venerdì 14 marzo 2014

Quando Fantozzi era uno di noi....



Reperto da “Emozioni” 1995 Introduzione di Giovanni Donaudi
 
Del Fantozzi di Villaggio si parla come del paradigma dolceamaro della condizione sociale alienata dei ceti medi impiegatizi e tecnici e dello status esistenziale ad essi legato. E crediamo, se ne parlerà ancora di più  allorché si approfondiranno la massificazione sociale e la standardizzazione culturale indotte dei processi di mondializzazione dell’economia nondimeno che dai modelli di vita collettivi e individuali improntati all’egoismo liberista all’individualismo, al conformismo. Ospitiamo qui, tracciato da una nostra giovanissima collaboratrice un profilo del personaggio villaggiano che rivela l’ottica con la quale le nuove e nuovissime generazioni guardano ad esso, amandolo, rispecchiandovisi o prendendone le distanze


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Fantozzi è un personaggio “amico” che impersona il tipo umano della classe media fondamentalmente buono, sempre sottomesso, sempre vessato da tutti, dai superiori come dagli amici. E’ del tutto inverosimile, ovviamente, che uomo sia iellato in tutto quello che fa come Fantozzi, ma questo si sa, è per far ridere: ogni cosa, vacanza viaggio, lavoro, che Fantozzi prudentemente e con cura programma si risolve in un tragico fallimento. Tutto quello che fa risulta invariabilmente sbagliato. A volte cerca di fare il furbo, di imbrogliare, di fare il colpaccio, ma poiché lo fa senza convinzione, non ci è tagliato, si potrebbe dire, gli va sempre male, non ci riesce. Fantozzi è un personaggio forse un po’ scemo, ma in fondo ha un animo candido, è un puro, un onesto: non sarà mica per questo che è bistrattato da tutti e umiliato nel più tragico dei modi? A pensarci bene Fantozzi è un personaggio speciale perché ha qualcosa che lo distingue da tutti gli altri: è un uomo onesto, pulito e sincero in una società di truffatori e di ladri di cui lui è vittima e quasi schiavo.
Fantozzi del resto veste i panni delle persone che non riescono a farsi strada nella vita perché oneste, perché non vogliono rubare perché sentono viva la voce della coscienza che le chiama all’onestà.
Io ammiro molto Fantozzi, anche se devo dire che in alcuni casi non mi fa affatto ridere, mi fa anzi una gran pena: penso a come si sente dentro quando è umiliato, insultato e usato come un giocattolo. Lo so, ci sono tante persone che come Fantozzi conducono una vita modesta, tante che come lui sono offese, maltrattate, umiliate e le vedo in Fantozzi e scatta la voglia di vedere Fantozzi difendersi da coloro che ne approfittano della sua ingenuità. Ma lo so Fantozzi non ne è capace. E’ una persona debole, Fantozzi è una persona umile, ma è sempre disponibile ed ha voglia di fare tante cose, peccato però che sia sempre ostacolato dalla maledetta sfortuna che eternamente la perseguita. Mi piace a volte pensare che tutte le vicende della sua vita finiscano tragicamente, sia pure in chiave comica, solo perché è un personaggio da film che con le sue tragicommedie deve far   ridere gli spettatori . ma so anche che Fantozzi, purtroppo racconta anche la vita di tante persone meno fortunate di noi (o un po’ come noi?) che in qualche modo conducono la sua stessa esistenza.
EVA BALZANO (15 anni all'epoca ) - Napoli (*) -

* Eva BALZANO  è la figlia del  giornalista PINO BALZANO, scomparso nel 1998 - Già giovanissimo direttore de " La Nazione Europea" e piu' tardi collaboratore di "Lotta Continua", "Il Manifesto" (grazie all'amicizia con Attiglio Wenderling), "Il Quotidiano dei Lavoratori", "Fronte Popolare", il quotidiano socialdemocratico "L'Umanità" e fondatore, ai primi anni '90 di "Nuove Angolazioni/Tempi decisivi" (che negli ultimi tempi ebbe come direttore responsabile Lucio Martelli di Bordighera) di cui curavo la Redazione per il Piemonte e la Liguria.

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