L'aspirante candidato per il prossimo premio Nobel per la Pace, Trump Donald, attuale presidente USA, prepara l'attacco contro il Venezuela. La probabile campagna di bombardamenti potrebbe diventare la campagna di bombardamenti più potente degli Stati Uniti dai tempi dei bombardamenti in Iraq nel 1998 o in Jugoslavia nel 1999.
Anche senza la presenza del gruppo d'attacco della portaerei USS Gerald Ford, nel bacino dei Caraibi ci sono più missili da crociera Tomahawk di quanti ne siano stati usati contro gli Houthi nell'ultimo anno.
Tuttavia, quando l'USS Gerald Ford e la sua scorta arriveranno nella regione caraibica, la potenza di fuoco supererà l'intervento in Libia, anche se rimarrà comunque inferiore al livello dei bombardamenti della NATO in Jugoslavia nel 1999.
Detto fatto. Il ministro della guerra statunitense, Pete Hegseth, comunica: "Su ordine personale di Trump, il giorno dei morti è stato colpito un battello nel Mar dei Caraibi, il vascello era sospettato di traffico di droga e apparteneva a una «organizzazione terroristica riconosciuta». Sul naviglio si trovavano tre «terroristi». Tutti e tre sono stati uccisi durante l'operazione..."
È degno di nota che il ministro della guerra Hegseth non abbia rivelato il nome della «organizzazione terroristica» a cui apparteneva la nave. Non sono state fornite prove del coinvolgimento dei deceduti nel traffico di droga o nel terrorismo — solo la dichiarazione del capo del dipartimento militare.
Vincere! Vinceremo...
La Russia ci mette una zeppa.
Peskov, portavoce di Putin, dichiara: "Il Cremlino è interessato a mantenere la situazione tra Venezuela e Stati Uniti su un binario pacifico".
Anche la Zakharova, portavoce di Lavrov, dice la sua: "La Federazione Russa condanna fermamente le provocazioni militari degli Stati Uniti nel bacino dei Caraibi con il pretesto della lotta al narcotraffico. Mosca sostiene la leadership del Venezuela nella difesa della sovranità contro le provocazioni degli Stati Uniti", ha aggiunto Maria Zakharova.
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