lunedì 20 aprile 2015

La sòla continua - "Italia ventresca d'Europa!"


Muscoli scenici

Nella seconda guerra mondiale gli inglesi definivano l’Italia come “il
ventre molle dell’asse”, a 70 anni dalla fine della guerra restiamo
ancora il ventre molle dell’Europa. Una nazione la nostra in caduta
libera verso l’abisso e questo per colpa di una classe politica,
soprattutto l’ultima, che è riuscita a svendere il meglio del Paese e
dei suoi abitanti: la creatività, la fantasia e la gioia di vivere. Il
tutto in favore dell’Europa delle banche, in particolare di quelle
della Germania riunificata. Quest’ultima, al fine di recuperare le
ingenti spese servite per la sua riunificazione, ha partecipato
all’invenzione dell’euro. Moneta infernale che è servita a distruggere
economie, dignità e sovranità di Paesi come la Grecia, L’Italia e la
Spagna.

I nostri politici, eletti da noi per tutelare gli interessi degli
italiani, ci hanno clamorosamente tradito e si sono messi, come tanti
cagnolini fedeli, ai piedi degli interessi finanziari delle banche
europee. Ogni volta che un nostro presidente del consiglio ha cercato
di alzare la voce a favore del popolo italiano, i grandi della
Danimarca, Finlandia, Germania e Olanda l’hanno messo a tacere. Si
sperava tanto in Renzi che finalmente riuscisse a ridonare sovranità e
dignità al nostro Paese, ma anche qui son bastate due o tre sgridate
della Merkel che tutto è tornato sotto controllo, secondo i diktat di
questa Europa dell’austerità. Grazie ai nostri politici “illuminati”
oggi ci siamo venduti tutto, dalla nostra industria pesante ai
trasporti, dai prodotti agroalimentari alla moda. Tutto è finito in
mano degli Arabi, dei Cinesi, dei Giapponesi, dei Francesi e di tante
altre nazioni più furbe e capaci di noi. Non siamo stati capaci
neppure di utilizzare l’unico vero petrolio che ci avrebbe salvato
dalla crisi: la nostra cultura. I nostri “illuminati” hanno pensato
bene di far sparire l’ENIT e di accorpare in un unico ministero, beni
culturali, storia e turismo, svilendo clamorosamente la nostra
capacità di realizzare un turismo culturale primo nel mondo.

Ciliegina sulla torta, si fa per dire, è la questione migrazione
selvaggia. In questo caso la vecchia affermazione “Paese dal ventre
molle” calza a pennello. Non solo siamo incapaci di fermare questo
flusso infinito di chi fugge dall’Africa e dall’Asia, ma siamo anche
beffati da chi in questo dramma epocale ci si arricchisce come, ad
esempio, gli scafisti che in molti casi, una volta che gli migranti
vengono trasbordati sulle nostre navi, con le buone o con le cattive
riescono a riprendersi i barconi per riportarli in Libia da dove altri
centinaia di profughi attendono di attraversare il Mediterraneo.
Giorni fa la nostra ministra della difesa ha affermato che l’Italia fa
il suo dovere in questa drammatica situazione e di più non può fare
perché subordinata alle indicazioni dell’Europa. Un’Europa, quella
delle banche, che ci ha detto chiaramente: arrangiatevi! In tutto
questo se invece del nostro endemico ventre molle avessimo una spina
dorsale dritta e forte potremmo dire agli “amici” dell’Europa
dell’austerità: -“ fermi tutti, da questo momento decidiamo noi come
agire per il bene del nostro popolo! “-

Ma mentre gran parte dei nostri politici, super pagati, più dei loro
colleghi USA, scodinzolano alla Merkel, i nostri cittadini si
suicidano perché non riescono a pagare mutui e tasse e perché perdono
il lavoro. I nostri giovani in questo scenario da film dell’orrore non
hanno più prospettive future, non possono costruirsi una famiglia,
aspirare ad avere un figlio. Per questo motivo secondo un sondaggio di
una rivista inglese i giovani italiani sono i più tristi del mondo
occidentale. Nel frattempo, sempre nel nostro film dell’orrore la
violenza cresce giorno per giorno nelle nostre città e nelle
periferie, prodotta da bande di criminali dell’est europeo, da
disperati sbarcati da tempo sulle nostre coste e ora in cerca di
guadagni facili, da gruppi senza fissa dimora che per vivere debbono
necessariamente rubare e dagli stessi italiani disperati che non hanno
più nulla da perdere.

C’è un sistema per uscire fuori da quest’incubo? Certamente, ma non è
la farsa dei balletti parlamentari sull’Italicum o su altre questioni
come il cancellare il nome di Mussolini sull’obelisco del Foro Italico
a Roma che in questo momento possano interessare il popolo italiano.
Non servono neppure progetti politici rattoppati per non dispiacere
all’Europa delle banche o altri progetti “annacquati” contro l’Europa
dell’Austerità, serve intervenire direttamente su chi ci guida e ci
comanda, serve bloccare questa corsa dei nostri politici
all’arricchimento in nome del popolo italiano. Creiamo un tetto
massimo in cui un politico (parlamentare, regionale e comunale) non
può sforare, al massimo 6.000 euro al mese per i parlamentari e i
consiglieri regionali. Non oltre i 3.000 euro per i grandi comuni e
2.000 per gli altri fino a 500 euro per i piccoli comuni. Togliendo
anche una serie di previlegi, fino a mandare chi non ricopre ruoli
molto importanti a livello istituzionale, a piedi come fanno i
politici svedesi e norvegesi che usano i mezzi pubblici. Facciamo
capire a questi nuovi zar della politica italiana che la loro è una
missione, un impegno per garantire a tutti una qualità della vita
dignitosa e serena e non una professione redditizia solo per le
proprie tasche. Con stipendi normali e senza più previlegi, questi
signori finalmente capirebbero i disagi e le sofferenze attuali che
sta sopportando il popolo che li ha eletti. Un vecchio detto popolare
dice: “Pancia piena non comprende quella vuota” – Senza alcun problema
economico, a differenza di milioni di italiani, questi nuovi zar della
politica affrontano il tema delle difficoltà dei cittadini in maniera
discostata anche se li vediamo infervorarsi nei vai talk show
televisivi che trattano i problemi reali della gente. Diverso sarebbe
il loro atteggiamento se anche loro assaporassero i disagi del popolo.
Forse allora, qualcosa di utile per gli italiani potrebbe uscirne
fuori. Oggi invece subiamo e assistiamo solo a progetti inutili, vani
tentativi, burocrazie, parole, parole, tasse inique e suicidi della
gente.

E’ di questi giorni la notizia che finalmente alcuni intellettuali
stanno progettando di istituire un Tribunale speciale degli italiani
contro gli errori, gli inganni e il tradimento dei nostri politici che
negli ultimi 30 anni hanno guidato verso la catastrofe il nostro
Paese. Sarà certamente un tribunale con valenza morale dove a chi ci
ha portato in questo stato gli verrà comminata una pena virtuale verso
l’esilio dall’Italia o ai lavori forzati nelle saline della Sicilia.
Forse un gioco, ma con un valore politico straordinario in cui ogni
cittadino in rete potrà dire la sua condannando o assolvendo i
politici rei di questa triste situazione e, forse, capace di mandare
finalmente a casa chi ci ha danneggiato e che invece di sparire dalla
scena politica italiana lo troviamo ancora a fare i propri interessi e
a percepire stipendi da favola. Forse una goccia nel mare? Non credo,
forse invece l’inizio di una vera e sana rivoluzione culturale:
mandare a casa chi ci ha fatto e sta ancora facendoci del male.

Forse anche questo è un sogno? Comunque teniamocelo prima che anche i
nostri sogni vengano tassati.

Filippo Mariani

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