giovedì 11 settembre 2014

Amministrazione dello stato, pubblico impiego... e dolce vita



Nel contesto della crisi generale che sta attanagliando quasi tutto il mondo, l’Italia soffre di una condizione peggiorativa particolare che pesa sull’economia del Paese e cioè della grande quantità di persone che vivono a sbafo senza produrre nulla.
Secondo le statistiche ufficiali, rispetto ad altre nazioni europee come Germania, Francia e Inghilterra, lo stato Italiano incassa, nonostante l’evasione fiscale, una quantità maggiore di denaro in rapporto al numero di cittadini.
Il problema è di come lo stato lo spende e di quanti parassiti mantiene.
Sta di fatto che in Italia la pubblica amministrazione, in tutte le sue accezioni, funziona male ed è senza controllo.
Stipendi e pensioni faraonici agli alti gradi, assenteismo diffuso nei gradi bassi, scarsa professionalità e menefreghismo endemici, rendono il rapporto tra spesa e produttività assolutamente negativo!
Basterebbe considerare il rapporto  tra numero di cittadini e numero degli impiegati pubblici per rendersi conto di come tale rapporto sia assolutamente anomalo rispetto allo stesso dato degli altri paesi europei.
Certamente anche tale dato è disomogeneo sul territorio nazionale dato che esistono paesi di 1.200 abitanti con 120 impiegati pubblici e città di 120.000 abitanti con quasi lo stesso numero di impiegati pubblici.
Tutto però finisce nel calderone comune dello Stato ed i comuni “virtuosi” sono accumunati a quelli che non lo sono per niente..!
Non è solo un fatto di (mal) costume, ma anche un fatto di mentalità che fa considerare per certi individui, l’essere impiegato pubblico una situazione che determina un salario senza alcun rapporto con il lavoro da svolgere.
Anche il contesto culturale gioca un suo ruolo e questo spiegherebbe perché il fenomeno è più diffuso al sud che al nord dove la tradizione asburgica o savoiarda accettava di meno tali forme di parassitismo.
E’ di tutta evidenza che se lo stato deve mantenere tanti individui che vivono a sbafo nelle pubblica amministrazione e si sommano queste spese a quelle parassitarie della politica con le sue posizioni di comodo create magari solo per “sistemare” politici trombati alle elezioni ed alle tante “consulenze” fasulle per foraggiare i soliti “amici”, allora i soldi per le spese produttive, per gli investimenti e per le riforme, mancano e nessuna ripresa è possibile..!!
Purtroppo il bastone del comando è nelle mani di coloro che sono la causa della passività dello Stato e non è credibile che essi si auto puniscano limitando il parassitismo di cui vivono.
E’ come se a guardia del pollaio ci fossero le volpi…!!!
Ed arriviamo inevitabilmente alla solita conclusione.
Solamente una radicale e totale rivoluzione potrebbe cambiare la situazione, ma dubitiamo che gli italiani, questi italiani, abbiano la forza, la capacità e la determinazione per farla!

Alessandro Mezzano

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