TRANSIZIONE ALLA CINGOLANI E ALLA GRETA
E' ovvio che un umanofobo antitaliano, come quello che, con la benedizione di una coppia di santi protettori e lo stuolo dei suoi cortigiani, sguatteri e scagnozzi, ci è stato imposto dal covo dei suoi padrini, la transizione ecologica la concepisse in questi termini. Valer a dire sorvolando sull'olocausto di Taranto per meriti siderurgici, petrolchimici e di Base Nato. Non guardando, neanche in tralice la spaventosa concentrazione industriale inquinante di Brindisi che ha fatto passeggiare i suoi bagnanti per trent'anni su una discarica di residui e fanghi tossici profonda sette metri e giunta alle falde.
Mettendosi in tasca anche quanto, tramite gasdotti, destinato alla devastazione di spiagge prodigiose, uliveti secolari, turismo fecondo, coltivazioni pregiati, usi millenari. Moltiplicando in mare mostri di ferraglia alti come palazzi di otto piani che svuotano di pesci, inquinano, erodono le coste, distruggono tutta un'economia costiera e poi, esaurite perforazione ed estrazione, restano lì, lapidi a un mondo morto di ecocidio.
L'odio della bellezza vissuta nei millenni e celebrata dalla Storia e l'odio della salute, anzi, della vita (degli altri), evolutisi via via di regime in regime -democristiano, consociativo, ulivista, del parassitismo tecnocratico, fino all'attuale bio-tecno-totalitarismo. E molto di più, lì e ovunque questo "Belpaese" custodisse, grazie all'avvedutezza di generazioni, bellezze preziose, delicate, vulnerabili, insostituibili...
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/
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