Laura Boldrini stavolta merita attenzione. Ritengo infatti che la sua battaglia per restituire dignità ed identità al ruolo femminile non sia “una sterile polemica femminista” -come affermano certi detrattori- bensì un modo per riportare a galla e finalmente cancellare una tendenza di dominio maschilista che nei secoli ha identificato e stabilito la funzione pubblica nel genere maschile. Non solo “signora Presidente”, come richiesto dalla Boldrini, ma “signora Presidentessa” dovrebbe essere l'appellativo con cui rivolgersi ad una donna che rappresenta il Parlamento.
In Italia, malgrado la subdola manovra per instaurare e stabilire il genere neutro (transgender), i due generi maschile e femminile sono ancora esistenti e vanno rispettati anche nella forma. E lasciamo da parte le battutacce di un tal parvenue renzie, il quale accusa la Boldrini di “perseguire un fine politico, mettendosi a capo della sinistra assieme a Landini, Fassina, etc.”, forse che lui, arrampicatore politico di mestiere, non si è incistato all'interno della sinistra fino a stravolgerne la storia e gli scopi, trasformandola in un partito suo personale? Perché non è rimasto a svolgere il ruolo di sindaco di Firenze invece di impicciarsi della politica nazionale? Solo a lui è consentito parlare e decidere e comandare e metamorfosizzare l'Italia?
Le ultime elezioni nazionali sono state vinte dal centro-sinistra di Bersani, tutti i deputati di maggioranza sono stati eletti con il premio concesso alla coalizione. Ora però renzie governa per conto del centrodestra e con il centrodestra, ricattando la nazione con la scusa della governabilità, e ridicolizza chi tenta di sbarrargli il passo. Ma la ridicolaggine “selfiestica” (da twitter) è tutta sua....
La Boldrini merita rispetto!
Paolo D'Arpini
Portavoce di European Consumers Tuscia
e addetto P.R. della Rete Bioregionale Italiana
Treia - Tel. 0733/216293
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