"Se ci sarà il Grexit la colpa sarà stata esclusivamente dei creditori". Non lo scrive un intellettuale rivoluzionario marxista, bensì, sulle colonne del New York Times, Paul Krugman, premio nobel dell'economia, che come si può benissimo capire dalla lettura dei suoi libri e dei suoi articoli, è semplicemente un difensore del capitalismo sostenibile contro quello insostenibile finanziario parassitario che tutto sta divorando, un critico intelligentemente propositivo, come Keynes, Allais, Stiglitz, Max Otte, Bagnai (ci sono tre premi nobel in questo elenco), e tanti altri (va ricordato anche Giacinto Auriti, non economista bensì docente di diritto, assieme a tutti gli altri che hanno denunciato gli sterminati conflitti dei trattati europei contro il diritto dei popoli civili)..
Sempre Krugman ebbe a osservare "Immaginate la Grecia con la propria dracma nazionale, inizialmente svalutata, ricevere flussi di turisti attirati dal cambio favorevole che, assieme all'incremento di esportazioni, rigenerano l'economia e provocano il riapprezzamento della moneta", esito semplice a comprendersi, che fu già prospettato in Europa da Nigel Farage, e pure da Alberto Bagnai, per quanto riguarda l'Italia.
Ora il governo di Tsipras, dopo avere mantenuto fede al proprio mandato elettorale dal giorno delle elezioni ad oggi, di fronte al muro gelido e sadico dei grandi usurai finanziari, ricorre alla decisione del popolo, tramite un regolare democratico referendum.
Un esercizio di democrazia e sovranità, che sorprendentemente urta, in Italia, le paure di tutti coloro che vogliono esorcizzarlo.
Evidentemente, il concetto e la pratica della "democrazia" è stato letteralmente dimenticato da molti, ed è bene che dopo 25 secoli sia di nuovo Atene a farlo emergere di fronte ad una europa evidentemente .
E' ora di pensare in modo chiaro e preciso alla libertà, al diritto, alla vita, ed al rispetto umano infangato da una classe plutocratica ignobile quanto ben raramente si sia visto in azione nella storia dell'umanità.
Vincenzo Zamboni
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