Una faccia, una razza
Su PD, Lega e Forza Italia, con la dependance nero-femminile FdI, non mette conto dilungarsi. Ne sappiamo tutto, nel senso che non c’è niente da sapere. Immutabili nel tempo, con i piedi e i neuroni chi nel Medioevo, chi nel Ventennio, chi nella Val Brembana del mitico Alberto da Giussano, sono quelli delle “radici cristiane dell’Europa”, per i quali il benvolere della Chiesa è l’elisir di lunga vita e Socrate, il già nominato Giuliano e Voltaire, sono ciò che l’aglio è per i vampiri. Il minimo comune denominatore tra la congrega Zinga, Cirino Pomicino, De Luca e la retroguardia renziana, quella di Salvini, Fontana, Fratus (sindaco di Legnano rinchiuso), altri reperti tuffatisi dai barconi PD e FI, e la componente accademica dei Berlusconi, Tajani, Gelmini, sono rinnovamento, cambiamento e , soprattutto, legalità. Per conoscerli bastano le paginate di foto del Fatto Quotidiano.
Hanno sentito il dovere civile di non sottrarsi dall’entrare a gamba tesa e quattro piedi uniti nell’eurocontesa l’ISPI e il manifesto, meno divergenti di quanto si vuole far sembrare. Tra Rossanda, Castellina e Paolo Magri c’è perfetta identità di vedute sia su Gheddafi, che sull’UE, che su Tsipras. L’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale è quel prestigiosissimo think tank, pensatoio, il cui direttore, appunto Magri, compare come l’Oracolo di Delfi su ogni schermo e carta stampata che voglia farsi spiegare misteri del mondo. Il punto di vista di questi scienziati della geopolitica (Scienza super partes con la S maiuscola, come quella dei vaccini) è quello di Kissinger quando faceva volare il Condor, o di Hillary quando salvava la Libia, o di Obama o Trump quando spargono democrazia e diritti umani su paesi primitivi e selvaggi. Ci siete? Per capire, pensate a Lucia Annunziata (Huffington Post e ½ h in più), o Lilli Gruber (Otto e mezzo), o più concretamente a Bilderberg....
Fulvio Grimaldi - fulvio.grimaldi@gmail.com
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