Dopo gli esami del DNA per stabilire la certezza di essere di stirpe ukraina, in un Paese che si chiama Ukraina poichè krajna vuol dire terra cerniera, di transito, di contatto, di mescolanze, un Paese fatto di Polacchi, Ceki, Russi, Ungheresi, Moldavi, Bulgari, Rumeni e quant'altro da almeno mille anni a questa parte, ecco che a Kiev nasce
IL SERVIZIO DI STATO PER L’ETNOPOLITICA...
Così in Ukraina comincia la demolizione dei Monasteri ortodossi.
Come in Kosovo e Metohija da trent'anni a questa parte.
Come i polacchi visti ieri a bruciare bibbie perché scritte in cirillico.
Come i fascisti croati nelle Krajne balcaniche.
E ci raccontano che la guerra alla Russia è questione di democrazia e civiltà.
Compreso Bergoglio che propone di dar fuoco ai Ceceni tutti perchè barbari per etnia.
Siamo al Nazismo, sarebbe ben ora di rendersene conto.
Ma guai a dirlo, se no si passa per Putiniani, o tra 'compagni' per filo-imperialisti russi.
Jure Eler
VIOLENZA RELIGIOSA, "GRANDI" INQUISITORI E OMERTOSO SILENZIO
Il primo dicembre notte, mentre gran parte della “sua” popolazione dormiva al freddo, il capo del regime di KIEV se n'è uscito
- IN INGLESE, lingua che la maggior parte della popolazione del “suo” Paese non capisce
- Con un proclama sulle misure CONTRO la Chiesa ortodossa ucraina che fa riferimento al Patriarcato di Mosca
Il primo dicembre notte, mentre gran parte della “sua” popolazione dormiva al freddo, il capo del regime di KIEV se n'è uscito
- IN INGLESE, lingua che la maggior parte della popolazione del “suo” Paese non capisce
- Con un proclama sulle misure CONTRO la Chiesa ortodossa ucraina che fa riferimento al Patriarcato di Mosca
Ciò che mi preme sottolineare è che ad adesso, NE’ su “vatican news”, NE’ sull’Osservatore Romano, è pubblicata una nota che parla di questo. I SERVIZI SEGRETI UCRAINI STANNO ENTRANDO E METTENDO A SOQQUADRO MONASTERI E CATTEDRALI,
https://t.me/voenkorKotenok/ 43185
ma di QUESTA persecuzione dei cristiani ortodossi d’Ucraina, che ricordiamo prima della SVO erano LA MAGGIORANZA DEI FEDELI, il Vaticano non dice nulla.
Al contrario, la sua diplomazia, come già denunciato, ha lavorato al regime di KIEV per la stesura di un CONCORDATO per la promozione della PROPRIA fede. E a quanto pare, da questo silenzio che è molto, ma MOLTO, esplicito, CI STA LAVORANDO ANCORA. Cristiani che fanno concorrenza ad altri cristiani, tacendo sul crimine orrendo in corso d’opera. E non tanto per quelle mura, ma per chi le abitava, le frequentava, cercava in esse non dico una risposta ai propri quesiti esistenziali, ma anche solo un po’ di conforto. VERGOGNA! A TUTTI, AL NAZISTA ZELENSKIJ E A CHI QUI TACE PUR SAPENDO. Come funzionerà poi? Manderanno i gesuiti o i greco-ortodossi? Con cosa cominceranno? Dal togliere le iconostasi o dal mettere panchine, organetto e chitarra? Con qualche canzonetta evangelica in inglese? O perché no gospel visto il periodo?
Torniamo al testo delirante del cane da guardia Zelenskij. Parla di “spiritual independence” SCRIVENDO SUL “SUO” CANALE TELEGRAM IN INGLESE, nella lingua del “SUO” PADRONE. Evidentemente, “l’indipendenza spirituale” dell’Ucraina passa da Washington.
Il delirio prosegue: “We will never allow anyone to build an empire inside the Ukrainian soul”. “Costruire un impero nell’anima Ucraina”. Dai tempi di Evola che non sentivo cagate di questo livello. E speravo di non sentirne più. L’anima ucraina (українськa душa), calco di russkaja dusha, anima russa. Usato, quest’ultimo termine, con molta cautela. Per un motivo semplice. Perché la Russia è un Paese dove convivono popoli, culture, religioni diversissime fra loro. Usato, quindi, in maniera perlopiù letteraria, come quando la mia prof cercava di farmi capire concetti come TASKA difficilmente traducibili in italiano. Un po’ come l’anima portoghese-brasiliana e la sua Saudade, che si tinge “d’azzurro color di lontananza”. Un calco di merda, quindi. Strumentale, nazionalistico, banale, brutto. Come tutte le cose che fanno storicamente i fascisti quando riescono a uscire dalle loro fogne, del resto.
E qui, l’“anima ucraina” è erta a soggetto autonomo (e che soggetto!). Da nipponista mancato quale sono, mi viene in mente un certo Yukio Mishima. Il quale concluse la sua parabola autodistruttiva con un seppuku rituale. Il coglione attuale, che di Mishima non ha neppure la bravura come scrittore, né la tormentata spiritualità, è solo malato di mente, se ci è, o continua a fare l’attore, se ci fa. Ma le cancellerie vaticane tacciono, oltre che i cinegiornali luce.
E ancora. “The ukranian soul” diviene anche AUTOMATICAMENTE oggetto di DIFESA (da parte dei suddetti fascisti) contro chi vuole “costruirvi un impero”. QUEI monasteri ci sono decisamente da più tempo di QUESTI fascisti. Dal solo punto di vista storico, non è difficile “trovare l’intruso”. Ma tant’è. Proseguiamo.
Passiamo in SOLE due righe da “connections of certain religious circles in Ukraine with the aggressor state” (rapporti di CERTI circoli religiosi in Ucraina con lo stato aggressore) a “draft law on making it impossible for religious organizations affiliated with centers of influence in the Russian Federation to operate in Ukraine”, a un disegno di legge per RENDERE IMPOSSIBILE, a organizzazioni religiose affiliate con centri di influenza nella Federazione Russa, di operare in Ucraina”.
“Making it impossible to operate”: ovvero, PROIBIRE. L’anima ucraina, quindi, può nutrirsi di chiesa cattolica, di chiesa di regime, di evangelici, di testimoni di Geova, di induisti, di sikh, di buddhisti, di “quelo”. Può anche abbuffarsi di CONSUMISMO, di relativismo culturale, di fascismo, di nichilismo, persino di cupio dissolvi, di spazzatura, di tutto (quasi tutto… marxismo già epurato da anni..). MA NON di quello di cui la MAGGIORANZA della sua popolazione si è nutrita sinora. “Per la “tua” indipendenza. Perché lo dico IO. Che SO cosa ti fa bene e cosa ti fa male. E SO cosa ti rende “indipendente”.”
E PER FARLO ECCO L’ISTITUTO APPOSITO! LA MASSIMA AUTORITA’ IN MATERIA! “The State Service for Ethnopolitics and Freedom of Conscience” (originale Державній службі з етнополітики та свободи совісті, qui recuperato dalla pubblicazione in ucraino del suo sproloquio su sito presidenziale
https://www.president.gov.ua/ news/mi-garantuyemo-ukrayini- duhovnu-nezalezhnist- zvernennya-prez-79577): IL "SERVIZIO DI STATO PER L’ETNOPOLITICA E LA LIBERTA’ DI COSCIENZA (sic!)”!
La MIA libertà di coscienza PASSA QUINDI per questo “SERVIZIO DI STATO”! Servizio che non si fa scrupolo, il ducetto e neanche tanto in erba, di sottolineare come TALE ISTITUTO debba “assicurare L’ESAME RELIGIOSO” (“ensure the religious examination”) “riguardo la presenza di rapporti CANONICI e CLERICALI col patriarcato di Mosca” (for the presence of a church-canonical connection with the Moscow Patriarchate) “da parte della CHIESA ORTODOSSA d’UCRAINA” (of the Ukrainian Orthodox Church).
Le “chiese patriottiche” in Cina mi pare, ma non sono un vaticanista… che non stiano tanto simpatiche al Vaticano. Qui le cose cambiano? Oppure cambiano solo perché a subire non è il Vaticano? Anzi, visto che è la “concorrenza” (mamma che tristezza…)… daje??
Quarto punto… immancabile, come la scena delle tette in un film di Alvaro Vitali. Le liste di proscrizione! “the surnames will be made public soon.” Inquietante, quel “soon”. Della serie “vi staneremo tutti, maledetti…”
Il Quinto punto è un inno alla neonata Inquisizione. Torquemada Zelenskij propone di “elevarne lo status e ampliarne i poteri” (raise the status and strengthen the capabilities)…
Dedichiamo a Torquemada le ultime righe di questo passo dei Brat’ja Karamazovy, che il mondo conosce come “Il grande inquisitore”, opera del suo odiato, perché russo (o perché a “squola” pigliava sempre quattro…) Dostoevskij. Chiede Aljosha a suo fratello Ivan:
– E come termina il tuo poema? – domandò a un tratto, con lo sguardo a terra, – o è già terminato?
Чем же кончается твоя поэма? — спросил он вдруг, смотря в землю, — или уж она кончена?
– Io volevo finirlo così: l’inquisitore, dopo aver taciuto, aspetta per qualche tempo che il suo Prigioniero gli risponda. Il Suo silenzio gli pesa. Ha visto che il Prigioniero l’ha sempre ascoltato, fissandolo negli occhi col suo sguardo calmo e penetrante e non volendo evidentemente obiettar nulla. Il vecchio vorrebbe che dicesse qualcosa, sia pure di amaro, di terribile. Ma Egli tutt’a un tratto si avvicina al vecchio in silenzio e lo bacia piano sulle esangui labbra novantenni. Ed ecco tutta la Sua risposta. Il vecchio sussulta. Gli angoli delle labbra hanno avuto un fremito; egli va verso la porta, la spalanca e Gli dice: “Vattene e non venir più… non venire mai più… mai più, mai più!”. E Lo lascia andare per “le vie oscure della città”. Il Prigioniero se ne va.
https://t.me/voenkorKotenok/
ma di QUESTA persecuzione dei cristiani ortodossi d’Ucraina, che ricordiamo prima della SVO erano LA MAGGIORANZA DEI FEDELI, il Vaticano non dice nulla.
Al contrario, la sua diplomazia, come già denunciato, ha lavorato al regime di KIEV per la stesura di un CONCORDATO per la promozione della PROPRIA fede. E a quanto pare, da questo silenzio che è molto, ma MOLTO, esplicito, CI STA LAVORANDO ANCORA. Cristiani che fanno concorrenza ad altri cristiani, tacendo sul crimine orrendo in corso d’opera. E non tanto per quelle mura, ma per chi le abitava, le frequentava, cercava in esse non dico una risposta ai propri quesiti esistenziali, ma anche solo un po’ di conforto. VERGOGNA! A TUTTI, AL NAZISTA ZELENSKIJ E A CHI QUI TACE PUR SAPENDO. Come funzionerà poi? Manderanno i gesuiti o i greco-ortodossi? Con cosa cominceranno? Dal togliere le iconostasi o dal mettere panchine, organetto e chitarra? Con qualche canzonetta evangelica in inglese? O perché no gospel visto il periodo?
Torniamo al testo delirante del cane da guardia Zelenskij. Parla di “spiritual independence” SCRIVENDO SUL “SUO” CANALE TELEGRAM IN INGLESE, nella lingua del “SUO” PADRONE. Evidentemente, “l’indipendenza spirituale” dell’Ucraina passa da Washington.
Il delirio prosegue: “We will never allow anyone to build an empire inside the Ukrainian soul”. “Costruire un impero nell’anima Ucraina”. Dai tempi di Evola che non sentivo cagate di questo livello. E speravo di non sentirne più. L’anima ucraina (українськa душa), calco di russkaja dusha, anima russa. Usato, quest’ultimo termine, con molta cautela. Per un motivo semplice. Perché la Russia è un Paese dove convivono popoli, culture, religioni diversissime fra loro. Usato, quindi, in maniera perlopiù letteraria, come quando la mia prof cercava di farmi capire concetti come TASKA difficilmente traducibili in italiano. Un po’ come l’anima portoghese-brasiliana e la sua Saudade, che si tinge “d’azzurro color di lontananza”. Un calco di merda, quindi. Strumentale, nazionalistico, banale, brutto. Come tutte le cose che fanno storicamente i fascisti quando riescono a uscire dalle loro fogne, del resto.
E qui, l’“anima ucraina” è erta a soggetto autonomo (e che soggetto!). Da nipponista mancato quale sono, mi viene in mente un certo Yukio Mishima. Il quale concluse la sua parabola autodistruttiva con un seppuku rituale. Il coglione attuale, che di Mishima non ha neppure la bravura come scrittore, né la tormentata spiritualità, è solo malato di mente, se ci è, o continua a fare l’attore, se ci fa. Ma le cancellerie vaticane tacciono, oltre che i cinegiornali luce.
E ancora. “The ukranian soul” diviene anche AUTOMATICAMENTE oggetto di DIFESA (da parte dei suddetti fascisti) contro chi vuole “costruirvi un impero”. QUEI monasteri ci sono decisamente da più tempo di QUESTI fascisti. Dal solo punto di vista storico, non è difficile “trovare l’intruso”. Ma tant’è. Proseguiamo.
Passiamo in SOLE due righe da “connections of certain religious circles in Ukraine with the aggressor state” (rapporti di CERTI circoli religiosi in Ucraina con lo stato aggressore) a “draft law on making it impossible for religious organizations affiliated with centers of influence in the Russian Federation to operate in Ukraine”, a un disegno di legge per RENDERE IMPOSSIBILE, a organizzazioni religiose affiliate con centri di influenza nella Federazione Russa, di operare in Ucraina”.
“Making it impossible to operate”: ovvero, PROIBIRE. L’anima ucraina, quindi, può nutrirsi di chiesa cattolica, di chiesa di regime, di evangelici, di testimoni di Geova, di induisti, di sikh, di buddhisti, di “quelo”. Può anche abbuffarsi di CONSUMISMO, di relativismo culturale, di fascismo, di nichilismo, persino di cupio dissolvi, di spazzatura, di tutto (quasi tutto… marxismo già epurato da anni..). MA NON di quello di cui la MAGGIORANZA della sua popolazione si è nutrita sinora. “Per la “tua” indipendenza. Perché lo dico IO. Che SO cosa ti fa bene e cosa ti fa male. E SO cosa ti rende “indipendente”.”
E PER FARLO ECCO L’ISTITUTO APPOSITO! LA MASSIMA AUTORITA’ IN MATERIA! “The State Service for Ethnopolitics and Freedom of Conscience” (originale Державній службі з етнополітики та свободи совісті, qui recuperato dalla pubblicazione in ucraino del suo sproloquio su sito presidenziale
https://www.president.gov.ua/
La MIA libertà di coscienza PASSA QUINDI per questo “SERVIZIO DI STATO”! Servizio che non si fa scrupolo, il ducetto e neanche tanto in erba, di sottolineare come TALE ISTITUTO debba “assicurare L’ESAME RELIGIOSO” (“ensure the religious examination”) “riguardo la presenza di rapporti CANONICI e CLERICALI col patriarcato di Mosca” (for the presence of a church-canonical connection with the Moscow Patriarchate) “da parte della CHIESA ORTODOSSA d’UCRAINA” (of the Ukrainian Orthodox Church).
Le “chiese patriottiche” in Cina mi pare, ma non sono un vaticanista… che non stiano tanto simpatiche al Vaticano. Qui le cose cambiano? Oppure cambiano solo perché a subire non è il Vaticano? Anzi, visto che è la “concorrenza” (mamma che tristezza…)… daje??
Quarto punto… immancabile, come la scena delle tette in un film di Alvaro Vitali. Le liste di proscrizione! “the surnames will be made public soon.” Inquietante, quel “soon”. Della serie “vi staneremo tutti, maledetti…”
Il Quinto punto è un inno alla neonata Inquisizione. Torquemada Zelenskij propone di “elevarne lo status e ampliarne i poteri” (raise the status and strengthen the capabilities)…
Dedichiamo a Torquemada le ultime righe di questo passo dei Brat’ja Karamazovy, che il mondo conosce come “Il grande inquisitore”, opera del suo odiato, perché russo (o perché a “squola” pigliava sempre quattro…) Dostoevskij. Chiede Aljosha a suo fratello Ivan:
– E come termina il tuo poema? – domandò a un tratto, con lo sguardo a terra, – o è già terminato?
Чем же кончается твоя поэма? — спросил он вдруг, смотря в землю, — или уж она кончена?
– Io volevo finirlo così: l’inquisitore, dopo aver taciuto, aspetta per qualche tempo che il suo Prigioniero gli risponda. Il Suo silenzio gli pesa. Ha visto che il Prigioniero l’ha sempre ascoltato, fissandolo negli occhi col suo sguardo calmo e penetrante e non volendo evidentemente obiettar nulla. Il vecchio vorrebbe che dicesse qualcosa, sia pure di amaro, di terribile. Ma Egli tutt’a un tratto si avvicina al vecchio in silenzio e lo bacia piano sulle esangui labbra novantenni. Ed ecco tutta la Sua risposta. Il vecchio sussulta. Gli angoli delle labbra hanno avuto un fremito; egli va verso la porta, la spalanca e Gli dice: “Vattene e non venir più… non venire mai più… mai più, mai più!”. E Lo lascia andare per “le vie oscure della città”. Il Prigioniero se ne va.
— Я хотел ее кончить так: когда инквизитор умолк, то некоторое время ждет, что пленник его ему ответит. Ему тяжело его молчание. Он видел, как узник всё время слушал его проникновенно и тихо, смотря ему прямо в глаза и, видимо, не желая ничего возражать. Старику хотелось бы, чтобы тот сказал ему что-нибудь, хотя бы и горькое, страшное. Но он вдруг молча приближается к старику и тихо целует его в его бескровные девяностолетние уста. Вот и весь ответ. Старик вздрагивает. Что-то шевельнулось в концах губ его; он идет к двери, отворяет ее и говорит ему: «Ступай и не приходи более... не приходи вовсе... никогда, никогда!» И выпускает его на «темные стогна града». Пленник уходит.
– E il vecchio?
— А старик?
– Il bacio gli arde nel cuore, ma il vecchio persiste nella sua idea.
— Поцелуй горит на его сердце, но старик остается в прежней идее.
Da Paolo Selmi su Sinistrainrete
https://sinistrainrete.info/2-
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Integrazione di Massimo Fini: "Adesso l’arroganza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha superato ogni limite: non si accontenta più di dettare l’agenda politica dell’Ue, ma vuole cancellare la cultura russa dall’Europa, la stessa pretesa di Putin con l’Ucraina. Come racconta Marco Travaglio sul Fatto: “Il console ucraino Andrii Kartysh ha intimato a Sala, a Fontana e al sovrintendente Meyer di cancellare la prima della Scala col Boris Godunov di Musorgskij e ‘rivedere’ il cartellone per ripulirlo da altri ‘elementi propagandistici’, cioè da opere di musicisti russi”. Dà ordini perentori ai sindaci, ai presidenti di Regione, ai direttori artistici, vuole decidere lui, attraverso i suoi scagnozzi, quale deve essere il cartellone della Scala. La Scala, il più grande teatro al mondo di musica classica, di balletto, di operistica, dove sono stati messi in scena i maggiori compositori russi, da Tchaikovsky a Rimsy-Korsakov a Prokofiev a Khachaturian a Stravinsky,.."
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