lunedì 31 marzo 2025

Trump l'ondivago... naviga a vista tra Russia ed Iran



Trump era "molto arrabbiato" e "furioso" per i commenti di Putin sulla illegittimità di Zelensky (* vedi dabbasso). Lo riporta la NBC News.

Alla domanda dei giornalisti se il suo rapporto con il presidente russo avesse raggiunto "il punto più basso", Trump ha risposto: "No, non credo, non credo che tornerà sui suoi passi... Sono rimasto deluso su alcune delle cose che ha detto negli ultimi due giorni riguardo Zelensky... Deve  fare un patto con lui, che gli piaccia [Zelensky] o no. Quindi non ne sono stato contento".

La conduttrice della NBC News, Kristen Welker, ha riferito di una telefonata con Trump in cui quest'ultimo si era lamentato di Putin e aveva minacciato la Russia di imporre svariate punizioni.


️Trump ha minacciato di  introdurre dazi secondari sulle esportazioni di petrolio dalla Russia in assenza di un accordo con Mosca per accettare la tregua in Ucraina. L'importo del dazio può variare dal 25% al 50%.

Ma non va meglio per il suo rapporto  con l'Ucraina.  Il tycoon seguendo la politica di "una botta al cerchio ed una alla botte" ha aggiunto:  "A proposito, vedo che Zelensky sta cercando di tirarsi indietro dall'accordo sulle terre rare. Se lo fa, sarà in grossi, grossi guai. Abbiamo fatto un accordo sulle terre rare, e ora dice, "Beh, sai, voglio rinegoziare l'accordo". Chiede di essere un membro della NATO e non so che altro... Non sarà mai un membro della NATO, non lo capisce?".


Ma non è tutto,  sul fronte mediorientale Trump minaccia "bombardamenti senza precedenti" se Stati Uniti e Iran non raggiungono un accordo sul nucleare.  Gli Stati Uniti sono pronti a introdurre "dazi secondari" sulle merci provenienti dall'Iran. Trump ha comunque  aggiunto che i due Paesi stanno attualmente "dialogando" e nel frattempo gli USA, in compagnia della G.B., si sono limitati a lanciare attacchi aerei contro lo Yemen.


Subito è arrivata la risposta della Guida Suprema dell'Iran: "È improbabile che gli Stati Uniti tentino di colpire l'Iran dall'esterno e qualsiasi tentativo di fomentare la ribellione all'interno del Paese incontrerà una dura risposta".  Lo ha affermato Khamenei, aggiungendo: "Aprire il vaso di Pandora costerà caro al governo degli Stati Uniti e ai suoi alleati."



(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

(*) - Articolo collegato: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2025/03/la-proposta-di-vladimir-putin-per.html



domenica 30 marzo 2025

Ucraina/UE. Mal comune mezzo gaudio!?

 

Il buon esempio venne da Adolfo

In Europa si è creata una situazione interessante  dopo la proposta da Vladimir Putin, di indire nuove elezioni per rinnovare le cariche scadute della Rada e della Presidenza ucraina. È chiaro che zelensky non può accettare questa proposta scandalosa poiché -come fece il suo mentore Adolfo (hitler)- una volta eletto non c'è più bisogno di rielezione, poiché il popolo lo adora!  

sabato 29 marzo 2025

La bomba che piace alla dottoressa Stranamore Ursula VDL... di Alfonso Navarra (con integrazione di Giorgio Stern)

 


L'Europa delle élites tecnocratiche e neoliberiste, angosciata dalla pace in Ucraina, che si prepara alla guerra con "Readeness 2030" (nuovo nome per Rearm Europe, il piano lanciato da Ursula VDL), si confronta con l'armamento nucleare quale "garanzia di deterrenza verso la minaccia russa".

Vi è la proposta di estendere l'ombrello nucleare francese -e/o inglese - ai Paesi europei, ma nelle élites che hanno abbracciato l'economia di guerra appare chiaro che, se non vi sarà una soluzione nucleare comune dell'Europa, vi sarà entro pochi anni una risposta nucleare dei singoli Paesi del continente.

La Polonia, i Paesi Baltici, la Svezia e la Finlandia, nonché l'Ucraina, si sono già fatti avanti, e non è escluso che entri in campo la Germania, già considerata "potenza nucleare latente".

Il rilancio del nucleare civile, da ribattezzare come "tecnologia della potenza", ha anche questo possibile aggancio con la proliferazione nucleare militare.

Nel frattempo si reinstallano missili a medio raggio in Bielorussia e in Ucraina, collegati a scenari di guerra nucleare limitata al teatro europeo, riproponendo l'attualità del movimento degli anni '80, che ebbe in Comiso la cittadina simbolo.

A New York, al 3MSP (terzo meeting degli Stati parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari), svoltosi dal 3 al 7 marzo 2025, è stata proclamata una condanna del concetto in sé della "deterrenza".

La delegazione, organizzata per questo incontro dai Disarmisti esigenti, in collaborazione innanzitutto con Costituente Terra, ma anche con Our House e la Pagoda per la pace di Comiso, ha esplorato possibili percorsi per passare dal bando giuridico alla eliminazione effettiva degli ordigni nucleari: la nonviolenza efficace.

Questa problematica la affrontiamo nell'incontro online organizzato per il 6 aprile 2025, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, che segue un 4 aprile a Comiso: protesta contro la NATO che al suo 76esimo compleanno ancora non si scioglie (quasi 80 anni non bastano?); ed inoltre ricordo della mobilitazione dei 100.000 organizzata da Pio La Torre nel 1982 con l'obiettivo di fermare la costruzione della base dei Cruise all'ex aeroporto Magliocco.

Alfonso Navarra  - alfiononuke@gmail.com


Per chi volesse partecipare alla riunione in Zoom
https://us06web.zoom.us/j/84900816726?pwd=NvnOzpj998X2OAIF3wxY3TlUyNC6Cn.1
ID riunione: 849 0081 6726
Codice d’accesso: 156582


Integrazione di Giorgio Stern. Per la dottoressa Stranamore Ursula VDL è pronto il "kit" sopravvivenza:  
"Negli anni Sessanta a le autorità di Berlino Ovest (allora allora la città era divisa) fecero costruire una serie di rifugi antiatomici sotterranei.

In un recente viaggio a Berlino partecipai alla visita guidata di uno dei più piccoli. Era simile a un parcheggio auto, poteva ospitare tremilacinquecento persone, disponeva di una cucina da due pasti al giorno, un ambulatorio e servizi sociali per l’ordine. Tutto molto piccolo.  I servizi igienici consistevano in una doccia comune per venti persone assieme e in una dozzina di gabinetti/toilette con tenda nylon per una inesistente intimità.

Ogni rifugiato aveva a disposizione due litri e mezzo d’acqua al giorno, pasti e  servizi compresi.

Dati i limiti la sopravvivenza non poteva superare le due settimane.  
Alla domanda “E dopo?”

La guida allargò le braccia “Le istruzioni informavano che dopo due settimane non c’era pericolo perché le radiazioni sarebbero state lavate con getti d’acqua” . E aggiunse “Ci avevano presi per stupidi, e in realtà pochi ci credevano, ma l’inutile spesa ci abituava all'idea”.

Oggi ci ritengono mille volte più stupidi: una signora della Commissione Europea commercializza un kit sopravvivenza.

Lo fa in un modo così allegro da indurre il sospetto che sia ubriaca o drogata.

Di certo non lo avrebbe fatto da sobria..." 


Giorgio Stern




venerdì 28 marzo 2025

E' tempo di farla finita con la NATO...

 


Il 4 aprile 2025 la NATO compie 76 anni, costellati da guerre, operazioni di spionaggio, militarizzazione dei territori, corsa al riarmo, produzione di armamenti altamente distruttivi e inquinanti, provocazioni militari in ogni angolo del mondo, coinvolgimento in stragi di Stato, tutto giustificato dapprima con la “lotta al comunismo” e successivamente in nome dell’esportazione di democrazia e progresso. 

Per il nostro Paese, 76 anni di NATO hanno significato finora 76 anni di collaborazione con crimini di ogni tipo e occupazione militare del nostro territorio: dalle oltre 120 basi e installazioni militari Usa-Nato disseminate su tutto il territorio nazionale agli accordi tra le università italiane e le agenzie e aziende militari pubbliche e private degli Usa e dello Stato d’Israele, dai percorsi didattici per i giovani studenti all’interno delle caserme all’uso del nostro territorio per l’addestramento degli eserciti dell’Alleanza Atlantica (che rendono, ad esempio, i poligoni Nato in Sardegna delle vere e proprie zone contaminate), il nostro Paese è un retroterra strategico della Nato, principale promotrice della guerra mondiale a cui l’Italia partecipa ogni giorno di più, impoverendo e affamando i lavoratori del nostro paese. 

A ciò si aggiunge la volontà della Commissione Europea di avviare un piano di riarmo complessivo di 800 miliardi di euro in quattro anni per proseguire la guerra contro la Federazione Russa, investire in spesa militare invece di utilizzare il denaro pubblico e i finanziamenti per la creazione di nuovi e utili posti di lavoro, salvaguardare i territori, rimettere in sesto sanità e istruzione pubblica, intervenire sul carovita alle stelle!

Mobilitiamoci per dire NO alla NATO, per lottare contro il governo Meloni esecutore delle politiche di guerra imposte da USA, NATO e UE!


Alcune iniziative in programma:

https://www.noguerranonato.org/coordinamentonazionale/2025/03/27/aggiornamento-sulle-mobilitazioni-4-5-6-aprile/


4 APRILE

Milano (in via di aggiornamento):

  • Tenda contro la guerra zona Milano Sud promossa dalle associazioni di zona (ANPI, BDS, GTA, ZAM, altre);

  • Tenda contro la guerra al Politecnico (Quartiere Casoretto)

Roma

  • Presidio in piazza dei Consoli, ore 17.00, contro la presenza del Comando Operativo Vertice Interforze per un pomeriggio di mobilitazione e comunicazione con gli abitanti di un quartiere

Bologna

  • Presidio davanti al Rettorato dell'Università di Bologna, piazza Scaravilli ore 17:30.

Firenze

  • A partire dalle 17.30, presidio/flash mob nei pressi della Caserma Predieri, nei piani della NATO futura sede del comando delle forze NATO del Sud Europa. Successivamente volantinaggio nei quartieri limitrofi

  • Incontro con la Piattaforma Antimperialista Mondiale e il Partito della Democrazia Popolare (PDP) della Corea del Sud, dal titolo “Le manovre degli imperialisti USA nel Pacifico e lotta contro la NATO e il riarmo in Italia” – Ore 21.00 presso il Circolo Arci Raffaello Andreoni, via A. D’Ordo n.8. Con la partecipazione dell’associazione Multipopolare e OttolinaTV

Napoli

  • Iniziativa presso i cancelli dell’ex base Nato di Bagnoli e avvio del censimento degli edifici militari dismessi in zona da riconvertire in beni comuni, vista anche l’emergenza bradisismo nei Campi Flegrei (in via di aggiornamento)

Palermo

  • Presidio, dalle 17.00 alle 19.00, davanti alla Leonardo di Palermo promosso dall’Assemblea contro la guerra


5 APRILE

Roma

  • Partecipazione del nodo locale del Coordinamento Nazionale No Nato alla mobilitazione “Basta soldi per le armi – fermiamoli” indetta dal M5S, per portare la parola d’ordine di estendere la mobilitazione contro il Rearm Europe a quella contro la NATO. Piazza Vittorio Emanuele II ore 13.00

  • Incontro con la Piattaforma Antimperialista Mondiale e il Partito della Democrazia Popolare (PDP) della Corea del Sud, dal titolo “Le manovre degli imperialisti USA nel Pacifico e lotta contro la NATO e il riarmo in Italia” – Ore 18.30, Spazio sociale Roberto Scialabba, via Calpurnio Fiamma 136, con la partecipazione del giornalista e attivista No Nato Alberto Fazolo

Firenze

Genova

  • Manifestazione “Contro la NATO, l’UE e l’Autonomia Differenziata per un’alternativa di società”, concentramento via San Vincenzo ore 15.00 promossa dal collettivo Contronarrazione. Aderisce alla giornata anche il gruppo consiliare di Genova "Uniti per la Costituzione"

Trieste

  • No alla NATO e ai suoi servi locali”, presidio in piazza della Borsa ore 10.00

Ghedi (BS)

  • Presidio di protesta davanti alla base di Ghedi, ore 14.30

Arezzo

  • Iniziativa pubblica “La NATO, l’Europa e la guerra: voci dal fronte interno”. Palazzo comunale di Arezzo, ore 16.00. Con Nico Maccentelli (Redattore della rivista online Carmilla) e Muhammad Awad (Comunità Palestinese di Firenze)

Busto Arsizio

  • Corteo cittadino “Contro la guerra e ciò che la rende possibile”, promosso da Assemblea contro la guerra. Concentramento ore 15.00 in Piazza Garibaldi


6 APRILE

Lecco

  • Iniziativa pubblica “La guerra che ci viene imposta” con la presenza del giornalista Giorgio Bianchi. Presso lo Spazio Teatro Invito, via Ugo Foscolo 42, ore 16.00.

Ravenna

  • Presidio “No all’uso del porto di Ravenna per i traffici di armi”, Piazza Anita Garibaldi, ore 16.00.

Napoli

  • Incontro con la Piattaforma Antimperialista Mondiale e il Partito della Democrazia Popolare (PDP) della Corea del Sud, dal titolo “Le manovre degli imperialisti USA nel Pacifico e lotta contro la NATO e il riarmo in Italia” – Ore 19.00 presso la Galleria Principe di Napoli

In corso di ufficializzazione altre iniziative a Schio (VI), Mantova, Modena, Bologna, Ancona, Pisa, Cagliari.


Chiediamo a tutti i lettori, gli attivisti e i militanti, i promotori di iniziative di lotta contro la guerra e la Nato di inviare i propri aggiornamenti sulle mobilitazioni in programma per il 4, 5, 6 aprile a: coordinamentonazionalenonato@proton.me


Coordinamento Nazionale No Nato

https://www.noguerranonato.org/coordinamentonazionale/

giovedì 27 marzo 2025

Liguria alla canna del gas...

 


La nave rigassificatrice Italis lng è lunga quasi trecento metri e larga quaranta, attrezzata con grandi serbatoi per immagazzinare il gas liquefatto (Gnl) e riportarlo allo stato gassoso. È la prima di due navi di questa tipologia comprate nel 2022 dalla Snam (al 30% della Cassa depositi e prestiti). Doveva permettere di sostituire le forniture di gas naturale dalla Russia con importazioni da Medio Oriente, Africa e Stati Uniti, da cui però il gas arriva liquefatto. La seconda nave gasiera, la Bw Singapore, è arrivata il 28 febbraio 2025  a Ravenna.

La Italis lng è attraccata dal marzo 2023 nel porto di Piombino. Secondo gli accordi però dovrà lasciare la Toscana alla fine del 2026. Ed essere ormeggiata davanti a Vado Ligure, nella rada di Savona, all'ingresso del porto e accanto a un'area marina protetta (Amp) isola di Bergeggi , inserita in una zona speciale di conservazione (Zsc) del mar Ligure occidentale, nella Rete natura 2000 e nel più grande santuario mediterraneo di mammiferi marini, chiamato Pelagos : il regno dei cetacei.

Grande autore del trasferimento è stato l'ex presidente della regione Liguria, Giovanni Toti. Dal 2023 nel savonese si sono mobilitati, “Fermiamo il mostro”, comitati di cittadini e associazioni ambientaliste, sindacati e organizzazioni professionali, sindaci della costa e dell'entroterra. Con catene umane di migliaia manifestanti sul litorale. Fino all'intero consiglio regionale della Liguria, che a gennaio ha approvato all'unanimità una mozione contraria. Il progetto però non è affatto archiviato. 

Le procedure di “valutazione di impatto ambientale” sono aperte, nell'entroterra continuano i sopralluoghi e gli espropri per il gasdotto: la Italis lng sarà collegata a una torretta sommersa agganciata al fondale, una conduttura sottomarina trasporterà poi il gas a un impianto di raccolta a terra a Quiliano, alle spalle di Vado, da qui un gasdotto percorrerà 28 chilometri nella già massacrata Valbormida, fino a Cairo Montenotte, per agganciarsi alla rete nazionale. Tra l'opposizione quasi unanime delle popolazioni. Sarà il governo a decidere.

Rete Ambientalista



mercoledì 26 marzo 2025

Russia, Ucraina, USA, UE... Scambi di pettegolezzi "diplomatici", a distanza...



"Aspettate, Hegseth sta scrivendo" (* Vedasi in calce).  Negli Stati Uniti è scoppiato un grande scandalo in merito all'uso di un canale di comunicazione non protetto (Messenger Signal) per discussioni governative su questioni di sicurezza nazionale.  Vance dice che gli europei sono dei parassiti?  E ha ragione sugli europei che vorrebbero fare i paladini della giustizia sotto l'ombrello del budget americano. Fossi Vance o Trump replicherei: "Sì, è vero pensiamo proprio questo. Se non vi piace fate pure una manifestazione arcobaleno a Berlino o dove volete. E fatevi pure un tiro" (D.L.).

Intanto la Grande Germania del riarmo, inizia con il demolire le sue strutture produttive "No green".  E' stata fatta saltare in aria la centrale elettrica a carbone più moderna d'Europa, la cui costruzione è costata più di 3 miliardi di euro. Inaugurata nel 2015, la centrale è rimasta in funzione per 6 anni ed è stata dismessa nel 2021. In precedenza, nel novembre 2024, era stato fatto saltare in aria un doppio camino alto 140 metri. Questa dismissione  della  centrale elettrica è un simbolo lampante della Germania moderna. Un equivalente industriale del proverbio: "Non segare il ramo su cui sei seduto". La lobby verde tedesca sta tagliando il ramo con slancio, accelerando ogni giorno di più...   Chissà cosa penseranno oggi i tedeschi comuni quando vedranno una cosa del genere. Tuttavia sappiamo cosa pensano. Così come sappiamo che  le autorità tedesche non si preoccupano di questo, dichiarando direttamente di non essere interessate all’opinione degli elettori, né nel contesto del sostegno alle Forze Armate dell’Ucraina né nell’agenda “verde”. (S.K.)



Intanto il capataz Zelensky, certo del sostegno UE/NATO,  ha confidato al Time  che "l'Ucraina non ha più  soldi per mantenere le Forze armate ucraine e che pertanto spetta all'Europa provvedere al loro mantenimento".   Qualcuno spieghi  al capataz che se l'Ucraina non ha soldi per un suo esercito, allora l'Ucraina non ha un esercito. Se la NATO/UE  mantiene  l'esercito ucraino, allora è un esercito UE/NATO. E l'Ucraina è solo un territorio in cui la NATO/UE staziona il suo esercito. Lapalissiano, o no?!

Da parte russa  Serghey Lavrov ha affermato che a Riad la Russia ha insistito sull'interazione diretta con gli Stati Uniti per ottenere garanzie affidabili per l'attuazione dei futuri accordi da parte di Kiev.  “Nei contatti di questo incontro a Riad con Washington, si è ritenuto che gli americani volessero in qualche modo mettere ucraini e russi in stanze vicine. E tra loro, realizzare questo tipo di diplomazia "navetta" e pubblicare una sorta di testo unificato. Ma abbiamo spiegato ancora una volta ciò di cui hanno discusso i nostri presidenti: abbiamo un'intesa assolutamente chiara sul fatto che hanno concordato di muoversi in modo tale che tutto  fosse affidabile. E in modo che nessuno accetterà più documenti non comprovati. E anche in modo che i documenti vengano accettati con determinate garanzie, affinché i nostri colleghi americani prendano il controllo dell'attuazione, del rispetto di queste garanzie da parte del regime di Kiev", ha detto il ministro in un'intervista a Channel One.

* - Contenuto della chat tra il vicepresidente Jd Vance e il segretario alla Difesa Pete Hegseth trapelato per vie traverse ai media. I due discutono di attaccare lo Yemen per "mandare un messaggio", anche se detestano "salvare di nuovo l'Europa". Lo stesso Hegseth ha poi inviato per errore i piani di attacco al caporedattore della rivista The Atlantic:



Cosa è successo nei fatti?
Deliberatamente o accidentalmente, pare per colpa del consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Waltz, o di qualcuno che lavora per lui, un giornalista sionista di nome Jeffrey Goldberg è stato aggiunto a una chat di gruppo utilizzata dal direttore della CIA Ratcliffe, dalla direttrice dell'Intelligence Nazionale Tulsi Gabbard, dal segretario alla Difesa Pete Hegseth e da altri pezzi grossi. Lì si scambiavano opinioni che adesso conosciamo. Ad esempio sull'attacco agli Houti. 

È interessante notare che il vice di Trump, JD Vance, era molto perplesso: «Penso che stiamo commettendo un errore.... Attraverso Suez passa solo il 3 percento del commercio statunitense. È il 40 percento del commercio europeo che lo fa. C'è un rischio reale che il pubblico [americano] non capisca perché è necessario. La ragione più forte per farlo è, come ha detto POTUS [President of rhe United States], inviare un messaggio». 

Poi Vance continua dicendo che sarebbe un messaggio contraddittorio.

Gli replica il capo del Pentagono, Hegseth: «Nessuno [in America] sa chi siano gli Houthi, quindi [possiamo semplicemente dire] che Biden ha fallito e che l’Iran li ha finanziati”.

L'ex analista della Cia ed ex dirigente dell'Antiterrorismo statunitense Larry Johnson ha commentato in questo modo (sul suo blog, non su quella chat a cui non aveva accesso): «Bene, indovinate un po', ragazzi e ragazze? Trump ha fallito proprio come Biden. I bombardamenti degli ultimi nove giorni non hanno impedito agli Houthi di rinnovare i loro attacchi alle navi ed a Israele. E hanno messo in pericolo le navi militari statunitensi senza una buona ragione. Hegseth svela il gioco... si tratta di dare la colpa all'Iran».

Come si capisce, intrufolare un giornalista fedele a una potenza straniera su una chat come quella è stato un atto gravissimo. Un "troiaio" (clusterfuck) come Larry Johnson lo definisce. Però ci avverte che si può usare anche una termine più gentile: "Charlie foxtrott". 

(Riepilogo a cura di P.P.)

martedì 25 marzo 2025

Perfida Albione vince la palma di “genocida mondiale”...

 


La Gran Bretagna sfora il "record di genocidio", ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Ecco come il portavoce del Ministero dell'Interno russo ha commentato la dichiarazione dell'ambasciatore della Gran Bretagna a Mosca Laurie Bristow secondo cui la Russia sarebbe stata coinvolta in una serie di omicidi su ordine dello Stato.

“È terrificante quanti milioni di innocenti sono stati uccisi dai colonialisti inglesi sull'intero pianeta. Secondo varie stime, gli inglesi hanno distrutto ben il 90-95% degli aborigeni australiani quando il continente è stato colonizzato. Per non parlare dell'Africa nel XIX secolo quando gli inglesi hanno commesso il genocidio Zulus nella Colonia del Capo e in diversi altri territori, tra cui nel 1954-1961 - il genocidio di Kikuju in Kenya, dove in ribellione ai colonialisti albionici furono uccisi 32 coloni bianchi e le autorità britanniche in risposta uccisero 300.000 Kikuju e disperso altri 1,5 milioni di persone.

Sempre nell'Africa ufficialmente circa 13 milioni di persone sono state prese dagli inglesi come schiavi di questo continente, ma il numero delle vittime è 3-4 volte più alto, il che significa che il numero totale degli schiavizzati è di 50-53 milioni.

Ecco un'altra curiosità: secondo i documenti rivelati dagli Archivi Nazionali della Gran Bretagna, le autorità britanniche stanno attivamente ricorrendo all'uso di armi chimiche per sopprimere la rivolta araba in Mesopotamia (l'attuale territorio dell'Iraq) nella primavera del 1920", ha sottolineato Zaharowa. In totale, Zaharova ha pubblicato 17 pagine di materiale d'archivio sulle azioni genocide della Gran Bretagna sulla scena mondiale.

Come insegna LA STORIA: il nazismo non è affatto opera di Hitler e dei tedeschi ma di certi "signori inglesi". La Gran Bretagna e non la Germania è la patria del nazismo, l'idea del potere razziale, o più precisamente la "razza nordica" scelta che dovrebbe governare il mondo intero. I creatori del nazismo sono gli inglesi: Thomas Carlisle, Houston Chamberlain, James Hunt (che ha "attribuito" ai neri il ruolo della forma di transizione tra scimmia e uomo), Francis Galton (cugino di Charles Darwin e fondatore dell'eugenetica - la "scienza" della selezione umana per arrivare alla razza ideale), Carl Pearson (biologo e fondatore della biometria - corso razzista socialdarwinismo), la cui famosa affermazione "Il diritto alla vita significa il diritto di espandere la propria razza..." in questo gli inglesi con la colonizzazione hanno fatto l'impossibile.

Adolf Hitler li ha elogiati in un famoso discorso. È chiaro perché li ha elogiati, lui stesso ha rubato tutte le sue idee agli inglesi. Ricordiamo che in Gran Bretagna nel 1932 è stata fondata la coalizione fascista guidata dal barone Oswald Mosley. Il leader fascista britannico fu arrestato solo nel 1940 e ha passato solo tre anni in prigione. Morì nel 1980, mai perseguitato per il suo passato.

Anche i campi di concentramento sono un'invenzione britannica, non nazisti. È vero che ci sono piccoli dilemmi, se gli inventori fossero gli americani durante la guerra civile (1861-1865) o gli inglesi durante la guerra angloburgica (1899-1902), ma la maggior parte degli storici crede che gli inglesi li abbiano preceduti.

Gli inglesi inviarono prigionieri nei campi di concentramento in India, Ceylon e altre colonie britanniche. Un totale di 200.000 persone sono state internate nei campi britannici, ossia la metà della popolazione della Repubblica di Bora. Tra di loro, 26.000 persone morirono di fame e malattie, e in un solo anno. Nel 1901 17.000 persone morirono di fame e malattie nei campi inglesi, di cui 14.300 bambini. Ancora una volta gli inglesi dimostrarono di essere i campioni del mondo di genocidio allorché calpestarono i pellerossa nel territorio degli attuali Stati Uniti d'America mentre i loro successori (gli yankee) completarono l'opera.

Ricordiamo che prima dell'insediamento degli USA di oggi, gli inglesi hanno ucciso circa 15 milioni di pellirossa. Altro genocidio è stato commesso durante le colonizzazioni dell'Australia e dintorni. La colonizzazione di questo continente iniziò nel 1788, quando la popolazione indigena ammontava a un milione di abitanti distribuiti in circa 500 tribù. Durante la colonizzazione dell'Australia, gli inglesi uccisero tra il 90 e il 95% degli aborigeni. Gli indigeni della Tasmania furono estinti perché gli omicidi dei nativi erano considerati una condizione per il benessere degli inglesi.

Ma già in passato gli albionici si distinsero per la loro crudeltà. Londra fu chiamata la città degli Hung (impiccati) nel XVI secolo. Durante il regno di Enrico VIII (1509 - 1547) fu perpetrata l'impiccagione di 72.000 persone. Lasciando uno strascico in cui bambini senzatetto sono stati impiccati in massa anche nei secoli a venire.

Gli inglesi furono i primi anche a creare una mafia della droga. Questa è un'altra pagina importante della storia britannica, conosciuta professionalmente come guerra dell'oppio. Sarebbe però più corretto definirla sistema mafioso, la cui principale fonte era il traffico di droga, ecco perché hanno trasformato quasi l'intera nazione cinese in tossicodipendenti, circa 300 milioni di cinesi. Fino al 13% del reddito dell'India, sotto il governo britannico, proveniva dalla vendita di oppio alla Cina. Mentre l'oppio stava uccidendo i cinesi, la Gran Bretagna guadagnava enormi soldi dalla Cina vendendo l'oppio, un classico schema della mafia della droga. Questa situazione portò a due devastanti guerre dell'oppio, oltre alla completa occupazione della Cina da parte della Gran Bretagna. Quando l'invasione fu compiuta, la Gran Bretagna iniziò a coltivare il papavero direttamente in Cina, su milioni di ettari, mentre gli intossicati aumentarono a decine di milioni. La fine del governo della droga in Cina è stata opera dei comunisti che hanno semplicemente eliminato tutti gli spacciatori e bruciato le piantagioni di papavero".


Forse bisogna ricordare a Starmer tutte queste notizie, che sono comunque parziali e richiederebbero un ulteriore aggiornamento di dati...