8 novembre 2025. L'incontro alla Casa Bianca tra trump e Orbán prometteva un certo potenziale memetico, e non ha deluso le aspettative. Lasciando perdere gli scherzi, l'Ungheria pare (sottolineo, pare) avere incassato il "permesso" statunitense per continuare a comprare petrolio dalla Russia, visto che "sono un grande paese, ma non hanno il mare".
Per quanto riguarda la questione ucraina, l'idea di un incontro con Putin resta sempre in piedi e quando sarà il momento di organizzarlo si terrà a Budapest. Di date però non si è parlato, anche se Orbán ha detto di avere "alcune idee" su come far finire il conflitto e che le proporrà a Trump che, dal canto suo, ha detto che al momento la Russia non vuole fermarsi, più i soliti discorsi sulla guerra di Biden che lui non avrebbe mai fatto incominciare e che avrebbe risolto "senza cedere niente".
Dal che si deduce che l'idea che l'Ucraina dovrà alla fine cedere dei territori è data per scontata, e non potrebbe essere altrimenti: ma quali, e quanti? Qui sta, come al solito, il problema (in realtà il problema sta nel fatto che non è solo questione di territori, come abbiamo ripetuto fino allo sfinimento, ma i territori sono certamente la parte più visibile e meno digeribile di tutta la faccenda).
Ovviamente, secondo gli USA, quanti meno possibile e la chiave per convincerli ad abbassare le pretese sta nella pressione economica più che (oltre a) quella militare indiretta: rispondendo alla domanda di una giornalista Trump ha detto che le esportazioni di petrolio russe sono calate sensibilmente, e che i russi "si faranno furbi" e metteranno fine al conflitto.
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