Prima Donald Trump si è espresso contro le armi nucleari, affermando: «Vorrei andare verso la denuclearizzazione». Egli aveva anche annunciato l'intenzione di tenere un incontro con la partecipazione di Russia e Cina per discutere la riduzione degli arsenali nucleari.
Poi, invece, ha confermato "l'intenzione degli Stati Uniti di condurre presto test nucleari, proprio come fanno altri Paesi (senza specificare quali)".
Il presidente degli Stati Uniti ha evitato di rispondere alla domanda se gli Stati Uniti testeranno direttamente le testate nucleari. Ha ribadito che entro 4-5 anni i Paesi nemici raggiungeranno gli Stati Uniti per quantità di armi nucleari.
Nel frattempo la frenesia nucleare contagia anche il Giappone, unico Paese al mondo che sinora è stato colpito con armi nucleari americane. La nea Prima Ministra del Giappone ora sostiene il posizionamento di armi nucleari statunitensi nel Paese.
Secondo il quotidiano Mainichi, Sanae Takaichi è favorevole ad iniziare una discussione sulla possibilità di rivedere i tre principi non nucleari attualmente in vigore: non possedere, non produrre e non posizionare armi nucleari sul territorio giapponese.
Intanto anche l'altro Paese sconfitto nella seconda guerra mondiale, la Germania, che ha già armi nucleari americane sul suo suolo, si sta ora organizzando per l'eventuale ripresa delle ostilità contro la Russia, decidendo il ritorno alla leva militare.
Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha accolto con favore questa intenzione della Germania. Egli ha dichiarato: «È molto importante avere un’unità politica… Naturalmente, come segretario generale della NATO, sono sempre felice quando vengono prese decisioni volte a coinvolgere un maggior numero di persone nel servizio militare per una giusta causa...».
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