portare alla luce quello che
noi non abbiamo osato o voluto portare a compimento durante la nostra
vita vigile, che sia la repressione di un sentimento, delle parole che
non abbiamo avuto il coraggio di proferire, le azioni che non siamo
stati in grado di compiere.
Spesso questa nostra vita interiore, questo mondo costruito solo nella
nostra mente nel nostro mondo del " se solo " come mi piace definirlo,
emerge sottoforma di allegoria come nel caso da me citato in
principio. Assumono quasi i tratti di una poesia o di un dipinto surreale che va interpretato, ma come tale può avere molteplici significati.
Nel mio caso, il correre verso un pericolo, sapendo del rischio a cui
si andrà in contro potrebbe essere la voglia di correre un rischio, ma
il fatto di fermarsii poco prima di cadere nel buio strapiombo
potrebbe voler rappresentare o la mancanza di coraggio nel farlo,
oppure la presa di coscienza di quanto stava per accadere e la voglia
di fermarsi.
Al di là dell'interpretazione che se ne possa dare,anche se a volte
non sembra avere molto senso, consiglio a tutti di non smettere mai di
sognare. Solo nei sogni si è veramente liberi e si può esprimere se
stessi fino in fondo quasi come su un palcoscenico dove tutti noi
siamo registi, scenografi e attori.
Ed a quei giovani ragazzi annoiati mi sento di dire di non cercare un'evasione nelle droghe, nell'alcool poichè lo sballo che cercate ,invece di farvi viaggiare con la mente, non fa altro che uccidere la vostra fantasia. Ubriacatevi di sogni invece...
Denise
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Articoli di Antonella Pedicelli:
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sabato 22 maggio 2010
Giorgio Vitali dixit: "La giustizia in Italia é morta dai tempi di Marcus Aurelius Valerius Maxentius..."
CARO PAOLO D'ARPINI, CONCORDO CON QUANTO SCRIVE MASSIMO SEGA,
http://saul-arpino.blogspot.com/2010/05/il-giornaletto-di-saul-del-22-maggio.html
MA A LUI, COME A TUTTI GLI AMICI, RICORDO CHE IL SISTEMA ITALIA, COSì COME NOI LO CONSTATIAMO, è STATO IDEATO E BEN OLIATO TANTI SECOLI FA. E CONSISTE NEL BLOCCO DELLA GIUSTIZIA. NELLA MIA LUNGHISSIMA ATTIVITà SVOLTA A TUTELA DI INTERESSI COLLETTIVI NELLE AULE GIUDIZIARIE, HO CONSTATATO CHE LE LUNGAGGINI DELLA GIUSTIZIA, PERALTRO MOLTO BEN AMMINISTRATE, SERVONO PROPRIO A NON FARE GIUSTIZIA. Sulla rivista bimensile LIBERO REPORT, reperibile nelle edicole ben fornite, si può leggere una edificantissima storia dedicata a Giovanni Di Napoli, che a tutt'oggi sta continuando una battaglia contro le BANCHE e contro la Magistratura di Lecce, a queste banche legata a triplo filo (scorsoio). Io già conoscevo in parte questa storia conoscendo l'avv. Di Napoli, attivo a Roma, che mi aveva narrato la storia del padre. Per inciso, il Di Napoli è espertissimo in legislazione bancaria.
IN BUONA SOSTANZA: SE SEI ATTACCATO DA UNA O PIù BANCHE, INGIUSTAMENTE E ILLEGALMENTE....MENTRE LA PROCEDURA BANCARIA ( ad esempio un pignoramento dell'abitazione) PROCEDE AD UNA VELOCITà, LA PROCEDURA INVERSA, quella che tu stesso hai attivato per difesa e contrattacco, PROCEDE AD UNA VELOCITà MOLTO PIù LENTA. DICIAMO QUESTE COSE PER LE PERSONE CHE CREDONO ANCORA NELLA GIUSTIZIA ITALIANA E VENGONO SISTEMATICAMENTE FREGATE.
Per quanto mi riguarda, ho al mio attivo un'esperienza relativamente recente. Avendo denunciato un personaggio che aveva fregato circa 1 miliardo di denaro pubblico, con dispendio ulteriore per attività di Carabinieri, NAS, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia Urbana di Roma, LA CAUSA è STATA PORTATA AVANTI DALLA MAGISTRATURA DELLA CAPITALE CON PRETESTI DI OGNI TIPO FINO A CHE IL DELINQUENTE è STATO CONDANNATO, MA....in periodo di prescrizione!
Ma io avevo appreso la lezione, circa vent'anni addietro, quando mi capitò tra le mani un libro usato ( che non comprai ed oggi mi mangio ancora dette mani) con l'autobiografia di un italiano del seicento che era stato fatto schiavo dei Turchi e che lavorando con ingegno si era fatto una posizione ad Istambul, per poi tornare in Italia a finire i suoi giorni. Costui descriveva la differenza fra la Giustizia turca e qualla italiana d'allora, e scriveva che mentre quella turca era rapidissima ( pochi mesi) quella italiana durava fino a 40 anni!
ALLORA HO CAPITO TUTTO! [Ho anche capito che è possibile uscir fuori da questa palude....]
Ma la saggezza popolare ci soccorre anche in questo:
MODI DI DIRE ROMAGNOLI.
Un occ ala pignata e un occ ala gata!
Un occhio alla pentola ed un occhio alla gatta!
Sempar icsè, sempr'icsè la n'andarà
e' diseva che purèt
che ruzlèva pr'al schel e eco da zà
us farmè int e' pianèt
Sempre così, sempre così non andrà, diceva quel disgraziato che ruzzolava giù dalle scale, ed ecco che si fermò nel pianerottolo!
NOTA DI FOLKLORE: negli anni trenta del secolo appena passato, viveva in Ravenna un certo Garibaldi. Un sempliciotto così chiamato perchè spesso si fermava sotto la statua di Garibaldi, allora in Piazza San Francesco, e le teneva dei lunghi discorsi come se fosse persona viva. garibaldi aveva un debole per le statue. Esse, infatti, lo ascoltavano in silenzio. Quando vide una nuova statua donata da Mussolini dopo la conquista dell'Impero, che era una statua di Augusto in pietra nera, come ce ne sono tante a Roma, le disse: Cum tsì negar! A sit stè in Africa? Va in Cumùn che it dà un impièg! [Come sei nera! Sei stata in Africa? Vai in comune che ti danno un impiego!].
A tutt'oggi, per dire che qualcosa è proprio nera, si dice, sempre in Romagna, "Nègar coma 'na mosca int' e' lat" [Negro/a come una mosca nel latte.] Applicabile anche a tale Obama che si crede (glielo fanno credere) di essere il padrone del mondo. Seguendo questo valido insegnamento, tutti noi potremmo recarci di fronte al Palazzaccio, dove le statue dei grandi Legulei non fanno difetto, ed apostrofandole con parole acconce, potremmo avere una risposta più pronta di quella che abbiamo abitualmente dalla Italika Giustizia.
Ricordo, a tal proposito un'ottima "performance" del Gruppo teatrale "Il Gruppo" validamente coordinato dal nostro amico Edoardo Torricella che installò alcuni attori travestiti da statue nel bel mezzo di Ponte Milvio (Mollo per i romanizzanti che vi ricordano il grande Marcus Aurelius Valerius Maxentius, ivi deceduto, per nostra ed altrui disgrazia, solo 2000 anni fa.) Opportunamente sollecitate, dette statue recitavano poesie dei grandi poeti in vernacolo romanesco.
Giorgio Vitali
.............
Altri articoli sull'autore della lettera
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=giorgio+vitali
http://saul-arpino.blogspot.com/2010/05/il-giornaletto-di-saul-del-22-maggio.html
MA A LUI, COME A TUTTI GLI AMICI, RICORDO CHE IL SISTEMA ITALIA, COSì COME NOI LO CONSTATIAMO, è STATO IDEATO E BEN OLIATO TANTI SECOLI FA. E CONSISTE NEL BLOCCO DELLA GIUSTIZIA. NELLA MIA LUNGHISSIMA ATTIVITà SVOLTA A TUTELA DI INTERESSI COLLETTIVI NELLE AULE GIUDIZIARIE, HO CONSTATATO CHE LE LUNGAGGINI DELLA GIUSTIZIA, PERALTRO MOLTO BEN AMMINISTRATE, SERVONO PROPRIO A NON FARE GIUSTIZIA. Sulla rivista bimensile LIBERO REPORT, reperibile nelle edicole ben fornite, si può leggere una edificantissima storia dedicata a Giovanni Di Napoli, che a tutt'oggi sta continuando una battaglia contro le BANCHE e contro la Magistratura di Lecce, a queste banche legata a triplo filo (scorsoio). Io già conoscevo in parte questa storia conoscendo l'avv. Di Napoli, attivo a Roma, che mi aveva narrato la storia del padre. Per inciso, il Di Napoli è espertissimo in legislazione bancaria.
IN BUONA SOSTANZA: SE SEI ATTACCATO DA UNA O PIù BANCHE, INGIUSTAMENTE E ILLEGALMENTE....MENTRE LA PROCEDURA BANCARIA ( ad esempio un pignoramento dell'abitazione) PROCEDE AD UNA VELOCITà, LA PROCEDURA INVERSA, quella che tu stesso hai attivato per difesa e contrattacco, PROCEDE AD UNA VELOCITà MOLTO PIù LENTA. DICIAMO QUESTE COSE PER LE PERSONE CHE CREDONO ANCORA NELLA GIUSTIZIA ITALIANA E VENGONO SISTEMATICAMENTE FREGATE.
Per quanto mi riguarda, ho al mio attivo un'esperienza relativamente recente. Avendo denunciato un personaggio che aveva fregato circa 1 miliardo di denaro pubblico, con dispendio ulteriore per attività di Carabinieri, NAS, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia Urbana di Roma, LA CAUSA è STATA PORTATA AVANTI DALLA MAGISTRATURA DELLA CAPITALE CON PRETESTI DI OGNI TIPO FINO A CHE IL DELINQUENTE è STATO CONDANNATO, MA....in periodo di prescrizione!
Ma io avevo appreso la lezione, circa vent'anni addietro, quando mi capitò tra le mani un libro usato ( che non comprai ed oggi mi mangio ancora dette mani) con l'autobiografia di un italiano del seicento che era stato fatto schiavo dei Turchi e che lavorando con ingegno si era fatto una posizione ad Istambul, per poi tornare in Italia a finire i suoi giorni. Costui descriveva la differenza fra la Giustizia turca e qualla italiana d'allora, e scriveva che mentre quella turca era rapidissima ( pochi mesi) quella italiana durava fino a 40 anni!
ALLORA HO CAPITO TUTTO! [Ho anche capito che è possibile uscir fuori da questa palude....]
Ma la saggezza popolare ci soccorre anche in questo:
MODI DI DIRE ROMAGNOLI.
Un occ ala pignata e un occ ala gata!
Un occhio alla pentola ed un occhio alla gatta!
Sempar icsè, sempr'icsè la n'andarà
e' diseva che purèt
che ruzlèva pr'al schel e eco da zà
us farmè int e' pianèt
Sempre così, sempre così non andrà, diceva quel disgraziato che ruzzolava giù dalle scale, ed ecco che si fermò nel pianerottolo!
NOTA DI FOLKLORE: negli anni trenta del secolo appena passato, viveva in Ravenna un certo Garibaldi. Un sempliciotto così chiamato perchè spesso si fermava sotto la statua di Garibaldi, allora in Piazza San Francesco, e le teneva dei lunghi discorsi come se fosse persona viva. garibaldi aveva un debole per le statue. Esse, infatti, lo ascoltavano in silenzio. Quando vide una nuova statua donata da Mussolini dopo la conquista dell'Impero, che era una statua di Augusto in pietra nera, come ce ne sono tante a Roma, le disse: Cum tsì negar! A sit stè in Africa? Va in Cumùn che it dà un impièg! [Come sei nera! Sei stata in Africa? Vai in comune che ti danno un impiego!].
A tutt'oggi, per dire che qualcosa è proprio nera, si dice, sempre in Romagna, "Nègar coma 'na mosca int' e' lat" [Negro/a come una mosca nel latte.] Applicabile anche a tale Obama che si crede (glielo fanno credere) di essere il padrone del mondo. Seguendo questo valido insegnamento, tutti noi potremmo recarci di fronte al Palazzaccio, dove le statue dei grandi Legulei non fanno difetto, ed apostrofandole con parole acconce, potremmo avere una risposta più pronta di quella che abbiamo abitualmente dalla Italika Giustizia.
Ricordo, a tal proposito un'ottima "performance" del Gruppo teatrale "Il Gruppo" validamente coordinato dal nostro amico Edoardo Torricella che installò alcuni attori travestiti da statue nel bel mezzo di Ponte Milvio (Mollo per i romanizzanti che vi ricordano il grande Marcus Aurelius Valerius Maxentius, ivi deceduto, per nostra ed altrui disgrazia, solo 2000 anni fa.) Opportunamente sollecitate, dette statue recitavano poesie dei grandi poeti in vernacolo romanesco.
Giorgio Vitali
.............
Altri articoli sull'autore della lettera
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Libero Report
venerdì 21 maggio 2010
Vito De Russis: "...accadde un giorno in Italia..." - Dalla lista di European Consumers
Accadde un giorno in Italia, vicino alle elezioni politiche, che alla televisione di Stato, la RAI, soppressero la puntata di Samarcanda.
Nella qualità di abbonato alla RAI feci intervenire la Magistratura al fine di vedere garantiti i miei diritti che erano uguali a quelli di milioni di abbonati alla RAI. Speravo, quindi, di registrare milioni e milioni di ricorsi. Invece, alcuni abbonati RAI si sfogarono con l'uso delle parole. Tutti gli altri abbonati RAI preferirono il silenzio.
Sono questi episodi che "pesano" nella graduatoria mondiale sulla libertà di stampa; che ne determinano il posizionamento nelle diverse fasce di giudizio del livello della libertà di stampa. Attualmente l'Italia era al 72° posto, al limite inferiore della fascia della semi libertà di stampa (chiude la Turchia). L'odierna decisione della chiusura di "Annozero" determinerà una nuova posizione negativa dell'Italia in quella graduatoria mondiale.
Anche nell'ambito degli Stati dell'Europa occidentale la graduatoria sulla libertà di stampa avrà qualche (negativa)ripercussione: attualmente il 92 per cento di questi Stati delll'Europa occidentale è compreso nella fascia degli Stati con la libertà di stampa; il rimanente 8 per cento, che, come abbiamo visto, comprende l'Italia seguita dalla Turchia, occupa la fascia terminale della semilibertà di stampa.
Siamo sicuri che gli italiani provano vergogna di questa loro considerazione nel mondo? Ho i miei fondati dubbi.
La cultura egoistica, profusa negli anni di piombo dalle Istituzioni, sta dando i suoi (maledetti) frutti: prendiamo atto che dall'illegale finanziamento ai partiti (scandalo "mani pulite") siamo giunti agli attuali illegali arricchimenti dei singoli personaggi politici. Per singole persone (o piccolissimi gruppi, vedi; "autisti delle auto blu") si sta producendo la legalizzazione della illegalità che compieranno.
Sono scomparsi i freni. Sono scomparsi gli strumenti di garanzia. Sono scomparsi i Valori.
Una quotidiana carneficina umana (sulle strade, sui posti di lavoro, per l'aria inquinata che respiriamo, per i vitali beni comuni trasformati in merce, ecc.) che scompare nel Silenzio.
E noi siamo su questa barca. E pensando al nostro vissuto di lotta per un mondo diverso, per uno Stato diverso, per un Comune diverso, per la dignità di tutte le persone, per la concreta partecipazione, per una reale uguaglianza e solidarietà, per una scuola e sanità e mobilità di qualità, per una produzione senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo, per il consumo del necessario, eccetera, per la libertà dai bisogni e dalla paura e di parola e di religione, per costruire la "convivenza civile"; è pensando a tutto questo che piangiamo di rabbia.
E' pensando a tutto questo che non ci arrendiamo e ci rimbocchiamo le maniche per "resistere, resistere, resistere" e riuscire a frenare questa inumana, immorale e pericolosa deriva.
Vito De Russis - Lista European Consumers
Nella qualità di abbonato alla RAI feci intervenire la Magistratura al fine di vedere garantiti i miei diritti che erano uguali a quelli di milioni di abbonati alla RAI. Speravo, quindi, di registrare milioni e milioni di ricorsi. Invece, alcuni abbonati RAI si sfogarono con l'uso delle parole. Tutti gli altri abbonati RAI preferirono il silenzio.
Sono questi episodi che "pesano" nella graduatoria mondiale sulla libertà di stampa; che ne determinano il posizionamento nelle diverse fasce di giudizio del livello della libertà di stampa. Attualmente l'Italia era al 72° posto, al limite inferiore della fascia della semi libertà di stampa (chiude la Turchia). L'odierna decisione della chiusura di "Annozero" determinerà una nuova posizione negativa dell'Italia in quella graduatoria mondiale.
Anche nell'ambito degli Stati dell'Europa occidentale la graduatoria sulla libertà di stampa avrà qualche (negativa)ripercussione: attualmente il 92 per cento di questi Stati delll'Europa occidentale è compreso nella fascia degli Stati con la libertà di stampa; il rimanente 8 per cento, che, come abbiamo visto, comprende l'Italia seguita dalla Turchia, occupa la fascia terminale della semilibertà di stampa.
Siamo sicuri che gli italiani provano vergogna di questa loro considerazione nel mondo? Ho i miei fondati dubbi.
La cultura egoistica, profusa negli anni di piombo dalle Istituzioni, sta dando i suoi (maledetti) frutti: prendiamo atto che dall'illegale finanziamento ai partiti (scandalo "mani pulite") siamo giunti agli attuali illegali arricchimenti dei singoli personaggi politici. Per singole persone (o piccolissimi gruppi, vedi; "autisti delle auto blu") si sta producendo la legalizzazione della illegalità che compieranno.
Sono scomparsi i freni. Sono scomparsi gli strumenti di garanzia. Sono scomparsi i Valori.
Una quotidiana carneficina umana (sulle strade, sui posti di lavoro, per l'aria inquinata che respiriamo, per i vitali beni comuni trasformati in merce, ecc.) che scompare nel Silenzio.
E noi siamo su questa barca. E pensando al nostro vissuto di lotta per un mondo diverso, per uno Stato diverso, per un Comune diverso, per la dignità di tutte le persone, per la concreta partecipazione, per una reale uguaglianza e solidarietà, per una scuola e sanità e mobilità di qualità, per una produzione senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo, per il consumo del necessario, eccetera, per la libertà dai bisogni e dalla paura e di parola e di religione, per costruire la "convivenza civile"; è pensando a tutto questo che piangiamo di rabbia.
E' pensando a tutto questo che non ci arrendiamo e ci rimbocchiamo le maniche per "resistere, resistere, resistere" e riuscire a frenare questa inumana, immorale e pericolosa deriva.
Vito De Russis - Lista European Consumers
mercoledì 19 maggio 2010
Velina D'Arpina, mitologica e truffaldina, sulle crepe di "palazzo" a Viterbo
"Ucci, ucci.. sento odor di cristianucci..." (Saul Arpino)
A commento dell'articolo di Michele Bonatesta: http://www.latuavoce.it/notizie/notizia.asp?id=25245
Il palazzo della Provincia crolla? Sul perché io una risposta ce l'avrei... ma non so se la censura me la consente...
Dipende tutto da una maledizione...(come quella di Tutankamon), una storia magica... è la storia della lotta fra due energie contrapposte, quella laica e quella religiosa, che fa crollare il muro della Provincia..
Avete letto bene, il fatto gli é che ... siccome la piazza era stata dedicata in tempi migliori a Giordano Bruno, libero pensatore finito al rogo, perché il libero pensiero non pagava e non paga, e successivamente fu ridedicata a Mario Fani, noto baciapile giudaico cristiano cattolico apostolico romano, le due energie contrarie si sono combattute "sottilmente" attraverso le mura del palazzo, con scosse e scossoni psichici. Ognuna delle due energie voleva e vuole affermare la sua verità.... ed il palazzo "trema" perché la verità non piace né ai "palazzi" e nememno ai "palazzari", soprattutto quelli Uddiccini.
Inoltre, da quando l'amministrazione della Provincia ha consentito l'affissione (sul muro del palazzo) di una targa che ricorda la precedente dedicazione della Piazza a Giordano Bruno e siccome ogni anno, da allora, sono state fatte varie cerimonie (il 17 febbraio) per commemorare l'abbruciamento del martire laico... ecco che le subdole energie giudaico-romane Uddiccine, si sono rivolte all'anima persa di Sansone.. (sì proprio Sansone.. quello di "muoia Sansone con tutti i filistei" che fece crollare il tempio) chiedendogli la grazia di far crollare il Palazzo della Provincia... perché a rischio di trionfo del "libero pensiero".
Certo il vero scopo, come nel caso dell'incendio di Roma, ad opera di Nerone (dicono i cristiani), é quello di farlo tornare più "splendente e lussuoso che pria" tutto a spese della comunità ovviamente...
Finché c'era Mazzoli gli equilibri statici masonici (da mason = muratore) venivano mantenuti.. (spingendo un po' di qua ed un po' di là) ma ora che c'é Meroi, con gli Uddiccini, la bilancia pende dalla parte giudaico-romana e quindi la maledizione di Sansone sul Palazzo é alla sua massima potenza.. ed il palazzo crollerà, con tutti i filistei...
Mi si perdoni l'ardire... ma "tentar non nuoce" o come disse il vate, Gabriele D'Annunzio: "Memento audere semper.." e se non piacesse questo stile.. allora come disse il grande Che Guevara: "Hasta la victoria siempre; Patria o muerte.."
Paolo D'Arpini
.......
Numeri precedenti della Velina D'Arpina:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=velina+d%27arpina
A commento dell'articolo di Michele Bonatesta: http://www.latuavoce.it/notizie/notizia.asp?id=25245
Il palazzo della Provincia crolla? Sul perché io una risposta ce l'avrei... ma non so se la censura me la consente...
Dipende tutto da una maledizione...(come quella di Tutankamon), una storia magica... è la storia della lotta fra due energie contrapposte, quella laica e quella religiosa, che fa crollare il muro della Provincia..
Avete letto bene, il fatto gli é che ... siccome la piazza era stata dedicata in tempi migliori a Giordano Bruno, libero pensatore finito al rogo, perché il libero pensiero non pagava e non paga, e successivamente fu ridedicata a Mario Fani, noto baciapile giudaico cristiano cattolico apostolico romano, le due energie contrarie si sono combattute "sottilmente" attraverso le mura del palazzo, con scosse e scossoni psichici. Ognuna delle due energie voleva e vuole affermare la sua verità.... ed il palazzo "trema" perché la verità non piace né ai "palazzi" e nememno ai "palazzari", soprattutto quelli Uddiccini.
Inoltre, da quando l'amministrazione della Provincia ha consentito l'affissione (sul muro del palazzo) di una targa che ricorda la precedente dedicazione della Piazza a Giordano Bruno e siccome ogni anno, da allora, sono state fatte varie cerimonie (il 17 febbraio) per commemorare l'abbruciamento del martire laico... ecco che le subdole energie giudaico-romane Uddiccine, si sono rivolte all'anima persa di Sansone.. (sì proprio Sansone.. quello di "muoia Sansone con tutti i filistei" che fece crollare il tempio) chiedendogli la grazia di far crollare il Palazzo della Provincia... perché a rischio di trionfo del "libero pensiero".
Certo il vero scopo, come nel caso dell'incendio di Roma, ad opera di Nerone (dicono i cristiani), é quello di farlo tornare più "splendente e lussuoso che pria" tutto a spese della comunità ovviamente...
Finché c'era Mazzoli gli equilibri statici masonici (da mason = muratore) venivano mantenuti.. (spingendo un po' di qua ed un po' di là) ma ora che c'é Meroi, con gli Uddiccini, la bilancia pende dalla parte giudaico-romana e quindi la maledizione di Sansone sul Palazzo é alla sua massima potenza.. ed il palazzo crollerà, con tutti i filistei...
Mi si perdoni l'ardire... ma "tentar non nuoce" o come disse il vate, Gabriele D'Annunzio: "Memento audere semper.." e se non piacesse questo stile.. allora come disse il grande Che Guevara: "Hasta la victoria siempre; Patria o muerte.."
Paolo D'Arpini
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Numeri precedenti della Velina D'Arpina:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=velina+d%27arpina
I racconti per non impazzire di Ennio Montesi - Recensione di Peter Boom
Per non impazzire bisogna osservare il mondo, la società, la natura, gli altri esseri umani e naturalmente sé stessi.
Il famoso detto "conosci te stesso" ci può aiutare ad ottenere una visione più aperta su quello che realmente siamo e di non credere troppo o almeno di prendere "cum granum salis", con un certo senso critico ciò che ci sembra infondere la società odierna, attraverso i massmedia manipolatissimi, come convinzioni fisse, politiche, religiose, tradizionaliste, etcetera. Il libro scritto da Ennio Montesi ed edito da Mursia ci affascina e ci induce a pensare, a filosofare e quando abbiamo finito di leggere i suoi racconti essi rimangono vivi nella nostra mente.
Montesi, ateo convinto, è fondatore insieme con Luigi Cascioli di Axteismo, un movimento internazionale di libero pensiero. L'ateismo fa parte del libero pensiero ed è una giusta critica verso i diversi teismi anche se personalmente preferisco l'agnosticismo (il sapere di non sapere) per il quale il credere o non credere diventa inutile e perde significato.
Gli otto racconti, spaziando tra psicologia e fantasia, invitano il lettore a leggerli tutti d'un fiato. Gli avvenimenti descritti ci fanno comprendere che l'unica sicurezza nostra è l'insicurezza e che 'volens nolens' con questa insicurezza bisogna conviverci.
Montesi scrive di vite vissute e di chi non vive pur essendo in vita. I suoi personaggi, alcuni puri e sprovveduti, non adatti né adattabili a questa nostra società cosiddetta normale (che brutta parola!), ci fanno commuovere e suscitano pensieri che ci spingono a scoprire altri orizzonti preziosi e considerare le persone altre da noi in modo diverso.
Peter Boom,
Autore della Teoria della Pansessualità ed aderente ad European Consumers Tuscia
..........
Articoli su Peter Boom:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=peter+boom
Il famoso detto "conosci te stesso" ci può aiutare ad ottenere una visione più aperta su quello che realmente siamo e di non credere troppo o almeno di prendere "cum granum salis", con un certo senso critico ciò che ci sembra infondere la società odierna, attraverso i massmedia manipolatissimi, come convinzioni fisse, politiche, religiose, tradizionaliste, etcetera. Il libro scritto da Ennio Montesi ed edito da Mursia ci affascina e ci induce a pensare, a filosofare e quando abbiamo finito di leggere i suoi racconti essi rimangono vivi nella nostra mente.
Montesi, ateo convinto, è fondatore insieme con Luigi Cascioli di Axteismo, un movimento internazionale di libero pensiero. L'ateismo fa parte del libero pensiero ed è una giusta critica verso i diversi teismi anche se personalmente preferisco l'agnosticismo (il sapere di non sapere) per il quale il credere o non credere diventa inutile e perde significato.
Gli otto racconti, spaziando tra psicologia e fantasia, invitano il lettore a leggerli tutti d'un fiato. Gli avvenimenti descritti ci fanno comprendere che l'unica sicurezza nostra è l'insicurezza e che 'volens nolens' con questa insicurezza bisogna conviverci.
Montesi scrive di vite vissute e di chi non vive pur essendo in vita. I suoi personaggi, alcuni puri e sprovveduti, non adatti né adattabili a questa nostra società cosiddetta normale (che brutta parola!), ci fanno commuovere e suscitano pensieri che ci spingono a scoprire altri orizzonti preziosi e considerare le persone altre da noi in modo diverso.
Peter Boom,
Autore della Teoria della Pansessualità ed aderente ad European Consumers Tuscia
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Articoli su Peter Boom:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=peter+boom
martedì 18 maggio 2010
La produzione energetica da fonti rinnovabili e la salvaguardia dell'ambiente debbono andare di pari passo...
Proclami o proposte?
In risposta all’accorato appello di Dario Mazzalupi di Tuscia Italia contro il nucleare nella Provincia di Viterbo (http://saul-arpino.blogspot.com/2010/05/il-giornaletto-di-saul-del-16-maggio.html )
che noi dell’Associazione Oreas e di Ambiente e Paesaggio 2000 condividiamo, vogliamo comunque esprimere il nostro disappunto per il proclama dello stesso autore del suddetto scritto, il quale afferma di contro la necessità di sviluppare – senza limiti e senza se e senza ma – fonti energetiche alternative basate su grossi impianti, come l’eolico industriale ed il fotovoltaico a terra.
Bisognerebbe infatti farla finita con la demagogica e mistificante opposizione nucleare-energie rinnovabili senza limiti e vincoli. Oggi, in un periodo di acuta crisi ambientale, sociale ed economica, c’è bisogno di idee e non di ideologie. Le parole dell’esponente di Tuscia Italia mi sono parse più simili ad un proclama elettorale che ad un discorso sensato e razionale. C’è ormai disperato bisogno di proposte tecniche concrete e razionali riguardo al rapporto fra consumi e produzioni di energia (cito a tal proposito il mio articolo http://www.ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/20949336/contro-il-nucleare-e-per-uno-sviluppo-massiccio-ma-razionale-delle-energie-alternative), senza dimenticare che la sfida - soprattutto in un Paese come il nostro - è oggi quella di conciliare lo sviluppo di fonti energetiche alternative con la tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico del territorio. Le soluzioni sono molte: fotovoltaico integrato e diffuso (sviluppato cioè sulle aree già edificate residenziali e produttive), mini-eolico nelle aree industriali e micro-eolico domestico, piccoli impianti di geotermia e biomasse, e soprattutto riqualificazione e ammodernamento dell’idroelettrico, la prima, la vera (e forse l’unica davvero) fonte di energia rinnovabile mai inventata, già assai presente sul nostro territorio e oggi dimenticata da tutti per motivi di business (da un lato le grandi aziende che le gestiscono in Italia se le vendono alle aziende estere che poi ci rivendono l’energia che noi stessi produciamo al triplo del prezzo; dall’altro, c’è bisogno di convincere la popolazione della necessità di costruire enormi centrali eoliche, fotovoltaiche, nucleari, a carbone e turbogas).
Tuttavia non si fa chiarezza a riguardo, non si promuovono soluzioni di questo tipo perché di energia in fondo non ci capisce niente nessuno, e le grandi aziende hanno bisogno di far conoscere la propria "verità", pagando bene i mass media per riempirci la testa con argomenti sconclusionati ed irrazionali.
C’è inoltre bisogno di conoscere il territorio, perché solo la conoscenza del territorio e delle sue risorse indica al cittadino la via per il loro corretto utilizzo. Rimanere a casa su una poltrona a vedere immondizia televisiva e a sparare sentenze per sentito dire tramite internet non giova e non fa onore a nessuno. Così, se chi si dichiara ambientalista ed afferma che la Tuscia dovrebbe ospitare poli di produzioni energetica impattanti come le centrali eoliche (definite "pulite" solo perché non sporcano direttamente l’aria, mentre distruggono e urbanizzano direttamente la terra) si sforzasse di andare per i sentieri della Tuscia e di visitare i siti prescelti dagli speculatori e dagli amministratori corrotti e incompetenti per ospitare centrali di questo tipo, si accorgerebbe forse – ma non ci metterei la mano sul fuoco – degli straordinari valori ambientali e paesaggistici di questi luoghi, ove non solo è custodita l’essenza della nostra vera identità culturale ma si esplicano anche habitat di assoluta importanza per flora e fauna, che – speriamo anche i "neo-ambientalisti tecnologici" lo ammettano – hanno il sacrosanto diritto di esistere.
C’è inoltre da dire che la Tuscia "ha già dato" in fatto di energia e che occorre assolutamente superare l’idea per cui la "campagna" deve produrre in favore della "città". Del resto tale superamento non è affatto avallato dai mass media e dalla cultura contemporanea, che vede la metropoli (o no ancor meglio la megalopoli) come l’unico luogo dove poter e ed over abitare, e alla cui mercé tutto il resto del territorio (agricolo e naturale) deve essere sottomesso. In pratica siamo di fronte ad un vero e proprio delirio dell’urbanesimo, i cui fautori (le multinazionali, le banche, i costruttori, i grandi industriali e le mafie locali e globali) non si accontentano più, e vogliono ormai trasformare l’intero pianeta in una sorta di inferno ove l’unico fine dell’uomo deve essere la produttività ed il consumo ad ogni costo. In tale ottica perversa, le aree agricole e quelle naturali debbono essere schiave dell’"urbanocentrismo", in particolare se – per loro disgrazia - vicine ai grandi agglomerati urbani o industriali: o devono essere cancellate ed appunto urbanizzate, o devono produrre energia per le megalopoli che gli speculatori citati sopra sognano di creare.
Ma è appunto soltanto un delirio: come sperano codesti abomini umani di eliminare del tutto la necessità di lasciare all’ambiente i propri spazi e di sottostare ad un rapporto minimamente armonioso con la natura, senza che quest’ultima non ci si riversi contro con somma ed inevitabile violenza?
Viceversa, il grande obiettivo da perseguire oggi è la creazione di economie locali virtuose bastate proprio sulla tutela e la valorizzazione delle peculiarità dei diversi territori. Sicché, la cancellazione dei valori ambientali e paesaggistici significa sminuire le potenzialità turistiche dei territori locali, con grave danno a chi sta investendo nel settore della ricettività sostenibile e legata al territorio (b&b, agriturismi, fattorie didattiche, parchi tematici, …). In un’area poi tanto vicina alla Capitale, tale svilimento potrebbe avere conseguenze catastrofiche per gli equilibri economico-strutturali della Tuscia, già attualmente labili, nei rapporti con la metropoli: in poche parole, se da queste parti il turismo venisse a mancare (o anche soltanto finisse di svilupparsi) e se la stessa agricoltura perdesse la propria immagine positiva attualmente collegata ad un territorio ancora in buono (e in alcuni casi ottimo) stato, allora le uniche politiche di sviluppo delle amministrazioni verrebbero per forza di cose rivolte ad attività impattanti, come cave, edilizia, discariche e impianti di produzione energetica a ripetizione, oltre al già programmato e disastroso aeroporto...
Non è un’esagerazione: in un mio articolo di qualche tempo fa feci un elenco di tutti i progetti ad alto impatto ambientale e paesaggistico in ballo nell’Etruria e ne conseguiva che se ognuno di essi venisse effettivamente attuato, in pratica scomparirebbe l’intero territorio come oggi lo conosciamo e si potrebbe parlare tranquillamente di disastro ecologico; allora, però, scrissi anche che tale prospettiva risultava poco verosimile poiché – fortunatamente – qualche vincolo ancora insiste sul territorio; ma il fatto significativo ed inquietante è che tutti questi progetti (nuove strade e superstrade, centrali eoliche, fotovoltaiche non integrate e nucleari, discarica presso la Farnesiana di Allumiere – in uno dei territori rurali più pregiati del Lazio ! -, richieste di nuove cave, aeroporto, nuove aree industriali e artigianali con capannoni su capannoni, ecc…) sono stati non solo proposti ma anche presi in considerazione seriamente (quando non sostenuti) dalle istituzioni regionali e provinciali (e spesso pure da quelle comunali), il che significa che il processo di asservimento del territorio etrusco agli interessi dell’urbanesimo e della speculazione è già prepotentemente in atto.
Lo ripeto: la Tuscia oggi deve difendere con i denti i propri valori di integrità ambientale e paesaggistica perché su essi soltanto potrà nel futuro costruire un’economia florida e virtuosa. E l’interesse sempre maggiore per la Tuscia da parte del turismo nazionale ed internazionale dovrebbe stimolare a seguire questa via. Ogni aggressione tesa all’alterazione pesante di questo patrimonio (come appunto sono anche l’eolico industriale e il fotovoltaico a terra) deve essere ricacciata a priori perché trattasi semplicemente di speculazione, tesa non certo a portare ricchezza e qualità della vita, bensì a sfruttare e rapinare il territorio locale per far quattrini… e ciò a favore di quelle stesse grandi aziende che producono sia "energie pulite" sia carbone, nucleare e turbogas… Quindi, di cosa stiamo parlando…? Qui non esistono santi e diavoli quando si parla di grandi impianti, ma semplicemente business nudo e crudo ai danni di quei territori le cui popolazioni – ignoranti e mal informate - si lasciano abbindolare da manager e promoter senza scrupoli che promettono miracoli economici e salvazioni ambientali a carattere planetario… Beh, se la Tuscia venisse davvero devastata – ulteriormente – dalla speculazione energetica, perderebbe ogni opportunità di creare un’economia locale bastata sul turismo, sull’agricoltura, sull’artigianato-industria di qualità e quindi sulla qualità della vita, mentre il nostro pianeta non ci guadagnerebbe assolutamente nulla, anzi perderebbe l’ennesimo, prezioso sistema di ecosistemi locali.
In conclusione, vorrei ricordare che il rispetto della "sacralità" della natura integra va ritenuto, oggi più che mai, come elemento di elevazione culturale a livello sociale e spirituale-intellettuale a livello individuale. Il Dio-Tecnologia rischia di azzerare il cervello di molti, poiché da strumento si è fatto ormai fine. E lo conferma anche il fatto che molti i quali si definiscono "ambientalisti" oggi preferirebbero riempire le colline di piloni di acciaio di 100 metri o di moduli fotovoltaici, piuttosto che di alberi o coltivazioni…
Eppure soltanto salvaguardando e migliorando gli ecosistemi locali potremmo aiutare l’ecosistema globale. Che l’energia se la producano le metropoli, le megalopoli o le grandi aree industriali e chi ha deciso di viverci e di lavorarci, tanto è lì che per il 90% viene consumata. La terra rimasta "libera" non va toccata. Questo è ambientalismo - e lo è sempre stato -, il resto sono soltanto assurdità.
Luca Bellincioni
Altri articoli sull'energia rinnovabile:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=energia+pulita
In risposta all’accorato appello di Dario Mazzalupi di Tuscia Italia contro il nucleare nella Provincia di Viterbo (http://saul-arpino.blogspot.com/2010/05/il-giornaletto-di-saul-del-16-maggio.html )
che noi dell’Associazione Oreas e di Ambiente e Paesaggio 2000 condividiamo, vogliamo comunque esprimere il nostro disappunto per il proclama dello stesso autore del suddetto scritto, il quale afferma di contro la necessità di sviluppare – senza limiti e senza se e senza ma – fonti energetiche alternative basate su grossi impianti, come l’eolico industriale ed il fotovoltaico a terra.
Bisognerebbe infatti farla finita con la demagogica e mistificante opposizione nucleare-energie rinnovabili senza limiti e vincoli. Oggi, in un periodo di acuta crisi ambientale, sociale ed economica, c’è bisogno di idee e non di ideologie. Le parole dell’esponente di Tuscia Italia mi sono parse più simili ad un proclama elettorale che ad un discorso sensato e razionale. C’è ormai disperato bisogno di proposte tecniche concrete e razionali riguardo al rapporto fra consumi e produzioni di energia (cito a tal proposito il mio articolo http://www.ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/20949336/contro-il-nucleare-e-per-uno-sviluppo-massiccio-ma-razionale-delle-energie-alternative), senza dimenticare che la sfida - soprattutto in un Paese come il nostro - è oggi quella di conciliare lo sviluppo di fonti energetiche alternative con la tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico del territorio. Le soluzioni sono molte: fotovoltaico integrato e diffuso (sviluppato cioè sulle aree già edificate residenziali e produttive), mini-eolico nelle aree industriali e micro-eolico domestico, piccoli impianti di geotermia e biomasse, e soprattutto riqualificazione e ammodernamento dell’idroelettrico, la prima, la vera (e forse l’unica davvero) fonte di energia rinnovabile mai inventata, già assai presente sul nostro territorio e oggi dimenticata da tutti per motivi di business (da un lato le grandi aziende che le gestiscono in Italia se le vendono alle aziende estere che poi ci rivendono l’energia che noi stessi produciamo al triplo del prezzo; dall’altro, c’è bisogno di convincere la popolazione della necessità di costruire enormi centrali eoliche, fotovoltaiche, nucleari, a carbone e turbogas).
Tuttavia non si fa chiarezza a riguardo, non si promuovono soluzioni di questo tipo perché di energia in fondo non ci capisce niente nessuno, e le grandi aziende hanno bisogno di far conoscere la propria "verità", pagando bene i mass media per riempirci la testa con argomenti sconclusionati ed irrazionali.
C’è inoltre bisogno di conoscere il territorio, perché solo la conoscenza del territorio e delle sue risorse indica al cittadino la via per il loro corretto utilizzo. Rimanere a casa su una poltrona a vedere immondizia televisiva e a sparare sentenze per sentito dire tramite internet non giova e non fa onore a nessuno. Così, se chi si dichiara ambientalista ed afferma che la Tuscia dovrebbe ospitare poli di produzioni energetica impattanti come le centrali eoliche (definite "pulite" solo perché non sporcano direttamente l’aria, mentre distruggono e urbanizzano direttamente la terra) si sforzasse di andare per i sentieri della Tuscia e di visitare i siti prescelti dagli speculatori e dagli amministratori corrotti e incompetenti per ospitare centrali di questo tipo, si accorgerebbe forse – ma non ci metterei la mano sul fuoco – degli straordinari valori ambientali e paesaggistici di questi luoghi, ove non solo è custodita l’essenza della nostra vera identità culturale ma si esplicano anche habitat di assoluta importanza per flora e fauna, che – speriamo anche i "neo-ambientalisti tecnologici" lo ammettano – hanno il sacrosanto diritto di esistere.
C’è inoltre da dire che la Tuscia "ha già dato" in fatto di energia e che occorre assolutamente superare l’idea per cui la "campagna" deve produrre in favore della "città". Del resto tale superamento non è affatto avallato dai mass media e dalla cultura contemporanea, che vede la metropoli (o no ancor meglio la megalopoli) come l’unico luogo dove poter e ed over abitare, e alla cui mercé tutto il resto del territorio (agricolo e naturale) deve essere sottomesso. In pratica siamo di fronte ad un vero e proprio delirio dell’urbanesimo, i cui fautori (le multinazionali, le banche, i costruttori, i grandi industriali e le mafie locali e globali) non si accontentano più, e vogliono ormai trasformare l’intero pianeta in una sorta di inferno ove l’unico fine dell’uomo deve essere la produttività ed il consumo ad ogni costo. In tale ottica perversa, le aree agricole e quelle naturali debbono essere schiave dell’"urbanocentrismo", in particolare se – per loro disgrazia - vicine ai grandi agglomerati urbani o industriali: o devono essere cancellate ed appunto urbanizzate, o devono produrre energia per le megalopoli che gli speculatori citati sopra sognano di creare.
Ma è appunto soltanto un delirio: come sperano codesti abomini umani di eliminare del tutto la necessità di lasciare all’ambiente i propri spazi e di sottostare ad un rapporto minimamente armonioso con la natura, senza che quest’ultima non ci si riversi contro con somma ed inevitabile violenza?
Viceversa, il grande obiettivo da perseguire oggi è la creazione di economie locali virtuose bastate proprio sulla tutela e la valorizzazione delle peculiarità dei diversi territori. Sicché, la cancellazione dei valori ambientali e paesaggistici significa sminuire le potenzialità turistiche dei territori locali, con grave danno a chi sta investendo nel settore della ricettività sostenibile e legata al territorio (b&b, agriturismi, fattorie didattiche, parchi tematici, …). In un’area poi tanto vicina alla Capitale, tale svilimento potrebbe avere conseguenze catastrofiche per gli equilibri economico-strutturali della Tuscia, già attualmente labili, nei rapporti con la metropoli: in poche parole, se da queste parti il turismo venisse a mancare (o anche soltanto finisse di svilupparsi) e se la stessa agricoltura perdesse la propria immagine positiva attualmente collegata ad un territorio ancora in buono (e in alcuni casi ottimo) stato, allora le uniche politiche di sviluppo delle amministrazioni verrebbero per forza di cose rivolte ad attività impattanti, come cave, edilizia, discariche e impianti di produzione energetica a ripetizione, oltre al già programmato e disastroso aeroporto...
Non è un’esagerazione: in un mio articolo di qualche tempo fa feci un elenco di tutti i progetti ad alto impatto ambientale e paesaggistico in ballo nell’Etruria e ne conseguiva che se ognuno di essi venisse effettivamente attuato, in pratica scomparirebbe l’intero territorio come oggi lo conosciamo e si potrebbe parlare tranquillamente di disastro ecologico; allora, però, scrissi anche che tale prospettiva risultava poco verosimile poiché – fortunatamente – qualche vincolo ancora insiste sul territorio; ma il fatto significativo ed inquietante è che tutti questi progetti (nuove strade e superstrade, centrali eoliche, fotovoltaiche non integrate e nucleari, discarica presso la Farnesiana di Allumiere – in uno dei territori rurali più pregiati del Lazio ! -, richieste di nuove cave, aeroporto, nuove aree industriali e artigianali con capannoni su capannoni, ecc…) sono stati non solo proposti ma anche presi in considerazione seriamente (quando non sostenuti) dalle istituzioni regionali e provinciali (e spesso pure da quelle comunali), il che significa che il processo di asservimento del territorio etrusco agli interessi dell’urbanesimo e della speculazione è già prepotentemente in atto.
Lo ripeto: la Tuscia oggi deve difendere con i denti i propri valori di integrità ambientale e paesaggistica perché su essi soltanto potrà nel futuro costruire un’economia florida e virtuosa. E l’interesse sempre maggiore per la Tuscia da parte del turismo nazionale ed internazionale dovrebbe stimolare a seguire questa via. Ogni aggressione tesa all’alterazione pesante di questo patrimonio (come appunto sono anche l’eolico industriale e il fotovoltaico a terra) deve essere ricacciata a priori perché trattasi semplicemente di speculazione, tesa non certo a portare ricchezza e qualità della vita, bensì a sfruttare e rapinare il territorio locale per far quattrini… e ciò a favore di quelle stesse grandi aziende che producono sia "energie pulite" sia carbone, nucleare e turbogas… Quindi, di cosa stiamo parlando…? Qui non esistono santi e diavoli quando si parla di grandi impianti, ma semplicemente business nudo e crudo ai danni di quei territori le cui popolazioni – ignoranti e mal informate - si lasciano abbindolare da manager e promoter senza scrupoli che promettono miracoli economici e salvazioni ambientali a carattere planetario… Beh, se la Tuscia venisse davvero devastata – ulteriormente – dalla speculazione energetica, perderebbe ogni opportunità di creare un’economia locale bastata sul turismo, sull’agricoltura, sull’artigianato-industria di qualità e quindi sulla qualità della vita, mentre il nostro pianeta non ci guadagnerebbe assolutamente nulla, anzi perderebbe l’ennesimo, prezioso sistema di ecosistemi locali.
In conclusione, vorrei ricordare che il rispetto della "sacralità" della natura integra va ritenuto, oggi più che mai, come elemento di elevazione culturale a livello sociale e spirituale-intellettuale a livello individuale. Il Dio-Tecnologia rischia di azzerare il cervello di molti, poiché da strumento si è fatto ormai fine. E lo conferma anche il fatto che molti i quali si definiscono "ambientalisti" oggi preferirebbero riempire le colline di piloni di acciaio di 100 metri o di moduli fotovoltaici, piuttosto che di alberi o coltivazioni…
Eppure soltanto salvaguardando e migliorando gli ecosistemi locali potremmo aiutare l’ecosistema globale. Che l’energia se la producano le metropoli, le megalopoli o le grandi aree industriali e chi ha deciso di viverci e di lavorarci, tanto è lì che per il 90% viene consumata. La terra rimasta "libera" non va toccata. Questo è ambientalismo - e lo è sempre stato -, il resto sono soltanto assurdità.
Luca Bellincioni
Altri articoli sull'energia rinnovabile:
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lunedì 17 maggio 2010
Rubrica d'ascolto: "Alunni, dalla scuola alla scuola di vita... Memorie della maestra Antonella e dell'allieva Denise"
Caro Paolo, ho ricevuto una bellissima lettera da una mia ex alunna delle scuole elementari, una ragazza splendida Paolo; la conobbi ben 11 anni or sono al Trullo, in una piccola scuola a via Monte delle cave.. e la ritrovo oggi, in gamba e speciale come allora. Ti giro il suo bel messaggio, ha un valore grande, perchè in esso si leggono le aspettative di una giovane donna che ha voglia di comprendere profondamente la sua "strada"... apriamo le porte ai ragazzi, in modo che possano veramente esprimere le loro emozioni e il loro "cuore"!
Un bacio, Antonella
....
Lettera confidenziale di Denise:
Io tutto benone, sono convinta nella mia decisione di intraprendere la facoltà di lingue e comincerei anche da subito se potessi, ma devo aspettare settembre per fare il test e poi ad ottobre potrò cominciare questa nuova avventura. Si ho scelto come università proprio Roma Tre in primo luogo per la vicinanza, ma anche perché avendo frequentato seppur per poco tempo le lezioni di giurisprudenza proprio a Roma Tre, ho potuto constatare la validità e l'efficienza dei suoi servizi.
Unico neo sono solo gli orari delle lezioni che spesso potrebbero
accavallarsi provocando così un testa e croce su quali corsi
seguire.. ma a questo avrò modo di pensare con comodo. Comunque
raggiunta questa consapevolezza mi sento molto meglio.. Nel momento in cui ho capito che giurisprudenza non era la strada per me mi è letteralmente crollato il mondo addosso, mi sono sentita ad un tratto perduta come se fossi in un bosco buio senza saper dove andare..
All'improvviso non avevo più certezze, mi sono detta e adesso che
faccio?? La mia vita é stata sempre pianificata perché ho sempre
saputo cosa volevo dalla vita e quello che avrei fatto in futuro.. Mi sono sentita anche delusa da me stessa.. Ritirando il diploma di maturità mi sono sentita anche in colpa mi dicevo "come posso
accettare questo 100 dei miei professori che hanno sempre creduto in me quando invece li ho delusi?"
Insomma non ho passato un bel periodo. Poi trascorso qualche tempo, dopo aver riflettuto a lungo, ho finalmente capito e riscoperto le mie passioni ed ora sono serena più che mai! Chissà se le cose accadono per una ragione, forse per me é stato un bene fallire per capire cosa mi stavo perdendo.....
Denise S.
....
Nota aggiunta:
Ciao Antonella! Che piacere sentirti! Io tutto bene nonostante il tempo piovigginoso, ma passare il pomeriggio con alcune delle mie migliori amiche ha portato un po' di sole nella mia giornata!
Mi fa molto piacere che la mia lettera venga pubblicata, sarebbe bello curare una rubrica d'ascolto per i giovani ragazzi alle prese con problemi di cuore, scuola e famiglia.. - Baci e abbracci, Denise
Un bacio, Antonella
....
Lettera confidenziale di Denise:
Io tutto benone, sono convinta nella mia decisione di intraprendere la facoltà di lingue e comincerei anche da subito se potessi, ma devo aspettare settembre per fare il test e poi ad ottobre potrò cominciare questa nuova avventura. Si ho scelto come università proprio Roma Tre in primo luogo per la vicinanza, ma anche perché avendo frequentato seppur per poco tempo le lezioni di giurisprudenza proprio a Roma Tre, ho potuto constatare la validità e l'efficienza dei suoi servizi.
Unico neo sono solo gli orari delle lezioni che spesso potrebbero
accavallarsi provocando così un testa e croce su quali corsi
seguire.. ma a questo avrò modo di pensare con comodo. Comunque
raggiunta questa consapevolezza mi sento molto meglio.. Nel momento in cui ho capito che giurisprudenza non era la strada per me mi è letteralmente crollato il mondo addosso, mi sono sentita ad un tratto perduta come se fossi in un bosco buio senza saper dove andare..
All'improvviso non avevo più certezze, mi sono detta e adesso che
faccio?? La mia vita é stata sempre pianificata perché ho sempre
saputo cosa volevo dalla vita e quello che avrei fatto in futuro.. Mi sono sentita anche delusa da me stessa.. Ritirando il diploma di maturità mi sono sentita anche in colpa mi dicevo "come posso
accettare questo 100 dei miei professori che hanno sempre creduto in me quando invece li ho delusi?"
Insomma non ho passato un bel periodo. Poi trascorso qualche tempo, dopo aver riflettuto a lungo, ho finalmente capito e riscoperto le mie passioni ed ora sono serena più che mai! Chissà se le cose accadono per una ragione, forse per me é stato un bene fallire per capire cosa mi stavo perdendo.....
Denise S.
....
Nota aggiunta:
Ciao Antonella! Che piacere sentirti! Io tutto bene nonostante il tempo piovigginoso, ma passare il pomeriggio con alcune delle mie migliori amiche ha portato un po' di sole nella mia giornata!
Mi fa molto piacere che la mia lettera venga pubblicata, sarebbe bello curare una rubrica d'ascolto per i giovani ragazzi alle prese con problemi di cuore, scuola e famiglia.. - Baci e abbracci, Denise
domenica 16 maggio 2010
Rete Bioregionale Italiana - Ancora sull'agricoltura contadina e sull'allevamento e macellazione di animali in proprio.. alcuni aspetti ecologici
Cara Rete,
è vero che i piccoli agricoltori allevano gli animali in modo più umano e li uccidono in modo "più umano" - ma la Rete Bioregionale va al di là (credo) del ristretto sguardo di un podere privato, seppure ben tenuto.
Il nostro pianeta sta per schiattare per l'abuso inaudito di allevamento di animali da destinare al consumo umano.
In questa circostanza estrema la visione bioregionalista dovrebbe prendere provvedimenti consoni: basta con il consumo di carne animale. Non è una considerazione etica, ma prima di tutto di salvaguardia ambientale.
Per quanto riguarda la catena alimentare gli animali d'allevamento non esistono in natura, sono un'invenzione umana... una delle peggiori, che ha creato un'inutile e tremenda valanga di sofferenza che ci ricade addosso... (con le malattie tipiche del consumo di carne, infarti, diabete e molti tipi di tumore - e probabilmente le allergie e le intolleranze in grande diffusione, con l'inquinamento dell'aria con le deiezioni e l'inquinamento delle acque con i reflui). Per avvicinarci alla natura dovremmo comportarci come il figlio di Paolo, Felix: ma chi se la sentirebbe?
Mi viene da sorridere pensando che in questi giorni in un blog specializzato vegan (e quindi in teoria un paradiso ecologista) sto faticando a far comprendere la necessità di consumare prodotti di stagione. Ormai l'industria agricola ha talmente condizionato la vendita al dettaglio che la zucchina, la melanzana, il pomodoro e il peperone sono considerate dai consumatori verdure annuali... e infatti tutto l'anno in questo blog si pubblicano ricette di persone che mangiano tranquillamente i prodotti fuori stagione che vanno a deteriorare direttamente gli habitat di quegli animali non mangiati per ragioni etiche... Vogliamo continuare a stare ognuno nel suo isolotto felice con i paraocchi, sentendo la nostra coscienza soddisfatta, mentre nella realtà va tutto a rotoli?
Secondo me lo sbaglio che porterà il nostro pianeta al disastro finale è la prospettiva angusta con cui vengono considerate le questioni cosiddette tradizionali, come alimentazione, trasporti, energia eccetera.
La mancanza di olismo nella vita di tutti i giorni...
Spero che la Rete recuperi questa più ampia prospettiva e si rifiuti di essere un club specializzato di agricoltori-allevatori di vecchio stampo, illudendosi di salvarsi in questo dorato isolamento. Vi invito a leggere il libro di Jonathan Safran Foer, "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali", in cui troverete seri argomenti di riflessione (insieme a tutte le fonti dei dati, aggiornatissimi).
saluti olistici
Mariagrazia
p.s. Stefano sta esercitando un diritto di critica anche a nome di altre persone che la pensano come lui e lo ringrazio per questo dal profondo del cuore anche per gli animali per cui nessuno spende mai una parola quando si tratta di loro diritti.
La sua proposta di correzione della bozza di legge è ottima perché permette di integrare "tutte le posizioni" dagli onnivori ai vegani. Senza quegli emendamenti quella legge terrà fuori dalla rete vegetariani e vegani. Mi sembra molto razionale e realistica.
............
Altro articolo sull'alimentazione naturale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/
è vero che i piccoli agricoltori allevano gli animali in modo più umano e li uccidono in modo "più umano" - ma la Rete Bioregionale va al di là (credo) del ristretto sguardo di un podere privato, seppure ben tenuto.
Il nostro pianeta sta per schiattare per l'abuso inaudito di allevamento di animali da destinare al consumo umano.
In questa circostanza estrema la visione bioregionalista dovrebbe prendere provvedimenti consoni: basta con il consumo di carne animale. Non è una considerazione etica, ma prima di tutto di salvaguardia ambientale.
Per quanto riguarda la catena alimentare gli animali d'allevamento non esistono in natura, sono un'invenzione umana... una delle peggiori, che ha creato un'inutile e tremenda valanga di sofferenza che ci ricade addosso... (con le malattie tipiche del consumo di carne, infarti, diabete e molti tipi di tumore - e probabilmente le allergie e le intolleranze in grande diffusione, con l'inquinamento dell'aria con le deiezioni e l'inquinamento delle acque con i reflui). Per avvicinarci alla natura dovremmo comportarci come il figlio di Paolo, Felix: ma chi se la sentirebbe?
Mi viene da sorridere pensando che in questi giorni in un blog specializzato vegan (e quindi in teoria un paradiso ecologista) sto faticando a far comprendere la necessità di consumare prodotti di stagione. Ormai l'industria agricola ha talmente condizionato la vendita al dettaglio che la zucchina, la melanzana, il pomodoro e il peperone sono considerate dai consumatori verdure annuali... e infatti tutto l'anno in questo blog si pubblicano ricette di persone che mangiano tranquillamente i prodotti fuori stagione che vanno a deteriorare direttamente gli habitat di quegli animali non mangiati per ragioni etiche... Vogliamo continuare a stare ognuno nel suo isolotto felice con i paraocchi, sentendo la nostra coscienza soddisfatta, mentre nella realtà va tutto a rotoli?
Secondo me lo sbaglio che porterà il nostro pianeta al disastro finale è la prospettiva angusta con cui vengono considerate le questioni cosiddette tradizionali, come alimentazione, trasporti, energia eccetera.
La mancanza di olismo nella vita di tutti i giorni...
Spero che la Rete recuperi questa più ampia prospettiva e si rifiuti di essere un club specializzato di agricoltori-allevatori di vecchio stampo, illudendosi di salvarsi in questo dorato isolamento. Vi invito a leggere il libro di Jonathan Safran Foer, "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali", in cui troverete seri argomenti di riflessione (insieme a tutte le fonti dei dati, aggiornatissimi).
saluti olistici
Mariagrazia
p.s. Stefano sta esercitando un diritto di critica anche a nome di altre persone che la pensano come lui e lo ringrazio per questo dal profondo del cuore anche per gli animali per cui nessuno spende mai una parola quando si tratta di loro diritti.
La sua proposta di correzione della bozza di legge è ottima perché permette di integrare "tutte le posizioni" dagli onnivori ai vegani. Senza quegli emendamenti quella legge terrà fuori dalla rete vegetariani e vegani. Mi sembra molto razionale e realistica.
............
Altro articolo sull'alimentazione naturale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/
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sabato 15 maggio 2010
Norme di allevamento e macellazione nella proposta di legge per l'agricoltura contadina - I pareri di alcuni membri della Rete Bioregionale Italiana
Riporto qui alcuni pareri personali critici sulla proposta di legge per l'agricoltura contadina, in merito alle norme di allevamento e macellazione di animali:
...........
Caro Giuseppe, e amici e amiche della Rete,
fermo restando che sono d'accordo che il lavoro dei "piccoli contadini" vada aiutato in tutti i modi e distinto da quello delle multinazionali o grandi aziende, ovviamente non posso essere d'accordo col fatto che nella Premessa, comma a, si parli di "benessere, ecologia, giustizia, solidarietà" e poi però questi sacri principi non riguardino anche gli animali... (Art. 5, comma a) che invece vengono "macellati" e "abbattuti".
Questo è quello che penso poi decidiamo pure tutti insieme se partecipare o meno e quale metodo di consenso scegliere.
Un saluto, Stefano
Nota - ecco i passi che considero critici
a. che l’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, prevalentemente orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta, è un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà;
Art. 5 – NORME ATTINENTI ALL’ALLEVAMENTO
I coltivatori, come definiti dall’art. 1, possono:
a. macellare direttamente, nel proprio fondo e con il metodo più incruento per loro possibile il bestiame nato e allevato in azienda, limitatamente ad un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti e comunque non superiore a un numero annuale di:
- suini: 10
- bovini: 5
- ovini e caprini adulti: 50; nati entro i 45 giorni: 100
- avicoli e cunicoli: 250
seppellire i resti degli animali abbattuti (...)
.............
...per quanto riguarda la questione sollevata da Stefano, il problema è molto più ampio e complicato e non mi sembra questa la sede per discuterlo. Mettersi ora a ravanare su questo aspetto significa far perdere forza al tutto. Successivamente si può fare una raccolta di firme, manifestazioni, proposte e altro per come vengono trattati gli animali in allevamento industriale, per come vengono percepiti gli animali (senza anima!) e altro... occorre fare qualcosa di più mirato e specifico.
Per ora lascerei così come è.
Saluti a tutti, Francesca
..............
Caro Paolo, ti mando quello che ho mandato a Stefano:
Caro Stefano, dovresti riflettere sui milioni di animali allevati senza cuore e abbattuti in modo industriale! Il bioregionalismo secondo il mio parere riconosce la natura anche cruente della catena alimentare; dopo ognuno è libero di non mangiare carne, formaggio ecc.
La Rete non può e secondo me non deve fungere da "Associazione Vegetariana" - per questo esiste anche un'organizzazione pertinente.
Ma qui si tratta di non lasciare fuori legge l'unica categoria di agricoltori/allevatori che in genere trattano gli animali con rispetto.
Un abbraccio, Etain
............
Cara Etain, beh, in questa prospettiva hai ragione anche tu... sia pur che se andiamo a ben vedere l'ecologia umana e la genetica e l'anatomia comparata dimostrano che l'uomo non é carnivoro, quindi .. considerare "la catena cruenta" come "bioregionale" é un'assunzione personale... legittima per carità... ma non so se sia giusto farla risultare "ufficialmente" come la corretta posizione della Rete.
Cara Etain, tu non eri ad Acquapendente, ed alla discussione che si fece sul vegetarismo (che fu bocciato per merito di Giuseppe) e forse non hai mai riflettuto sui discorsi di ecologia profonda, elaborati nella visione olistica di Naess e diversi altri, magari ti sei fermata a Snyder.. e lui lo sappiamo che é un "ecologista bioregionale" cacciatore...
Ma per ora ciò non importa, come ripeto secondo me deve in qualche modo trasparire un "distinguo" "vegetariano" nell'espressione del bioregionalismo e dell'ecologia profonda. Anche in merito alla proposta di legge contadina. Poi come dici giustamente anche tu ognuno é libero per se stessso di manifestare le propensioni che gli sono consone. Mio figlio Felix mangia la carne, alleva animali e li uccide, e so che anche delle volte li ammazza in "natura" (diciamo di frodo) e va pure a pesca, etc. ma ciò non toglie che io gli riconosca la qualifica di "ecologista bioregionale"... potresti fare altrettanto tu con me e con Stefano! E potremmo fare altrettanto nel documento di proposta di legge. Un distinguo non guasta... mica siamo nei collettivi comunisti dove tutte le decisioni debbono essere prese all'unanimità....
Un abbraccio, Paolo
...............
Commenti aggiunti ed una controproposta:
E questo è solo l'inizio...
molto belle le tue riflessioni, anche Mariagrazia lo ha notato, solo in un punto forse non siamo d'accordo, il riferimento ai collettivi comunisti dove tutti devono essere d'accordo... In effetti però nelle socoetà matriarcali, ma lo fanno anche gli Elfi, non si prendeva una decisione se tutti non erano d'accordo, se qualcuno dissente la decisione si rimanda...
In questo caso Giuseppe da tempo aveva dato l'adesione della rete pur sapendo che almeno io e te avevamo delle perplessità...
Cari saluti, Stefano
....
Solo un'ultima riflessione... Di quelle riunioni collegiali matristiche possiamo solo immagginare lo svolgimento. Ritengo che se le decisioni venivano prese all'unanimità avveniva perché la maggior parte dei partecipanti aveva fiducia nelle donne che decidevano.. e quindi tutta la comunità aderiva solidarmente... Nei collettivi comunisti invece si va avanti per sfiancamento della minoranza... ne abbiamo già parlato... il gruppetto egemone sfianca l'opposizione e poi viene sancita la decisione già presa antecedentemente. Il probelma con alcuni membri della Rete é che sono allevatori di animali e venditori di carne, quindi debbono giustificarsi "ecologicamente" per supportare le loro scelte di vita. Il caso di mio figlio é leggermente diverso, lui mangia gli animali che uccide e non si pone il problema... come non se lo pone il gatto che acchiappa un topo... Non ha remore di carattere etico e simili... e non deve definire "dottrinalmente" il suo comportamento.
Ciao ciao, Paolo
..........
Cari Etain, Paolo e Giuseppe,
intento giudico molto interessante e proficua questa occasione di dialogo (l'ultima mia riflessione sulla rete non aveva avuto risposte, evidentemente il problema dell'uccisione degli animali d'allevamento è molto sentito... Io lavoro in un Parco dove ovviamente la caccia è chiusa e per legge difendo i diritti di piante e animali quindi l'argomento mi sta molto a cuore. Tra l'altro proprio il fatto che la legge preveda ciò l'ha fatta definire da un giurista la "prima legge al mondo sull'ecologia profonda" !!! Pensate quindi da dove discende tutto il mio impegno, anche didattico, e le mie considerazioni....
per Etain (scusa se parlo sintetizzando):
1) Ho segnalato alla Rete il libro di Foer "Se niente importa - perché uccidiamo gli animali" proprio perché mi sono reso sempre più conto di quello che sta accadendo a livello industriale e agro-alimentare e della sofferenza di milioni e milioni di animali...
2) Certo che riconosco la natura cruenta dalla catena alimentare, la insegno quasi tutti i giorni nelle scuole del parco (insegno tutti i cicli della vita) però noi viviamo nel mondo occidentale, mica nella foresta amazzonica, la catena alimentare così si diversifica, un conto è una popolazione tribale che caccia per sopravvivere, un altro conto siamo noi che ne possiamo fare a meno. E poi in natura gli animali stessi uccidono solo per sopravvivere altri animali liberi e non negli allevamenti...
3) Certo che esistono tante associazioni vegetariane e anche vegane ma che centra? Noi seguiamo o no i principi dell'ecologia profonda? Ma io non sono neanche radicale e tutti i sabati faccio ormai 10 kg di pane per un amico che ha una locanda dove si mangia carne ma anche in modo vegetariano e persino vegano... Capisco benissimo le vostre perplessità e le accetto, altrimenti 15 anni fa già poteva finire tutto prima di cominciare (intendo la Rete con le sue diversità). Però proprio dopo 15 anni e tutto quello che è cambiato sul pianeta si deve (penso io) iniziare a parlare fra noi del nostro rapporto con gli animali... Mi rendo conto benissimo che siamo immersi fino al collo nel mondo patriarcale e che i compromessi tutti siamo costretti a farli o a subirli...
4) Io ripeto che sono d'accordo in linea di massima nel garantire la sopravvivenza ai "piccoli contadini" e proprio per questo fin'ora non ho mai discusso apertamente con voi sull'allevamento degli animali, rispetto le scelte e le decisioni di ognuno, però qui si tratta di sottoscrivere una legge che sancisce per iscritto il diritto di alcuni di disporre della vita degli animali sulla base perfino dei principi di "benessere, ecologia, giustizia e solidarietà" o anche in pratica di uccidere gli animali con rispetto (come dici tu Etain) senza che ce ne sia un reale bisogno urgente alimentare...
Per Paolo,
sono d'accordo con te e quindi mi accingo (anche come chiede l'estensore della legge - allego la sua proposta) a fare delle modifiche di taglio tecnico-amministrativo che invierò a Giuseppe e per conoscenza tutti.
attendo riscontri (personali o come portavoce) dai soli referenti e non dagli iscritti alle organizzazioni che, informati, dovranno riferirsi ai propri referenti;
come ha opportunamente osservato con una precedente lettera Roberto S. ogni critica sarà utile solo se accompagnata da una controproposta di eguale taglio tecnico-giuridico.
Ed ecco la mia controproposta:
Dopo un pò di risposte e anche dopo aver riletto attentamente la legge e quanto richiede l'estensore e cioè solo modifiche di taglio "tecnico-amministrativo", per andare nella pratica avanzo una proposta considerando la storia della Rete, i suoi componenti e le loro attività e la possibilità (secondo me) di aderire alla proposta di legge tanto importante per i piccoli contadini ma senza tradire i principi dell'ecologia profonda (applicati ovviamente alla nostra società di stampo occidentale).
I principi stessi sono persino enunciati nella legge: "benessere, ecologia, giustizia, solidarietà" e quindi sono in contraddizione con l'art. 5 dove si parla di uccidere gli animali (ovviamente così nei confronti degli animali tutto ciò sarebbe disatteso... Addirittura qualcuno potrebbe giudicare nulla la legge.).
Le modifiche le faccio anche pensando a quanto scrissi già nel 1990 riguardo alla prima legge regionale del Lazio sull'agricoltura biologica (del 1989) dove venivano vietati i pesticidi e i fertilizzanti chimici e veniva creato l'albo delle aziende biologiche e quello delle aziende "in trasformazione".
Ecco quindi cosa si può fare: riconoscendo che viviamo in una società di compromesso (ancora patriarcale) la legge di tutela dei piccoli contadini può:
1) fare suoi i principi dell'ecologia profonda (e in pratica già lo fa)
2) eliminare dalla legge i riferimenti all'uccisione degli animali (altrimenti se la legge un vegetariano o un vegano che penserà di noi?!)
3) Definizione dei "piccoli contadini eco-pacifisti" e dei piccoli contadini "in trasformazione"
4) Rimandare (come a volte si fa) alla definizione di regole per l'uccisione degli animali per i piccoli contadini in trasformazione e come terminare nel tempo progressivamente questa attività ad un apposito REGOLAMENTO.
Ecco in sintesi per Giuseppe le proposte in chiave tecnico-amministrativa come richieste:
PROPOSTE DI MODIFICA DELLA LEGGE IN CHIAVE BIOREGIONALE (in rosso)
PREMESSA
a. che l’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, prevalentemente orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta, è un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà che sono tra i principi basilari dell'ecologia profonda e che riguardano tutti gli esseri viventi nessuno escluso; quindi la legge in un apposito regolamento dovrà dettare norme specifiche per il progressivo abbandono di pratiche di uccisione degli animali;
Art. .... (da definire)
a. nello spirito di questa legge e dei principi dell'ecologia profonda riportati nella premessa, considerando i diritti degli animali a vivere liberi negli ambienti selvatici, viene introdotta la distinzione fra "piccoli contadini" (con possibilità di uccisione degli animali d'allevamento) e "piccoli contadini eco-pacifisti" (che non praticano allevamenti animali o lo fanno solo per il consumo di uova e latte senza uccisione);
b. In un apposito Regolamento vengono introdotte le norme attuative riguardanti i piccoli contadini eco-pacifisti e i piccoli contadini e principalmente il numero degli animali che i piccoli contadini possono uccidere ogni anno in maniera progressivamente minore fino al termine di questa attività nel rispetto dei principi dell'ecologia profonda e massimo entro anni 10 ?? (anni da definire bene)
Art. 5 – NORME ATTINENTI ALL’ALLEVAMENTO CANCELLARE
I coltivatori, come definiti dall’art. 1, possono:
a. macellare direttamente, nel proprio fondo e con il metodo più incruento per loro possibile il bestiame nato e allevato in azienda, limitatamente ad un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti e comunque non superiore a un numero annuale di:
- suini: 10
- bovini: 5
- ovini e caprini adulti: 50; nati entro i 45 giorni: 100
- avicoli e cunicoli: 250
seppellire i resti degli animali abbattuti (...)
Questo articolo va cancellato dalla legge rimandando ad un preciso regolamento attuativo.
Questa è la mia proposta, buone riflessioni e grazie per l'attenzione. Per me tutto ciò è una grande occasione per la Rete...
Un saluto, Stefano
.....
Seguiranno altri commenti? Staremo a vedere!
.........................
Articoli sul Bioregionalismo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/page/5/?s=bioregionalismo+bioregionale
...........
Caro Giuseppe, e amici e amiche della Rete,
fermo restando che sono d'accordo che il lavoro dei "piccoli contadini" vada aiutato in tutti i modi e distinto da quello delle multinazionali o grandi aziende, ovviamente non posso essere d'accordo col fatto che nella Premessa, comma a, si parli di "benessere, ecologia, giustizia, solidarietà" e poi però questi sacri principi non riguardino anche gli animali... (Art. 5, comma a) che invece vengono "macellati" e "abbattuti".
Questo è quello che penso poi decidiamo pure tutti insieme se partecipare o meno e quale metodo di consenso scegliere.
Un saluto, Stefano
Nota - ecco i passi che considero critici
a. che l’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, prevalentemente orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta, è un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà;
Art. 5 – NORME ATTINENTI ALL’ALLEVAMENTO
I coltivatori, come definiti dall’art. 1, possono:
a. macellare direttamente, nel proprio fondo e con il metodo più incruento per loro possibile il bestiame nato e allevato in azienda, limitatamente ad un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti e comunque non superiore a un numero annuale di:
- suini: 10
- bovini: 5
- ovini e caprini adulti: 50; nati entro i 45 giorni: 100
- avicoli e cunicoli: 250
seppellire i resti degli animali abbattuti (...)
.............
...per quanto riguarda la questione sollevata da Stefano, il problema è molto più ampio e complicato e non mi sembra questa la sede per discuterlo. Mettersi ora a ravanare su questo aspetto significa far perdere forza al tutto. Successivamente si può fare una raccolta di firme, manifestazioni, proposte e altro per come vengono trattati gli animali in allevamento industriale, per come vengono percepiti gli animali (senza anima!) e altro... occorre fare qualcosa di più mirato e specifico.
Per ora lascerei così come è.
Saluti a tutti, Francesca
..............
Caro Paolo, ti mando quello che ho mandato a Stefano:
Caro Stefano, dovresti riflettere sui milioni di animali allevati senza cuore e abbattuti in modo industriale! Il bioregionalismo secondo il mio parere riconosce la natura anche cruente della catena alimentare; dopo ognuno è libero di non mangiare carne, formaggio ecc.
La Rete non può e secondo me non deve fungere da "Associazione Vegetariana" - per questo esiste anche un'organizzazione pertinente.
Ma qui si tratta di non lasciare fuori legge l'unica categoria di agricoltori/allevatori che in genere trattano gli animali con rispetto.
Un abbraccio, Etain
............
Cara Etain, beh, in questa prospettiva hai ragione anche tu... sia pur che se andiamo a ben vedere l'ecologia umana e la genetica e l'anatomia comparata dimostrano che l'uomo non é carnivoro, quindi .. considerare "la catena cruenta" come "bioregionale" é un'assunzione personale... legittima per carità... ma non so se sia giusto farla risultare "ufficialmente" come la corretta posizione della Rete.
Cara Etain, tu non eri ad Acquapendente, ed alla discussione che si fece sul vegetarismo (che fu bocciato per merito di Giuseppe) e forse non hai mai riflettuto sui discorsi di ecologia profonda, elaborati nella visione olistica di Naess e diversi altri, magari ti sei fermata a Snyder.. e lui lo sappiamo che é un "ecologista bioregionale" cacciatore...
Ma per ora ciò non importa, come ripeto secondo me deve in qualche modo trasparire un "distinguo" "vegetariano" nell'espressione del bioregionalismo e dell'ecologia profonda. Anche in merito alla proposta di legge contadina. Poi come dici giustamente anche tu ognuno é libero per se stessso di manifestare le propensioni che gli sono consone. Mio figlio Felix mangia la carne, alleva animali e li uccide, e so che anche delle volte li ammazza in "natura" (diciamo di frodo) e va pure a pesca, etc. ma ciò non toglie che io gli riconosca la qualifica di "ecologista bioregionale"... potresti fare altrettanto tu con me e con Stefano! E potremmo fare altrettanto nel documento di proposta di legge. Un distinguo non guasta... mica siamo nei collettivi comunisti dove tutte le decisioni debbono essere prese all'unanimità....
Un abbraccio, Paolo
...............
Commenti aggiunti ed una controproposta:
E questo è solo l'inizio...
molto belle le tue riflessioni, anche Mariagrazia lo ha notato, solo in un punto forse non siamo d'accordo, il riferimento ai collettivi comunisti dove tutti devono essere d'accordo... In effetti però nelle socoetà matriarcali, ma lo fanno anche gli Elfi, non si prendeva una decisione se tutti non erano d'accordo, se qualcuno dissente la decisione si rimanda...
In questo caso Giuseppe da tempo aveva dato l'adesione della rete pur sapendo che almeno io e te avevamo delle perplessità...
Cari saluti, Stefano
....
Solo un'ultima riflessione... Di quelle riunioni collegiali matristiche possiamo solo immagginare lo svolgimento. Ritengo che se le decisioni venivano prese all'unanimità avveniva perché la maggior parte dei partecipanti aveva fiducia nelle donne che decidevano.. e quindi tutta la comunità aderiva solidarmente... Nei collettivi comunisti invece si va avanti per sfiancamento della minoranza... ne abbiamo già parlato... il gruppetto egemone sfianca l'opposizione e poi viene sancita la decisione già presa antecedentemente. Il probelma con alcuni membri della Rete é che sono allevatori di animali e venditori di carne, quindi debbono giustificarsi "ecologicamente" per supportare le loro scelte di vita. Il caso di mio figlio é leggermente diverso, lui mangia gli animali che uccide e non si pone il problema... come non se lo pone il gatto che acchiappa un topo... Non ha remore di carattere etico e simili... e non deve definire "dottrinalmente" il suo comportamento.
Ciao ciao, Paolo
..........
Cari Etain, Paolo e Giuseppe,
intento giudico molto interessante e proficua questa occasione di dialogo (l'ultima mia riflessione sulla rete non aveva avuto risposte, evidentemente il problema dell'uccisione degli animali d'allevamento è molto sentito... Io lavoro in un Parco dove ovviamente la caccia è chiusa e per legge difendo i diritti di piante e animali quindi l'argomento mi sta molto a cuore. Tra l'altro proprio il fatto che la legge preveda ciò l'ha fatta definire da un giurista la "prima legge al mondo sull'ecologia profonda" !!! Pensate quindi da dove discende tutto il mio impegno, anche didattico, e le mie considerazioni....
per Etain (scusa se parlo sintetizzando):
1) Ho segnalato alla Rete il libro di Foer "Se niente importa - perché uccidiamo gli animali" proprio perché mi sono reso sempre più conto di quello che sta accadendo a livello industriale e agro-alimentare e della sofferenza di milioni e milioni di animali...
2) Certo che riconosco la natura cruenta dalla catena alimentare, la insegno quasi tutti i giorni nelle scuole del parco (insegno tutti i cicli della vita) però noi viviamo nel mondo occidentale, mica nella foresta amazzonica, la catena alimentare così si diversifica, un conto è una popolazione tribale che caccia per sopravvivere, un altro conto siamo noi che ne possiamo fare a meno. E poi in natura gli animali stessi uccidono solo per sopravvivere altri animali liberi e non negli allevamenti...
3) Certo che esistono tante associazioni vegetariane e anche vegane ma che centra? Noi seguiamo o no i principi dell'ecologia profonda? Ma io non sono neanche radicale e tutti i sabati faccio ormai 10 kg di pane per un amico che ha una locanda dove si mangia carne ma anche in modo vegetariano e persino vegano... Capisco benissimo le vostre perplessità e le accetto, altrimenti 15 anni fa già poteva finire tutto prima di cominciare (intendo la Rete con le sue diversità). Però proprio dopo 15 anni e tutto quello che è cambiato sul pianeta si deve (penso io) iniziare a parlare fra noi del nostro rapporto con gli animali... Mi rendo conto benissimo che siamo immersi fino al collo nel mondo patriarcale e che i compromessi tutti siamo costretti a farli o a subirli...
4) Io ripeto che sono d'accordo in linea di massima nel garantire la sopravvivenza ai "piccoli contadini" e proprio per questo fin'ora non ho mai discusso apertamente con voi sull'allevamento degli animali, rispetto le scelte e le decisioni di ognuno, però qui si tratta di sottoscrivere una legge che sancisce per iscritto il diritto di alcuni di disporre della vita degli animali sulla base perfino dei principi di "benessere, ecologia, giustizia e solidarietà" o anche in pratica di uccidere gli animali con rispetto (come dici tu Etain) senza che ce ne sia un reale bisogno urgente alimentare...
Per Paolo,
sono d'accordo con te e quindi mi accingo (anche come chiede l'estensore della legge - allego la sua proposta) a fare delle modifiche di taglio tecnico-amministrativo che invierò a Giuseppe e per conoscenza tutti.
attendo riscontri (personali o come portavoce) dai soli referenti e non dagli iscritti alle organizzazioni che, informati, dovranno riferirsi ai propri referenti;
come ha opportunamente osservato con una precedente lettera Roberto S. ogni critica sarà utile solo se accompagnata da una controproposta di eguale taglio tecnico-giuridico.
Ed ecco la mia controproposta:
Dopo un pò di risposte e anche dopo aver riletto attentamente la legge e quanto richiede l'estensore e cioè solo modifiche di taglio "tecnico-amministrativo", per andare nella pratica avanzo una proposta considerando la storia della Rete, i suoi componenti e le loro attività e la possibilità (secondo me) di aderire alla proposta di legge tanto importante per i piccoli contadini ma senza tradire i principi dell'ecologia profonda (applicati ovviamente alla nostra società di stampo occidentale).
I principi stessi sono persino enunciati nella legge: "benessere, ecologia, giustizia, solidarietà" e quindi sono in contraddizione con l'art. 5 dove si parla di uccidere gli animali (ovviamente così nei confronti degli animali tutto ciò sarebbe disatteso... Addirittura qualcuno potrebbe giudicare nulla la legge.).
Le modifiche le faccio anche pensando a quanto scrissi già nel 1990 riguardo alla prima legge regionale del Lazio sull'agricoltura biologica (del 1989) dove venivano vietati i pesticidi e i fertilizzanti chimici e veniva creato l'albo delle aziende biologiche e quello delle aziende "in trasformazione".
Ecco quindi cosa si può fare: riconoscendo che viviamo in una società di compromesso (ancora patriarcale) la legge di tutela dei piccoli contadini può:
1) fare suoi i principi dell'ecologia profonda (e in pratica già lo fa)
2) eliminare dalla legge i riferimenti all'uccisione degli animali (altrimenti se la legge un vegetariano o un vegano che penserà di noi?!)
3) Definizione dei "piccoli contadini eco-pacifisti" e dei piccoli contadini "in trasformazione"
4) Rimandare (come a volte si fa) alla definizione di regole per l'uccisione degli animali per i piccoli contadini in trasformazione e come terminare nel tempo progressivamente questa attività ad un apposito REGOLAMENTO.
Ecco in sintesi per Giuseppe le proposte in chiave tecnico-amministrativa come richieste:
PROPOSTE DI MODIFICA DELLA LEGGE IN CHIAVE BIOREGIONALE (in rosso)
PREMESSA
a. che l’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, prevalentemente orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta, è un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà che sono tra i principi basilari dell'ecologia profonda e che riguardano tutti gli esseri viventi nessuno escluso; quindi la legge in un apposito regolamento dovrà dettare norme specifiche per il progressivo abbandono di pratiche di uccisione degli animali;
Art. .... (da definire)
a. nello spirito di questa legge e dei principi dell'ecologia profonda riportati nella premessa, considerando i diritti degli animali a vivere liberi negli ambienti selvatici, viene introdotta la distinzione fra "piccoli contadini" (con possibilità di uccisione degli animali d'allevamento) e "piccoli contadini eco-pacifisti" (che non praticano allevamenti animali o lo fanno solo per il consumo di uova e latte senza uccisione);
b. In un apposito Regolamento vengono introdotte le norme attuative riguardanti i piccoli contadini eco-pacifisti e i piccoli contadini e principalmente il numero degli animali che i piccoli contadini possono uccidere ogni anno in maniera progressivamente minore fino al termine di questa attività nel rispetto dei principi dell'ecologia profonda e massimo entro anni 10 ?? (anni da definire bene)
Art. 5 – NORME ATTINENTI ALL’ALLEVAMENTO CANCELLARE
I coltivatori, come definiti dall’art. 1, possono:
a. macellare direttamente, nel proprio fondo e con il metodo più incruento per loro possibile il bestiame nato e allevato in azienda, limitatamente ad un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti e comunque non superiore a un numero annuale di:
- suini: 10
- bovini: 5
- ovini e caprini adulti: 50; nati entro i 45 giorni: 100
- avicoli e cunicoli: 250
seppellire i resti degli animali abbattuti (...)
Questo articolo va cancellato dalla legge rimandando ad un preciso regolamento attuativo.
Questa è la mia proposta, buone riflessioni e grazie per l'attenzione. Per me tutto ciò è una grande occasione per la Rete...
Un saluto, Stefano
.....
Seguiranno altri commenti? Staremo a vedere!
.........................
Articoli sul Bioregionalismo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/page/5/?s=bioregionalismo+bioregionale
venerdì 14 maggio 2010
Alll'On. Francesco Battistoni, per una legge regionale nel Lazio che riconosca l'agricoltura contadina e liberi i contadini dalla burocrazia
Anche noi bioregionalisti e vegetariani abbiamo una richiesta da fare al nuovo assessore regionale del Lazio, per l'Agricoltura.
All'On. Francesco Battistoni
Assessore all'Agricoltura
Regione Lazio
Gentile sig. Assessore, Francesco Battistoni,
considerando che non si può fare a meno della biodiversità, ovvero i sistemi naturali che sostengono la sopravvivenza di noi tutti. Osserviamo che nel Lazio avanza la desertificazione (non soltanto siccità bensì perdita dell'humus in seguito al dilavamento dei terreni di superfice), la deforestazione, l'impoverimento dei suoli dovuti a monoculture, la modifica dell'ambiente e, in generale, la dispersione del patrimonio biologico delle specie animali e vegetali, tutti aspetti che dederminano una perdita economica considerevole nell´economia della nostra Regione.
Sorge quindi la necessità di agevolare ed incentivare la lavorazione biologica ed estensiva dei piccoli appezzamenti, con sistemi naturali, quella che è stata definità da sempre "economia spicciola della realtà contadina". L'agricoltura contadina é l'unica che può garantire il mantenimento della biodiversità nell'habitat e la produzione di cibo bioregionale idoneo alla dieta integrata degli abitanti del Lazio.
Purtroppo le pesanti norme burocratiche poste sull'agricoltura facilitano di fatto i grossi coltivatori ed allevatori, gli unici che possono soddisfare le spesso inique sanzioni e richieste di ottemperamento tecnico. Sempre più difficile é mantenersi vivi per quei piccoli produttori che, oltre al soddisfacimento delle proprie necessità familiari, dispongono di un leggero "surplus" da poter immettere in commercio. E non solo i contadini sono penalizzati ma pure i piccoli allevatori ed i raccoglitori di erbe spontanee.
A livello nazionale (dal 20 gennaio 2009) è partita ufficialmente una nuova campagna con raccolta di firme per rendere possibile la rinascita della figura del contadino e della contadina. La decisione di promuovere questa campagna è stata presa collegialmente da varie associazioni, fra cui la Rete Bioregionale Italiana (con l'adesione del Circolo Vegetariano VV.TT.) ed ora chiediamo che alla Regione Lazio venga studiata una specifica Legge REGIONALE per facilitare lo sviluppo dell'agricoltura contadina.
Le chiediamo perciò, gentile assessore Francesco Battistoni, di farsi promotore di tale proposta di Legge che rappresenterebbe un primo passo per rendere operativa, agevolandola,l'agricoltura contadina tradizionale.
Restiamo a disposizione per eventuali ragguagli e per un incontro chiarificatore e La salutiamo con stima.
Per la Rete Bioregionale Italiana, Bioregione Tuscia
e per European Consumers Tuscia
Paolo D'Arpini - europeanconsumers.tuscia@gmail.com
01030 Calcata (VT) - Tel. 0761/587200
............. Testo esplicativo aggiunto:
Contadini: un'altra specie in estinzione
Da quando la figura di chi lavora la terra è stata istituzionalizzata e resa, da anni di leggi, definitivamente e regolamente "imprenditore agricolo", le piccole e piccolissime fattorie rurali hanno gradualmente ceduto il passo: chi chiudendo, chi vendendo, chi evolvendosi in azienda più grande per sopravvivere. Altre cose sono cambiate e hanno preso forma e nomi nuovi. La terra fertile non esiste più, ora è chiamata, in burocratese, SAU (superficie agricola utile). Assieme al trattore e ai suoi attrezzi l'agricoltore non può fare a meno di avere al suo libro paga un commercialista, un esperto di finanziamenti statali, un geologo e altri professionisti vari che avallano le sue pratiche firmandole, perché la burocrazia è diventata parte della sua attività lavorativa quotidiana. Il suo mercato non è più la piazza di paese o di rione ma è la "filiera", corta o lunga che sia, ma di rado l'agricoltore vede il viso di chi mangerà i suoi prodotti. Le sue sementi, di "altra" qualità ibrida, non sa nemmeno che genetica contengano e non le può possedere o riseminare ma le deve ricomprare ogni anno. E se usa antiparassitari e concimi chimici dovrà possedere una profonda conoscenza di studi farmaceutici per distrigarsi nella lettura delle schede tecniche e comprendere tutti gli effetti collaterali che hanno quei prodotti sulla sua salute. Pochi sanno ad esempio che molti di questi portano all'infertilità. Ogni fase del suo lavoro è regolata da articoli di legge che una commissione agricoltura che si riunisce a Bruxelles, fatta di persone che non sanno "cos'è un campo di grano", gli hanno scritto. Tutto ciò ha prodotto una nuova generazione di lavoratori della terra, profondamente diversa da quella del passato, che non può fare a meno di ampie superfici coltivate con una sola specie (monocoltura) e che cerca di vivere producendo molto ma a basso costo, anche perché i loro clienti, spesso grandi gruppi commerciali, di più non offrono e il prezzo lo fanno loro.
Tutto ciò ha chiuso le porte alla contadinanza di piccola scala, quella che ha a disposizione piccoli appezzamenti e ha solo "mercato di piccola scala" per i suoi prodotti. L'agricoltura contadina e i contadini hanno semplicemente cessato di esistere, sostituiti dagli imprenditori agricoli che vivono anche grazie ai finanziamenti della comunità europea. Noi di Civiltà Contadina vorremmo far rinascere sia i contadini sia un modello nuovo di agricoltura contadina, non per nostalgia, non per "tornare alle origini", non perché crediamo che "gli asini volano". Siamo invece sicuri che si può fare di meglio sui campi di ciò che si fa ora e se abbiamo deciso di lanciare questa campagna popolare è perché crediamo che, come noi, la pensino in tanti. Infatti l'agricoltura industriale attuale ha dato fin troppo prova di essere un insuccesso quasi totale. Pensiamo solo alla carenza di cibo nel mondo dovuta in gran parte alla importazione di derrate alimentari dai paesi più poveri a quelli più ricchi che sono incapaci di essere autosufficienti sul piano della produzione agricola interna, Italia compresa. Pensiamo alle continue scoperte di cibi posti in vendita già avvelenati o adulterati (carni alla diossina, cereali ammuffiti, influenza dei polli, latte alla melamina solo per citare quelli successi e i più noti dell'ultimo anno) che sono il risultato dell'agricoltura industriale. Pensiamo alla differenza impressionante che esiste fra il prezzo pagato al produttore agricolo e quello che costa al cliente finale per via di un mercato intermediario pervertito. Pensiamo all'uso di sementi geneticamente modificate e ai tanti prodotti agricoli tossici immessi nell'ambiente di vita umano solo per avere produzioni a norma dei regolamenti di mercato internazionali. Pensiamo infine alla perdita di sapore dei prodotti da supermercato e alla perdita di poesia dei campi di pianura ormai ridotti a tavole piatte a perdita d'occhio.
La Campagna per l'agricoltura contadina guarda al futuro, a far rinascere una nuova generazione di persone che lavoreranno la terra dove abitano e vivono. Guarda a persone che si vogliono riappropriare del nome di contadino. E per ridare contadini alla terra siamo partiti da poche e semplici proposte che con il tempo e le energie di tutti diventeranno realtà. Anni fa alcuni di noi che ora organizzano questa campagna hanno profuso energie per sostenere leggi a protezione e diffusione della biodiversità delle sementi. Oggi tutte le leggi auspicate sono state tutte promulgate assicurando così piena legaità alle sementi della biodiversità rurale. Per questo motivo crediamo che avremo da aspettarci un'altra vittoria con questa Campagna Popolare, quella di rivedere le facce dei contadini ripopolare le campagne e renderle produttive.
Comitato per L'agricoltura Contadina - www.agricolturacontadina.org
Altri articoli sul tema:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=agricoltura+contadina
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/search?q=agricoltura+contadina
All'On. Francesco Battistoni
Assessore all'Agricoltura
Regione Lazio
Gentile sig. Assessore, Francesco Battistoni,
considerando che non si può fare a meno della biodiversità, ovvero i sistemi naturali che sostengono la sopravvivenza di noi tutti. Osserviamo che nel Lazio avanza la desertificazione (non soltanto siccità bensì perdita dell'humus in seguito al dilavamento dei terreni di superfice), la deforestazione, l'impoverimento dei suoli dovuti a monoculture, la modifica dell'ambiente e, in generale, la dispersione del patrimonio biologico delle specie animali e vegetali, tutti aspetti che dederminano una perdita economica considerevole nell´economia della nostra Regione.
Sorge quindi la necessità di agevolare ed incentivare la lavorazione biologica ed estensiva dei piccoli appezzamenti, con sistemi naturali, quella che è stata definità da sempre "economia spicciola della realtà contadina". L'agricoltura contadina é l'unica che può garantire il mantenimento della biodiversità nell'habitat e la produzione di cibo bioregionale idoneo alla dieta integrata degli abitanti del Lazio.
Purtroppo le pesanti norme burocratiche poste sull'agricoltura facilitano di fatto i grossi coltivatori ed allevatori, gli unici che possono soddisfare le spesso inique sanzioni e richieste di ottemperamento tecnico. Sempre più difficile é mantenersi vivi per quei piccoli produttori che, oltre al soddisfacimento delle proprie necessità familiari, dispongono di un leggero "surplus" da poter immettere in commercio. E non solo i contadini sono penalizzati ma pure i piccoli allevatori ed i raccoglitori di erbe spontanee.
A livello nazionale (dal 20 gennaio 2009) è partita ufficialmente una nuova campagna con raccolta di firme per rendere possibile la rinascita della figura del contadino e della contadina. La decisione di promuovere questa campagna è stata presa collegialmente da varie associazioni, fra cui la Rete Bioregionale Italiana (con l'adesione del Circolo Vegetariano VV.TT.) ed ora chiediamo che alla Regione Lazio venga studiata una specifica Legge REGIONALE per facilitare lo sviluppo dell'agricoltura contadina.
Le chiediamo perciò, gentile assessore Francesco Battistoni, di farsi promotore di tale proposta di Legge che rappresenterebbe un primo passo per rendere operativa, agevolandola,l'agricoltura contadina tradizionale.
Restiamo a disposizione per eventuali ragguagli e per un incontro chiarificatore e La salutiamo con stima.
Per la Rete Bioregionale Italiana, Bioregione Tuscia
e per European Consumers Tuscia
Paolo D'Arpini - europeanconsumers.tuscia@gmail.com
01030 Calcata (VT) - Tel. 0761/587200
............. Testo esplicativo aggiunto:
Contadini: un'altra specie in estinzione
Da quando la figura di chi lavora la terra è stata istituzionalizzata e resa, da anni di leggi, definitivamente e regolamente "imprenditore agricolo", le piccole e piccolissime fattorie rurali hanno gradualmente ceduto il passo: chi chiudendo, chi vendendo, chi evolvendosi in azienda più grande per sopravvivere. Altre cose sono cambiate e hanno preso forma e nomi nuovi. La terra fertile non esiste più, ora è chiamata, in burocratese, SAU (superficie agricola utile). Assieme al trattore e ai suoi attrezzi l'agricoltore non può fare a meno di avere al suo libro paga un commercialista, un esperto di finanziamenti statali, un geologo e altri professionisti vari che avallano le sue pratiche firmandole, perché la burocrazia è diventata parte della sua attività lavorativa quotidiana. Il suo mercato non è più la piazza di paese o di rione ma è la "filiera", corta o lunga che sia, ma di rado l'agricoltore vede il viso di chi mangerà i suoi prodotti. Le sue sementi, di "altra" qualità ibrida, non sa nemmeno che genetica contengano e non le può possedere o riseminare ma le deve ricomprare ogni anno. E se usa antiparassitari e concimi chimici dovrà possedere una profonda conoscenza di studi farmaceutici per distrigarsi nella lettura delle schede tecniche e comprendere tutti gli effetti collaterali che hanno quei prodotti sulla sua salute. Pochi sanno ad esempio che molti di questi portano all'infertilità. Ogni fase del suo lavoro è regolata da articoli di legge che una commissione agricoltura che si riunisce a Bruxelles, fatta di persone che non sanno "cos'è un campo di grano", gli hanno scritto. Tutto ciò ha prodotto una nuova generazione di lavoratori della terra, profondamente diversa da quella del passato, che non può fare a meno di ampie superfici coltivate con una sola specie (monocoltura) e che cerca di vivere producendo molto ma a basso costo, anche perché i loro clienti, spesso grandi gruppi commerciali, di più non offrono e il prezzo lo fanno loro.
Tutto ciò ha chiuso le porte alla contadinanza di piccola scala, quella che ha a disposizione piccoli appezzamenti e ha solo "mercato di piccola scala" per i suoi prodotti. L'agricoltura contadina e i contadini hanno semplicemente cessato di esistere, sostituiti dagli imprenditori agricoli che vivono anche grazie ai finanziamenti della comunità europea. Noi di Civiltà Contadina vorremmo far rinascere sia i contadini sia un modello nuovo di agricoltura contadina, non per nostalgia, non per "tornare alle origini", non perché crediamo che "gli asini volano". Siamo invece sicuri che si può fare di meglio sui campi di ciò che si fa ora e se abbiamo deciso di lanciare questa campagna popolare è perché crediamo che, come noi, la pensino in tanti. Infatti l'agricoltura industriale attuale ha dato fin troppo prova di essere un insuccesso quasi totale. Pensiamo solo alla carenza di cibo nel mondo dovuta in gran parte alla importazione di derrate alimentari dai paesi più poveri a quelli più ricchi che sono incapaci di essere autosufficienti sul piano della produzione agricola interna, Italia compresa. Pensiamo alle continue scoperte di cibi posti in vendita già avvelenati o adulterati (carni alla diossina, cereali ammuffiti, influenza dei polli, latte alla melamina solo per citare quelli successi e i più noti dell'ultimo anno) che sono il risultato dell'agricoltura industriale. Pensiamo alla differenza impressionante che esiste fra il prezzo pagato al produttore agricolo e quello che costa al cliente finale per via di un mercato intermediario pervertito. Pensiamo all'uso di sementi geneticamente modificate e ai tanti prodotti agricoli tossici immessi nell'ambiente di vita umano solo per avere produzioni a norma dei regolamenti di mercato internazionali. Pensiamo infine alla perdita di sapore dei prodotti da supermercato e alla perdita di poesia dei campi di pianura ormai ridotti a tavole piatte a perdita d'occhio.
La Campagna per l'agricoltura contadina guarda al futuro, a far rinascere una nuova generazione di persone che lavoreranno la terra dove abitano e vivono. Guarda a persone che si vogliono riappropriare del nome di contadino. E per ridare contadini alla terra siamo partiti da poche e semplici proposte che con il tempo e le energie di tutti diventeranno realtà. Anni fa alcuni di noi che ora organizzano questa campagna hanno profuso energie per sostenere leggi a protezione e diffusione della biodiversità delle sementi. Oggi tutte le leggi auspicate sono state tutte promulgate assicurando così piena legaità alle sementi della biodiversità rurale. Per questo motivo crediamo che avremo da aspettarci un'altra vittoria con questa Campagna Popolare, quella di rivedere le facce dei contadini ripopolare le campagne e renderle produttive.
Comitato per L'agricoltura Contadina - www.agricolturacontadina.org
Altri articoli sul tema:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=agricoltura+contadina
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/search?q=agricoltura+contadina
giovedì 13 maggio 2010
Pazzo o sano di mente? - L'esperienza vissuta all'ambulatorio psichiatrico dell'ospedale Umberto I di Roma
Caro Paolo, ho letto con il solito interesse l’intervento sulla pazzia della dottoressa Milena Auretta Rosso, medico iridologo.
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/05/11/%e2%80%9c%e2%80%a6del-doman-non-v%e2%80%99e-certezza%e2%80%a6%e2%80%9d-l%e2%80%99europa-si-e-dedicata-molto-alla-pazzia-basti-pensare-all%e2%80%99elogio-della-pazzia%e2%80%a6-di-milena-auretta-ro/
Certamente non entro nell’argomento stante la sua infinita complessità, in quanto a me sembra che da anni si usi il termine pazzia per riferirsi ad una serie di situazioni diverse. E’ come dire che un sano é "malato".
Che vuol dire é malato? Se ha una semplice influenza, lo si consiglia di stare qualche giorno in casa senza prendere freddo. Se ha una appendicite, lo si ricovera presso un ospedale per operarlo. Se ha un tumore lo si sottopone ora alla chemioterapia, ora ad una radioterapia, ora ad una asportazione chirurgica, ecc.ecc. Quindi, abbiamo tanti malati e ognuno viene curato in forme estremamente diverse, chi in famiglia, chi in ospedale, chi negli ambulatori, ecc.ecc. Lo stesso dicasi per quelle che chiamiamo forme di pazzia. Almeno così capii diversi anni fa quando mi capitava di frequentare per motivi professionali un manicomio, essendo un dirigente di un ente locale che gestiva detta struttura. Ora vorrei riferire alla citata Dottoressa Russo, un episodio mio personale.
Come più volte ricordato, io sono stato per oltre trentaseianni un dirigente di un ente locale, finché sono stato abusivamente licenziato. Nel 2003, volendo aprire un’azione per mobbing nei riguardi di detto Ente e a seguito di una serie di sentenze a me favorevoli, nelle quali le mie azioni erano state indicate ora come finalizzate a perseguire interessi generali di chiara rilevanza sociale e ora a tutelare i diritti dei cittadini che erano stati lesi e le mie argomentazioni erano state definite come nitide e lucide, chiesi un referto alla sezione di medicina del lavoro di una ASL. Questa dopo avermi sottoposto al previsto protocollo da parte di 3 medici, ognuno per un aspetto diverso, mi definì come un soggetto estremamente razionale, idealista e cognitivo. In quell’occasione non potei portare a conclusione la mia azione in quanto detto Ente riinviò ogni decisione alla conclusione degli altri procedimenti civili e amministrativi che erano in corso. Circa due anni fa si é concluso, sempre a mio favore, l’ultimo procedimento che era in corso.
Di conseguenza ho ritenuto rinnovare la visita medica stante la vetustà del precedente referto. Questa volta, però, non potei piu’ utilizzare il suindicato servizio, in quanto, nel frattempo, era stato abolito. Questa volta mi sono rivolto all’ambulatorio psichiatrico dell’Ospedale Umberto I di Roma. Ecco quanto si legge nella diagnosi del relativo referto: DISTURBO DI PERSONALITA’ NON ALTRIMENTI SPECIFICATO. SI EVIDENZIA CURVA GENERALIZZATA CON DI…..CARATTERIZZATA DA RIGIDITA’ E DINAMICHE ANANCASTICHE. Come si legge due diverse, anzi inverse diagnosi. Certo la mia storia mi vedeva rigido, ma rigido nell’osservanza dei miei doveri costituzionali e deontologici di dirigente pubblico. Ecco quanto al riguardo si legge in un articolo di giornale di qualche tempo fa, articolo di cui detti medici hanno preso visione: DIRIGENTE LICENZIATO PERCHE’ TROPPO ONESTO.
Alla mia richiesta scritta di chiarimenti, i responsabili di detto referto, cioé il Prof. Massimo Biondi e il Prof. Nino Anselmi, da buoni italiani, hanno mantenuto il più assoluto silenzio. Come più volte ho detto, io sono abituato all’italico silenzio, anche perché questo rientra pienamente in quel quadro denunciato alcuni anni fa dalla Corte dei Conti in cui i dirigenti scorretti vengono promossi e quelli corretti vengono rimossi e chi di questi evidenzia episodi illeciti non viene tutelato. Ora mi domando: sono razionale e cognitivo o soffro di disturbi di personalità? Forse in un certo modo sono veri tutti e due: nel nostro paese chi é razionale e cognitivo e assolve i suoi doveri di dipendente pubblico può essere soltanto un DISTURBATO NELLA PERSONALITA’.
Per correttezza e per dimostrare la veridicità di quanto riportato nel presente messaggio, il medesimo viene inviato al Prof. Biondi sopra citato.
Saluti, Massimo Sega
(membro della lista di European Consumers)
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/05/11/%e2%80%9c%e2%80%a6del-doman-non-v%e2%80%99e-certezza%e2%80%a6%e2%80%9d-l%e2%80%99europa-si-e-dedicata-molto-alla-pazzia-basti-pensare-all%e2%80%99elogio-della-pazzia%e2%80%a6-di-milena-auretta-ro/
Certamente non entro nell’argomento stante la sua infinita complessità, in quanto a me sembra che da anni si usi il termine pazzia per riferirsi ad una serie di situazioni diverse. E’ come dire che un sano é "malato".
Che vuol dire é malato? Se ha una semplice influenza, lo si consiglia di stare qualche giorno in casa senza prendere freddo. Se ha una appendicite, lo si ricovera presso un ospedale per operarlo. Se ha un tumore lo si sottopone ora alla chemioterapia, ora ad una radioterapia, ora ad una asportazione chirurgica, ecc.ecc. Quindi, abbiamo tanti malati e ognuno viene curato in forme estremamente diverse, chi in famiglia, chi in ospedale, chi negli ambulatori, ecc.ecc. Lo stesso dicasi per quelle che chiamiamo forme di pazzia. Almeno così capii diversi anni fa quando mi capitava di frequentare per motivi professionali un manicomio, essendo un dirigente di un ente locale che gestiva detta struttura. Ora vorrei riferire alla citata Dottoressa Russo, un episodio mio personale.
Come più volte ricordato, io sono stato per oltre trentaseianni un dirigente di un ente locale, finché sono stato abusivamente licenziato. Nel 2003, volendo aprire un’azione per mobbing nei riguardi di detto Ente e a seguito di una serie di sentenze a me favorevoli, nelle quali le mie azioni erano state indicate ora come finalizzate a perseguire interessi generali di chiara rilevanza sociale e ora a tutelare i diritti dei cittadini che erano stati lesi e le mie argomentazioni erano state definite come nitide e lucide, chiesi un referto alla sezione di medicina del lavoro di una ASL. Questa dopo avermi sottoposto al previsto protocollo da parte di 3 medici, ognuno per un aspetto diverso, mi definì come un soggetto estremamente razionale, idealista e cognitivo. In quell’occasione non potei portare a conclusione la mia azione in quanto detto Ente riinviò ogni decisione alla conclusione degli altri procedimenti civili e amministrativi che erano in corso. Circa due anni fa si é concluso, sempre a mio favore, l’ultimo procedimento che era in corso.
Di conseguenza ho ritenuto rinnovare la visita medica stante la vetustà del precedente referto. Questa volta, però, non potei piu’ utilizzare il suindicato servizio, in quanto, nel frattempo, era stato abolito. Questa volta mi sono rivolto all’ambulatorio psichiatrico dell’Ospedale Umberto I di Roma. Ecco quanto si legge nella diagnosi del relativo referto: DISTURBO DI PERSONALITA’ NON ALTRIMENTI SPECIFICATO. SI EVIDENZIA CURVA GENERALIZZATA CON DI…..CARATTERIZZATA DA RIGIDITA’ E DINAMICHE ANANCASTICHE. Come si legge due diverse, anzi inverse diagnosi. Certo la mia storia mi vedeva rigido, ma rigido nell’osservanza dei miei doveri costituzionali e deontologici di dirigente pubblico. Ecco quanto al riguardo si legge in un articolo di giornale di qualche tempo fa, articolo di cui detti medici hanno preso visione: DIRIGENTE LICENZIATO PERCHE’ TROPPO ONESTO.
Alla mia richiesta scritta di chiarimenti, i responsabili di detto referto, cioé il Prof. Massimo Biondi e il Prof. Nino Anselmi, da buoni italiani, hanno mantenuto il più assoluto silenzio. Come più volte ho detto, io sono abituato all’italico silenzio, anche perché questo rientra pienamente in quel quadro denunciato alcuni anni fa dalla Corte dei Conti in cui i dirigenti scorretti vengono promossi e quelli corretti vengono rimossi e chi di questi evidenzia episodi illeciti non viene tutelato. Ora mi domando: sono razionale e cognitivo o soffro di disturbi di personalità? Forse in un certo modo sono veri tutti e due: nel nostro paese chi é razionale e cognitivo e assolve i suoi doveri di dipendente pubblico può essere soltanto un DISTURBATO NELLA PERSONALITA’.
Per correttezza e per dimostrare la veridicità di quanto riportato nel presente messaggio, il medesimo viene inviato al Prof. Biondi sopra citato.
Saluti, Massimo Sega
(membro della lista di European Consumers)
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