sabato 12 aprile 2014

La truffa dell'emissione monetaria a debito - Di chi è il denaro che la BCE "presta" agli stati europei?



Per dare in prestito un bene bisogna esserne proprietari. Pertanto, qualunque banca fornisca denaro in forma di prestito deve dichiararlo ri-conoscerlo prima come sua proprietà, ovvero registrarlo a bilancio in attivo.

Diversamente, ovvero non così facendo, compie certamente un falso e una truffa:
- O perché, quale proprietario, ha omesso la dichiarazione di proprietà,
- O perché, quale non proprietario (come risulta dall'assenza di dichiarazione) ha prestato un bene non proprio.
Fed, Bce ed ogni altro istituto a qualunque titolo emittente denaro ha dunque l'obbligo di registrarlo preventivamente in attivo, prima di darlo in prestito.


Naturalmente, nel caso di emissione ex novo, deve anche giustificare il valore dichiarato e la sua provenienza.
Tale valore NON corrisponde ad alcun lavoro produttore di valore (che è infatti la attività specifica unica generatrice di valore): registrare dunque x $, oppure eu, emessi come x valore (nominale) posseduto è comunque un falso, essendo il valore di lavoro incorporato irrisorio rispetto al valore nominale.


Di fatto, il denaro è un certificato di valore, e come ogni certificato la sua produzione non corrisponde in alcun modo al valore del bene dichiarato reale (valore del lavoro produttivo).


Pertanto, la banca centrale emittente ha diritto a farsi pagare dallo Stato unicamente il costo tipografico dei biglietti, o il mero costo di emissione elettronica come registrazione elettronica.


Solo uno stato legittimo reale rappresentante del popolo ha diritto ad esercitare la sovranità monetaria, quale garante, politicamente sotto il controllo politico del popolo medesimo.
Fed, Bce e banche emittenti centrali sono completamente fuorilegge per falso in bilancio e truffa.


I loro dirigenti vanno arrestati e posti in condizione di non nuocere, onde ripristinare la correttezza finanziaria ed eliminare la truffa a danno dei cittadini.

Vincenzo Zamboni




Commento di Patrizia Principi:
"I vincoli dei trattati europei non offrono molti margini di manovra e così i tempi di attuazione paiono ancora lontani. Il pericolo è che siamo entrati in una fase in cui la dipendenza dei mercati finanziari dagli stimoli esterni delle banche centrali si è fatta sempre più forte. Ne consegue che chiudere i rubinetti o semplicemente ridurne la gittata potrebbe causare complicazioni sul valore delle quotazioni. Perché, in teoria, mercati assuefatti esigerebbero dosi sempre maggiori, per sostenere i prezzi in territori inesplorati."

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