“Il male nasce sempre
dalla paura, solo chi ha paura scapperà o commetterà un delitto”
(Paolo Mario Buttiglieri)
Son trascorsi diversi anni
dacché azzardavo le prime previsioni sull'invasione a cui
l'Europa e l'Italia in particolare sono interessate. Ormai
non ci sono più dubbi, "lo nero periglio che vien dallo mare”
non è più la trama di un un film comico su Brancaleone da
Norcia.
Giornalmente appaiono notizie sul flusso ininterrotto di
migranti, organizzato da neoschiavisti, che parte dalle coste
nordafricane dove si trovano le navi ONG che raccolgono i
"disperati" dei barconi e li trasportano nei porti
italiani.
In questi giorni, a cura di alcune forze politiche,
monta la polemica sul fatto che buona parte di questi migranti sono
“infetti”, non solo da coronavirus, anche da TBC, lue, colera, scabbia, etc.
Giunti negli approdi sicuri non si fermano nei lazzaretti,
scappano e propagano i loro mali alla popolazione già provata da
lunga degenza ai domiciliari. Ma questo sarebbe il minimo, il fatto
è che i transfughi vanno ad incrementare le manovalanze del lavoro
coatto o si dedicano al furto, alla prostituzione ed allo spaccio.
In realtà tutta questa operazione non potrebbe sussistere se una
organizzazione superiore non ne fosse a capo. I migranti africani
servono al sistema. Migliaia e migliaia di "profughi"
reclutati e spinti a partire, per soddisfare oscure manovre
geopolitiche ed economiche.
Solo un'infima percentuale di essi è
fatta di persone che sfuggono alle guerre, sempre programmate e
gestite dal sistema. La stragrande maggioranza è composta di illusi
che a caro prezzo accettano d'imbarcarsi, ipotecando il loro futuro e
legandosi ad oscure organizzazioni (infiltrate nella politica)
sperando di trovare qui da noi “l'America”.
Peccato che una
volta scoperto l'amaro inganno a pagarne lo scotto sia la solita
popolazione minuta, già alquanto tartassata e vessata. I profughi,
ormai in trappola, che non hanno nulla da perdere, sono spinti
dal bisogno a cercare una rivalsa violenta. Non come il resto della
popolazione costretta a piegare il capo per salvare la casa, la macchina, l'apparecchio tv, ... insomma i frutti amari del finto
benessere pignorabile.
Le masse di immigrati possono ribellarsi
senza aver nulla da perdere e lo fanno e lo fanno pure bene. Su di
loro non valgono le blandizie di una presunta
protezione pastorale, né le minacce dei cani da guardia.
Il
sistema può controllare ed influenzare solo chi del sistema è
compartecipe e succube non chi ne sta fuori e deve combattere per la
sopravvivenza. In un certo senso queste “pecore nere” sono come
gli schiavi di Spartaco, il lievito di una possibile rivoluzione
popolare. Una rivoluzione che gli irreggimentati del gregge non
potrebbero mai avviare.
Paolo D'Arpini
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