domenica 29 maggio 2022

SVIZZERA - DONAZIONE D'ORGANI PASSA IL CONSENSO PRESUNTO “IN SENSO LATO”

 


Fottuti dal governo che ha modificato la legge sui trapianti di organi, tessuti e cellule il 1/10/2021  – passaggio dal consenso esplicito al consenso presunto - tradendo la Costituzione Federale che garantisce il diritto all'integrità fisica e mentale e all'autodeterminazione, al solo scopo di disporre di più organi;

e fottuti dal Referendum distorto del 15 maggio 2022 che si poneva in questi termini “vuoi accettare la modifica della legge?” che il Comitato d'opposizione aveva rivendicato per la tutela dei diritti personali confidando sul NO. Invece il popolo, lasciato volutamente in stato di totale ignoranza sui tempi, modi e tecniche di espianto, ha approvato in votazione federale la modifica della legge. Quindi una assurda votazione prima della campagna informativa, che scarica sul popolo la responsabilità della perdita dei diritti fondamentali e di un fine vita inglorioso nella tortura.

L'unica cosa che si può dire a favore del Referendum è che è servito a dimostrare quanto enormemente ignorante sia ancora il pubblico svizzero in materia di trapianti. Quasi quanto quello italiano che da 40 anni subisce una pubblicità acritica e isterica totalmente mistificatoria.

La donazione di un organo è un intervento chirurgico e tecnicamente è un'aggressione. Quanto sono informati coloro che acconsentono a queste operazioni?

La gente non sa che di fatto autorizza l'espianto di organi da un corpo ancora vivo, perché innanzitutto ignora cosa vuol dire “morte cerebrale”. Il presunto “morto cerebrale” è tale solo per definizione medico-legale. In realtà è un malato, sovente una vittima di incidente, che l'istituzione  rinuncia a curare: il cuore ancora batte autonomamente, i polmoni respirano seppure con l'aiuto della ventilazione meccanica, le mani, i piedi e il tronco sono ancora mobili, le ghiandole sessuali continuano a secernere ormoni. Tutto funziona ancora, mentre il cervello, il grande sconosciuto, è dichiarato “morto” da due medici sulla base di protocolli fasulli, variabili e diversi nei vari Stati.

Infatti la buona riuscita dell'espianto di cuore, polmoni, reni, esige organi vivi irrorati di sangue. Il paradosso della cosiddetta “morte cerebrale” è che il “morto” deve per definizione essere ancora vivo, pena il fallimento della funzione utilitaristica della morte inventata.

Quindi un Referendum senza la consapevolezza di questa cruda realtà è di fatto un Referendum maligno, nullo, distorto, ingannevole e assassino. Omettendo tale realtà si conduce il popolo al patibolo di fine vita, perché pensa di donare il corpo morto, “corpi freddi” da freezer piuttosto che pazienti sotto trattamento di sostegno alla vita ricoverati in Unità di terapia intensiva, per mantenerli vivi.

Per certo se gli Svizzeri avessero saputo si sarebbe imposto ad una voce il NO. Ma questa è la sporca furbizia degli Stati: che tengono all'oscuro la verità per depistare. L'informazione pubblica che nega al cittadino il diritto di sapere di che morte deve morire agisce  inequivocabilmente nell'inganno.

Gli Svizzeri – circa 8 milioni di abitanti – hanno partecipato alla votazione nel 40,3% degli aventi diritto. A favore 1.319.262 (60,2%); contrari 872.121 (38,8%).

Una partecipazione bassissima, che dimostra che la questione non è stata per nulla approfondita e dibattuta. Anzi, peggio, sono state negate le basi per un giudizio consapevole.

La legge entrerà probabilmente in vigore a metà del 2024.

Lo Stato dovrà informare la popolazione in merito alla necessità di dichiarare il proprio dissenso in una banca dati se non si vogliono donare gli organi. L'allestimento della banca dati non sarà facile; è richiesta per esempio una carta d'identità elettronica che ancora non esiste.

Con il passaggio al consenso presunto la donazione degli organi diventa una norma sociale, un dovere morale, imposta come un servizio alla comunità.

Chi non intende mettere a disposizione i propri organi per trapianto dovrà nel futuro indicare nero su bianco l'opposizione in un database istituzionale, altrimenti in linea di massima verrà ritenuto donatore ma l'ultima parola resta quella della famiglia e per chi non si è espresso se non si rintracciano i parenti l'espianto è vietato (consenso presunto “in senso lato”). Ma sappiamo come vanno le cose nel chiuso degli ospedali, a pezzetti e bocconi nel tempo e di nascosto passa l'esproprio.

Il consenso presunto erode il diritto all'autodeterminazione delle persone e apre la strada ad ulteriori pericolosi interventi statali sulla vita privata dei cittadini.

L'uomo appartiene a se stesso e non alla comunità.

Nerina Negrello










Lega Nazionale
Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org


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