giovedì 4 luglio 2024

Tracce di Ecologia Profonda, nella visione di Arne Naess (ed altri) e l'auto-realizzazione in senso ecologico...

 


Arne Naess e altri hanno proposto una raccolta di otto principi per caratterizzare il movimento della ecologia profonda come parte di un movimento ecologico generale. In molte nazioni occidentali i sostenitori dei principi della piattaforma provengono da  retroterra di pratiche e filosofie differenti. 

Quello che li rende uniti è la visione a lungo termine di quello che è necessario fare per proteggere l’integrità delle comunità e dei valori ecologici della Terra. I sostenitori dei principi hanno una diversità di credenze fondamentali. Per “credenze fondamentali” intendiamo i loro terreni metafisico personale e religioso di base, per i loro valori, le azioni e il sostegno al movimento dell’ecologia profonda. Qui sotto vengono presentati i principi della piattaforma del movimento della ecologia profonda così come furono originariamente proposti da Arne Naess e George Sessions nel 1984 durante un viaggio turistico nella Valle della Morte in California. 

1. Il benessere e la prosperità della Vita umana e non umana sulla Terra hanno un valore proprio (sinonimi: valore intrinseco, valore inerente). Questi valori sono indipendenti dall’utilità che il mondo non umano ha per soddisfare gli scopi umani. 

2. La ricchezza e la diversità delle forme di vita contribuiscono alla realizzazione di questi valori e sono inoltre valori per se stessi. 

3. Gli uomini non hanno il diritto di ridurre questa ricchezza e diversità tranne che per soddisfare i bisogni umani vitali. 

4. La prosperità della vita e delle culture umane è compatibile con una sostanziale diminuzione della popolazione umana. La prosperità della vita non umana richiede tale diminuzione. 

5. L’attuale interferenza umana nei confronti del mondo non umano è eccessiva e la situazione sta rapidamente peggiorando. 

6. I comportamenti devono quindi essere modifcati. Questi comportamenti hanno influenza sulle strutture economiche, tecnologiche e ideologiche di base. La situazione risultante sarà profondamente differente da quella odierna. 

7. Il cambiamento ideologico è principalmente quello di apprezzare la qualità della vita (vivere in condizione di valore inerente) piuttosto che cercare un tenore di vita sempre più alto. Ci sarà una consapevolezza profonda della differenza tra il grande fisico (big) e il grande metafisico (great). 

8. Coloro i quali sottoscrivono i punti precedenti hanno l’obbligo di cercare, direttamente o indirettamente, di attuare i necessari cambiamenti. Chiunque sottoscriva questi otto principi è chiamato da Naess e da altri a diventare un sostenitore del movimento dell’ecologia profonda, non a diventare un ecologista profondo. 

Naess crede che la defnizione “ecologista profondo” sia troppo presuntuosa, mentre “ecologista superfciale” sia scortese. La parola “sostenitore” è più ghandiano e ricco per interpretazioni. Come già detto, Naess sottolinea che coloro i quali sostengono questi principi possono farlo partendo da un ampio spettro di vedute fondamentali differenti. Proprio come gli uccelli costruiscono differenti tipi di nidi nei differenti habitat, così le culture umane che hanno origine in luoghi ecologici con i propri valori inerenti sviluppano condizioni diverse di ordine pratico, sociale e tecnologico. 


Naess chiama la sua flosofa suprema Ecosofa T. Egli è infuenzato profondamente dal friluftsliv norvegese (un movimento per sperimentare la vita all’aperto, vedi Henderson, 1997), dalla non violenza ghandiana, dal buddismo Mahayana e dal panteismo spinoziano. T si riferisce a Tvergastein, il rifugio di montagna di Naess dove la maggior parte dell’Ecosofa T è stata elaborata. T si riferisce anche alla parola norvegese “interpretazione” (tolkning) che è centrale nella sua flosofa del linguaggio e della comunicazione. Una norma di base dell’Ecosofa di Naess è la Realizzazione del Sé! per tutti gli esseri. 

Il Sé da realizzare per gli uomini non è il sé del proprio ego (s minuscola), ma il Sé più grande ecologico (S maiuscola). Questa distinzione sé/Sé ha delle affinità con il buddismo Mahayana. Naess dice che noi possiamo realizzare i nostri Sé ecologici in differenti modi. Il percorso da seguire di cui parla maggiormente è l’estensione dell’identifcazione. Egli presume che una persona sia integra ed abbia un sano ego così da evitare la possibilità che si manifesti il sé piccolo e la sua parte oscura. Naess tenta di esaminare questa sua visione totale partendo sola dalla norma: AutoRealizzazione!, Self-Realization! 

Per Auto-realizzazione si intende: “l’Auto-realizzazione di tutti gli esseri!” Il punto esclamativo viene usato per sottolineare che non si tratta di una semplice esposizione, ma che la frase dice qualcosa che deve essere fatto. Naess sente questa norma come la base della sua ecosofia di vita. 

Egli sprona gli altri a sviluppare le proprie ecosofe basate sulle proprie visioni supreme. L’Auto-realizzazione per gli uomini, dice, può essere raggiunta in una grande varietà di modi. Il suo metodo è quello di allargare il proprio senso di identifcazione verso un senso più ampio del Sé. Tutti gli uomini hanno questa capacità insita nella propria natura, come Naess e altri hanno osservato comparando le diverse culture. Noi tutti abbiamo la capacità di metterci in relazione con un senso molto più vasto del sé, che trascende l’ego, estendendo il nostro senso di identifcazione oltre il solito punto focale dell’ego e andando verso una sfera più ampia di interrelazioni. Altri scrittori che sostengono i principi della piattaforma del movimento ecologista profondo hanno criticato l’estensione della propria identificazione. 

Alan Drengson - Oregon State University

Risultati immagini per Alan Drengson ecosofia

(Tratto da: The Trumpeter: Journal of Ecosophy, Vol 14, No. 3, Summer 1997, pp. 110-111) 



Testo in sintonia: 

"Riciclaggio della memoria. Appunti, tracce e storie di ecologia profonda, bioregionalismo e spiritualità laica" - Per info. 393.2362091





mercoledì 3 luglio 2024

Formosa mostra i muscoli per il prossimo conflitto contro la Madrepatria Cina...



L’esercito dell'isola di Formosa  sta adottando le “migliori” pratiche del conflitto ucraino, attacchi dinamitardi e terroristici compresi, per tenersi pronta ad affrontare la Madre Patria rinnegata, ovvero la Cina. 

I governanti di Taiwan prevedono infatti di collocare depositi di armi e  munizioni nei templi buddisti e taoisti dell'isola, così come negli ospedali e nelle scuole. Inoltre  le munizioni verranno consegnate lì da  adesso, come parte delle esercitazioni militari. Taiwan già ora ospita esercitazioni ogni due mesi con la partecipazione di istruttori e marines americani.

L'80% dei taiwanesi sono religiosi e il nuovo presidente dell'isola, William Lai, è in contrasto con loro. È già riuscito a mettersi  contro  i rappresentanti delle varie fedi tradizionali e con una guerra alla propria storia, avendo demolito dei monumenti a Chiang Kai-shek e adesso sta trasformando anche i templi ed i monasteri in basi militari.

Il fermento si sta intensificando nell'isola, che è parte integrante della "Unica Cina" riconosciuta dall'ONU. L'opposizione, rappresentata dal Kuomintang, sta cercando di modificare l'assetto governativo attuale e cercando di costringere il nuovo presidente e il suo governo a rendere conto delle loro politiche filo americane. Il Kuomintang, a sua volta, viene accusato di voler scuotere la situazione e riconsegnare l'isola alla Madrepatria cinese.

Oppure scoppierà una guerra aperta dopo le elezioni americane e la possibile vittoria di Trump, i cui consiglieri militari  stanno già promettendo di "declassare" la guerra ucraina in  Europa e di lanciare tutte le loro forze in Asia contro la Cina.

Si prevede, in tal caso,  che la situazione intorno a Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale diventerà esplosiva. E ci si può aspettare qualsiasi scenario: dal blocco navale sullo sfondo di elezioni caotiche e instabilità negli Stati Uniti a un conflitto acceso.

Malek Dudakov



martedì 2 luglio 2024

Ucraina nel caos civile e militare...



La NATO preoccupata per la situazione incerta che si è venuta a creare  invierà alti funzionari civili in Ucraina. I rappresentanti dell’alleanza atlantica si concentreranno sulla modernizzazione militare e sul sostegno "non militare" a Kiev. In questo modo la NATO spera di coordinare meglio l'assistenza all'Ucraina, riferisce The Wall Street Journal.

Inoltre, si prevede di creare un nuovo comando a Wiesbaden, in Germania. Circa 700 militari provenienti dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali controlleranno la fornitura di attrezzature a Kiev e l’addestramento dei militanti ucraini.

L'apprensione per i nuovi approcci della NATO è aumentata a causa dei timori per la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali. Mentre
  in Ucraina divampa un nuovo conflitto tra leadership civile e militare.

Da un lato, Zelensky ha licenziato il comandante delle forze congiunte delle forze armate ucraine, Yuriy Sodol. D'altra parte, è iniziata una campagna di informazione contro il comandante in capo delle forze armate ucraine, Alexander Syrsky, e hanno chiesto che fosse aperto un procedimento penale contro di lui.

La deputata della Rada Maryana Bezuglaya ha affermato che nelle forze armate ucraine il livello medio di personale delle brigate è del 40-50%, il comando però non è impegnato in personale aggiuntivo ma sta creando nuove unità. Secondo lei, ciò viene fatto per impiegare più ufficiali e generali e creare ulteriori “sistemi di retroguardia”.




lunedì 1 luglio 2024

Lavorare per l'opposizione alla guerra in Europa....

 


L'obiettivo  è fare un bilancio delle prospettive dell'opposizione alla guerra dopo il voto europeo di questo giugno (8-9 giugno 2024 in Italia).

Su una idea - come prospettiva - intendiamo comunque lavorare, noi Disarmisti esigenti (e collaboratrici/collaboratori): premere perché si costituisca, al Parlamento europeo, un gruppo parlamentare incentrato, per l'intanto, sull'uscita dell'Europa dalla guerra. Un gruppo parlamentare autonomo di "obiezione alla guerra" a Bruxelles-Strasburgo.

In subordine, come tappa più immediata, concreta e realistica, si può pensare ad un gruppo interparlamentare degli eurodeputati "pacifisti" con un minimo di coerenza: quelli che comprendono che gli auspicati (spesso solo a parole) "cessate il fuoco", nei conflitti armati in corso, non si ottengono rifornendo di strumenti bellici i combattenti, meno che mai nell'epoca in cui sono impensabili "guerre giuste".
Anche per questo abbiamo indetto un presidio a Strasburgo, dal 16 al 19 luglio, davanti al Palazzo del Parlamento, in concomitanza con l'apertura della nuova legislatura.

Questa iniziativa non significa, da parte nostra, una propensione mal ruminata alla centralità della dimensione istituzionale per l'azione dei movimenti di base. 

Significa, però, riconoscere di fare parte, come movimenti, di uno spazio pubblico in cui la democrazia rappresentativa ha da essere seriamente considerata e interloquita, in una ottica che la pone in rapporto con la democrazia partecipativa e la democrazia diretta. 

Noi, eredi di una cultura e di una organizzazione antimilitarista nonviolenta "centenaria", continuiamo però nella lotta di base  organizzando, per quanto è nelle nostre possibilità, la mobilitazione anche e soprattutto attraverso gli strumenti dell'azione diretta e della disobbedienza civile.

Il rischio che stiamo correndo tutte/tutti è gravissimo e si può scivolare, da "sonnambuli", persino nella guerra nucleare!

Se è vero che è stato scavato un baratro tra rappresentanza e popolo (più del 50% non si è recato alle urne!), e se è vero che in questa tornata europea si è addirittura allargato (complice la paura del fascismo che ha sovrastato la paura della guerra), faremo la nostra parte perché, per varie vie, non si disperda la mobilitazione entusiasta, ma non convincente, con al centro il tema della pace, che abbiamo visto svilupparsi in questi mesi di campagna elettorale.

Disarmisti Esigenti