L'indignazione mondiale suscitata dalle immagini della devastazione del museo di Mosul in Iraq è segno della gigantesca illusione mediatica nella quale viviamo e della nostra ipocrisia. E' dal 2003, da quando gli americani invasero l'Iraq, che gli iracheni non hanno più lacrime per il loro patrimonio archeologico. Nei primi giorni dopo l'invasione americana sono spariti, forse per sempre, 170.000 reperti di inestimabile valore solo dal museo di Bagdad. Lo stesso museo è stato riaperto nel 2006 solo grazie all'aiuto dell'Italia e degli archeologi torinesi del Centro di ricerche e scavi. Ricostruendo e riproducendo ciò che era possibile ricostruire e riprodurre. Più una magra ricostruzione-consolazione in 3D. Tutti i musei, compreso quello di Mosul, sono stati saccheggiati allora. Saccheggiati in "modo professionale" come disse l'allora direttore del Museo Nazionale di Baghdad. L'Isis, in quanto organizzazione criminale che sa perfettamente che il denaro è il nerbo della guerra ha rubato tutto ciò che ha valore sul mercato: già il 4 giugno 2014, gli abitanti di Bab Nerkal, vicino a Ninive, raccontavano che l'Isis, con con l'assistenza di "archeologi e esperti stranieri", ha "trafugati quattro gigantesche statue assire", a settembre 2014, dopo aver distrutto il mausoleo del profeta Giona, vicino a Mosul, tre statue sono state trasportate verso destinazioni ignote. La lista di questi traffici è molto lunga. Forse l'Isis non è altro che quelle "armi di distruzione di massa" che gli americani cercavano in Iraq.
Tahar Lamri
Commento di Vincenzo Zamboni: "...la situazione internazionale è ingovernabile...." significa, in concreto, che nessuno la sta governando.
Il che mostra, mi pare, che non c'è nessuno in grado di mostrarsi come vertice di una organizzazione gerarchica dinamica capace di stabilire per intero cosa succederò. Siamo in condizioni simili a quelle che Noam Chomsky definisce "poliarchia": molti centri dirigenti scorrelati, poichè ognuno difende i propri interessi particolari."
Nota integrativa di Mason Massy James: "Anche il TG5 l'ha ribadito, in un servizio del 28 febbraio 2015 , in cui di nuovo venivano riproposte le stesse immagini sottolineando la perdita inestimabile che il mondo ha subito al seguito di questa distruzione causata da un integralismo religioso incontrollabile, pericoloso e che "va fermato".
Peccato che pochi secondi dopo la giornalista legge un breve aggiornamento sulla notizia, roba di qualche secondo, in cui ci fa sapere che parte delle opere distrutte sono delle copie in gesso. Sì avete letto bene: copie in gesso.
Informandomi in rete poi, quella "parte di opere false", sembra essere invece praticamente la totalità, secondo gli esperti, ovvero forse una sola era una statua originale.
Ma il punto è questo: solo dopo aver fatto rimbalzare a destra e sinistra su decine e decine di testate giornalistiche, siti, telegiornali, la notizia tremenda che antichissimi reperti erano stati distrutti dall'ISIS, se ne escono con: "ah a proposito, erano solo copie, passiamo allo sport".
Vi invito poi a ragionare su come sia possibile che il califfato, i taglia gole più sanguinari della storia, i pericolosi estremisti islamici che minacciano l'occidente seminando orrore, che dispongono di milioni di dollari di finanziamenti, un reparto dedicato alla comunicazione mediatica che fa invidia a hollywood, si siano così clamorosamente sbagliati e si siano accaniti con martelli e picconi su delle statue in gesso senza valore...."
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