sabato 31 maggio 2025

No alla Repubblica fondata sulla guerra!

 


Contro la Repubblica sottomessa agli imperialisti, con oltre 116 basi e installazioni militari USA e NATO da nord a sud del paese, contro la Repubblica complice dello Stato sionista di Israele che usa il nostro paese come retroterra dei suoi crimini contro il popolo palestinese, contro la Repubblica fondata sulla guerra, il Coordinamento Nazionale No Nato fa appello a comitati, associazioni, sindacati, realtà politiche e singoli a fare del 2 giugno una giornata di lotta per rompere con la propaganda di guerra, contro il tentativo del governo Meloni di rendere il 2 giugno occasione per promuovere la propria retorica bellicista, la corsa al riarmo, l’asservimento alle logiche di guerra imposte da NATO e UE. 


Nel nostro Paese l’opposizione alla guerra, all’economia di guerra e alla propaganda di guerra è diffusa e capillare e può trasformarsi in mobilitazione generale per cambiare il corso delle cose, per interrompere la spirale della Terza guerra mondiale e far saltare i piani dei guerrafondai e dei loro soci. 

Non lasciamo quindi campo libero alle fanfare dei reggimenti dell’esercito, alle celebrazioni e agli appelli all’unità nazionale da parte delle istituzioni ma organizziamo in ogni città banchetti e volantinaggi di controinformazione,  organizziamo la nostra “partecipazione critica” alle celebrazioni istituzionali per ribadire che la nostra è tutt’altro che una Repubblica “democratica, fondata sul lavoro e in cui la sovranità appartiene al popolo” e che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali sul sovranità appartiene realmente al popolo”. 


Utilizziamo volantini, gazebo, megafoni, cartelli, striscioni, magliette, manifesti e ogni altra forma di comunicazione utile per far arrivare in ogni angolo del paese che il nostro è un paese sottomesso agli interessi USA-NATO, alle logiche di guerra promosse dall’UE e complice del genocidio in Palestina e bisogna liberarlo dai guerrafondai che lo governano! 


Verso un 21 giugno di mobilitazione nazionale a Roma, contro la propaganda di guerra e per fermare la spirale della Terza guerra mondiale! 

Alimentiamo il coordinamento degli organismi territoriali! 

Fermiamo la Terza guerra mondiale a partire dai suoi ingranaggi! 

Alimentiamo la mobilitazione generale per liberarci dai guerrafondai! 

 

Coordinamento Nazionale No Nato 



Contatto mail 

coordinamentonazionalenonato@proton.me 

Sito 

https://www.noguerranonato.org/coordinamentonazionale 



Prossimo appuntamento il 2 giugno 2025 a Roma, Largo Argentina, alle ore 10.00




venerdì 30 maggio 2025

Il porto di Trieste in balia di Usa/Nato...



Il 5 marzo 1946, presso il Westminster College di Fulton (Missouri), Winston Churchill dichiarò che «da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente».

A oltre trent’anni dalla fine della Guerra Fredda, Trieste torna ad acquisire una notevole rilevanza geostrategica in qualità di potenziale snodo nevralgico di due progetti infrastrutturali maturati nel contesto della sempre più accesa rivalità geopolitica sino-statunitense. Il primo, di matrice cinese, è stato annunciato da Pechino nel 2013, reca la denominazione di Belt & Road initiative (o Nuova Via della Seta) e si trova ormai da tempo in fase realizzativa; il secondo, partorito dagli Stati Uniti, prende il nome di India Mediterranean Economic Corridor (o Via del Cotone) e deve ancora essere riempito di contenuti ben precisi.

Esiste anche un terzo progetto che annovera Trieste come fondamentale perno logistico, e cioè il Trimarium. Si tratta di una versione del vecchio Intermarium, concepita dal maresciallo Józef Piłsudski con l’obiettivo di riunire in un unico blocco incardinato sulla Polonia i territori compresi tra Mar Baltico, Mar Nero e Mar Adriatico. L’idea era quella di creare una confederazione multietnica, modellata sulla falsariga della vecchia Unione di Lublino, che fungesse da magnete per le popolazioni orientali e meridionali con il fine di minare la coesione interna all’Impero Zarista e smembrarlo lungo linee etniche. 

Allo stesso modo, il più moderno Trimarium si propone di unificare il “grande spazio” ricompreso tra Baltico, Mar Nero e Mare Adriatico attraverso un programma di ammodernamento infrastrutturale (ferrovie, autostrade, condutture energetiche e vie d’acqua) pienamente rispondente alle esigenze della Nato.

Giacomo Gabellini




CONTRO IL PROGETTO DI TRASFORMARE IL NORD ADRIATICO IN UNA BASE NAVALE NATO - CORTEO REGIONALE - 31 MAGGIO ORE 16.00 PIAZZA S. GIOVANNI - TRIESTE

giovedì 29 maggio 2025

Trumb Donaldo sbugiarda i media mentre Hello Mask sbugiarda Trumb Donaldo...


 "Chiederemo conto ai media che diffondono fake news delle loro bugie al popolo americano".  Lo ha dichiarato Trump, aggiungendo che il New York Times e il Washington Post perderanno i loro premi Pulitzer per aver denunciato la Russia di essersi intromessa nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.

"URGENTE! In una vittoria importante nella nostra potente causa contro il Consiglio del Premio Pulitzer per l'illegale e diffamatoria "assegnazione" del loro un tempo molto rispettato "premio" alle false e maligne storie bufala su "Russia, Russia, Russia" prodotte dal fallito New York Times e dal Washington Compost, una corte d'appello della Florida ha decisamente respinto il tentativo corrotto degli imputati di far archiviare il caso. Hanno vinto un Premio Pulitzer per aver riportato notizie completamente errate su "Russia, Russia, Russia". Ora ammettono che si è trattato di una truffa, che non è mai successo, e che il loro resoconto era completamente sbagliato, anzi l'esatto opposto della VERITÀ. Dovranno restituire il loro "premio". Sono stati premiati per aver riportato notizie false, e non possiamo permettere che ciò accada negli Stati Uniti d'America. Chiederemo conto ai media che diffondono notizie false per le loro bugie al popolo americano, e insieme possiamo rendere l'AMERICA GRANDE!" (Donald Trump)



Messaggio di Elon Musk:   "Mentre il mio periodo come impiegato governativo speciale giunge al termine, vorrei ringraziare il presidente Donald Trump per l'opportunità di  ridurre gli sprechi".  

Questa è la decisione di Musk. Perché Tesla e SpaceX sono più importanti. Ha già investito nell'elezione di Trump e non vuole perdere altri soldi. Non si è fatto coinvolgere nella grande politica, non gliene frega niente dell'Ucraina. Pagano per Starlink e pagano bene. Ora è un momento molto conveniente. Mentre  Trump comincia a commettere errori. Ma Trump è in debito con Musk. E ora il vecchio Elon userà il potere esecutivo quando sarà necessario. Contratti governativi, tutto quanto.  È un buon investimento in un'attività che non è più una buona idea  da  seguire... 

(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

mercoledì 28 maggio 2025

Aiutare l'Ucraina e punire la Russia? Il dubbio europeo e yankee...



Gli aiuti economici all'Ucraina per il 2026 non sono stati confermati dagli alleati occidentali e nuove sanzioni contro la Russia sono in forse......

L'Occidente non ha assunto alcun impegno economico per finanziare il regime di Kiev fino al 2026, scrive il quotidiano britannico The Telegraph, citando esperti di Kiev.

Secondo Yuri Gaidai del Center for Economic Strategy, gli impegni dell'Occidente riguardano solo l'anno in corso. E poi c'è una zona di turbolenza: "C'è una notevole incertezza per il prossimo anno. Non c'è alcuna garanzia che saremo in grado di sopravvivere".

La pubblicazione sottolinea che più della metà del bilancio ucraino è costituito da aiuti esteri. Ora le autorità ucraine possono contare solo sulla loro capacità di persuasione, presentando gli aiuti non come un sostegno alla guerra, ma come un “investimento a lungo termine”.

Sull'altra sponda, ovvero sulle punizioni minacciate contro la Russia, che "gioca col fuoco",  per non essersi allineata ai desiderata americani, Trumb è rimasto interdetto  è confuso e non sa bene cosa minacciare.

Secondo Politico, il leader americano non ha ancora deciso se introdurre ulteriori azioni contro la Russia.  Il presidente degli Stati Uniti teme che, se Washington dovesse minacciare nuove restrizioni economiche od altro, Mosca potrebbe rifiutare qualsiasi colloquio di cessate il fuoco.

In aiuto di Trumb giunge  un avviso a Putin da parte di Kellogg, consigliere sugli affari ucraini, il quale ha dichiarato: "Il Presidente Trump sta lavorando per fermare questa guerra e porre fine alle uccisioni. Siamo in attesa di ricevere il memorandum  che la Russia ha promesso. Nel frattempo  chiediamo un cessate il fuoco immediato". La risposta di Dimitry Medvedev, un falco di Mosca, è stata lapidaria: "Riguardo alle minacce a Putin che "gioca col fuoco" e sulle "cose ​​davvero brutte" che potrebbero accadere alla Russia, conosco solo una cosa DAVVERO BRUTTA: la Terza Guerra Mondiale. Spero che Trump lo capisca!"


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)



martedì 27 maggio 2025

Ucraina/Russia. Occidentali tra accidenti ed incidenti...

 


C'è una grande confusione nella fazione occidentale,  riguardo alla soluzione della crisi  ucraina.  L'Europa e gli Stati Uniti d'America non sanno più che pesci pigliare...

Grande Germania: "Il vice cancelliere tedesco Klingbeil ha smentito le dichiarazioni del cancelliere tedesco Merz sulla revoca delle restrizioni sulla gamma di armi fornite all'Ucraina (riferita alla voglia di Merz di rifornire l'Ucraina con i missili Taurus per colpire la Russia)..."

Gran Bretagna: "Il Comando delle forze armate britanniche ha annunciato l'introduzione di una nuova dottrina terrestre, la "20-40-40", che rappresenta una ristrutturazione strutturale dell'approccio alla guerra terrestre. L'enfasi principale è posta sull'integrazione su larga scala dei sistemi senza pilota. Tuttavia non è ancora chiaro come funzionerà in pratica questo sistema, poiché i metodi di guerra britannici non hanno ancora consentito il loro impiego in conflitti ad alta intensità".

America MAGA: "Donald Trump sta valutando l'ipotesi di imporre nuove sanzioni alla Russia questa settimana e ha intenzione di abbandonare il processo negoziale se non vedrà i risultati da lui  attesi".

Ucraina di zelensky: "Le forze armate ucraine, ritirandosi da tutti i fronti, stanno minando i ponti ferroviari e stradali alle loro spalle, cercando in qualche modo di rallentare l'avanzata delle Forze Armate russe..."

E la Russia?: "Putin ha ricevuto al Cremlino il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Durante i colloqui di Mosca, Fidan ha confermato la disponibilità della Turchia a ospitare un nuovo round di colloqui di pace sull'Ucraina..."




lunedì 26 maggio 2025

Ferrara. Cinque macachi, destinati alla vivisezione, liberati e inviati in un centro di recupero in Spagna...


L’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), la LEAL (Lega Antivivisezionista) e la LEIDAA (Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente) accolgono con soddisfazione la notizia del trasferimento dei cinque macachi detenuti presso lo stabulario dell’Università di Ferrara in un centro di recupero in Spagna. Si tratta di una vittoria importante, che pone fine a una lunga battaglia condotta da diverse associazioni animaliste – tra cui OIPA, LEAL e LEIDAA – per ottenere la loro liberazione.


Tutto era iniziato con la scoperta della soppressione del macaco Orazio, uno dei primati custoditi in un’università.
La sua morte aveva destato grande allarme, spingendo le associazioni a depositare denuncia e istanza di sequestro preventivo degli animali per ottenere il relativo trasferimento in una struttura idonea, riconosciuta e autorizzata dal Ministero della Salute.

LEAL, OIPA e LEIDAA hanno quindi chiesto il trasferimento dei macachi presso la struttura “Stella del Nord”, gestito da LEIDAA ( Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente), resasi subito disponibile ad accogliere gli animali .
Nel frattempo le associazioni hanno organizzato una manifestazione pubblica per la tutela dei macachi,

Grazie alle azioni legali e alla pressione dell’opinione pubblica, oggi Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede sono stati finalmente liberati e affidati all’Associazione francese  GRAAL, che si occupa di animali salvati dai laboratori di vivisezione. Vivranno in un centro specializzato in Spagna, dove potranno finalmente essere tutelati e curati.

Il procedimento penale in merito alla vicenda è tuttora in corso, ma OIPA,  LEAL e LEIDAA esprimono piena soddisfazione per il risultato ottenuto. Le associazioni, che hanno presentato istanza anche al Ministero della Salute e al CITES, continueranno a monitorare le condizioni in cui vivono i macachi e il loro stato di salute.

 

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Silvia Premoli - Ufficio Stampa LEAL
mob. 328 044 0635

domenica 25 maggio 2025

Ieri come oggi... L'esercito ucronazista apre le porte ai lanzichenecchi...

 


sabato 24 maggio 2025

Agricoltura ed aumento della popolazione globale...



È stato detto e scritto più volte. Se tutta la superficie coltivabile della Terra fosse divisa fra gli 8 miliardi di persone che la abitano a ciascuno spetterebbe un fazzoletto che dovrebbe rappresentare la superficie dalla quale ottenere le risorse per vivere. Purtroppo, fatti i conti si è visto che così non è. Però anziché  puntare solo ad aumentare la quantità di risorse ottenibili dal proprio fazzoletto gli uomini dei Paesi più  forti hanno deciso di appropriarsi dei fazzoletti dei cittadini dei Paesi più deboli. 

Così la società globale si è indirizzata verso una visione polarizzata in cui coesistono cittadini che dispongono di 8 fazzoletti e cittadini che possono usufruire solo di frazioni del proprio fazzoletto. 

Per combattere la fame nel mondo ci sarebbero tre strade: aumentare la produzione con fertilizzanti, l'aumento della capacità nutrizionale con modificazioni genetiche delle colture alimentari, la protezione della salute dei vegetali con equilibrata   adozione di fitofarmaci. Tutte e 3 le strade trovano però per ragioni diverse opposizione da parte della   componente ambientalista della società civile.

 Ovviamente questo non significa che le 3 strade siano state abbandonate, ma di certo l’intensità con cui vengono perseguite non corrisponde ai criteri di   emergenza che a volte la fame nel mondo richiederebbe.

Ora però una nuova denuncia si aggiunge a creare allarme: l'agricoltura 2.0 e 4.0 potrebbe con le
innovazioni tecniche e scientifiche che la caratterizzano contribuire ad una nuova fase dello sviluppo
agricolo con ovvie ricadute anche sul problema alimentare. Cementificazione e abbandono della terra
costringono l'Italia ad acquisire all'estero il 40% di mais, soia e grano; ed ora si aggiunge il problema dei
dazi americani. I terreni agricoli persi nell'ultimo secolo ammontano al 33% con valori delle % importate
dei prodotti consumati che per carne e grano raggiungono il 60%. Le ragioni di questo abbandono sono
molteplici a partire dall'emergenza siccità dovuta ai cambiamenti climatici ed alla irrazionale gestione
degli invasi per la raccolta dell'acqua piovana. Altre ragioni vanno ricercate nella diffusione di specie
selvatiche, nelle difficoltà gestionali in relazione ai limiti burocratici europei, nella concorrenza da parte
delle importazioni da Paesi come Turchia e Canada dove si coltiva con tecniche non consentite in Italia
per l'uso indiscriminato del glifosato. La mancanza di reciprocità pesa peraltro anche sulla possibilità di
accordi bilaterali. A questo quadro negativo fanno riscontro alcune situazioni favorevoli: l'innovazione
tecnologica con la robotizzazione agricola, le applicazioni all'agricoltura dell' intelligenza artificiale, il
nuovo approccio dell'agricoltura rigenerativa. Questa sfrutta la presenza nel terreno dei microorganismi
preziosi per la sua qualità. Così il suolo viene continuamente rigenerato acquisendo resilienza e fertilità,
sostituendo l'aratura tradizionale, che con la grande profondità coinvolta, comporta una modificazione
strutturale del terreno che finisce per nuocere alla resa del terreno rispetto alle colture su di esso
impiantate.

Luigi Campanella 



venerdì 23 maggio 2025

Ucraina. USAID smobilita...

 


giovedì 22 maggio 2025

Il Vaticano ospiterebbe un incontro Russia/Ucraina...




I colloqui Russia-Ucraina potrebbero tenersi in Vaticano, nel mese di  giugno 2025, ospitati da Leone XIV

Il prossimo round di negoziati tra Russia e Ucraina avrà luogo, probabilmente, a metà giugno in Vaticano. Ne parla il Wall Street Journal, citando fonti vicine alla preparazione dell'incontro.

Secondo la pubblicazione, il 18 maggio u.s., durante un incontro con i leader europei, Donald Trump ha annunciato che avrebbe inviato ai negoziati il Segretario di Stato Marco Rubio e l'inviato speciale Keith Kellogg. L'iniziativa di tenere un dialogo in Vaticano appartiene al nuovo papa Leone XIV e Trump sostiene l'idea e forse lui stesso  potrebbe parteciparvi.

Le autorità statunitensi si aspettano dalla Russia un memorandum con le condizioni per un cessate il fuoco. Il suo contenuto verrà utilizzato per valutare i progressi nella risoluzione del conflitto in Ucraina.  Lo ha annunciato il Segretario di Stato Marco Rubio durante un'udienza al Congresso.

"Molto presto, forse tra qualche giorno, forse questa settimana, si spera che la parte russa presenti le condizioni che vorrebbe vedere, condizioni generali che ci consentano di procedere verso un cessate il fuoco. E questo cessate il fuoco ci permetterebbe di avviare, a loro volta, negoziati dettagliati per porre fine al conflitto. Speriamo che ciò accada. Crediamo che le condizioni proposte dalla Russia ci diranno molto sulle loro vere intenzioni".

"Meloni sente Leone XIV, Vaticano disponibile a ospitare negoziati. Zelensky: "Sì a colloqui diretti". Media: shock dei leader europei per la deferenza di Trump con Putin. Da Ue e Regno Unito nuove sanzioni a Mosca. Rubio: "Nuove misure Usa potrebbero compromettere colloqui con Mosca". Zakharova: eliminare le cause profonde del conflitto"... (Rai News) 




mercoledì 21 maggio 2025

Roma, 21 giugno 2025, mobilitazione contro la guerra, il riarmo e la NATO...




La Nato ha iniziato ufficialmente la discussione sui nuovi obiettivi di spesa militare dei Paesi membri e quanto sta discutendo è perfettamente in linea con i più che ventilati piani di riarmo promossi da Ursula von del Leyen e dalla Commissione Europea. Il Consiglio Atlantico sta esaminando le possibilità da concordare al summit che si terrà a L’Aia dal 24 al 26 giugno 2025, summit che vedrà la partecipazione i capi di Stato e capi di governo dei trentadue membri della NATO, dei loro Paesi partner e dell’UE. La discussione partirà dalla proposta statunitense promossa dal vicepresidente USA JD Vance, di raggiungere almeno il 5% del Pil in spesa per la Difesa, oltre il doppio rispetto al 2% attuale (che, tra l’altro, buona parte dei paesi NATO non è ancora in grado di rispettare), con il Segretario Generale della NATO Mark Rutte che, nel tentativo di tenere insieme le posizioni dei 32 Stati membri, ha proposto che ogni Paese membro della NATO dovrà impegnarsi a spendere almeno il 3,5% del Pil per sistemi d’arma e di difesa ‘classici’, ossia truppe, mezzi e munizioni, e prevedere l’ulteriore 1,5% per la prevenzione della guerra ibrida, i cyberattacchi ecc.

Insomma, la linea della NATO e della UE è chiara: bisogna investire e ancora investire nella promozione della Terza guerra mondiale. Nel frattempo, il governo Meloni cerca di far ingoiare a gran parte della popolazione italiana le proprie politiche guerrafondaie obbedendo da buon cane da guardia agli ordini di Washington, Bruxelles e Tel Aviv: dalle operazioni di “war washing” (vedi l’evento/esercitazione Joint Stars for Charity promossa dal COVI di Roma), alla propaganda della necessità di “adeguare le Forze Armate alle sfide dei nostri tempi”, al silenzio sulle operazioni di guerra sporca promosse da agenti stranieri su suolo nazionale, fino all’apertura ufficiale del bando per la costruzione del nuovo comando NATO a Firenze in barba alle proteste e mobilitazioni che da due anni coinvolgono la città.

E a chi si ribella? Censura, intimidazioni, DL Sicurezza!

Ma nel nostro Paese l’opposizione a tutto ciò esiste, è diffusa e capillare, è vivace e può trasformarsi in mobilitazione generale per cambiare il corso delle cose, per interrompere la spirale della Terza guerra mondiale e far saltare i piani dei guerrafondai e dei loro soci.

La spirale della Terza guerra mondiale può e deve essere fermata solo attraverso una decisa e continua lotta contro la partecipazione del nostro paese ai conflitti in corso, contro il sostegno allo Stato sionista d’Israele deciso più che mai a continuare lo sterminio del popolo palestinese, contro le politiche di riarmo dell’UE e della NATO. Negli scorsi mesi c’è stata un’ampia e sana reazione popolare e di forze politiche, sociali, sindacali alle politiche guerrafondaie che il governo Meloni promuove al soldo degli USA e dei vertici UE. Una reazione che ha vissuto nelle centinaia di iniziative di base diffuse nel paese in ogni città e provincia, nelle mobilitazioni di piazza e presidi, nelle iniziative di carattere nazionale: 4-5-6 aprile promosso dal Coordinamento Nazionale No Nato; la piazza del 5 aprile a Roma promossa dal M5S che ha visto una partecipazione popolare ampia e variegata; il 12 aprile a Milano in solidarietà con il popolo palestinese che ha visto 50.000 persone in piazza; il 25 aprile in cui molte città si è animata e sviluppata la contestazione ai tentativi di delegittimare il 25 aprile dando lustro ai sionisti, al regime banderista di Kiev e al PD che regge il sacco al governo Meloni sulle politiche di guerra. Tutti questi momenti hanno dimostrato che nel nostro paese è viva e vegeta la lotta di resistenza alla Terza guerra mondiale, una lotta che è animata da gruppi e organismi variegati e multiformi ma che è possibile compattare e far marciare uniti se i vari centri di mobilitazione popolare del paese sono disposti a unirsi. 

Il 21 giugno 2025  a Roma sono state convocate due mobilitazioni nazionali: una, convocata da Potere al Popolo e altri organismi che hanno lanciato questa data a seguito dell’assemblea del 13 aprile scorso a Roma; l’altra, convocata dai promotori della campagna “Stop rearm Europe” che risponde ad un appello di numerosi organismi europei ed è stata lanciata in una riunione internazionale, partecipata da oltre 90 organismi, lo scorso 5 maggio.

Due piazze per il prossimo 21 giugno sarebbero inevitabilmente disgreganti e dispersive per l’ampio e diffuso fermento popolare che cerca un riferimento e momenti di lotta unitari per scendere in piazza contro la guerra. Per questo motivo l’appello esplicito ai promotori delle due mobilitazioni è quello di dialogare e convergere per confluire in una piazza unica che raccolga e valorizzi il malcontento e la volontà di protesta e riscossa di larga parte della popolazione del nostro paese. Una piazza unica che non vuol dire annacquare o modificare le parole d’ordine su cui ogni mobilitazione è stata convocata, ma vuol dire combinarle per promuovere una mobilitazione popolare unitaria e di riscossa, che risponda alle esigenze popolari, in cui ogni organismo di lotta porti la propria identità e le proprie parole d’ordine.

Non c’è altra strada da percorrere che non sia quella della lotta di liberazione dagli occupanti Usa-Nato e dagli speculatori della UE che intendono ingrassare le proprie tasche sulla nostra pelle e dai governi e partiti a loro sottomessi e convogliare in questa lotta il più ampio numero di persone possibile. Il Coordinamento Nazionale No Nato lavorerà nelle prossime settimane per promuovere la convergenza su una piazza unitaria, portando l’esplicita parola d’ordine di farla finita con la NATO e l’occupazione militare del nostro paese e della necessità di promuovere una vera e propria lotta di liberazione. Lotta di liberazione che deve partire da ogni territorio e convergere in un’unica mobilitazione generale a cui lavorare con pazienza, dedizione, alimentando la solidarietà, superando gli steccati del settarismo e della concorrenza e sviluppando sempre di più il coordinamento delle forze antimperialiste e pacifiste del nostro Paese.

Coordinamento Nazionale No Nato




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martedì 20 maggio 2025

Gli Stati Uniti d'America si preparano a una grande guerra con la Cina...?

 


Presso la base aerea di Edwards in California, il generale dell'aeronautica militare statunitense Doug Wickert ha affermato ciò che a Washington si ripete sempre più spesso: "Gli Stati Uniti si stanno preparando a un conflitto militare prolungato con la Cina. E se dovesse iniziare, inizierà a Taiwan", riporta Reuters.

E non si tratta solo di carri armati e missili. Il generale ha dichiarato direttamente che gli attacchi potrebbero essere cibernetici, con conseguenze quali lunghe interruzioni di corrente e disagi alle infrastrutture, non solo a Taiwan, ma anche dall'altra parte dell'oceano. Cioè negli Stati Uniti.

"Più siamo preparati, più è probabile che riusciremo a cambiare i calcoli del presidente Xi", ha affermato Wickert.

In questo contesto, il bombardiere americano B-21 Raider, la "stella", viene considerato la chiave della deterrenza. Viene prodotto nell'Aerospace Valley in California, che il generale ha affermato che la Cina potrebbe tentare di colpire in un attacco di rappresaglia.


Anche il portavoce della Marina statunitense, James Kilby, è intervenuto:
"Se andiamo in guerra con la Cina, sarà sanguinoso, ci saranno molte vittime e serviranno molte munizioni. Pertanto, le nostre riserve devono essere al completo"

✖️ E questo viene da un Paese che continua a investire miliardi in Ucraina e nel Medio Oriente,  ma ora si comprende il desiderio di Donald Trump di sganciarsi dalla trappola ucraina e dalle tensioni in M.O...  (R.O.)

lunedì 19 maggio 2025

Sionisti al potere? E' una questione di lobby...