giovedì 21 gennaio 2016

Pakistan - I musulmani fondamentalisti non amano la poesia...



“Io ti canto dolce candela / che tu sia di tua luce amante / sono la fiamma e la falena / come verità ed amore…”: sono i versi con cui Mirza Khan Ansari, mistico di etnia Pashtun, cantava cinque secoli fa l’insensato amore della falena per la candela. Doveva essere un incontro di poesia alla Bacha Khan University tra centinaia di studenti e professori ed è stato invece un incontro con il terrore per molti e la morte per decine di altri.

L'università è dedicata a Khan Abdul Ghaffar Khan, fondatore di un partito regionale laico, l'Awami National Party (Anp), che è originario di Charsadda. Khan Abdul Ghaffar Khan, pacifista e rispettato leader della nonviolenza, è conosciuto anche come "Bacha Khan" è morto nel 1988. Alle 9:00 locali, i militanti sono entrati nel campus: si calcola che circa 600 fra professori e studenti si apprestavano a partecipare ad un recital di poesie dedicato al fondatore nell'anniversario della sua morte.


La sua biografia è estremamente breve ma intensa e la riporto: 
"Fervido mussulmano carismatico capo dei pashtun del nordovest dell'India britannica, nel 1929 fondò il primo esercito nonviolento della storia, i Khudai Khidmatgar (i Servi di Dio). Sostenitore di Mohandas Karamchand Gandhi, si oppose alla scissione del Pakistan, ma visse comunque lì dal 1947, rimanendo il capo indiscusso dei pashtun fino al 1988. I suoi appelli per una trasformazione sociale, per una distribuzione equa delle terre e per un'armonia religiosa erano invisi alle autorità britanniche nonché ad alcuni potenti politici, leader religiosi e grandi proprietari terrieri, e gli costarono due attentati e più di 30 anni di prigionia. Morì il 20 gennaio del 1988 e fu sepolto a Jalalabad, in occasione dei suoi funerali, per permettere l'affluenza delle persone fu deciso il cessate il fuoco che fu rispettato da tutti, sovietici e mujahidin."

Nelle foto che ho cercato su internet, ho trovato studentesse quasi tutte nascoste dal velo, poi mi è capitata una in cui si vede Uzma Ahmed Ali nel cortile della scuola per ragazze, che è stata chiusa diversi anni fa. Lei ora viaggia un'ora per studiare, come alcune ragazze del suo paese, in Pakistan.



La cronaca racconta che un attacco terroristico ha colpito l'università di Bacha Khan di Charsadda in Pakistan. L'esercito è riuscito a porre fine all'assalto uccidendo anche gli ultimi aggressori rintanati all'interno. Il bilancio provvisorio è di 30 vittime, ma un funzionario della sicurezza ha fatto sapere che il numero di morti potrebbe essere maggiore perché i militari stanno liberando l'ateneo aula per aula, scoprendo i cadaveri. 50 persone sono rimaste ferite: hanno aperto il fuoco su studenti e professori nelle aule o negli ostelli. Quindi, si sono quindi asserragliati all'interno dell'ateneo, posizionati su ogni piano di un edificio, tra spari ed esplosioni. 

L'intervento dell'esercito e l'uccisione degli uomini del commando ha messo fine all'attacco. È stato Umar Mansoor, un comandante della fazione Hakimullah Mehsud dei cosiddetti talebani pakistani, Tehreek-e-Taliban Pakistani (TTP), a rivendicare inizialmente la paternità dell'azione: "Quattro nostri kamikaze hanno effettuato l'attacco". Uno dei sopravvissuti alla strage del campus universitario ha dichiarato: "Gli assalitori erano come noi, erano molto giovani, imbracciavano kalashnikov, indossavano giubbotti come quelli delle forze di sicurezza"

Infine le parole di Khan Abdul Ghaffar Khan: «Per i bambini di oggi e per il mondo, il mio pensiero è che solo se accettano la nonviolenza possono sfuggire alla distruzione e vivere una vita di pace. Se questo non accadrà, il mondo andrà in rovina. »


Doriana Goracci

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