Teologia politica e diritto è il titolo del libro di Geminello Preterossi uscito per i tipi di Laterza. Si tratta di un testo importante, che rappresenta forse una epitome del lungo e apprezzato lavoro di ricerca che l’Autore ha inaugurato con la monografia Carl Schmitt e la tradizione moderna nella metà degli anni Novanta.
I due ambiti tematici indicati nel sobrio titolo, cioè la teologia politica e il diritto, costituiscono infatti la materia viva su cui Preterossi riflette da sempre, ma in questa circostanza si registra un salto, che consiste nella intensificazione della loro esposizione alla luce di quel magma filosofico che chiamiamo ancora il Moderno.
Siamo costretti ad essere parte del Moderno, anche nostro malgrado, nonostante le mode culturali, nonostante i vari prefissi “post” che vorrebbero spingerci verso un ineffabile “oltre”. Il messaggio che ci giunge da queste pagine è che per comprendere la dimensione politico-giuridica bisogna confrontarsi con tutta la tradizione moderna, che è quella che parte da Cartesio (nella metafisica) e Hobbes (nelle scienze politiche e giuridiche) per giungere sino ai nostri giorni.
Il rapporto che Preterossi allaccia con questa trazione è passionale e coinvolgente, riprodotto in una prosa che è al contempo misurata e accalorata, precisa e debordante. Non si tratta affatto di un testo facile, tantomeno da recensire, anzi, presenta una complessità notevole, necessitando una assimilazione lenta e meditata. Come avviene in tutti i grandi libri, al centro c’è una sola grande idea che trova sviluppo in variegati pensieri, una sola grande questione che viene approfondita con la forza con cui si deve maneggiare la pietra portante che dovrà reggere tutto l’edificio...
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